L’incontro ravvicinato… inaspettato. Luca Parmitano al museo delle scienze di Londra

Avete presente un bambino, la mattina del 25 dicembre, appena alzato, che corre a guardare sotto l’albero se Babbo Natale gli ha portato il regalo che attendeva da lungo tempo?

downloadEcco… la sensazione che ho provato nel vedere Luca Parmitano al Museo delle Scienze di Londra è stata decisamente superiore (e si vede dalla mia faccia inebetita) rispetto a ciò che può provare il piccolo protagonista della scena che vi ho appena descritto. Quel bambino sa che è Natale e che quel regalo, o qualcos’altro di pari importanza, lo riceverà.

L'astronauta italiano Luca Parmitano ed io... vi prego di contenere i commenti, grazie.
L’astronauta italiano Luca Parmitano ed io… vi prego di contenere i commenti, grazie.

Io stavo visitando con mia moglie il padiglione dedicato alle esplorazioni spaziali. Ero di fianco alla riproduzione della navicella Eagle che atterrò sulla Luna nel corso della missione Apollo 11. Ad un certo punto, così, dal nulla, mi passa davanti quest’uomo in tuta blu. Non l’ho riconosciuto subito, devo essere sincero, anche perché mi sarei aspettato di tutto ma non certo di trovarmi davanti proprio lui, a Londra, in quel museo, in quella stanza, quel giorno a quell’ora… Non me lo aspettavo proprio.

Sul momento pensavo che fosse una sorta di “mascotte” del museo, una guida o un animatore/educatore che si stava preparando a sciorinare un po’ di nozioni sullo spazio a studenti delle scuole.  La mia totale, già appagata, inebriante sensazione di trovarmi in una stanza piena di oggetti intrisi di significato per la storia delle missioni spaziali, per me, era già indice di un notevole stato confusionario. Ero talmente contento che avrei preso la residenza in quel padiglione del museo.

Poi è arrivato “lui”. Si è fermato da una parte per parlare con una persona, presumo sia stato il direttore del museo, data anche “l’atmosfera ufficial-celebrativa” che si era venuta a creare. Un fotografo ha mitragliato qualche scatto con la sua reflex. Luca ha sorriso, ha stretto la mano al “tipo” che era con lui e, terminati i convenevoli di rito, si sono avvicinati all’astronauta un paio di turisti per porgergli un saluto.

Durante tutto questo contesto io ero lì, in attesa di capire se stessi sognando o se “lui” era davvero “lui”…
Mia moglie mi sussurra nell’orecchio, dopo aver letto la patch sulla tuta blu su cui era ricamato il nome dell’astronauta: “E’ Luca Parmitano“… Ed io… “Si?!?”
Poi, grazie a un lampo di lucidità, brevissimo peraltro, ho preso la mia reflex che avevo al collo, l’ho passata a mia moglie e le ho detto: “Anto, premi qui, gira qua, fai qualcosa, comincia a scattare”.
Appena Parmitano si è congedato dai due ammiratori, gli sono andato incontro e gli ho chiesto se potevo avere il piacere e l’onore di fare una foto con lui. Non ha esitato, anzi, è stato gentilissimo e disponibile. Ci siamo entrambi rivolti verso Antonella e lei dopo aver spippolato un po’ con la reflex, candidamente mi dice…

“ma non scatta… eppure…”.

Sudavo… Mentre cercavo, senza riuscirci, di togliermi quel sorriso da imbecille oramai congelato in uno stato di semi-paresi, con un impercettibile labiale, limitato dal suddetto stato, sussurro all’astronauta:

“Vede… C’è chi va e torna dallo spazio con una certa disinvoltura e chi non ha ancora capito come scattare una foto. Abbia pazienza…”

Magicamente parte il flash. Antonella era riuscita a fare quello scatto. In quel momento ho amato mia moglie al quadrato o forse ad un livello pandimensionale.

Mi rivolgo nuovamente verso Luca Parmitano, gli stringo la mano per ringraziarlo e salutarlo ma, all’improvviso, mi viene voglia di investirlo con uno tsunami di domande che lentamente ma inesorabilmente mi stavano arrivando e che faticavo a contenere. Troppo tardi, parte la prima, alla quale lui cortesemente risponde; parte la seconda, la terza…. In pratica avrebbe potuto denunciarmi per sequestro di persona.

Parliamo della ISS, delle future missioni, che lui è responsabile dell’addestramento astronauti a Houston, pur essendo un astronauta dell’ESA integrato nell’organico NASA, che le missioni nello spazio sono importantissime per gli innumerevoli risultati ottenuti nei vari ambiti scientifici e tecnici e del fatto che il suo fisico, nonostante i 6 mesi trascorsi a bordo della ISS in assenza di gravità, al ritorno sulla Terra non ha manifestato i “consueti” effetti deleteri su muscoli e ossa, evidenti su altri astronauti.

Resta con me qualche minuto. Ad un certo punto ho avuto quasi la sensazione di conoscerlo da una vita. Continuiamo a parlare fino a quando arriva un’addetta del museo che, attenta ad una scaletta di appuntamenti, a me del tutto sconosciuta ma che evidentemente esisteva e che la presenza dell’astronauta italiano imponeva di rispettare, tenta di portarlo via. La tipa mi sorride, nascondendo tra le labbra un paio di missili terra-aria diretti alla mia persona mentre gesticola indicando all’astronauta di seguirla.

Passano pochi istanti, Parmitano scambia altre due parole con un paio di addetti dello staff del museo e lentamente sparisce dalla mia vista.

Io guardo Antonella e le dico: “eh?!?…”

e lei: “Sì amore, sì!”.

Mi prende per “la manina” e ci incamminiamo verso il padiglione successivo del museo. Per tutto il giorno sono rimasto all’interno di una “bolla”, a un metro di altezza da terra; molto più felice di quel bambino la mattina di Natale.

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Tutto questo pare un caso ma nulla accade per caso, come mi ha fatto notare la mia amica Angela quando ha letto di questo incontro, da me riassunto a sommi capi su Facebook pochi istanti dopo averlo vissuto.

In effetti… ho incontrato Luca Parmitano solo perché a fine settembre 2013 ho acquistato con mia moglie due biglietti per assistere al concerto “Star Trek Live” che si è tenuto alla Royal Albert Hall sabato 31 maggio, di cui parlerò in un prossimo post. E’ accaduto perché domenica mattina, durante il nostro weekend lungo a Londra, volevamo visitare il Museo di Storia Naturale e nel pomeriggio quello delle scienze ma, come era abbastanza intuibile immaginare, visitando il primo non abbiamo avuto modo di vedere nello stesso giorno quello delle scienze, optando così per rimandare la visita di quest’ultimo al giorno successivo.

Non finisce qui…

Lunedì mattina, 2 giugno, siamo entrati al Museo delle Scienze e, nonostante l’irrefrenabile voglia di vedere il padiglione dedicato allo spazio, Antonella ed io ci siamo prima fermati allo shop, posto nei pressi dell’ingresso del museo. Abbiamo preso il tempo necessario per girellare comodamente tra gli scaffali, per ciacciare curiosi la merce esposta e, con tutta calma, abbiamo cominciato il nostro tour.

terraTempismo perfetto. Una serie di fortunati eventi ha fatto in modo che in quel preciso momento mi trovassi in quella sala, in quel punto esatto.

Avevo già percorso quel padiglione dall’ingresso verso il lato opposto, lungo il lato sinistro e stavo ultimando di vedere gli oggetti esposti sul lato destro. Ho fatto una breve sosta presso il modulo Eagle e successivamente nei pressi di un’installazione multimediale che mostrava gli eventi meteorologici ripresi dai satelliti, svolti in un certo arco temporale. Le immagini venivano inviate da 4 proiettori puntati su una grande sfera bianca sospesa a mezz’aria. Devo dire molto suggestivo e ben realizzato.

Poi è avvenuto l’incontro… Un paio di minuti prima o dopo e non si sarebbe mai verificato.

Ovviamente, come non avrei potuto farlo, ho pensato che tutto ciò fosse stato generato per causa di una breccia spazio temporale e che il Torchwood o il Dottore sarebbero intervenuti da un momento all’altro per verificare l’anomalia. Non vedendoli arrivare ho dovuto concludere che era scritto, da qualche parte, che mi dovesse accadere.

“Non dimenticherò mai quell’incontro ravvicinato con quel tipo” 🙂

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E venne il giorno… Da oggi i droni civili devono sottostare al regolamento ENAC e Bruxelles ha allo studio le regole europee

Ci siamo! Da oggi, poiché ENAC non ha comunicato l’elenco delle scuole abilitate al rilascio di “patentini” per “piloti di droni”, chi usa uno di questi meravigliosi oggettini volanti, di fatto, è fuori regola.

E’ come dire…

Mi compro l’auto, la guido, la uso anche per lavoro ma ancora non è stata creata una sola scuola guida in grado di rilasciarmi la patente. Non solo. Chi si è comprato quell’auto e la usa per lavoro si ritrova, dopo anni di gloriosa carriera e d’uso del suddetto mezzo, a dover mettere in garage il proprio veicolo perché non è autorizzato ad utilizzarlo.

In sostanza questa è la situazione da oggi per il settore dei droni in Italia.

Non solo, secondo il Regolamento dei Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto, redatto da ENAC, alla Sezione IV – Disposizioni Generali per i Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto, Art. 17 – Pilota, Punto 4, si legge: “Ai fini dell’idoneità psicofisica, il pilota deve essere in possesso e in corso di validità del certificato medico di seconda classe in accordo al Regolamento ENAC -Organizzazione Sanitaria e certificazioni mediche d’idoneità per il conseguimento delle licenze e degli attestati aeronautici-”.

Morale della “favola”, chi desiderasse utilizzare un drone per lavoro, oggi non potrebbe farlo. Dovrebbe mettersi comodo in poltrona, magari davanti alla televisione a guardarsi un bel film, tipo Oblivion per esempio, dove i droni, di altro tipo, sono onnipresenti, e attendere che ENAC si pronunci. Con comodo eh!? Per carità.

Sul sito ENAC, presso questo LINK, si legge “…non è stato emesso alcun riconoscimento ad operatori del settore e ad organizzazioni che forniscono supporto, incluse attività di formazione a piloti“, questo inciso fa parte di un discorso un po’ più lungo estratto da un comunicato ENAC del 14 aprile scorso e aggiornato successivamente (nella data ma non nei contenuti).

Quindi, cari amici, magari proprio voi che pensavate di aver trovato un settore nuovo e in grado di darvi un ottimo sbocco professionale, sappiate che, come aprirete quella scatola al cui interno troverete il vostro bellissimo drone, apparterrete automaticamente alla categoria “dei fuori legge”, a meno che nel frattempo non abbiate maturato nel vostro curriculum una gloriosa carriera di comandante di un Airbus A380 o di pilota delle Frecce tricolore.

Cari “dronisti” italiani, riassumo velocemente quanto dovrete fare per intraprendere regolarmente la vostra professione. Ricordatevi che per utilizzare un drone civile…

  • è indispensabile stipulare un’assicurazione verso terzi (che potrebbe costarvi più del drone).
  • dovrete possedere i certificati del costruttore in grado di attestare la conformità, in merito alle disposizioni di legge italiane, di ogni componente del drone
  • dovrete apporre sul drone e sulle apparecchiature ad esso collegate a terra le apposite targhette identificative.
  • non potrete volare nei centri abitati e in tutte quelle aree definite “congestionate” (sì lo so, proprio tu che stavi pensando di fare il filmino col drone al matrimonio di tuo fratello, scordatelo! )
  • dovrete mantenervi ad almeno 8Km di distanza da aeroporti e sempre a 8Km di distanza dai corridoi di decollo e atterraggio degli aerei da e verso gli aeroporti (anche se volate a un 1 mt. di altezza e comunque, se vi fate due conti, sottraendo le aree congestionate, sottraendo gli 8Km dagli aeroporti, sottraendo gli 8Km dai corridoio di atterraggio e decollo degli aerei, vi resta il tinello e la cucina, purché non abbiate un terrazzo adiacente)
  • non potrete stare a meno di 50 metri dalle persone (anche se sono vostra mamma, la zia e il nonno e quest’ultimo indossa l’elmetto dell’ultima guerra)
  • non potrete volare oltre i 70mt di altezza (e che cacchio!)
  • dovrete possedere “un’organizzazione tecnica ed operativa adeguata all’attività” (avevo in mente Kirk, Spock e McCoy, secondo voi andranno bene?)
  • dovrete essere dotati di un manuale di volo “o documento equivalente” (ho le schede tecniche della USS Enterprise e della USS Voyager di StarTrek, secondo voi, basteranno?)
  • dovete sottoporvi ad una “visita medica di seconda classe” (e già grasso che cola se il medico mi rilascia il certificato medico sportivo non agonistico per la palestra…)
  • dovrete prendere un patentino di pilota di drone che… udite, udite, non potete prenderlo perché non ci sono ancora scuole che lo rilasciano. Forte no?

Vi consiglio di leggere questo documento, sempre a firma ENAC “NOTA ESPLICATIVA AI FINI DELL’APPLICAZIONE DEL REGOLAMENTO“. Diciamo che servirebbe per far comprendere meglio il regolamento dei Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto. e a rendere “più pratiche” certe procedure…

Come ciliegina sulla torta, vi suggerisco anche questa lettura, sempre che ancora vogliate proseguire in questa attività di dronista che vi condurrà a breve ad essere dei veri Robin Hood. E’ un articolo tratto da Formiche.net : “Bruxelles studia regole più rigorose per i droni civili

Le cose si dovranno assestare ma non sono per nulla semplici. Utilizzare i droni per lavoro sarà un vero lavoro a tutti gli effetti, di quelli “all’italiana” in cui tutti i rischi sono vostri/nostri e chi “casca da ritto” (è proprio il caso di dirlo) sono le compagnie di assicurazione che, di fatto, assieme ad ENAC, manterranno in costante equilibrio e piena efficienza la normativa sui droni. Il regolamento si autososterrà senza neppure avere la necessità di prevedere eventuali sanzioni per coloro che non la rispettano. Di fatto, se cade il drone e fa danno, non avendo rispettato anche solo una delle regole che ENAC ha riportato nel regolamento, nessuna compagnia assicuratrice risarcirà il danno.

La bella notizia?

ENAC ha previsto per gli APR di massa al decollo massima minore di 25 kg, utilizzati in operazioni di volo non critiche, l’autocertificazione. Per tale tipo di operazioni, la responsabilità è lasciata all’operatore che valuta la criticità e l’idoneità del sistema.

Facile!

Vi consiglio vivamente di leggere il documento ENAC: “Dichiarazione di Rispondenza al Regolamento ENAC “Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto”. che dovrebbe aprirvi un mondo in merito all’autocertificazione.

drone_jail

Mi spiace cari piccoli imprenditori. Il gioco è stato bello fin che è durato. O vi fate la vostra bella start’up “dronante”, con tanto di tecnici, attrezzature, staff, ecc… o vi fate “assorbire” da quelle già esistenti o provate ad addentrarvi nei settori di ricerca e sviluppo che ruotano attorno al settore e che la Comunità Europea sostiene attraverso dei finanziamenti specifici. Il che vuol dire tornare al punto di partenza: realizzare una start’up e cercare di accedere ai finanziamenti europei per poi lavorare con i droni in ambiti specialistici, ristretti e dall’alto valore aggiunto.

Altrimenti, da oggi, potrete utilizzare tranquillamente il vostro bel drone come taglia erba, frullatore, ventilatore e asciugabiancheria, purché ovviamente abbiate ottenuto l’abilitazione di astronauta, abbiate condotto un paio di missioni su qualche velivolo militare assegnato alla portaerei Cavour e, soprattutto, che abbiate prove tangibili che dimostrino che da piccoli siete stati capaci di costruire un aereoplanino di carta in grado di volare.

 Altri articoli sui droni presenti in questo blog:

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Houston… mi hanno copiato! Allora so’ famoso!!

“Houston We Have a Problem”. Così i media riportarono la frase pronunciata a bordo dell’Apollo 13 nel momento in cui gli astronauti si resero conto che effettivamente la loro situazione era grave.

“Houston I Have a Problem” è anche il tormentone che il mio personaggio John Doe, protagonista del libro “GoodMooning! Andare sulla Luna è una cosa molto seria! …o forse no? Il programma spaziale segreto che portò l’uomo sulla Luna“, pubblicato da Phasar Edizioni nel dicembre 2012, che pronuncia in ogni occasione durante la sua surreale e ironica missione sulla Luna.

Oggi, a distanza di quasi un anno dalla pubblicazione del libro, girando per Prato mi sono imbattuto in uno stendardo pubblicitario che promuove alcune iniziative commerciali proposte da I GIGLI, notissimo Centro Commerciale della piana di Firenze.

Cosa c’è di strano in questo poster? Bè, a parte alcune interpretazioni in chiave approssimativo-fantascientifica che lasciano un po’ il tempo che trovano, parlo degli “incontri ravvicinati con lo shopping” che dovrebbero far leva sui più noti ed affascinanti “incontri ravvicinati del terzo tipo” che comunque non c’incastrano nulla con l’astronauta rappresentato, ciò che mi ha fatto particolarmente incuriosire e porre maggiore attenzione sul messaggio visivo, sono state almeno tre cose che associate insieme creano “l’effetto copia” del mio personaggio. Mi riferisco in particolare ad un racconto breve riportato nel libro GoodMooning! Il racconto si intitola: “Inaspettata vita aliena sulla Luna? Possibili tracce…”

Sul manifesto de I GIGLI compare l’astronauta con un hamburger in primo piano e il claim “Incontri ravvicinati con lo shopping”. Gli incontri ravvicinati si ricollegano agli “alieni” dell’omonimo film di Spielberg, e l’astronauta che occupa gran parte dello spazio del layout si trova circondato di vari oggetti, tra cui, in primissimo piano, un hamburger ben farcito tenuto nella mano sinistra dell’astronauta, come nella mia illustrazione. Quindi, se prendi gli incontri ravvicinati, quindi vuoi evocare gli alieni, prendi un astronauta, gli fai afferrare un hamburger con la mano sinistra, non ti pare che sia qualcosa di più di una normale coincidenza?

Il mio astronauta John Doe si trova in missione sulla Luna, nella mano sinistra impugna un hamburger farcito e, alle sue spalle, c’è l’insegna dell’Alien‘s Burger, il “noto fast food lunare”.

Questa è l’immagine che è stata diffusa con la campagna pubblicitaria de I GIGLI nelle versioni verticale e orizzontale:

Queste invece è l’illustrazione del mio libro (a sinistra) e quella comparsa sulle t-shirt (a destra), quest’ultime realizzate a giugno del 2012 e pubblicate su Blomming.

Bè, sono contento. Alcuni amici mi hanno detto che questa copia non autorizzata dovrebbe essere segnalata e perseguita a norma di legge. Io dico… chi se ne frega! Sono stra contento. Se mi copiano vuol dire che evidentemente qualcosa di interessante e piacevole l’ho creata.

Magari avrei gradito un grazie da parte dell’agenzia di comunicazione che cura l’immagine a I GIGLI e poter mettere in vendita il mio “best seller” a I GIGLI, a titolo ovviamente gratuito, vita natural durante.

…ma sono un artista e purtroppo, vivo di gloria!

P.S. Comunque, caro Sig. I GIGLI, se la suddetta proposta la ritiene fattibile, potrei tralasciare per un momento “la gloria” e piegarmi volentieri al vile denaro. Parliamone.

Book trailer di GoodMooning! – realizzato da me

Promo pubblicitario del libro GoodMooning! – realizzato da TVPrato

Intervista a “Pomeriggio con te” – su TVPrato. Trasmesso in diretta il 19.12.2012