Comunicare… Raramente ci soffermiamo ad ascoltare, a dare il giusto peso alle parole e alle immagini che ci pervadono la mente attraverso i nostri sensi. Sono troppe e arrivano con un flusso continuo!
Comunichiamo tutti, a più livelli, adottiamo metodi diversi per farlo, linguaggi verbali e non verbali, immagini, suoni, parole, tecniche di persuasione, “leve psicologiche”… ci sono svariati modi per comunicare ma soprattutto una moltitudine di canali attraverso i quali poter veicolare un messaggio.
La comunicazione si evolve, condiziona ed è a sua volta condizionata dagli stili, dalle mode e dall’ambito sociale in cui viviamo.
Internet, televisione, radio, cinema, stampa, smartphone, installazioni pubblicitarie, cartelli, insegne, circondano e condizionano la nostra esistenza imponendoci ritmi sempre più frenetici che richiedono elevate capacità di saper filtrare le informazioni, sempre più affinate e precise ma sempre di più e provenienti da svariati canali.
Siamo bombardati dalla comunicazione, rimbalza ovunque…
L’effetto farfalla riassume in una metafora il principio di causa ed effetto, il legame che c’è, e le conseguenze che ne derivano, tra cosa facciamo e cosa può accadere compiendo una determinata azione. Nel caso della farfalla viene descritto il battito dell’insetto come elemento innescante di un possibile uragano dall’altra parte del mondo.
La comunicazione ha lo stesso potere; basti guardare l’effetto che ha nei confronti dell’andamento dei titoli in borsa. Se un’agenzia batte la notizia che un certo ministro o un tecnico esperto in economia ha parlato di crescita zero del proprio paese, nel giro di poche ore si potrà assistere al tracollo in borsa di certi titoli o all’accaparramento di certi altri. Solo grazie, o per colpa, di una notizia diffusa. Potremmo fare decine di esempi su questo argomento.
Oggi assisto da spettatore a due campagne istituzionali, entrambe volte ad informare il cittadino, presumibilmente in modo trasversale, preciso con l’intento di offrire delle informazioni utili a formulare un proprio pensiero, prendere delle decisioni e agire in un certo modo.
Dovrebbero entrambe essere un fulgido esempio di come deve essere fatta la comunicazione, soprattutto verso il cittadino.
Ciò che noto in entrambe è un comune denominatore, caratterizzante dei nostri tempi ma fuorviante se pensiamo alle possibili conseguenze che possono derivare da scelte “sbagliate” indotte da un’eccessiva semplificazione o banalizzazione di certi argomenti.
Si può decidere di comunicare in modo semplice ma questo non deve estremizzare il concetto di facile, buono e utile a tutti i costi.
Lo posso accettare se parliamo di beni di largo consumo ma se ci rivolgiamo ai cittadini per parlare di vaccinazioni o di referendum costituzionale e per entrambi chiedi che siano prese delle decisioni importanti, non puoi mortificare il messaggio e soprattutto non può essere di parte.
DAMMI UN VACCINO
E’ la campagna istituzionale pro vaccini, promossa dalla Regione Toscana in collaborazione con l’azienda ospedaliera universitaria del Meyer di Firenze.
Questa è l’immagine:
Dal sito Toscana Notizie, Agenzia di informazione della Giunta regionale toscana, leggo e riporto fedelmente:
“La campagna di comunicazione istituzionale, elaborata con un team di esperti e rivolta in particolare ai genitori, è finalizzata alla diffusione della corretta informazione sui vaccini, in linea con l’obiettivo specifico del programma “Prevenire le malattie infettive” previsto dal Piano Regionale di Prevenzione 2014-2018.”
Personalmente trovo che sia un messaggio estremamente semplicistico che tende a banalizzare quello che invece dovrebbe passare come un messaggio importante ed esaustivo. Non voglio entrare nel merito se sia giusto o sbagliato vaccinarsi, ma voglio cercare di COMUNICARVI il mio invito a riflettere su questa campagna.
Non parliamo di un gelato, di un ovetto di cioccolato o di un giocattolo ma di vaccinazioni e di tutto ciò che questa pratica implica, nel bene e nel “meno bene”.
Non si può e non si deve banalizzare o veicolare il messaggio “a senso unico”. Puoi invitare i genitori a rivolgersi al proprio medico (come effettivamente invita a fare la versione in video di questa campagna) per prendere informazioni in merito alle vaccinazioni; magari sarebbe anche opportuno specificare di quali stiamo parlando. Non puoi invitare le persone, nel caso specifico i genitori che dovrebbero convincersi a fare un vaccino ai propri figli, così, come se invitassi un amico a mangiare una pizza o a prendere un caffè.
Si fa presto a dire vaccino…
Nella versione in video di questa campagna certi concetti vengono espletati meglio ma passano attraverso una formula che si basa sulla “comunicazione del terrore” che li induce ad una scelta obbligata. In pratica: o fai il vaccino a tuo figlio o potrebbe incorrere in malattie pericolose che possono essere anche mortali o invalidanti.
Credo solo che ognuno debba fare una scelta consapevole e che le istituzioni siano obbligate a dare le informazioni in modo corretto, chiaro, trasversale e obiettivo. Se i vaccini fossero SICURI perché sottoposti a VERIFICHE PERMANENTI, come recita lo spot, credo che non ci sarebbe bisogno di star qui a parlare se fare o meno un vaccino. Penso anche che non ci sarebbe motivo di allegare alla confezione del vaccino un “bugiardino” grande come un plaid.
Ma poi, che si intende per sicuri? Si è sicuri che facendolo non si hanno contro indicazioni? Si è sicuri che dentro non vi siano eccipienti dannosi per la salute? Sicuri che “tocca farli”? Sono sicuri…
Mere riflessioni da “uomo della strada”…
Questa campagna è costata 205 mila euro di cui 130mila erogati dalla Regione Toscana e 75 mila dal Meyer. Lo stesso Meyer che riceve fondi e donazioni dai cittadini per aiutare i bambini che hanno bisogno di cure, medici e apparecchiature atte a migliorare la loro salute. Forse avrei speso quei soldi in modo più utile e concreto, senza nulla togliere al lavoro egregio che svolge quotidianamente il Meyer.
Altra questione, che nel modo di porsi direi che è simile a quella appena descritta.
REFERENDUM COSTITUZIONALE, LO SPOT RAI
Gli italiani vengono chiamati ad esprimere un parere, con un SI o con un NO, in merito alla riforma costituzionale attraverso un referendum che si terrà il 4 dicembre.
Di fatto potresti rispondere con un’affermazione o con una negazione a domande tipo: “Ti piace la pizza?” e già potresti rispondere: “Si ma solo la capricciosa” o “No se non è Vegan” o “Si tutte” o “No perchè mi gonfia”.
… e stiamo parlando solo di pizza.
Potresti rispondere con un SI o con un NO ad una domanda tipo: “Vuoi vedere la televisione?” e anche in questo caso potresti rispondere “SI ma non ora” o “No perché non mi piace” o anche solo SI o solo NO.
Fin qui, tanto danno non si fa.
Il Governo ci chiede di esprimerci attraverso un SI o un NO in merito alla modifica di oltre 40 articoli della Costituzione italiana. Oltretutto lo fa utilizzando anche la RAI e lo fa col suddetto metodo, quello della banalizzazione dei concetti fondamentali, l’estremizzazione della semplificazione “perchè, detto da esperti, più il messaggio è semplice e meglio arriva a tutti”.
Se mi dici: “Vuoi un vitalizio?” Cosa pensi che possa risponderti?
Ma se poi leggo “il contratto” nel quale mi scrivi: “in cambio ci devi dare tua moglie, i tuoi figli, il cane e” scritto più in grande “LA SUOCERA” e continui scrivendo “E NON PAGHERAI LE TASSE”. Poi continuando a leggere: “solo le tasse maturate dal 30 al 31 febbraio e per quanto riguarda la suocera solo se ha più di 99 anni”…
In tal caso, forse, qualche titubanza ad esprimere un mero SI potrei averla.
Battute a parte, analizziamo questa cosiddetta comunicazione istituzionale. Qui trovate il filmato
Intanto cosa vedo? Nell’immagine in cui vengono mostrati il SI e il NO noto subito che il SI è su campo bianco e il NO su campo nero. In chiave cromatica, interpretando il significato dei colori, si evince che:
- BIANCO: E’ il simbolo della purezza, verginità, candore, spiritualità e divinità. E’ il colore degli angeli, dell’eternità e del Paradiso. Nel matrimonio le spose sono vestite di bianco così come bianco è il vestitino del battezzando.
- NERO: E’ il colore del buio, del mistero. Spesso quando ci va tutto storto, diciamo che è una giornata nera. Se muore un parente ci si veste di nero perché tale colore è il simbolo della morte, almeno nei paesi occidentali.
Ripetuto per mesi, visto decine di volte, il messaggio si sedimenta e l’inconscio agisce di conseguenza. Sarebbe bastato riportare il SI e il NO solo e soltanto come compaiono sulla scheda del referendum, così:
Proseguiamo. Ascoltiamo le parole pronunciate dallo speaker che dice:
“Il quesito riguarda le disposizioni per:
- superare del bicameralismo paritario
- ridurre il numero dei parlamentari e i costi delle istituzioni
- sopprimere il Cnel e
- ridefinire le competenze dello stato e delle regioni
L’elettore traccerà un segno sulla scritta SI se vorrà approvare la riforma, traccerà un segno sulla scritta No se vorrà respingerla.”
Conclude dicendo:
“Il 4 dicembre vai a votare”.
Ci mancava che aggiungessero: “In regalo una batteria di pentole antiaderenti” e la telepromozione a favore del SI era completa.
So bene che uno spot di pochi secondi non può esprimere in toto un concetto articolato e importante come quello sul referendum costituzionale o sulla campagna pro vaccini ma con la stessa obiettività ritengo che non sia corretto utilizzare tali mezzi per fare mera propaganda. Invito solo alla riflessione, con serenità, informandosi attraverso più fonti, ad aprire occhi e orecchie, a ragionare con la propria testa evitando di subire passivamente ciò che ci viene, semplicemente e continuamente “somministrato”.
Approfondimenti:
- Dal Sito Toscana Notizie: “Dammi un vaccino”, parte il 3 ottobre la campagna regionale di comunicazione
- Foto della campagna “Dammi un vaccino” da: http://www.stamptoscana.it/
- La retorica del vaccino a tutti i costi è smentita dai numeri (e dalla storia), da Il Foglio Quotidiano, articolo di Roberto Volpi
- Significato dei colori da: http://codicicolori.com/
- Spot RAI sul Referendum Costituzionale: dal sito Repubblica.it TV
finalmente una persona che pensa senza il dito sullo smart phone io voto no,propio perche’ la riforma abbinata all’italicum ci toglie la libertà
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Grazie “lapenna” 🙂
E’ importante informarsi ma soprattutto ragionare col proprio cervello. Felice di aver trovato un’altra persona che vede oltre… 🙂
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Anche io ,difficile in questa Italia dove la gente rinuncia a nutrirsi per comprare un telefono
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…e rinuncia a ragionare per non voler capire perchè capire implica uno sforzo per essere parte, in un modo o nell’altro, del cambiamento. O subisci o reagisci. Se non ragioni, annichilisci.
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completamente d’accordo…….io detesto gli zombie
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🙂 pensa, non riesco a guardar più nemmeno “The Walking Dead”.
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