Cancro al seno maschile… rompiamo il silenzio

Sono felice e arrabbiato. Sono fiducioso e demotivato. Non soffro di bipolarismo ma manifesto il mio stato d’animo a seguito di una semplice riflessione.

Sono occorsi anni, forse decenni, per sensibilizzare le donne sulla prevenzione del tumore al seno; sono servite migliaia di manifestazioni ed iniziative su questo tema – e servono tutt’ora – per fare in modo che le donne capissero l’importanza degli screening alla mammella; ancora oggi servono le raccolte fondi per sostenere la ricerca, le iniziative volte alla prevenzione ma più che altro all’educazione alla prevenzione, in generale, quindi non solo per il tumore al seno… a questo punto e di questo passo, quanti anni o decenni serviranno per far arrivare agli uomini il messaggio che la prevenzione del cancro al seno è un argomento che riguarda anche loro?

Lo so… si parla sempre di percentuali.

Nell’uomo i casi sono infrequenti: in Italia si ammalano di cancro al seno circa 500 uomini ogni anno (fonte Airtum). Molti di più per cancro alla prostata, testicoli o polmoni.

E allora?

Se continuiamo a fare sterili statistiche su quali tipo di cancro devono essere presi più “in considerazione” rispetto ad altri; se continuiamo a vedere le varie neoplasie come cose a sé e non come un “male comune”, sistemico, figlio del progresso che mira al profitto senza guardare al benessere dell’uomo e della natura – oltretutto vedendo l’uomo come qualcosa di estraneo alla natura – e che in realtà dovrebbe essere affrontato coralmente mettendo in campo mezzi, risorse, persone e soprattutto facendo un’adeguata informazione, non arriveremo a nulla o a poco.

Dovremmo ripensare anche ai nostri stili di vita ma questo è un argomento sul quale potremmo stare mesi a dibattere senza arrivare ad un compromesso; spesso basta metterci in pace con la coscienza acquistando una bottiglietta d’acqua confezionata in un contenitore realizzato in “bioplastica”, senza sapere nulla di “bioplastica”, né quanta energia e quali fonti di energia sono servite per realizzare quel contenitore, per trasportarlo, per smaltirlo… con l’aggravante che, almeno in Toscana, in provincia di Firenze e Prato, ad oggi non si sa come trattare le bioplastiche nel processo di smaltimento… Ve lo dicevo che era un discorso lungo e forse anche tedioso.

Quindi… il cancro è la “peste di questo secolo”. Si può guarire più di prima e meglio e lo si può fare attraverso metodi sempre meno invasivi ma, guarda strano, il cancro è in aumento; dati AIOM e ARTUM Leggi QUI.

Se non mettiamo in campo politiche adeguate, tese ad offrire un’informazione corretta e capillare sul cancro, fin dalle scuole, sugli stili di vita da adottare, sull’alimentazione, sulla qualità dell’aria, su come si effettua un’autopalpazione (non solo al seno), sulle metodiche disponibili per effettuare le diagnosi, etc. continueremo ad affrontare il cancro solo quando si è manifestato, dovendo farci carico di tutto ciò che questo comporta.

cancro al seno maschile
Il cancro al seno non è solo roba da femmine

Tornando al cancro al seno, mi chiedo quindi: quanto tempo occorrerà ancora per sentire dire che il cancro al seno “non è solo roba da femmine”?

Ecco che, dopo la meravigliosa serata del 7 settembre, trascorsa a Lamporecchio con AnnaStaccatoLisa – associazione con la quale da qualche mese ho intrapreso una bellissima collaborazione, tesa a dare voce anche agli uomini in questa battaglia contro il cancro al seno – mi sono posto qualche domanda.

Panchina Rosa a Lamporecchio – il richiamo di azzurro è relegato all’interno del fiocco rosa, identificato in un cuoricino di circa 2-3cm di grandezza…

Riflessioni che vengono naturali semplicemente osservando.

Vedo con quale difficoltà i comuni che ospitano le “panchine rosa” tendono ad accogliere la richiesta di dedicare qualche “centimetro di superficie” di questi arredi urbani al colore azzurro (fatte rare eccezioni). Ho proposto la “doga azzurra” come un significativo gesto che porrebbe l’attenzione su un problema trasversale, percentuali a parte, che permetterebbe di affrontare il tema del cancro al seno in modo più sinergico e con un occhio di riguardo anche verso gli uomini.

Mi rivolgo ai Comuni italiani che aderiscono alla meravigliosa iniziativa messa in campo dall’associazione AnnaStaccatoLisa:

“SIATE PIU’ CORAGGIOSI”.

Se l’uomo capisce che il problema del cancro al seno riguarda anche la propria salute, oltre ad avere più attenzione verso se stesso, comprenderà la problematica in ogni suo aspetto: cosa provano le donne, i rischi a cui vanno incontro e, forse, riusciranno anche ad essere più vicini alle loro compagne, sorelle, madri, amiche nel momento in cui si trovano ad affrontare un problema di questo genere.

Il punto è: rosa va benissimo ma perché non sdoganare la questione dal solo, esclusivo “mondo femminile” per coinvolgere anche gli uomini in questo processo d’informazione, di sensibilizzazione, di solidarietà e di reciproca comprensione?

Se continuiamo a dipingere il mondo di rosa – il che va pure bene ma non basta – il problema del cancro al seno resterà sempre e solo un problema di donne.

Ve lo dico amiche mie… è questo il problema vero.

In una società intrisa di falsi buonisti, di false ideologie, di falsi in generale e soprattutto in una società dove ancora esistono differenze di genere in termini di attenzione e di diritti, se il problema del cancro al seno resta relegato alle sole donne, sarà sempre e soltanto un problema femminile. Diversamente se l’uomo comincia ad essere coinvolto, perché interessato direttamente all’argomento (il cosiddetto “sano egoismo” o interesse di parte, chiamatelo come volete), si attiverà prima e meglio affinché la questione venga affrontata e, si spera, anche risolta.

Pia illusione? Utopia? Concetto rivoluzionario?

Allora rilancio ulteriormente…. VIA TUTTI I COLORI E PARLIAMO “SOLO” DI CANCRO. Il cancro deve essere affrontato e sconfitto. Macché fiocchi e giornate speciali. Tutto l’anno dovrebbe essere speciale e ogni occasione dovrebbe essere l’occasione giusta per fare squadra e trattare l’argomento cancro tutti insieme… prostate e ovaie comprese. Io uomo devo essere attento e interessato alla salute della donna e la donna dovrebbe fare altrettanto con la salute dell’uomo. 

Concludo rivolgendomi anche alle associazioni che si occupano di cancro al seno. Siamo prossimi al mese rosa. Ottobre è una grande occasione per parlare di questa neoplasia anche al maschile. Per cortesia, siate più aperte, disponibili e attente anche a quella piccola percentuale di uomini che si ammala di cancro al seno.

Intanto faccio i miei complimenti e ringraziamenti alle associazioni con le quali ho già avuto modo di collaborare – e collaboro tutt’ora – che trattano questo argomento in modo trasversale; in particolare a:

Dal primo di ottobre tutte le associazioni hanno l’opportunità di fare la differenza e di cambiare le cose! FATELO!

Quindi, tornando sul “pianeta Terra”… va bene tutto purché se ne parli e soprattutto purché si agisca in ogni modo, con ogni mezzo e senza perdere altro tempo!

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3 pensieri su “Cancro al seno maschile… rompiamo il silenzio

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