INFLUENZATI. Non solo dal Coronavirus

“E ho detto tutto”, come recitava Peppino De Filippo in “Totò Peppino e la Malafemmina”. Vero è che Totò gli rispondeva: “Ma che dici tu con questo ho detto tutto e non dici mai niente”.

Nel mio caso credo di aver scritto abbastanza, sicuramente non tutto, troppo ancora ci sarebbe da aggiungere ma intanto ho cristallizzato un momento della mia vita, delle nostre vite, che credo valesse la pena fissare per “non dimenticare”. Tutto questo all’interno del libro “INFLUENZATI. Non solo dal Coronavirus”, edito da Phasar Edizioni.

E’ grazie anche alla scrittura che ho potuto affrontare il periodo Covid-19 come un momento di analisi, di riflessione e di rinascita che mi ha permesso di superare questo “ostacolo improvviso” con energia e rinnovato entusiasmo. Nelle difficoltà rendo meglio, non so perché; tendo a incasinarmi la vita proprio perché poi, nel momento più complicato, riesco a mettere in campo tutte le mie risorse e a dare il meglio di me. Che ci volete fare, mi hanno disegnato così. Ovvio, non è detto che ciò che realizzo sia sempre apprezzato e condiviso da tutti ma per lo meno cerco di realizzare ciò che sento e che mi piace fare, al meglio delle mie possibilità…

“E ho detto tutto”.

Ecco che mentre “tentavo di capire cosa fare da grande” (leggete: nel prossimo futuro) e provare a decifrare questo periodo anomalo, mi sono messo a fare delle ricerche in rete sul Covid-19 che mi hanno portato a maturare dei pensieri che poi ho elaborato e in parte trasferito su questo blog.

Parlando con Lapo, mio amico fin dalle scuole elementari, nonché titolare della Phasar Edizioni, quindi anche mio editore, ci è venuta la voglia di realizzare una pubblicazione partendo proprio dal mio blog. Durante una telefonata in pieno lockdown, Lapo mi disse:  “Ma perché non scrivi un libro su questo momento, visto che già scrivi sul tuo blog articoli legati al Coronavirus. Potresti raccogliere ulteriori idee e informazioni, svilupparle e realizzare una tua pubblicazione”.

Beh… dopo un nanosecondo di titubanza ho detto “Sì, dai… casomai mi porti tu le arance in carcere, ok?”. Così, tra una buona dose di sana incoscienza e una dose ancor più forte di investimento di tempo (in effetti col Covid-19 non mi è mancato), ho cercato di sviluppare un “diario di circa sei mesi di esperienza col virus” basandomi sulle informazioni che la rete ci ha dispensato, o meglio, riversato addosso. Sia chiaro, non ho realizzato un diario su Stefano ma su ciò che abbiamo vissuto come “spettatori di professione” e “cittadini modello”. Occupandomi di comunicazione visiva ho cercato di rileggere la comunicazione, le notizie e le affermazioni che i media ci hanno “infuso”; un processo che mi ha ricordato le goccioline di una flebo che nel loro incessante stillicidio arrivano laddove devono arrivare e… colpiscono.

Sono felice e anche un po’ orgoglioso della mia creatura, concedetemelo. Pare una cazzata scrivere un libro ma vi assicuro che non lo è affatto, soprattutto se si trattano argomenti che riguardano una cronaca in pieno svolgimento, se si fanno delle ricerche che necessitano di letture approfondite e si ha come obiettivo “mettere a confronto due verità”: quella dettata dal cosiddetto “mainstream” e quella più osteggiata ma comunque viva e vegeta, dell’anti “mainstream”, che per molti è solo “complottismo”. Ho cercato di sollevare numerosi “perché” con l’intento di stimolare nel lettore qualche domanda alla quale probabilmente ho dato anche qualche risposta, credetemi non le ho tutte, rimandandolo poi ai numerosi approfondimenti che nel libro sono praticamente presenti in ogni pagina. In effetti questa è una pubblicazione che ancor prima di essere tale vanta già un primato: ha più note a piè di pagina che numero di pagine che la compongono. Le prime sono 229 e le pagine sono 170.

Lo so, “non me lo ha ordinato il dottore” (anche perché aveva da fare ben altro), l’argomento è vasto quanto impervio ma dopotutto, “un po’ di azione non guasta”, soprattutto quando sei costretto a restartene a casa. Scrivere un libro, il secondo a dire il vero, era un’esperienza che che andava “ri”fatta e questa è stata l’occasione giusta. Come mi piace pensare, col mio modo di parafrasare la realtà: “Ai POSTER l’ardua sentenza”. Frase che mi immagino potesse aver detto il celebre artista di arte contemporanea Mimmo Rotella, esponente del “decollage”. Questa la capiranno in pochi…

Lascio la parola al mio editore Lapo e alla mia editor Erika che hanno redatto a quattro mani la sinossi che riporto nell’immagine sottostante. Colgo l’occasione per ringraziare entrambi per avermi dedicato il loro tempo e per i numerosi consigli che ho ricevuto durante la stesura del libro.

La copertina? Durante il Coronavirus c’è chi ha sfornato torte mentre io ho realizzato un libro e l’illustrazione della copertina. In un prossimo post vi spiegherò come è nata e le scelte che mi hanno portato a realizzare ciò che vedete… Lo so che preferisci le torte ma puoi mangiartene una fetta leggendo il mio libro.

Dal 30.07.2020 potrete trovare “INFLUENZATI. Non solo dal Coronavirus” di Stefano Saldarelli, Phasar Edizioni, su questi store online:

oltre al sito dell’editore:

e presso alcune edicole, facendone richiesta comunicando il codice ISBN 978-88-6358-590-2

Grazie!

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