Ho aspettato un po’ prima di decidere di scrivere questo articolo ma non si può mantenere sempre l’atteggiamento del “non ti curar di loro ma guarda e passa”.
Stamani, mentre “spippolavo” su Facebook (è un vizziaccio, lo so), tramite il post di un amico è tornata alla mia attenzione la notizia di cui desideravo occuparmi da un paio di giorni, il Davide di Michelangelo coperto da un drappo nero “come gesto simbolico di lutto per ricordare le vittime di questa guerra e esprimere tutto il dolore di Firenze”

Nel virgolettato ho riportato le parole scritte dal sindaco del capoluogo toscano, Dario Nardella, sulla propria pagina Facebook.
Vorrei pensare che l’intento del sindaco di Firenze fosse mutuato da tutta una serie di ragionamenti e di stati d’animo che poi sono sfociati verso l’idea del “voglio fare qualcosa a tutti i costi per l’Ucraina”. Vorrei pensare che cercasse di interpretare le sensazioni che in questo momento pervadono le menti e i cuori di tutti, fiorentini in primis ma…
Vorrei ma non posso.
Non posso perchè certe cose lasciano il segno e se un sindaco si muove in una certa direzione si presume che lo faccia dopo aver riflettuto e ponderato le conseguenze di quel gesto, e questo non mi pare ben riuscito.
Mi viene da fare una prima riflessione, molto banale, forse puerile per alcuni ma come tale ritengo che sia portatrice di una “sana ingenuità” e spontaneità. Perchè fare un gesto simile, così plateale, per questa guerra, quando non lo si è fatto per l’Afghanistan o per la Siria o per tutte le guerre che hanno caratterizzato gli ultimi decenni delle noste vite? Perchè questa? Ci sono vittime più o meno degne di essere ricordate? Ci sono dittatori più o meno crudeli da condannare?
Oltre a questo, trovo il gesto veramente inopportuno e fuoriluogo proprio per il significato che esprime l’opera di Michelangelo e che anche il sindaco Nardella ha messo in evidenza in apertura del suo post, “Il Davide, emblema della libertà contro la tirannia”.
E lo copri?
E lo copri soprattutto con un drappo nero che di fatto trasforma la bianca, candida pietra marmorea, magistralmente plasmata dalle mani di Michelangelo (anche se quel Davide è una copia; quella esposta in Piazza della Signoria), in un tetro omaggio alla nera mietitrice? Di fatto diventa la celebrazione del trionfo del male sul bene. L’affermazione del maligno sulla fede e sulla pace. Davide fu colui che sconfisse Golia attraverso l’aiuto del divino, di Dio padre e il sindaco Nardella prende il Davide e lo impacchetta, avvolgendolo da capo a piedi, piedistallo compreso, in un telo nero.
Forse è un gesto poco riuscito (pessimamente riuscito) che intendeva ricalcare il messaggio artistico che ha caratterizzato il lavoro e lo stile dell’artista Christo?

Non credo proprio.
Ditemi se coprire con un drappo nero il Davide di Michelangelo non sia il peggior messaggio che si possa offrire alla città e al mondo intero, per manifestare contro il male che si palesa attraverso l’atto più ignobile che vi sia, la guerra. Aver coperto il Davide con un drappo nero lo trascina a forza nelle tenebre e la sagoma che ne deriva e che si staglia dalle mura di Palazzo Vecchio diventa la figura del male che si impossessa di Firenze.
Se l’intento era listare a lutto il Davide sarebbe bastato mettere una fascia nera al braccio della statua; semmai. In tal caso sarebbe stato un messaggio chiaro, riconosciuto in tutto l’Occidente come un reale segno di lutto. Casomai lo avrei declinato in forma di omaggio e di rispetto verso tutti i caduti delle guerre, non solo per quella che si sta consumando in questo momento in Ucraina.
Questo invece è l’ennesimo segno di potere e di affermarazione che certi statisti, che evidentemente adorano i simbolismi e i rituali, atti a “riconoscersi tra simili”, intenti ad affermare il proprio potere, manifestano platealmente in barba ai cittadini e a tutta l’umanità. Sì, perchè il Davide di Michelangelo, anche se “ha la residenza a Firenze”, è comunque un’opera d’arte, un capolavoro, è patrimonio di tutta l’umanità e come tale deve essere valorizzato, rispettato e mantenuto intonso, soprattutto evitando di stuprarlo e trasformarlo in un totem eretto in onore del male.
Non mi piace!
Trovo questo gesto intriso di significati negativi, per non dire protesi alla celebrazione del “satanismo”, che si esprimono in modo diametralmente opposto rispetto al voler gridare un netto “no a tutte le guerre”, quindi anche ad un “no al signore del male”.
Ultimissima riflessione… pensate a quei quattro turisti che si aggirano a Firenze, assaliti dai negozianti che si contendono gli avventori in un clima generale di profonda crisi, che trova origine già da prima del Covid19, figuriamoci adesso, in questo contesto caratterizzato da scenari di guerra. Ecco, immaginate quelle persone che arrivano per la prima volta in Piazza della Signoria e si trovano “questo coso”. Pensate che sensazione di “bellezza” e di “rinascimento” percepiranno nel vedere il cupo mietitore.
Welcome to Florence…