Ti capita di riflettere sulle “domande della vita”. Ti capita di soffermarti su quali potrebbero essere “le risposte”. Talvolta ti confronti con altri per capire se anche le persone che conosci si pongono le medesime domande e, se sì, se si danno le stesse risposte. Sempre che le risposte ci siano o per le quali, molte volte, possiamo trovare soddisfazione solo attraverso un generoso atto di fede.
Poi ti capita di trovarti in un particolare periodo della tua vita che ciclicamente si ripresenta. Devo dire ogni anno, ad ogni inverno per lo più. Non ci fai caso fino a quando non torna a manifestarsi. Non hai strumenti per difenderti, non riesci a evitarla perché ha il potere di cancellare dalla tua mente il ricordo della sua esistenza e del suo modo di agire. Ti sorprende sempre creando disagio e inquietudine. Ogni volta si palesa con tutto il suo fastidio, avvolgendo lentamente le tue braccia lasciando l’inconfondibile segno del suo passaggio.
Quando te ne accorgi oramai è troppo tardi e lei ti ha già arrecato fastidio, ricordandoti per pochi istanti, prima di sparire, che anche questa volta è riuscita a sorprenderti, a coglierti impreparato, a dimostrarti che lei è più furba di te.
Ogni volta pensi che sarà l’ultima, che riuscirai ad evitare che si ripresenti. Dopotutto ti senti più furbo di lei ma… no, non ce la fai. Non ricordi, dimentichi, e lei inevitabilmente torna.

Torna ogni volta che ti lavi il viso, i denti o che ti fai la barba. Ti accorgi per un istante che anche questa volta è arrivata. Provi a rimboccarti le maniche ma oramai è tardi. Lei è lì, discende dalle tue mani bagnate, complici dell’inganno. Proprio loro che hanno portato l’acqua al volto per detergere la tua pelle ma che subdolamente hanno anche consegnato la nemica in seno al tuo senno. Parte dalle mani e lentamente si fa strada, giù, sempre più giù. Ti divora e ti lascia attonito bagnandoti gli avambracci, impregnando le maniche delle maglie e delle camicie, per arrivare laggiù fino ai gomiti dove hai maldestramente cercato di salvare l’insalvabile, quel volgolo informe di tessuto raccolto frettolosamente partendo dai polsi che giace inerme e completamente bagnato per colpa di quella stramaledettissima GOCCIA D’ACQUA!
Ora lo sai, ricordati della GOCCIA!
non ho parole ….
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