”… tra voli pindarici e regole campate in aria ora più che mai è indispensabile restare con i piedi per terra”.
Sei qui… stai cercando delle risposte, lo so. Cercherò di non deluderti anche se, ti avverto, l’argomento non è facile da metabolizzare e non esiste “la risposta assoluta”.
Qualche passo indietro nel tempo:
Prima del 30 aprile 2014 a.E. (avanti Enac – per quanto riguarda la normativa sui droni).
Siamo nell’era del “volo a coscienza”, una propulsione spontanea generata in modo del tutto differente in virtù dell’indole del conduttore, o genericamente e impropriamente detto: “PILOTA di drone”.
Siamo in un periodo pionieristico dove le uniche vere regole sono quelle riportate nel Regolamento dell’aria (ENAC) che i più – non piloti di linea o di ultraleggeri – non conoscono. Per tutti gli altri vige “il fare a prescindere”, animato da tante buone intenzioni, prendendo tutta una serie di precauzioni e accorgimenti mutuati da istinto o anche da pura logica “vulcaniana”. Tutto volto a garantire la sicurezza propria, dell’aeromobile e soprattutto di chi vi gravita attorno…
… o anche nulla di tutto questo.
Nell’aria, ed è proprio il caso di dirlo, c’è fermento. I droni volano alti, ovunque, e tutto pare apparentemente roseo e positivo.
C’è chi pensa di fare business, e lo fa anche.
C’è chi pensa di arrotondare uno stipendio affiancando l’attività di dronista alla principale per fornire alla propria clientela un ulteriore servizio a valore aggiunto.
C’è chi vola solo per diletto, spinto dalla moda del momento o da precedenti passioni come l’aeromodellismo che lo hanno portato ad ampliare la propria gamma di esperienze col volo in RC, sperimentando anche quella col drone.
Sono in pochi, ma qualcuno c’è; hanno un bagaglio formativo (ingegneristico, aerospaziale) che gli permette già di operare con i droni in seno a logiche aeronautiche. Merce rara…
Poi venne l’era s.E. (sotto Enac – per quanto riguarda la normativa sui droni – 30 aprile 2014)
I più pensavano che il famigerato Regolamento dei Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto fosse una sorta di leggenda, qualcosa che avrebbe coinvolto gli operatori di settore ma in un’altra vita o destinato alle generazioni future.
Si sono sbagliati… è toccato a noi!
Lo sconquasso fu notevole. Non mi dilungo su ciò che è accaduto e che per molti oggi è solo storia recente o un incubo da cui non riescono a svegliarsi oppure una realtà quotidiana con cui confrontarsi. Poi… ci sono quelli che vedono “quel regolamento” come un qualcosa da cui stare alla larga e di cui non preoccuparsi…
Sull’argomento in generale ho scritto diversi post che ti consiglio di leggere percorrendo a ritroso la categoria “Droni e dronisti”in questo blog.
Dopo questo video stai ancora pensando di diventare un dronista? 🙂
Bene… allora ciò che desidero offrirti, attraverso questo post, è un aiuto per fare delle scelte consapevoli attraverso dei suggerimenti; per aiutarti a trovare, “in fondo al tunnel” dell’incertezza e della confusione che è stato eretto in questo fantastico mondo dei DRONI, un po’ di luce e di speranza.
Fatta questa premessa, arriviamo al dunque.
Prima di tutto è importante capire chi sei, cosa fai e cosa vorresti fare all’interno del “comparto droni”.
La prima scelta importante da fare è tra:
Usare il drone per lavoro
Usare il drone per diletto
Analizziamo entrambe le scelte:
Usare il drone per lavoro
Bene, hai intrapreso la via più articolata. Sei il cosiddetto “temerario delle macchine volanti“. Sappi subito che c’è da confondersi un po’ e da “ciacciarsi” in tasca. Quindi non mi scrivere chiedendomi consigli su quale drone acquistare per fare riprese video spendendo meno di 500 Euro. Non si può! Non esiste… non solo per il mezzo in sé – difficilmente certificabile con questo budget – ma per tutto ciò che occorre fare/adempiere per essere in regola.
Entra nell’ordine d’idee che scegliere di svolgere un’attività professionale di pilota o operatore di droni richiede un atteggiamento mentale positivo e propositivo, molto aperto. Non solo, occorre anche molta umiltà, non avere fretta ed essere disposti ad apprendere una professione dall’alto contenuto tecnico. Se sei disposto ad affrontare tutto questo in modo serio e attento, molto attento, allora puoi continuare su questa strada. Altrimenti, consiglio: lascia perdere e se ti piacciono i droni, usali per diletto (quindi salta questo capitolo e vai al successivo che comunque non esclude che tu conosca le regole minime per l’uso dei droni).
ENAC indica un percorso per mettersi in regola e deve essere seguito scrupolosamente.
Questo per quanto concerne tutto ciò che è di competenza ENAC, ovvero, quello che si alza dal suolo e che è pilotabile, sia da un pilota sull’aeromobile che da un pilota remoto a terra, come nel nostro caso con un drone.
Ci tengo a ribadire che con l’introduzione del Regolamento dei Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto, le Regole dell’Aria non sono svanite, anzi, sono parte fondamentale su cui si poggia tutto l’impianto normativo che disciplina l’uso dei droni e che comprende entrambi i regolamenti. Non a caso i corsi teorici propedeutici per il conseguimento dell’autorizzazione ad operare come pilota di SAPR, sono sviluppati in gran parte sull’apprendimento delle Regole dell’Aria e le sanzioni introdotte anche per i droni si rifanno a quanto riportato nelle Regole dell’Aria.
Quindi, consiglio: i regolamenti non si sfogliano o si leggono ma si studiano e si imparano.
Detto ciò, devi formarti per diventare un pilota di drone e per farlo è necessario intraprendere un percorso caratterizzato da vari step che parte dal “corso teorico di 33 ore”, non obbligatorio ma per molti necessario.
Non obbligatorio perché se hai un’esperienza pregressa che ti ha portato ad acquisire le nozioni riportate nelle Regole dell’Aria, dovresti avere già un bagaglio formativo tale per cui puoi impegnare parte del tuo tempo altrove, quantomeno verso le altre fasi necessarie al conseguimento delle autorizzazioni per operare con i droni.
Anche in questo caso non mi dilungo più dello stretto necessario. Riporto solo una tabella in cui riassumo gli step più rilevanti da affrontare per essere autorizzato ad operare con i SAPR.
corso teorico di 33 ore
corso pratico presso il costruttore
attività sperimentale col SAPR
redigere il manuale tecnico e operativo
visita medica di II classe
adeguamento SAPR ai requisiti minimi di sicurezza richiesti da ENAC
presentazione ad ENAC di tutta la documentazione per essere annoverati tra gli Operatori SAPR Autorizzati
Il tuo drone deve rispondere a dei requisiti particolari.
Non puoi pensare di volare per lavoro con qualcosa che hai comprato a scatola chiusa in un centro commerciale o attraverso un sito di vendite online.
Prima di tutto il drone deve essere costruito con tecnologie di tipo aeronautico o deve essere modificato per garantire degli standard minimi di sicurezza. Deve avere un’avionica ridondata, sistemi di emergenza – come il paracadute e il terminatore di volo – e… se vuoi veramente lavorare e lavorare bene, dovrai dotarti di una piccola flotta composta da almeno un paio di droni.
Scusa, vuoi andare a fare un lavoro con un solo SAPR (Sistema Aeromobile a pilotaggio Remoto), questo è il suo vero nome, col rischio di non portare a casa nulla perché non riesci a decollare, hai un’avaria, un qualche malfunzionamento che ti impedisce di svolgere il tuo incarico? Non sempre puoi rimandare l’appuntamento al giorno dopo. Se devi effettuare un servizio legato al tempo (sia al clima che ad un calendario preciso) e non hai il SAPR funzionante, rischi di mandare a remare te, la tua attività e di creare un danno al tuo committente. Quindi “two is megl che one” come cita uno spot di un noto gelato.
Poi, cosa c’è da fare?
Devi assicurarti.
Adesso è un po’ più chiara la questione e non più onerosa come appariva fino a pochi mesi fa.
Ci sono compagnie assicurative che sono specializzate in questo ramo e forniscono dei prodotti modulabili sulla base del tipo di attività che andrai a svolgere, quindi con costi proporzionali al livello di rischio a cui ti esponi.
Di solito chi vende il SAPR ad uso professionale sa indicarti anche la compagnia assicurativa alla quale puoi rivolgerti.
OK, sei in regola tu, il drone, hai l’assicurazione, tutte le autorizzazioni ENAC e poi?
E poi dipende dal contesto in cui andrai a lavorare.
Spesso e volentieri devi entrare in contatto con il Prefetto o il Questore, comunque con un’autorità di PS su cui ricade la competenza territoriale.
Devi dichiarare l’apertura di un’aviosuperficie o elisuperficieoccasionale palesando le operazioni che effettuerai col SAPR. E’ una comunicazione diretta che non implica protocolli particolari se non rivolgersi, educatamente, ai suddetti funzionari o ai loro diretti referenti.
Ma se lavoro col drone in una vigna o in un campo privato?
Bravo, ottima scelta!
Questo è uno dei settori dove pare che i SAPR troveranno maggior impiego. Meno problemi, meno rischi.
Sei su un campo, voli, fai quello che devi fare e torni indietro, il massimo del danno che puoi arrecare è tritare un po’ di vigna ricavandone un po’ di succo d’uva o fare un po’ di pomarola schiantandoti su una piantagione di pomodori.
Quello dell’agricoltura di precisione è senza alcun dubbio un settore in cui nei prossimi anni ci sarà un importante sviluppo e impiego di droni.
Ovviamente questo non ti esonera da tutto il resto. Il Regolamento dei Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto ha effetto e validità anche sopra un campo di cipolle.
E se voglio fare riprese video col drone?
Bello, sì, mi piacciono un casino ma…
…qui devi aver a che fare anche con il Garante della Privacy. E sì caro mio, se fai video e/o foto a cose, persone, eventi, in cui avvengono dinamiche particolari devi seguire pedissequamente quanto riporta il Garante per la protezione dei dati personali. Comunque, se stai riprendendo qualcuno, dovrai prima essere in grado di farlo all’interno di una “zona franca” opportunamente predisposta, delimitata, segnalata ed entro la quale potrai volare col SAPR e comunque non sopra la testa di chi stai riprendendo.
Sì parlo anche a te “fotografo matrimonialista”, lo so che stai leggendo questo post e che stai storcendo il naso. Non puoi volare a meno di 50mt dalle persone, quindi scordati il primo piano della sposa arrivando col tuo drone a volo d’uccello dalla collina, passando sul tetto della chiesa fino a un metro dal naso della neo sposina.
Ironizzando sulla Zona Franca.
A proposito di “Scenario misto” e di “Zona Franca” ti consiglio di leggere la “Nota esplicativa n. 2” pubblicata da ENAC. Se vuoi puoi eventualmente leggere ciò che ho scritto in merito a questo argomento cliccando qui
Lo so, è tutto molto complesso, nebuloso e anche difficile, soprattutto per te che vuoi avvicinarti a questo settore e non sai da che parte rifarti. Le regole ci sono, non ne possiamo fare a meno e soprattutto non possono essere ignorate. Possono sembrarti“regole campate in aria” ma non ci crederai, hanno pure un senso.
Devi capire che sono scritte da ingegneri aeronautici, professionisti abituati ad avere a che fare con aerei che trasportano centinaia di persone, con regolamenti internazionali, con compagnie aeree, con aeroporti, personale di terra, di aria e con passeggeri.
Pensi che un drone possa spaventare queste persone?
No, di sicuro non le ha spaventate, anzi, forse ci hanno dato dentro un po’ troppo duro ma, ritonfo a dirti… questa è la situazione, adesso, che inevitabilmente è anche destinata a mutare nei prossimi mesi.
Ogni innovazione porta ad un cambiamento e ogni cambiamento porta ad un’ulteriore innovazione.
Fermo lì, non disperare. C’è tempo per buttarsi a terra, sporcarti tutto, piangere e chiedere aiuto.
Non fare troppi voli pindarici… un po’ va bene ma non troppo.
Fatti prima un piano che deve passare attraverso una ricognizione a tappeto del ventaglio di soluzioni che il mercato italiano offre in questo momento.
Non perderti guardando in rete i video realizzati con i droni, lasciandoti incantare da meravigliosi filmati girati su isole caraibiche, sulle pendici di vulcani più o meno attivi o inseguendo delle fantastiche muscle car super customizzate che sfrecciano e sgommano tra le strade di una metropoli americana.
Tutto molto bello, fighissimo, affascinante ma non in grado di poter essere replicato in Italia, almeno nell’immediato, e soprattutto va saputo gestire passando da una formazione, avvalendosi di consulenti capaci, seri e, ti prego, che siano ITALIANI!!!
Il settore è in fermento, complicato e altamente specialistico, vuoi metterci nel mezzo anche aziende straniere con le quali saresti obbligato a interagire e che magari sanno poco o nulla dei nostri regolamenti?
Attualmente in Italia ci sono decine se non centinaia di aziende che progettano e costruiscono SAPR fantastici, pensati esclusivamente per lavorare, realizzati da ingegneri italiani a cui puoi rivolgerti, fare domande e avere risposte certe che ti permetteranno di raggiungere i tuoi obiettivi.
Solo attraverso un contatto diretto con queste persone potrai capire come sviluppare il tuo business, in modo sicuro, senza perderti nelle carte e tra i meandri vari.
Cercando in rete, consultando i siti web italiani specializzati in droni (vedi elenco in fondo a questo post)
Sulla mia pagina DRONEdove pubblico la rassegna stampa quotidiana, compresi i comunicati stampa che arrivano dalle aziende di settore.
Attraverso gli eventi dedicati all’argomento di cui trovi informazioni sempre su DRONE nella sezione EVENTI IN PROGRAMMA o sempre attraverso le testate di settore.
Ma per la formazione?
Stesso discorso. Molte aziende che producono SAPR fanno anche formazione o si appoggiano a scuole autorizzate da ENAC in grado di offrire una formazione coerente con quanto richiesto dall’Ente.
Tutto è difficile quando non lo si conosce.
Quindi, caro lettore, se vuoi intraprendere la professione di DRONISTA (o come vuoi chiamarla tu), devi imparare. Per farlo, oggi, ci sono gli strumenti. Devi solo cominciare a fare il primo passo verso “la direzione giusta” scegliendo di partire:
A)dall’obiettivo finale che ti sei posto, quindi “cosa vorrai fare col drone una volta che avrai assolto tutto l’iter tecnico-burocratico necessario. Per esempio: “GeoMapping”, rivolgiti alle aziende che fanno questo tipo di attività, che forniscono SAPR costruiti per questo ambito e a quelle realtà che costruiscono i payload (materiale trasportabile sul drone) pensati per questo settore. Da qui parti e fai il processo inverso capendo cosa ti occorre per sviluppare un business attorno al rilevamento fotogrammetrico utilizzando i SAPR.
B)dalla base, formarti come Pilota SAPR. Per farlo ti occorre frequentare una scuola autorizzata ENAC, detta anche “Organizzazione di Addestramento”. Da qui apprenderai le basi e riceverai gli input che ti porteranno verso i successivi step che ti permetteranno di capire verso quale direzione puntare.
Ricorda anche che questo tipo di attività, qualsiasi svolta con i SAPR, NON PUOI FARLA DA SOLO. Quantomeno dovrai farti affiancare da un operatore o un’osservatore. Scordati di prendere il tuo radiocomando e il drone e di andare, “solo, soletto” a fare riprese video, rilevamenti, monitoraggio, ecc. Occorre un’organizzazione, una struttura che, come tale, necessita prima di tutto di capitale umano oltre che di capitale economico.
Operare con i SAPR non è un’attività da “libero professionista”.
E i soldi? Appunto…
Ma vuoi proprio tutte le risposte?
Lasciando perdere le banche… per dei finanziamenti puoi avere delle indicazioni attraverso le aziende di cui ti ho parlato. Quelle più strutturate e che sviluppano prodotti altamente performanti, sono in grado di fornire informazioni sui vari finanziamenti disponibili, sia a livello locale, regionale che nazionale.
Ti segnalo un paio di opportunità di finanziamento che però prevedono che i richiedenti rispondano a certi requisiti. L’ottenimento dei finanziamenti avviene attraverso un iter che spesso richiede un supporto (consulenza in Europrogettazione) per non farsi respingere le domande di finanziamento. Ci sono agenzie specializzate che possono essere rintracciate anche dagli uffici di promozione all’imprenditoria presenti nel proprio territorio o cercando in rete. Solitamente sono fondi che si rivolgono alle PMI o alle giovani Start’Up.
Per quanto riguarda il “settore droni” ci sono almeno un paio di opportunità di finanziamento europeo; non nascono per i SAPR ma si prestano a finanziare progetti in cui vengono impiegati:
Horizon 2020– Programma Quadro europeo per la Ricerca e l’Innovazione
Life – Programma per l’ambiente e l’azione per il clima
Per questo, nonostante tutto, adesso si può lavorare con i SAPR ma occorre più che mai restare con i piedi per terra.
Usare il drone per diletto:
Ed eccoci alla parte più “fancazzista” 🙂 quella in cui tu vuoi sapere se ti è permesso volare col tuo drone quadricottero classe 250 in FPV in un’area urbana, magari in un parco pubblico.
NO, non puoi.
Anche se potrebbe bastare una risposta così assoluta, lapidaria, è importante dare delle precise motivazioni.
Differenza tra aeromodello e aeromobile.
Per ENAC un AEROMOBILE è (cito dal Regolamento dei Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto):
“Per aeromobile si intende ogni macchina destinata al trasporto per aria di persone o cose.
Sono altresì considerati aeromobili i mezzi aerei a pilotaggio remoto, definiti come tali dalle
leggi speciali, dai regolamenti dell’ENAC e, per quelli militari, dai decreti del Ministero della
Difesa. Le distinzioni degli aeromobili, secondo le loro caratteristiche tecniche e secondo il
loro impiego, sono stabilite dall’ENAC con propri regolamenti e, comunque, dalla normativa
speciale in materia”.
Per ENAC un AEROMODELLO è (cito dal Regolamento dei Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto):
“dispositivo aereo a pilotaggio remoto, senza persone a bordo, impiegato esclusivamente per scopi ricreativi e sportivi,non dotato di equipaggiamenti che ne permettano un volo autonomo, e che vola sotto il controllo visivo diretto e costante dell’aeromodellista, senza l’ausilio di aiuti visivi.”
In pratica…
se quel drone, semplifichiamo al massimo, è solo “drone”, non ha altro che componenti essenziali che servono per farlo volare e vola mantenendo un controllo a vista, è un AEROMODELLO. In tal caso lo puoi usare in aree segregate come campi di volo per aeromodellisti o in luoghi privati presso i quali hai una qualche autorizzazione ad operare, purché il volo non contravvenga con quanto riportato nel regolamento ENAC (prima di tutto deve essere garantita la distanza minima di 8Km dagli aeroporti e dai corridoi di atterraggio e decollo e non puoi volare nelle aree congestionate/centri urbani).
Se invece, quel drone ha in più una videocamera, una macchina fotografica o altro dispositivo che ne finalizza l’impiego (in questo caso ripresa video o foto con drone), quello stesso oggetto di cui sopra diventa un SAPR per attività specializzate. Che poi sia un SAPR certificato o che non lo sia questo è un altro punto; resta pur sempre un Sistema Aeromobile a Pilotaggio Remoto, quindi, in quanto SISTEMA, è composto da varie parti assemblate e coesistenti per assolvere ad uno scopo.
Di sicuro se fai volare quel drone in un parco pubblico pilotandolo attraverso il tuo smartphone o comunque orientandoti guardando le immagini su un monitor (ripresa in soggettiva) e trasmesse al tuo ricevitore video, ti esponi a sanzioni (anche penali), oltre a mettere in pericolo le persone e le cose che stanno nei paraggi.
Riassumendo…
nel caso dell’esempio appena fatto, avresti un SAPR non certificato, non assicurato, privo di sistemi di sicurezza, pilotato da un sedicente pilota non autorizzato e che vola in un’area pubblica, oltretutto non a vista ma in FPV (First Person View).
Credo proprio che faresti meglio a pensare ad un altro hobby.
Ma in altri Paesi usano l’FPV e fanno le gare di droni.
Ganzissimo!
Lo so… in altri Paesi… e che ci vuoi fare caro mio, è dura la vita.
L’ideale sarebbe poter organizzare delle competizioni di Drone Racing indoor, quindi in aree come palazzetti dello sport o, meglio ancora, all’interno di padiglioni fieristici.
In Italia stenta ad attecchire questa passione, poiché la normativa non ne permette lo sviluppo, anche se eventi simili, da tempo, mietono ampi consensi in tutto il mondo trasformandosi in vere competizioni agguerritissime. I “cugini” francesi sono un esempio in questo settore.
Ma non solo i francesi.
Il prossimo autunno, in Olanda, presso l’Amsterdam Arena (Olanda) si terrà il primo grande evento spettacolo interamente costituito da droni AIR 2015
Quindi, prendi il tuo drone che hai acquistato su Amazon o presso il centro commerciale vicino a casa tua e…
…volaci solo in aree private, chiuse al pubblico o nei campi di volo per aeromodellisti. Qualsiasi altro luogo tu scelga ti espone a rischi!
Concludendo
Se cominci a pensare di avviare un’attività all’interno della quale l’uso del drone può fare la differenza, lasciati guidare dalle aziende italiane che sono nel settore, che offrono consulenza, che costruiscono droni e che possono anche adattarli alle tue particolari necessità, oltre a manutenerli, certificarli, garantirli, etc…
Ti sapranno aiutare a raggiungere i tuoi obiettivi, senza farti commettere passi falsi, visto che attualmente è anche facile farne.
Ti riporto un esempio rilevante sotto questo punto di vista dal magazine online “QuadricotteroNews“:
Se vuoi giocare con un drone, paragonalo ad una pistola o fucile a piombini ad aria compressa. Non puoi sparare dove ti pare ma solo in aree deputate a tale scopo chiamate poligoni e in assenza di persone “non autorizzate”.
Che tu voglia usare il drone per lavoro o per gioco, INFORMATI!
Ricorda che la legge non ammette ignoranza per quanto possa apparire farraginosa, assurda e anche iniqua.
Ricorda anche che gli incidenti, in quanto tali, non sono sempre prevedibili, per quanto uno stia accorto.
Se ti informi, segui corsi, seminari, convegni, vai a fiere di settore e fai tutto quello che occorre fare, puoi diventare un quotato e serio professionista o un impareggiabile, virtuoso aeromodellista, in entrambi i casi, sarai una persona cosciente e responsabile e soprattutto senza precedenti penali 🙂
Grazie carrellata molto chiarificatrice ,
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Grazie Giuseppe. Felice di aver contribuito a chiarirti qualche dubbio 🙂
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