Attraverso uno spot pubblicitario ci viene rivolta una precisa domanda:

Alla quale, in modo naturale, spontaneo, direi pure logico, mi viene da rispondere…
“E menomale!”
Vi immaginate cosa accadrebbe se ogni prodotto consumato da un bambino contenesse della vitamina D? La natura non fa le cose a caso ma all’uomo piace giocare con le parole creando bisogni indotti per vendere prodotti. Senza entrare in aree troppo scientifiche, basterebbe ricordare alle mamme e ai papà che una quotidiana esposizione al sole dei propri pargoli e degli stessi genitori, per circa 10 – 15 minuti, garantisce al nostro corpo, gratis, tutta la vitamina D di cui necessita – patologie escluse, leggere attentamente le avvertenze e le modalità d’uso 🙂 -. Ovviamente non fatelo a mezzogiorno di ferragosto altrimenti oltre alla vitamina D vi viene uno “schioppolo” per l’insolazione e ci restate secchi. Basta fare le cose con la testa e con moderazione.
Detto ciò, lo spot in questione non dice nulla di sbagliato, e ci mancherebbe altro che Nestlé facesse le cose a casaccio. Enfatizza semplicemente una cosa del tutto normale trasformandola in un concetto su cui porre una certa attenzione. La rapidità con cui si consuma uno spot televisivo non permette di fare troppi ragionamenti e pertanto, qualsiasi buon genitore che desidera solo il meglio per i propri figli, sentendo e vedendo la pubblicità di casa Nestlé, capisce che “qualcosa va fatto” per “rimediare” a questa presunta carenza. Per cui… 1+1=Fruttolo!
Geniale!
Lo spot: