JetPack, un sogno che diventa realtà?

Vi ricordate James Bond che sfuggiva ai cattivi di turno indossando il suo JetPack?

Il cinema ci ha sempre stupito con la sua capacità di anticipare tendenze e tecnologie che poi si sono, talvolta, rivelate vere intuizioni, trovando largo impiego nella vita di tutti i giorni. Basti pensare, per esempio, al primo cellulare della Motorola che prendeva ispirazione dal trasmettitore presente nella serie classica di Star Trek. Fino ad oggi il JetPack è rimasto solo un bel giocattolo relegato al mondo del cinema o a quello di qualche laboratorio militare. Fino ad oggi…

JetPack indossato da Agente 007 - Thunderball: Operazione tuono
JetPack indossato da Agente 007 – Thunderball: Operazione tuono

Il JetPack o rocket pack, rocket belt o come dir si voglia, ha visto la sua prima apparizione tra la “gente comune” nel 1928 all’interno del fumetto “Amazing Stories”, in cui veniva mostrato un personaggio che indossava appunto uno di questi aggeggi. Di fatto il JetPack è un grosso zaino munito di propulsori alimentati da ogni tipo di propellente proveniente da “misteriosi laboratori segreti” o, più realisticamente utilizza del perossido di idrogeno che una volta entrato in contatto con un catalizzatore innesca una reazione che bla, bla, bla… Insomma, dovrebbe volare.

Amazing Stories - JetPack
Amazing Stories – JetPack

La storia del JetPack va di pari passo con quella del volo e dell’aviazione.

Lasciando perdere Icaro o la macchina volante di Leonardo da Vinci (l’ornitottero), che volò solo sulla sua carta pergamena, l’uomo ha sempre dimostrato di volersi librare pensando di poterlo fare applicando semplicemente al proprio corpo delle ali. Dopo qualche tentativo in questa direzione, mai testimoniato  peraltro dai diretti collaudatori, i progetti per far volare l’uomo si sono spinti oltre.

Con l’avvento dell’era industriale, l’ingegno umano ha permesso di inventare vari sistemi per sollevarsi di qualche metro dal suolo; e non sto parlando di edifici dotati di ascensore. Solo grazie ai fratelli Wright, nel 1903 e al loro incredibile volo di circa 40mt è stata inaugurata la vera e propria “scienza del volo”, trasformando radicalmente la società, gli usi e i costumi della gente.

In tutto questo tempo il JetPack si è inserito a più riprese, vedendo un’intensificazione delle ricerche per lo “zaino volante” in piena guerra fredda. Comunque sia, il jetpack ha visto la propria evoluzione caratterizzarsi tra alti e bassi; direi soprattutto bassi visti i risultati spesso catastrofici dei vari esperimenti condotti principalmente dalle forze armate americane.

Costi di gestioni proibitivi, sistemi di sicurezza quasi del tutto assenti, autonomia di volo limitata a pochi minuti e, non per ultimi, i numerosi incidenti avvenuti durante i test hanno posto un freno ai ripetuti fugaci entusiasmi per questa tecnologia che, comunque, pare non sia stata del tutto abbandonata.

Cinema e letteratura si sono contesi il JetPack in molte occasioni riportandolo in auge e attribuendogli immeritate doti, frutto solo di fantasie scaturite dalla fervida mente degli scrittori e dall’impiego di effetti visivi cinematografici.

Oggi però, pare che un’azienda neozelandese abbia inventato, a loro dire, un nuovo Jetpack che presto dovrebbe rivoluzionare questo settore, se mai ce ne è stato uno. Non so se questa affermazione troverà seguito nei fatti ma il video che ha rilasciato la Martin Aircraft Company lascia ben sperare.

L’azienda è dedita unicamente alla ricerca e sviluppo di questo jetpack. Il sistema di alimentazione del Martin JetPack è a benzina, quindi più facilmente reperibile e gestibile rispetto al perossido d’idrogeno. La tecnologia si base su una spinta impressa da due ventilatori che emettono un flusso d’aria che viene canalizzata attraverso dei collettori e poi bla, bla, bla… potete visitare il sito dell’azienda nel quale troverete tutte le informazioni su questo oggettino interessante.

Martin JetPack
Martin JetPack

Ad oggi,  la Martin Aircraft Company ha rilasciato il suo 12° prototipo di JetPack che prende il nome di P12. Attualmente ha raggiunto una performance di volo di circa 30 minuti con 45 litri di carburante. Non male se pensiamo che è un frullatore che pesa 180Kg e solleva a pieno carico (pilota ed equipaggiamento) circa 100Kg di peso. Per gli appassionati dei dati tecnici qui potete trovare la scheda completa di questo gioiellino tecnologico, costruito in materiale composito composto principalmente da fibra di carbonio, kevlar, resine epossidiche e alluminio. Probabilmente anche kriptonite ma questo non ci è dato sapere.

Le previsioni dell’azienda stimano l’uscita ufficiale del modello commercializzabile verso la metà del 2014. Ovviamente i primi JetPack saranno destinati solo alle forze di polizia e protezione civile. Successivamente saranno venduti anche a chi ne avrà fatto richiesta. Basta prenotarsi fin da ora versando un deposito di 5.000 dollari neozelandesi a titolo di caparra che viene dirottata in un fondo speciale a cui la Martin Aircraft non può accedere fino a quando non avrà confermato per iscritto, al richiedente pagante inserito nella lista di prenotazione, la disponibilità di un jetPack personale. Ah… il costo complessivo del Martin Jetpack è di 100.000 dollari più spese di spedizione, imposte e tasse, ma la società si riserva il diritto di modificare il prezzo, precisando sul proprio sito web, che contatteranno il richiedente prima della stipula definitiva del contratto per poter dare modo di confermare o meno l’acquisto. In caso di rinuncia, possibile in qualsiasi momento, verrà rimborsata la cifra versata, meno 500 dollari a titolo di “tassa di cancellazione”.

Insomma… direi che per adesso è il caso di attendere gli sviluppi di questo ennesimo progetto che dovrebbe segnare, almeno questa volta, un punto a favore nello scenario evolutivo delle tecnologie dedite allo sviluppo dei jetpack. Per adesso è solo un gran bel giocattolone volante in versione prototipale.

“Riusciremo questa volta a vedere i nostri eroi giungere dal cielo per salvarci, come nei migliori film d’azione o fantascienza?!”. 

Link, approfondimenti e crediti:

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