Se ne parliamo impariamo a conoscerlo. Se lo conosciamo lo possiamo prevenire. Se lo ignoriamo può sopraffarci.
In questo post parlo di cancro al seno.
Ho deciso di iniziare citando una frase tratta dal film Spider-man del 2002 di Sam Raimi.: “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”.
I poteri a cui si riferisce lo zio Ben non afferiscono a quelli acquisiti da Peter Parker dopo essere stato morso da un ragno ma a quelli che tutti noi abbiamo. Parlava più in generale dei poteri che spesso ci dimentichiamo di avere. La vita stessa è già di per sé un grande potere al cui interno sono contenuti altri poteri che maturano nel corso della nostra esistenza.
In questi giorni pensavo a ciò che mi è capitato e a quello che ho scritto in merito al cancro al seno, all’intervento a cui sono stato sottoposto, alla chemio, a tutto quello che è accaduto nell’arco di pochi mesi. Pensavo a ciò che si è innescato in me ma anche a quello che di riflesso è avvenuto nelle persone che hanno condiviso con me questa esperienza. E’ stato, ed è tutt’ora, un evento che ha avuto la forza di generare “cose”.
Ho ritrovato tanti amici che mi hanno manifestando il loro affetto. Mi hanno scritto persone che non conoscevo, ringraziandomi per ciò che ho scritto e mostrato attraverso il post: La mia storia parla di cancro al seno maschile. Ho compreso che stavo generando qualcosa di importante, scaturito da “grandi poteri”:
- la conoscenza o consapevolezza di un male che mi ha toccato, che mi ha colpito personalmente e dal quale ho tratto un’esperienza e…
- la necessità di raccontare o di comunicare questa esperienza attraverso il mio blog.
La comunicazione è uno dei poteri più grandi che l’uomo possiede.
Ci viene facile raccontare la nostra esperienza dopo aver visto un film, essere stati in un ristorante, aver fatto una vacanza, etc. Ci entusiasmiamo nel raccontare ciò che ci è capitato, anche se non è stato il massimo. Anzi, se l’esperienza è stata negativa facciamo del nostro meglio, o del nostro peggio, per dissuadere il nostro interlocutore dal fare la nostra stessa scelta: “pessimo ristorante”, oppure “un film così brutto non lo avevo mai visto, non andare a vederlo”…
Il male è brutto, certo, ma è anche un’esperienza importante che se metabolizzata e condivisa può essere motivo di accrescimento umano e culturale. Offre la possibilità di conoscere qualcosa che può essere evitato o curato, può dare conforto a chi vive già un’esperienza simile, può sensibilizzare l’opinione pubblica su un argomento di cui si parla poco, come in questo caso, può mitigare paure e far crollare dei tabù. Quindi, perché non condividerla?
Ecco il perché ho deciso di parlare del cancro al seno.
Avere “grandi poteri, implica grandi responsabilità” e come uomo ho deciso di mettere la mia esperienza, “i miei poteri”, a disposizione degli altri. Credo che sia giusto far sapere che “il cancro al seno non è solo roba da femmine” ma è un problema che può manifestarsi anche nell’uomo, anche se con minor frequenza rispetto alle donne.
Desidero fortemente che si faccia informazione su questo argomento; che se ne parli attraverso ogni mezzo. Mi piacerebbe che questa “campagna sul cancro al seno” potesse diventare motivo di coesione e condivisione di un problema che evidentemente non fa distinzione dei sessi (se non per differenza di percentuali). Sarebbe molto più bello non doverne parlare affatto ma poiché esiste ritengo sia corretto e sensato cominciare a parlarne in modo trasversale.
Vorrei parlare di prevenzione iniziando proprio da quelle meravigliose, forti e allo stesso tempo sensibili donne che di frequente sono costrette a fare i conti con questo problema. Da quelle donne che fin dall’età dello sviluppo imparano ad effettuare l’autopalpazione, spesso attraverso l’insegnamento ricevuto dalle mamme o dalle nonne. Mi rivolgo a voi donne che avete acquisito consapevolezza, alimentata da una comunicazione sul tema sempre più diffusa e attraverso programmi di prevenzione specifici promossi dal Sistema Sanitario Nazionale. Prendete la mano dei vostri uomini e insegnategli ad effettuare l’autopalpazione oppure adoperatevi, come ha fatto la mia meravigliosa moglie, nell’accarezzare i pettorali del vostro partner, anche con l’intento di fare prevenzione.
Le carezze sono una cosa meravigliosa, sono uno dei gesti più semplici ma anche tra i più belli che possiamo scambiarci per manifestare il nostro affetto. Spesso accarezziamo di più un cane o un gatto rispetto ad un marito o ad una moglie. “Va bene tutto” ma, forse, donare qualche carezza in più al proprio partner, fatta con consapevolezza, con attenzione, col voler trasmettere amore attraverso un gesto, volto anche alla prevenzione, credo sia FONDAMENTALE e NECESSARIO!
Stessa cosa per chi è single. Il gesto dell’autopalpazione è di per sé una carezza che esprime amore per se stessi e quindi anche per le persone care che ci circondano. Se ci vogliamo bene, vogliamo bene anche agli altri.
Quanto è diffuso il cancro al seno maschile?
I dati che ho trovato in rete non sono molto aggiornati. Il dato più recente e ufficiale che sono riuscito a reperire si riferisce ai casi di decesso per cancro al seno nella popolazione maschile registrati nel 2014 . Il documento è redatto da AIOM Associazione Italiana di Oncologia Medica e da AIRTUM Associazione Italiana Registro Tumori, edito da Il pensiero Scientifico Editore. Nel volume I NUMERI DEL CANCRO IN ITALIA 2017, a pagina 25, è riportata la “TABELLA 8. Numero di decessi per causa e per sesso osservati in Italia durante l’anno 2014. ISTAT 2014.”. Il dato fa riflettere, in generale, perché si parla cause di mortalità legate al cancro e, solo per cancro al seno, riferite a 129 uomini e 12.201 donne.
Non si tratta di fare una gara sui numeri, non ci sono premi, si parla di vite.
Non guardiamo solo il numero riportato in tabella ma riflettiamo sul fatto che dietro ad ogni singola unità corrisponde la morte di una persona. La mia riflessione non vuole distogliere l’attenzione sul problema del cancro al seno femminile o delle malattie neoplastiche più in generale ma ritengo si debba parlare di più del cancro al seno e del fatto che è una malattia che può manifestarsi anche nell’uomo; tutto qui. Non mi pare trascurabile il fatto che 129 uomini siano morti nel 2014 di cancro al seno. Perchè? Conoscevano questo problema? Lo hanno saputo troppo tardi? Credo nel siano tutte domande legittime e comunque resta il fatto che, come me, tanti altri uomini non sono a conoscenza di questo fatto.
Quali sono i fattori di rischio?
Senza salire in cattedra o pretendere di indossare immeritatamente il camice bianco, riporto alcune informazioni dalla rete e quelle ottenute attraverso la mia breve ma significativa esperienza che mi ha visto confrontare con medici ed esperti del settore. Sintetizzo dei concetti per darvi modo di avere dei punti di partenza da approfondire col vostro medico:
- età: dopo i 60 anni aumenta il rischio, anche se l’età sembra abbassarsi (io sono un sempio)
- peso: sovrappeso e obesità aumentano il rischio
- fumo e alcool (si parla di abuso di entrambe le assunzioni) sono indubbiamente fattori di rischio
- ereditarietà: fattore genetico. Nei casi di cancro al seno maschile una gran parte di questi è di origine genetica. Sono da ricercare le mutazioni nei geni BRCA2 e BRCA1. Quindi se avete avuto nonne o mamme a cui è stato diagnosticato un tumore al seno, soprattutto in giovane età, può essere consigliabile e utile effettuare un test genetico. Basta un prelievo del sangue e tanta pazienza per attendere l’esito dell’esame.
- fattori ambientali: non mi soffermo su questi. Ci vorrebbe un post a parte. Interessano tutte le malattie oncologiche, non solo il cancro al seno.
- trattamenti medici: radioterapia
A tal proposito riporto un link al sito dell’AIRC Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, in cui si parla del cancro al seno nell’uomo.
Cosa cercare per prevenire
Sicuramente l’autopalpazione, a prescindere, è il metodo più semplice e immediato per monitorare il proprio pettorale, e non solo, per rilevare eventuali anomalie. Qui voglio esortare gli uomini a non fare “come facciamo di solito”… Non soprassediamo, non freghiamoci di eventuali evidenze che a nostro dire riteniamo del tutto trascurabili. Lasciate che sia un medico a valutare se lo sono o meno.
Dall’autopalpazione si passa ad una semplice ecografia, da effettuare come controllo di routine ma a maggior ragione se attraverso la palpazione del pettorale emergono noduli o zone più dense, in particolar modo se presenti nell’area intorno al capezzolo. A questo punto il medico indicherà il percorso più opportuno da seguire. Nel mio caso, dall’ecografia sono passato all’ago aspirato per prelevare materiale biologico da esaminare. Questo perché è evidente che c’era già qualcosa da prelevare.
Altro segnale di possibile rischio è la ginecomastia (seno pronunciato, assimilabile, per forma a quello delle donne). Di solito è frequente vederlo negli uomini anziani per via dell’aumento del peso e del processo di aromatasi che si manifesta col passare degli anni. Riscontrarlo in età giovanile può essere un indicatore di rischio da tenere sotto controllo anche se la ginecomastia è associabile a manifestazioni neoplastiche benigne. Comunque, vale la pena farsi controllare.
A questo, come parlano le immagini e per promuovere la prevenzione ho deciso nuovamente di espormi in prima persona; questa volta insieme alla mia stupenda moglie Antonella. Ringrazio Francesco Bolognini, Studio Fotografico Bolognini di Prato, per aver cristallizzato in uno scatto questo momento che riassume ciò che è accaduto ad agosto 2017 quando Antonella, con la sua carezza, scoprì il nodulo che poi si è rivelato essere un carcinoma duttale infiltrante alla mammella. Con questa immagine desidero promuovere la palpazione o all’autopalpazione a scopo preventivo:
Permettetemi di ringraziare la redazione de IL TIRRENO e in particolar modo la giornalista Maria Lardara che si è occupata del mio caso, con estrema delicatezza e professionalità, rilanciando la mia testimonianza a beneficio dei lettori del noto quotidiano.
Grazie anche a te che mi hai letto fin qui.
W la vita!
Caro Stefano, sono una senologa con focus professionale sul tumore al seno ereditario. Ho creato con alcune pazienti (ex) la onlus nazionale aBRCAdaBRA (http://www.abrcadabra.it) perché le politiche sanitarie italiane non sono ancora ottimali sulla gestione del problema. Ne parlo spesso nel mio blog Ferite Vincenti su Espresso. Abbiamo molti associati perché come tu hai specificato BRCA (in particolare BRCA2) predispone al tumore mammario anche maschile (nonché ad altri rischi). Vorrei comunicarti che anche in assenza di familiarità un uomo con tumore al seno, soprattutto giovane come te, dovrebbe effettuare il test genetico e i tempi di risposta non dovrebbero superare i 3-4 mesi, anche perché può avere un impatto sulla strategia terapeutica. Visto che sei un ottimo comunicatore e che questo messaggio è stato un po’ sottotraccia ti invito a sottolinearlo per evidenziare l’importanza per un uomo di effettuare il test, subito. Tu l’hai fatto? Hai l’esito? In aBRCAdaBRA ci sono un discreto numero di maschietti “mutati”, uno è nel consiglio direttivo. Noi parliamo di tumore mammario maschile. Mi piacerebbe che ci aiutassi anche in relazione all’indicazione al test, che non sempre purtroppo viene effettuata. Nel mio blog troverai anche la storia di un uomo, sano, ma unico sopravvissuto in una famiglia BRCA positiva. È mia intenzione prossimamente raccontare invece dell’esperienza di un uomo BRCA positivo con pregresso carcinoma mammario. Un abbraccio, Alberta
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Ciao Alberta. Grazie per il tuo messaggio.
Sì ho fatto il test e la risposta è arrivata dopo 4 mesi con esito negativo, ovviamente in relazione alla possibile mutazione dei geni BRCA, gli unici al momento conosciuti, da quel che mi risulta, come responsabili di una possibile insorgenza di carcinoma mammario. Conosco la vostra associazione, ho avuto modo di parlare con un uomo che è associato ad aBRCAdaBRA e che ha la mutazione; mi ha dato maggiori informazioni sulla vostra associazione. In realtà la conoscevo da prima perché durante l’attesa della risposta del test mi sono informato sull’argomento e inevitabilmente sono approdato sul vostro sito web. Sarò ben lieto di fare qualcosa in termini di “passa parola” di un messaggio importante come questo. Se vuoi possiamo sentirci telefonicamente. Mi trovi su Facebook.
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Salve a tutti, sono stata operata nel 2003, faccio parte di una squadra di dragon boat, “Florence Dragon Lady-LILT. Siamo una squadra di ben 60 donne operate di cancro al seno, non dobbiamo aver paura di chiamarlo con il suo vero nome. vi chiederete cos’è il dragon boat ? Toppo lunga da scrivere, vai a visitare il sito: http://www.florencedragonlady.it
Mi ritengo fortunata, adesso sto “bene” fra virgolette perchè sempre sotto controllo.
Ho conosciuto Stefano da poco tempo proprio dietro al movimento delle Donne in Rosa (cosi si chiamano le Donne che praticano questo movimento in tutto il mondo. siamo nate nel 2006 eravamo la 2° squadra di Dragon boat in Italia adesso grazie al nostro diffondere il movimento siamo arrivate a 21 squadre in Italia, nel mondo siamo circa 250 squadre. Questo sport fa bene alla riabilitazione x enfedema al braccio dove sono stati tolti i linfonodi, non solo, anche fisico-mentale.
Vorrei io come capitana della squadra e Alessandro come fondatore cercare di trovare uomini per formare una squadra di dragon boat al mascile, che come Stefano hanno incontrato questa malattia. Stefano presto ne farà parte. Non vergognatevi fatevi avanti spero di vedervi presto.
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Grazie Iolanda!! Ci impegneremo affinché anche gli uomini operati di cancro al seno possano essere ascoltati e trovare nei gruppi “Donne in Rosa” un punto di riferimento. Grazie
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Quando già da tempo sottolineavo di comprendere anche i “maschi” nelle visite senologiche, mi hanno dato praticamente del “pazzo!”, in questo campo e non solo purtroppo siamo “bistrattati”, a tutt’oggi “2018” per esempio non esistono ancora test validati sia per la “prostata” che per l’Hpv e men che meno proprio in quello che stiamo parlando, oltre che l’andrologia non è riconosciuta ufficialmente dalle strutture sanitarie pubbliche! Che aggiungere di più…
Grazie per la tua testimonianza preziosa e speriamo che una pari opportunità per una volta sia a nostro favore.
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Grazie a te Flavio per il tuo contributo. Condivido in pieno quanto hai scritto. Speriamo ma dobbiamo anche fare in modo che le cose cambino. Grazie!
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Ciao e Buona Vita anzitutto, di rinascita. Non ho avuto e spero di non avere scoperte del genere. Anche se ho avuto qualcosa di molto travolgente, improvviso e debilitante. Mi chiedevo come mai nessuno parla dell’alimentazione. Il corpo si forma con quello che mangiamo, anche un vegetariano ha muscoli e ossa. Quindi si formano con il cibo che introduciamo giorno dopo giorno. Qualcuno ti ha mai parlato di variare l’alimentazione o già seguivi un regime privo di lattosio. Io ho avuto notevoli benefici da quando ho lasciato alcune abitudini.
Grazie per la tua testimonianza, è molto importante perché gli uomini in genere sono più “lascia andare”…
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Grazie Lina per il tuo commento.
L’alimentazione è fondamentale ma nonostante uno possa alimentarsi con criterio resta il fatto che viviamo in un mondo altamente inquinato e per quanto ci possiamo dare da fare per curare lo stile di vita siamo comunque vittime di un sistema.
Detto ciò da oltre sette anni seguo la Paleo dieta. Non mangio farine, cereali in generale, latte e latticini e legumi. Mi alimento con molte verdure, frutta, pesce, uova e carne grass fed. Resta poi il dilemma della predisposizione genetica a certe neoplasie. Sono in attesa, appunto, dei test genetici che però richiedono molti mesi per avere una risposta. Vedremo se il risultato certificherà un destino già segnato o se il problema deve essere ricercato altrove.
Grazie ancora e lunga e buona vita. 😄😄
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CIAO SONO MARCO HO 46 ANNI A MAGGIO 2017 MI SONO SOTTOPOSTO A INTERVENTO CHIRURGICO PER RIMUOVERE UN TUMORE AL SENO SINISTRO E ASPORTARE I LINFONODI ADESSO PER 5 ANNI DEVO ASSUMERE IL TAMOXIFENE NON AVEVO ORTUNATAMENTE BISOGNO DI CHEMIO I DATI DICONO CHE SIAMO UNI SU 350 DONNE CIRCA DIVENT ADIFFICILE ANCHE TROVARE QUALCUNO CON CUI PARLARNE CIAO MARCO
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Ciao Marco. Grazie per aver lasciato la tua testimonianza.
Per la serie: “non ci facciamo mancare nulla”, appena finisco la chemio devo iniziare anche io il Tamoxifene, per 5 anni.
Tu come stai?
I dati ufficiali, a mio modestissimo parere, lasciano il tempo che trovano. Molti uomini non considerano il cancro al seno come un argomento che riguarda anche loro. Io ero tra quelli fino a pochi mesi fa.
Credo che imbarazzo e poca informazione siano i peggiori nemici. Accettare la situazione non è facile, come tu ben sai, ma è ancora più difficile parlare di prevenzione se non si fa cultura su questo argomento. I dati “ufficiali” non tengono conto di quanti uomini sono a rischio o di quanti hanno già un K al seno ma non lo sanno.
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Ciao Stefano. Ti hk jnvuato hn mex orivato su Messenger. Fammi sapere. Geazie a presto. Paolo
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