The Lone Ranger. Un vero piacere per gli occhi

Non si vive di sola fantascienza e pur essendone da sempre un appassionato oggi mi trovo a parlare di un film che non rientra in questo genere. Il motivo è semplice. Svolgo la professione di grafico e quando i miei occhi vedono qualcosa di veramente bello, curato e ben fatto, non riesco a trattenermi dall’esprimere il mio apprezzamento. Ecco che oggi vi parlo di The Lone Ranger, distribuito dalla Walt Disney per la regia di Gore Verbinski, prodotto da G. VerbinskiJerry Bruckheimer.

Non ho intenzione di fare una recensione su questo film, potrete trovarne a decine navigando in rete. Ciò che desidero fare è aiutarvi, se possibile, a cogliere alcuni dettagli che meritano una certa attenzione.

I dettagli… questione quantomai complessa da affrontare. Il cinema d’azione, fantasy e fantascienza ci ha sempre più abituati, purtroppo, ad assorbire passivamente il bombardamento frenetico d’immagini realizzate attraverso tecniche avanzate di computer grafica. Si è innescato un inesorabile meccanismo che ha creato un disequilibrio tra il fotorealismo delle scene “sintetiche”, presenti in percentuale sempre più elevata all’interno di un film di questo genere, e l’aumento della rapidità dei movimenti. Il risultato è che lo spettatore resta “affamato” di dettagli perché viene sommerso da immagini ricche e realistiche ma impossibili da apprezzare perché troppo rapide da elaborare per il nostri sensi. Ne consegue che per quanto la tecnica riesca a generare grafica avanzata e fotorealistica, ancora oggi il costo di ogni fotogramma generato al computer è elevatissimo costringendo le produzioni di questi colossal cinematografici a ripiegare sull’espediente della velocità con cui vengono realizzate le sequenze. Tutto viene reso più dinamico ma meno percepibile nei dettagli per l’occhio dello spettatore. Ci troviamo quindi ad uscire dalla sala cinematografica frastornati, saturi, svuotati e probabilmente, almeno a me accade, frustrati per non aver potuto apprezzare meglio un dettaglio di un oggetto, di un costume, di un qualsiasi elemento presente nella scena, meritevole di attenzione.

The Lone Ranger - poster italiano
The Lone Ranger – poster italiano

Ecco che arriviamo a The Lone Ranger.

Premetto che sono andato a vedere questo film perché attratto dalla presenza di Johnny Depp e di Helena Bonham Carter alla loro prima apparizione, insieme, in un film senza Tim Burton alla regia. Inoltre mi ricordo che, quando ero bambino, alla televisione davano Lone Ranger ed io lo guardavo. Ricordo anche che la sigla proponeva una voce fuori campo molto caratteristica che a un certo punto pronunciava: “Arriva Loooooone Ranger” e da qui partiva l’ Ouverture del Guglielmo Tell – di Gioacchino Rossini. Che ricordi…

Quindi, i motivi per andare a vedere questo reboot c’erano tutti.

The Lone Ranger di Gore Verbinski è un film che soddisfa chi ama le belle inquadrature, la fotografia, i paesaggi mozzafiato e le riprese che permettono di gustare i dettagli. Merito sicuramente del regista ma anche di Bojan Bazelli, direttore della fotografia di questo capolavoro per gli occhi.

The Lone Ranger è un film da scoprire a piccoli passi. Non è una pellicola per tutti e probabilmente è proprio questo il motivo per il quale non è decollata al box office americano, come solitamente accade con altri film della Walt Disney, vedi ad esempio I Pirati dei Caraibi.

Verbinski ci regala incredibili dettagli lasciandoci il tempo necessario per coglierli tutti in ogni aspetto valorizzando al massimo il contesto della scena. Questo avviene un po’ in tutto il film ma soprattutto nella prima parte dove lo spettatore è trasportato tra i paesaggi incredibili dello Utah dove è stato girato gran parte del film.

Sono rimasto incantato fin dai primi istanti di questa pellicola. Il regista ci mostra un piano sequenza che si sviluppa lungo la baia di San Francisco, da sinistra verso destra dello schermo, per arrivare ad inquadrare una ruota panoramica di un Luna Park, calando lentamente con l’inquadratura verso le persone che si muovono tra le varie attrazioni del parco di divertimenti. Questa scena si svolge nel 1933, data in cui hanno avuto inizio i lavori di costruzione del Golden Gate Bridge. Coerente con questo evento storico il regista ci mostra la struttura del ponte che si staglia incompleta ma imponente tra i riverberi di luce della baia durante una tranquilla notte californiana.

Questa è una prima cartolina che conferisce alla pellicola un suo stile, subito riconoscibile, come se il regista volesse comunicare allo spettatore: “bene, questo è ciò che potrete apprezzare durante il film”. Da qui è un crescendo di scene ben concepite. L’accoppiata Gore Verbinski Bojan Bazelli si rivela vincente. Il film si pone a cavallo tra un documentario naturalistico e un vecchio fumetto western da cui poter gustare natura, paesaggi, cowboy e indiani, immersi in una cornice naturale perfetta e sapientemente mostrata all’occhio dello spettatore attraverso inquadrature ricche di dettagli e di colori. L’uso intelligente dei piani, il punto di fuoco e il fuori fuoco, conferiscono profondità e incisività agli elementi che devono essere descritti e di cui è corretto coglierne l’essenza.

Bellissime le inquadrature dal basso che inseguono il punto di fuoco partendo dal primo piano verso il fondo dell’inquadratura. Ottime le riprese contro luce dei cavalieri che mostrano le loro silhouette durante una cavalcata lungo il fiume Colorado al tramonto. Perfette le scene d’azione, ricche di effetti speciali ma tutti fruibili e godibili in modo impeccabile. Anche in queste, il regista e il direttore della fotografia, giocano con la macchina da presa e le ottiche regalandoci momenti esilaranti di mero intrattenimento che diventano, per i più avvezzi a certe “prelibatezze visive”, veri e propri virtuosismi delle tecniche di ripresa, offrendo allo spettatore il centro dell’azione in primo piano e sullo sfondo una seconda sequenza di movimenti svolta da cose o persone. Tutto è in equilibrio e tutto è magistralmente fruibile dall’occhio dello spettatore.

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Finalmente The Lone Ranger è un film che ci fa respirare, prendere fiato, ci permette di leggere una storia attraverso le immagini godendo di inquadrature incredibili che lasciano a bocca aperta per gran parte dei 149 minuti di questa esperienza visiva.

Certamente è un film che ha una trama, oltretutto ben fatta, personaggi di grande livello e un insieme di elementi che contribuiscono a rendere questo prodotto uno dei pochi che non fa rimpiangere di aver speso i soldi di un biglietto, oltretutto sempre più caro.

Per concludere, se siete alla ricerca di un diversivo alla Pirati dei Caraibi, probabilmente non uscirete dal cinema pienamente soddisfatti. Se invece vi togliete di dosso tutte le aspettative e vi lasciate trasportare dall’occhio della macchina da presa, sarete più che soddisfatti di aver scelto The Lone Ranger.

Sì, avete letto bene… 149 minuti di film. Questo accade quando le scene vengono girate bene per essere viste e godute.

Se avete visto The Lone Ranger,  dopo aver letto questo post, vi sarei grato se voleste lasciare un commento.

Trailer ufficiale del film in lingua italiana:

Tutti i marchi appartengono ai legittimi proprietari

Approfondimenti e crediti:

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Un pensiero su “The Lone Ranger. Un vero piacere per gli occhi

  1. davide

    Un film davvero per tutte le eta’, carino e dalla storia non scontata, un po’ lento ma decisamente da vedere. non e’ cosi’ tanto incentrato su Johnny Depp come pensavo e speravo.. certo, lui e il suo modo di recitare ne caratterizzano comunque l’insieme.

    "Mi piace"

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