Ho visto… anzi, ho sentito, la seguente affermazione: “Addentrarsi nella lettura della bozza del Job Act di Renzi è un po’ come entrare all’Ikea: ci trovi qualcosa di utile e tanta paccottiglia ma, soprattutto, quando arrivi a casa scopri che non è facile montare quello che hai acquistato”
Non parlo di politica ma solo dell’ennesimo esempio di come, esponenti del mondo della politica, possano dare fiato alla bocca prima di aver riflettuto su quanto stanno per dire.
Non posso esimermi dal commentare l’uscita della “simpaticona” Renata Polverini che giovedì 9 gennaio ha proferito le suddette parole. Nulla di grave, soprattutto se paragonato alle tante, ben più deliranti affermazioni che il mondo della politica è solito dispensare, iniettando tra i cittadini italiani sconcerto e preoccupazione.
E’ che l’uscita infelice della Polverini è un chiaro, ulteriore esempio di quanto abbiano peso e senso, per i politici, le parole. Basta parlare, farsi sentire, soprattutto dire qualcosa, comunque e a ogni costo perché si presenta l’opportunità, l’ennesima, di farsi vedere e sentire attraverso la televisione. E allora arrivano le frasi ad effetto. C’è chi se le prepara prima, quando è possibile, e c’è chi le recita a cappella. Ecco, appunto…
Allora, mi rivolgo a IKEA Italia.
Cara IKEA Italia, poiché la classe dirigente di questo Paese (e non Nazione) non è capace di comprendere quanto riportato sulle istruzioni di montaggio dei vostri articoli (figuriamoci il popolo), credo sia il caso di rivedere tale documentazione. Non sarà il caso di allegare ad ogni articolo una “stele di rosetta”?
Ah, dite che i vostri prodotti sono venduti praticamente in ogni parte del mondo? Che solo nel 2013 avete incassato 29,2 miliardi di Euro?
Azz… che clienti geni che avete! Purtroppo in Italia “non ce la possiamo fare”. In effetti avete avuto una leggera flessione del fatturato (vedi articolo). Vedete, noi italiani non capiamo le vostre istruzioni, scusateci.
Per Renata… “VaJa, vaja, vaja” (Panariello docet. Dal personaggio Sirvano)
Crediti:
Riporto anche lo screenshot della pagina in questione, visto che spesso, i giornali online tendono a rettificare (o in alcuni casi stravolgere) gli articoli anche a distanza di giorni.
