Conad e la passione che non fa dormire la notte

Non è proprio una sitcom ma poco ci manca. Conad rilancia la propria immagine e con essa anche alcune offerte commerciali. Una serie di 10 spot televisivi incentrati sulla passione del “socio imprenditore”.

gialloarancioDiciamo pure che le intenzioni sono buone e che il messaggio arriva; se non altro per tutta una serie di considerazioni che il consumatore può fare ogni qual volta vede uno di questi spot.

La cosa che mi sento di dire è che lo sviluppo della sceneggiatura eccede in termini di credibilità, sconfinando nel paradossale e talvolta nel ridicolo. Le “mini storie” propongono brevi dialoghi tra un uomo e una donna di cui, il presunto marito, è il gestore di un punto vendita Conad.

La situazione è molto semplice. La location è prevalentemente la zona notte della casa dei due protagonisti. Qualche battuta tra i due prima di andare a letto, e addirittura anche in piena notte, nelle quali si parla di verdure, carne, freschezza, offerte, ecc. Insomma, “una normale vita di coppia” che in questo caso non è solo “rose e fiori” ma anche all’insegna della margherita; ovviamente quella Conad.

Ma facciamo qualche riflessione insieme cominciando ad analizzare gli spot. Il mio intento è di regalarvi un sorriso riflettendo sulla forza della comunicazione e su ciò che questa è capace di generare, anche in termini di facili equivoci o di pilotati fraintendimenti. In tal caso tesi a rafforzare il messaggio pubblicitario. Premetto, come dirò anche più avanti, che sono come tutti un consumatore e che oltre ad occuparmi ci grafica e comunicazione, faccio la spesa anche al Conad. Detto ciò, la prossima volta che mi recherò in un punto vendita di questo brand commerciale, spero di non essere preso e venduto a tranci al banco del pesce. (Fantozzi docet).

Cominciamo. Questo primo spot che vi propongo punta a promuovere la convenienza delle verdure Conad e in particolare l’offerta dei pomodori ciliegini. La scena tra i due “piccioncini” si basa su un affettuoso botta e risposta nel quale si parla di verdure. Ovviamente ognuno fa “i preliminari” come meglio crede…

La prima considerazione è la seguente. La donna, si presume moglie dell’imprenditore, non fa la spesa presso il negozio del marito? C’è bisogno che “lei” chieda a “lui”: “a quanto la vendete la verdura?”. Se si recasse a far la spesa al negozio del marito lo saprebbe benissimo. Ma c’è altro. La domanda che lei rivolge al suo interlocutore è molto vaga. Che vuol dire “a quanto la vendete la verdura?”.

Sono un consumatore che si reca anche nei negozi Conad ma non mi pare di aver visto un’unica “mega confezione” al cui interno sono proposte tutte le verdure disponibili. In tal caso potrei sapere: “a quanto le vendono le verdure”. Ogni vegetale avrà un prezzo e ogni prezzo finale varierà sulla base della quantità di ciascun prodotto che andrò ad acquistare, no?

Ma andiamo avanti…

Nello spot successivo il rapporto tra i due comincia a destare qualche preoccupazione. Vacilla. Se con lo spot precedente avevamo il dubbio che “lei” non si recasse a fare la spesa al Conad, con questo ne abbiamo la conferma:

“Lei” si lamenta apertamente col marito esordendo con questa frase: “Certo che anche la frutta ha raggiunto dei prezzi”, lasciando intendere allo spettatore/consumatore che lei sia totalmente ignara di cosa accada nel fantastico mondo Conad. “Lui” è costretto a chiarire la questione e risponde: “E’ vero ma non da noi!”. Ergo, vuol dire che “lei” non mette piede nel negozio del marito. Per cui, la domanda nasce spontanea: la tipa dove andrà a fare la spesa?

Questo dubbio assale il “marito” e  nello spot successivo lo vediamo riflettere sulle affermazioni della moglie.

“Lui” si sveglia nel cuore della notte e dice: “Amore! C’è un problema”. Ovviamente “lei”, consapevole del fatto che l’ha fatta grossa optando per un altro fornitore, si sente colpevole e gli chiede se il problema che “lui” manifesta sia da riscontrare nel loro rapporto. Il compagno le risponde che il problema non è tra loro due (che bugiardo) ma “tra la gente”.

Ricapitoliamo un attimo. Lei fa la spesa altrove, i due flirtano pronunciando parole come: “domani sera verdure” e poi, come se non bastasse, nel cuore della notte “lui” esordisce dichiarando che “ci sono problemi tra la gente”. Credo che i problemi siano da riscontrare altrove. Comunque, se questi presunti problemi vogliamo farli ricadere sulla gente, anzi, tra la gente, mi dite quali sono?

Presa alla larga e molto forzatamente, lo spot fa riferimento a problemi di natura economica riscontrabili, appunto, tra la gente. Una volta compreso questo, “roba dura lo so”, lo spot ci solleva attraverso un epilogo che viene caratterizzato da una voce fuori campo, molto rassicurante e suadente. Le parole sono: “Pasta, caffè, farina, latte, ci sono prodotti indispensabili. La gente di Conad lo sa, per questo li ha resi disponibili a prezzi bassi e fissi…”

Posso arrivare a capire che il latte e la pasta possano essere prodotti indispensabili (almeno per alcuni) ma, vogliamo parlare del caffè e della farina? Dite la verità. Vivete nello stesso mulino di Banderas per cui vi occorre in modo così indispensabile la farina? Quanti di voi fanno il pane in casa? Ok, lo so, qualcuno di voi mi dirà che non può rinunciare alle “tagliatelle di nonna Pina” (ovviamente se qualcuno di voi ha una nonna di nome Pina). Ma il caffè? E’ così INDISPENSABILE? Quindi, era proprio INDISPENSABILE usare l’aggettivo INDISPENSABILE?

I problemi non vengono mai da soli. Ecco che “lei”, nello spot successivo, palesa i primi disturbi derivanti da questo rapporto di coppia che di “normale” ha ben poco.

Nel sonno pronuncia in modo quasi “orgasmico” la parola “BIS” ripetendola più volte. Questo sveglia il marito che non si preoccupa dello stato mentale della moglie ma le dà spago pronunciando questo delirio: “Tranquilla, la facciamo l’operazione bis!”. Non so di quale intervento chirurgico si stia parlando ma deve essere una cosa grave e apparentemente si parla di un intervento che dovrebbe ripetere per una seconda volta. Evidentemente il primo non deve essere andato tanto bene.

Proseguiamo con questa carrellata di spot. Col successivo che vi propongo raggiungiamo il massimo dell’assurdo e del ridicolo.

Solita location. Camera da letto. Lui si sveglia e rompe le scatole alla moglie. In questo caso qual’è il motivo tanto urgente per cui non si possa rimandare l’argomento al mattino?

Ma è ovvio, il problema è la freschezza. C’è la necessità impellente, da parte di questo marito pignolo, di controllare la freschezza. Francamente vi devo dire che tale affermazione mi ha fatto subito pensare ad un problema d’igiene fra i due. Lui si sveglia e scuote la moglie dicendole: “Amore!” e al “Che c’è?” di “lei” il marito le risponde: “Devo controllare la freschezza”. Mi chiedo… ha sentito qualche odore strano? Uno dei due non si è lavato prima di andare a letto? Infatti lei gli chiede: “A quest’ora?”, un po’ preoccupata anche per la figuraccia che intuisce di aver fatto. Lui infierisce rispondendo: “…E sì, ora!”. E a quel punto capiamo che il problema è derivato dalla moglie perché “lui” si alza dal letto e subito dopo “scappa” a lavoro nel cuore della notte. A questo punto, attraverso un fraseggio articolato pronunciato da una voce fuori campo, veniamo portati “per mano” verso la chiusura dello spot. Il messaggio ci tranquillizza in merito al presunto problema d’igiene della coppia.La questione freschezza viene dirottata sul piano dell’attenzione che viene rivolta ai prodotti da parte di chi lavora in Conad.

Assodato comunque che la coppia ha dei problemini da risolvere, i creativi degli spot Conad cambiano la situazione offrendoci un interessantissimo “botta e risposta” tra un personaggio che passa davanti al negozio Conad e il solito “lui” che di buon ora sta aprendo l’esercizio commerciale margheritato.

Qui siamo alla presa in giro pura. Il tizio che passa in auto si ferma davanti al negozio e dal finestrino si rivolge al gestore Francesco (finalmente scopriamo come si chiama) che è intento ad aprire la porta del negozio. Ecco cosa dice il “tizio” a Francesco: “Francescoooo! Apriamo presto oggi!” e Francesco risponde: “Eh! Aspetto tanti clienti oggi, facciamo il Sotto Costo”.

A questo punto scattano due banali riflessioni.

1) il tizio che passa di lì non ha altro da fare nella vita che prendere per il cu.. chi lavora di notte? Oltretutto, non lo sa che Francesco si alza tutte le notti per controllare la freschezza, perchè c’è un problema tra la gente e perché la sua moglie ha da fare un’operazione per la seconda volta? Francesco si alza tutte le santi notti, che motivo c’è di prenderlo in giro così?

2) Cosa cambia se Francesco si alza prima per aprire il negozio (oltretutto quanto prima se già si alza in piena notte tutte le notti) perché “oggi” fa il “Sotto Costo”? Non fa mica entrare la gente a fare la spesa quando lui apre prima del levar del sole. Le persone verranno, magari anche più numerose, ma nel normale orario di apertura del negozio. Tutta sta’ smania per aprire ancor “prima di prima” non sarà imputabile ai suddetti problemi di coppia per cui Francesco preferisce starsene al negozio piuttosto che a letto con la sua compagna?

Questa riflessione ci permette di chiarire tutti i dubbi che avevamo sollevato fin dall’inizio. La compagna di Francesco non fa la spesa al Conad ma altrove perché Francesco la trascura andandosene di casa nel cuore della notte da una certa “Margherita”. Così, la compagna di Francesco lo tradisce con un altro imprenditore che gestisce un negozio di un’altra catena di supermercati. Ecco spiegato perché “lei” non conosce il prezzo delle verdure del Conad…

Parlando più seriamente…

La campagna pubblicitaria televisiva Conad è stata realizzata dall’agenzia di comunicazione Aldo Biasi (che ovviamente saluto affettuosamente).

Conad si attesta come “big spender” in comunicazione per il 2013 con una spesa complessiva di 35 milioni di Euro.

VUOI CONOSCERE I NOMI DEGLI ATTORI DELLO SPOT? CLICCA QUI

Per ulteriori approfondimenti su questa campagna pubblicitaria potete visitare:

17 pensieri su “Conad e la passione che non fa dormire la notte

  1. Stefano

    Ma certo che la donna che partorisce nel supermercato è l’apoteosi della demenza, così come quella dove riporta l’orsacchiotto a casa, io se fossi il babbo della bambina gli spezzeremo gli ossicini ( che cazzo vuole da mia figlia a quest’ora)…. Tempo fa ho chiamato per un informazione e mi hanno riagganciato il telefono…….spendessero meno in pubblicità e facessero pagare meno tanti prodotti di qualità discutibile….

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    1. Hai perfettamente rafione. È per questo che ho smesso di esprimermi sugli spot della Conad. Mi pareva di sparare sulla Croce Rossa… Concordo con te in merito all’ultimo delirio del “parto in diretta”. Manca solo il bue che resuscita e che dal reparto macelleria arriva per scaldare il bambinello… Roba da “b-movie”.

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  2. dinamite56

    Lo spot è efficace perché demenziale ed indirizzato prevalentemente alla massa ignorante delle famiglie italiane, le quali apprezzano profondamente la mediocrità insita in messaggi pubblicitari di questo genere.

    La donna, che venera il marito che si alza in piena notte per controllare le verdure e quant’altro, appare una figura surreale che invece di rimanere addolorata per il marito costretto a fuggire da povero schiavo al servizio del superiore interesse economico-imprenditoriale, mitizza l’omino Conad e lo accetta di buon grado, sapendo che suo marito svolge il suo lavoro con grande dedizione e passione.

    L’uomo, raffigurato come il pilastro della famiglia dedito al suo lavoro, prova immenso orgoglio a chiudere a tarda notte con il temporale fuori e la moglie che lo attende estasiata con il portello della macchina aperto per farlo salire più rapidamente, cosi come si sente fiero ad alzarsi all’alba per togliere le foglie marce della lattuga per presentarle al pubblico nel migliore dei modi.

    il rapporto tra i due, naturalmente proteso ad enfatizzare l’importanza ed il ruolo del socio-imprenditore nello schema aziendale in commento, appare di una banalità imbarazzante ed i dialoghi assumono toni prettamente demenziali, a tal punto da distrarre l’osservatore dello spot, la cui attenzione risulta ormai rivolta verso l’ottusità espressa dai due protagonisti.

    In definitiva, una saga pubblicitaria alquanto pedestre e fallace, per dirla tutta, un vero insulto all’intelligenza del consumatore.

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    1. Ottimo commento “Stufenbau1956”
      Stiamo “sparando sulla croce rossa” 🙂 Come avrai visto ho smesso di commentare questa “saga” perchè effettivamente è diventata un totem agli stereotipi che ritraggono, a mio parere, un’Italia che non c’è più da tempo, a cavallo del boom economico degli anni ’60 – ’70 del secolo scorso. Anche se, evidentemente, è ciò che l’Italia conferma di essere o di volere (o di voler tornare ad essere), visti i dati di crescita di CONAD http://www.foodweb.it/2016/06/conad-archivia-un-2015-positivo-4-di-fatturato/ complice anche la campagna pubblicitaria che massivamente imperversa da anni su tutte le emittenti televisive.

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  3. Rino

    Sarà anche assurdo, demenziale ma a quanto parerende..io ad esempio grazie a quelle offerte ci campo insieme alla mia famiglia..e anche se concordo pienamente con le vostre analisi..devo ringraziare che esistano supermercati come Conad, eurospin perchè in caso contrario avrei seri problemi ad arrivare a fine mese..buona giornata

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    1. Concordo pienamente Rino. La mia analisi, ironica e provocatoria, mette in evidenza ciò che magistralmente hanno realizzato i creativi che hanno lavorato per la CONAD. Con la loro professionalità hanno saputo mettere insieme una serie di elementi che hanno reso la serie degli spot CONAD un vero successo.
      Per quanto concerne la questione convenienza, non si discute nemmeno.
      Buone cose Rino a te e a famiglia 🙂

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  4. florio

    Se fossi quell’attore di quello spot mi vergognerei come un verme di farmi vedere in giro! Ma si possono creare questi teatrini oltre che assurdi anche demenziali?

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  5. Angela

    Bellissimo post, divertente ed interessante.
    Non sono d’accordo solo su un unico punto (e lo dico senza polemica ma con molta ironia): la farina può considerarsi davvero un elemento indispensabile nel carrello. Ne compro a chili, ne faccio torte, biscotti, pizze, pane… e mia suocera, che fa anche le tagliatelle (ed è la nonna dei miei figli) si chiama Pina!!! Giuro!!!!!!

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    1. Grande Angela. Anche la tua risposta è divertente. Troverei un compromesso. Diciamo che la farina è un prodotto utile. Grazie per il tuo commento
      Anzi, domani ne posto un altro sugli spot CONAD, se vorrai tornare a trovarmi e vorrai lasciaremi un commento sarai la benvenuta. Saluti a te e anche alla NONNA PINA
      Meravigliosa. 🙂

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  6. Tutto giusto a parte il fatto che se uno c’ha il marito che lavora al supermercato mi pare ovvio e cristallino che alla spesa ci pensi lui… che oltretutto è guidato da una passione così profonda per la spesa che figuriamoci proprio…

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