Ho visto… Rocco diventare consulente di coppia all’interno di una trasmissione televisiva.
E pensare che alle volte per risolvere alcuni problemi di coppia basterebbe spegnere la televisione dedicandosi ad altro.
Comunque, se “Ci pensa Rocco”, siamo veramente a posto. Va bé… in tempi di crisi ci prendiamo anche questo.
Dedicato a quelli che hanno visto Rocco in panni diversi rispetto a quelli del consulente di coppia. Dedicato anche a coloro che si ricordavano di Rocco alle prese con “la patatina”, e mi riferisco ad un noto spot televisivo. Dedicato anche alle persone che hanno bisogno di qualsiasi punto di riferimento per andare avanti. Infine, dedicato anche a chi vuole semplicemente soddisfare la propria curiosità e si vuol vedere su Cielo… Ci pensa Rocco.
Affari di famiglia, il programma televisivo americano divertente da vedere ma impossibile da sentire.
Mi capita di guardarlo la sera all’ora di cena, lo ammetto. Per non sorbirmi i soliti telegiornali pieni di tragedie o notizie che non ti conciliano di certo il sonno, ripiego su Affari di famiglia in attesa del “programma di prima serata”.
Affari di famiglia – trasmissione televisiva su CIELO – SKY
Nulla di speciale, è un programma che si basa sulla formula del “reality-show”. Si svolge a Las Vegas in cui vive e lavora una famiglia, proprietaria di un grossissimo negozio di pegni, intenta nei propri affari, appunto quelli di famiglia (in inglese il programma si intitola Pawn Stars). Niente di illecito, diversamente da quello che il titolo italiano potrebbe indurre a pensare, anzi. L’allegra famigliola, composta dal nonno, il figlio, la terza generazione rappresentata dal nipote, chiamato “Lo Smilzo” e dal “tutto fare” Chumlee, si vedono alle prese con la valutazione e trattativa di oggetti di vario tipo proposti dalle persone che si presentano nel loro negozio. C’è chi vuole vendere e chi vuole impegnare il proprio oggetto. Un giro d’affari incredibile che vede sullo sfondo la città di Las Vegas e i suoi casinò.
La liturgia è semplice. Entra una persona, presenta l’oggetto e comincia la trattativa. A volte è piuttosto veloce e si conclude con una prima proposta del cliente e una contro offerta da parte del negoziante, quasi sempre accettata dal cliente. Talvolta invece, il personaggio della famiglia che deve gestire la trattativa, deve richiedere la consulenza di un esperto esterno per la valutazione di un oggetto le cui caratteristiche richiedono un’analisi più attenta per attribuirgli un valore preciso o per verificane l’autenticità, nel caso di oggetti antichi o particolarmente tecnici (ad esempio armi, materiale militare, filatelia, coni, monete, ecc).
Il programma è gradevole perché è semplice, veloce e vedi oggetti incredibili che rappresentano l’America e la storia. Di ogni oggetto ti viene descritta in breve la sua origine, come è nato, com’è finito nella mani del venditore, la funzione, ecc. fino ad attribuirne il valore. Guardando da tempo la serie, mi diverto con mia moglie ad indovinare il valore di un oggetto prima che venga palesato nel corso del programma. Lo so, qualcuno di voi dirà “che tristezza”…, vi capisco, “ognuno ha i suoi problemi”. Noi ci divertiamo anche in questo modo…
La trasmissione si lascia vedere e trascorri il tempo necessario a cenare, sparecchiare e arrivare alle 21.00 circa, ora in cui cerchi di capire quale programma serale vedrai prima dell’abbiocco definitivo.
Mi è capitato di sentire doppiaggi di trasmissioni televisive “tirati via” ma in Affari di famiglia si esagera. Mi chiedo come si faccia a doppiare in italiano un programma televisivo che va in onda da anni (siamo alla settima stagione), quindi con tutto il tempo per valutare se la trasmissione piace e se continuare ad investire per trasmetterla anche in Italia, tirandoci dentro strafalcioni grammaticali a non finire.
Ci sono puntate in cui non fai a tempo a riprenderti da un “congiuntivo venduto all’asta per pochi spiccioli” che subito devi affrontarne un secondo, “svenduto”, che ti lascia a terra per qualche istante.
Sono arrivato a chiedermi se il problema sia da ricercare nel lavoro dei doppiatori o sia da attribuire a chi scrive le traduzioni. In quest’ultimo caso presumo che questa “oscura figura” sia una sorta di despota che impedisce qualsiasi modifica al testo, pur commettendo evidenti errori. Oppure sono gli stessi doppiatori che non si rendono assolutamente conto di cosa stiano leggendo e vanno a diritto, pur proferendo congiuntivi che stridono come unghie sulla lavagna?
Alcuni esempi:
Bastano i primi 3″ secondi di questa clip.
A 15″ vi beccate il congiuntivo
A 1′:56″ altro congiuntivo perso…
Qui si “eccelle” in coniugazioni verbali a 2′:40″
Sul web ho trovato altre critiche in sintonia con la mia ma evidentemente a CIELO/SKY la cosa non arriva o non ci fanno caso più di tanto.
E pensare che un tempo alla televisione si attribuiva anche una funzione educativa. Figuriamoci se pretendiamo di farlo proprio attraverso Affari di famiglia ma per lo meno non creiamo i presupposti per essere giustamente accusati di fare “televisione spazzatura”. A tutto c’è un limite.