Da qualche mese a questa parte parrebbe un’affermazione divenuta realtà, oltre ad essere tra le più attese, ma consta solo un’atteggiamento generalizzato da parte dell’opinione pubblica.
Da quando il Coronavirus è entrato “a forza” nelle nostre vite non si parla d’altro che di Covid-19, SARS-CoV-2, Coronavirus 2, Nuovo Coronavirus, etc..; stessa roba ma vista da occhi diversi.
I numeri dei decessi afferiscono al Coronavirus, senza fare distinzione alcuna tra possibili cause (certe o presunte); in pratica si fa un “cionco” (vedi LINK – Conferenza stampa Protezione Civile del 21.03.2020 – Angelo Borrelli).
La maggior parte degli ospedali ha sospeso o rinviato gli interventi chirurgici programmati, compresa una parte di quelli per tumori. La diagnostica strumentale per la ricerca delle neoplasie ha subito un netto rallentamento, per non parlare degli screening e degli appuntamenti di controllo con gli specialisti in oncologia (vedi LINK).
Il concetto stesso di prevenzione è venuto meno dal momento che “i fondamentali”, da anni giustamente ripetuti dagli specialisti come un mantra, sono stati disattesi per decreto legge. Uscire di casa per respirare aria fresca, prendere il sole per attivare la vitamina D endogena, camminare a passo svelto per almeno mezz’ora al giorno per mantenere efficiente l’apparato cardiocircolatorio, oltre a quello muscolo scheletrico e al sistema immunitario, quindi permettere di fare una naturale prevenzione da infarti, osteoporosi, infezioni, cancro, oltre a tutta una lunga serie di patologie possibili e correlabili all’inattività o alla sedentarietà o ad un’alimentazione non idonea (siamo all’ABC della prevenzione), oggi non possiamo farlo perché dobbiamo restare a casa. Non possiamo, anzi, scusate, NON DOBBIAMO uscire perché si può venire in contatto col Coronavirus o essere portatori di Coronavirus e contagiare gli altri… pandemia… paura… aiuto… si muore!
Ma di tutto il resto non si muore più?
Abbiamo sconfitto tutte le malattie che affliggono l’umanità e che, guarda caso, sono le medesime che vengono chiamate in causa quando si sente l’impietoso solito giochino del “è morto per Coronavirus o con il Coronavirus”?
Ma riguarda caso la maggior parte dei decessi per, con, tra, vicino, o nei dintorni del Coronavirus si verificano principalmente in pazienti che hanno un’età avanzata e soprattutto in quelli con più patologie pregresse e, tra queste, ritroviamo diabete, ipertensione, etc.
In tutto questo scenario idilliaco la nostra bella televisione cosa ci viene a raccontare?
Quanto è bello che gli italiani, in tempi di “reclusione forzata”, siano tornati a cucinare a casa e che abbiano riscoperto la gioia di fare pane, pizze e dolci in famiglia (vedi LINK). Tant’è che la farina è introvabile e chi produce lievito non ripara a consegnarlo alla distribuzione. Ottimo, come dire, prepariamoci ad una nuova pandemia e non per un virus ma per tutte quelle patologie di cui sopra, spesso riconducibili all’inattività unita all’ingestione di calorie eccessive e sporche (leggi zuccheri e farine raffinate). Aggiungiamo a tutto questo la sedentarietà e un incremento nella vendita di sonniferi e di ansiolitici e il cocktail è pronto (vedi LINK).
Dato che ci muoviamo ma solo a suon di decreti – quindi non con delle leggi – invito tutti a muovervi davvero, almeno un’oretta al giorno, all’aria aperta. Si può fare e a maggior ragione lo si deve fare per prevenzione, se volete bene a voi stessi e ai vostri cari. Non allontanatevi troppo da casa, usate la mascherina ma uscite! Sento e leggo di persone insultate o addirittura picchiate (vedi LINK) da altre perché trovate a passeggio o a correre… A correre… orrere, rre… re… e… ecchecaz!
Anche prima del Coronavirus si moriva di qualcosa, lo garantisco, me lo ricordo bene.
In Italia muoiono di cancro 179.000 persone l’anno (dati riferiti all’anno 2016). Non scendo nel dettaglio dei numeri ma a chi piace farlo posso consigliare di scaricare “I numeri del cancro in Italia 2019” dal sito dell’AIRTUM.
Nel 2016, sempre in Italia, si sono verificati 49.000 decessi a causa delle infezioni prese in ospedale (vedi LINK).
Ogni giorno si registrano 50 decessi che, tradotto, sono ben oltre le 18.000 morti l’anno attribuibili al diabete (vedi LINK).
Circa 240.000 persone l’anno muoiono di infarto e ictus. Parlo sempre e solo in Italia (vedi LINK).
E di fumo vogliamo parlarne? Si vieta di uscire di casa perché è “pericoloso” ma non si chiudono i Tabacchi e più che altro non si ferma la vendita delle sigarette. Sigarette che oltretutto nuocciono gravemente alla salute e più in particolare del polmone che, guarda caso, è l’organo più colpito dal Coronavirus (o dall’infiammazione che si genera a seguito del’infezione da Coronavirus – vedi LINK). Ma del fatto che in Italia si attribuiscono al tabacco dalle 70.000 alle 83.000 morti l’anno non se ne parla più, vero? (vedi LINK)
“Welcome to Italy” dove tutto fa spettacolo dove i numeri rimbalzano come le palline dell’Enalotto durante un’estrazione, dove l’importante è veicolare l’attenzione verso il “non vero problema”. L’onnipotenza dell’uomo è messa a dura prova davanti alla presenza di un nuovo virus, non sa come gestirlo, “non ne conosce la cura”… ma, mi domando: “per le altre malattie di cui si muore, si conosce la cura?”
In parte sì e si chiamerebbe prevenzione e varrebbe anche per questo virus che sta sconquassando la nostra esistenza ma fa più clamore parlare di pandemia, fare terrorismo mediatico e tenere tutti in casa piuttosto che parlare di come migliorare le nostre difese immunitarie.
Ma per quale motivo?
Perché i tagli alla nostra Sanità, perpetrati negli ultimi anni, sono stati tali e tanti da non permettere di avere sufficienti posti in terapia intensiva rispetto alla necessità oggettiva e soprattutto repentina del momento (vedi LINK). Quindi, poiché gestire tanti pazienti in un ristretto lasso di tempo implica un problema di gestione, è preferibile mettere le ganasce all’Italia.
Intanto, per fortuna che “il cancro non esiste più… come tutte le altre malattie”.
Colgo l’occasione per salutare e abbracciare virtualmente tutte le persone che in questo momento stanno affrontando una malattia pesante e che probabilmente la stanno vivendo con ulteriori difficoltà, dato il periodo di inumana condizione. Un caro saluto a tutti gli invalidi ai disabili e le loro famiglie che vivono la situazione con maggiore complessità.
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