Spot di Natale Carrefour. Ditemi che non è finito, vi prego!

E’ arrivato, l’ennesimo spot mieloso in chiave natalizia…

Da sempre la pubblicità fa leva sugli stereotipi legati alla cosiddetta “magia del Natale” per promuovere il consumo di prodotti ad hoc. Stereotipi che tra l’altro spesso nascono dal mondo della pubblicità; vedi per esempio CocaCola con il suo Babbo Natale che oggi è conosciuto in tutto il mondo come “IL” Babbo Natale per eccellenza.

Insomma, lo sappiamo e non ci stupisce più di tanto assistere in questo periodo dell’anno ad un teatrino più o meno visto e rivisto che propone ambienti innevati, musiche che richiamano atmosfere disneyane, neve, luci colorate, bambini, famiglie felici e… IL PRODOTTO: Panettoni, spumanti, bevande, offerte su ricariche telefoniche, etc.

Nulla di strano, tutto come da copione ma…

Eccolo, arriva quello spot che cerca, tenta, annaspa, richiama, evoca tutte le caratteristiche del perfetto spot natalizio ma… qualcosa non va. Parlo della pubblicità televisiva della Carrefour Italia che sta andando in onda in questi giorni.

Questa:

Orsetto di peluche in primo piano, musichetta da perfetta “magia di Natale” e voce di fanciullo. Mentre parla il bimbo si intravedono i suoi piedini scalzi che lo conducono all’albero di Natale presso il quale è seduto un grosso orso di peluche che qualche istante dopo verrà calorosamente abbracciato dal bambino.

Mentre si consuma questa liturgia, che fa venire il diabete da quanto è sdolcinata (ma può anche starci, dopotutto è Natale), ascoltiamo le parole del bimbo:

“Caro Babbo Natale… quest’anno vorrei tanto…un bambino con cui giocare…”

Poi… dopo questa agghiacciante affermazione arriva la pausa che probabilmente serve all’attonito spettatore per riprendersi un attimo. Cerca di capire se ha udito bene; magari la parola non era BAMBINO ma TRENINO: “VORREI TANTO UN TRENINO CON CUI GIOCARE”. Il tempo non è sufficiente per elaborare ulteriori considerazioni. Ecco che arriva subito una seconda voce. Questa volta è di un uomo, calda. Proferisce le seguenti parole:

“A Natale esaudiamo i desideri di tutti. Negli ipermercati Carrefour spendi e riprendi il 50% sui giocattoli.”

Ma come?!?! Vi prego! Ditemi che questo spot non è stato finito o che è solo il primo una serie in chiave natalizia firmata Carrefour. C’è un seguito, vero? C’è una spiegazione a questo dramma consumato tra le pareti domestiche?

Come si fa???? 

  1. Questo bambino non ha un amico? Che problemi ha? E’ stato sequestrato? Vive in una landa desolata? Non lo fanno uscire di casa? Non va a scuola?!?! I genitori sono dei serial killer? Dove vive ‘sto bimbo… TELEFONO AZZURROOOO!
  2. Chiede a Babbo Natale UN AMICO? E l’orso lo abbraccia pure perchè “capisce” che il bimbo “non sta tanto bene”.
  3. OK, ci avete sparato la bomba… nel resto dello spot come la rimediate? Con un bel “A NATALE ESAUDIAMO I DESIDERI DI TUTTI”??? Quindi, o Babbo Natale rapisce bambini e il 25 dicembre porta a questo disgraziato un’altra vittima inconsapevole di questa presunta tratta di bambini oppure Carrefour vende anche bambini nei propri impermercati, “programmati” per diventare amici del suddetto disperato.
  4. Se a Natale Carrefour esaudisce i desideri di tutti, temo che quest’anno avranno la fila fuori dagli ipermercati. Si troveranno alle casse persone che chiederanno un LAVORO, la CASA perchè TERREMOTATA, DENARO, SICUREZZA…

Ma un bel… “DA CARREFOUR UN BUON NATALE A TUTTI E IN PARTICOLARE AI BAMBINI. ACQUISTA (e non spendi) NEI NOSTRI IPERMERCATI E RIPRENDI IL 50% IN GIOCATTOLI.” Senza la voce del bimbo e con le stesse immagini e musica, non andava bene?

Uno spot di 15″ che fa rimpiangere questo:

Pubblicità

La bottiglia CocaCola compie 100 anni ma per festeggiare l’evento te ne danno un’altra…

Ho visto… lo spot Coca-Cola che celebra la mitica e inconfondibile bottiglietta di Coca-Cola nel suo centesimo compleanno.

“La bottiglia Coca-Cola compie 100 anni. Chiedila al bar nel nuovo formato in vetro” questo è il claim dello spot.

E’ come se invitassi al mio compleanno tutti i miei amici e alla festa non mi presentassi mandando al mio posto la mia sorella. Stessa fabbrica ma formati diversi 🙂

Ma che messaggio è “chiedila al bar nel nuovo formato in vetro”. Casomai chiederò il vecchio che ha compiuto i 100 anni, visto che è il festeggiato, oppure mi fai un altro spot dove mi dici che dopo 100 anni Coca-Cola cambia formato.

Non ti pare? 🙂

 

La magia del Natale? Sparita anche dalla pubblicità

Una delle poche cose positive che caratterizza il “Natale del consumismo”, è lo spot buonista intriso di atmosfere magiche.

Quella magia che fin da piccoli ci viene infusa attraverso vari metodi e medium e che col passare degli anni permane, pur mutando per la raggiunta maturità e consapevolezza di ciascuno ma che non accenna a voler svanire, nel tentativo di aggrapparci a qualcosa che è in grado di accendere un sorriso e di scaldare qualche cuore.

Quella magia che deriva soprattutto dall’immaginario disneyano, dalla letteratura fiabesca dell’800 e dallo zampino della CocaCola che ha permesso di canonizzare l’immagine di Babbo Natale attribuendogli una particolare iconografia che tutti noi oggi conosciamo.

In un epoca come la nostra, contraddistinta, purtroppo, da pressapochismo, abbrutimento, nervosismo e chi più ne ha più ne metta, il Natale, almeno per molti, rappresenta ancora una valvola di sfogo, un momento “magico” a cui guardare, anche se talvolta si concretizza in un periodo sconvolto da “transumanze di parenti” che migrano da una pranzo e una cena a un ri-pranzo e una ri-cena, ecc… Comunque, crisi e problemi a parte, il Natale è il Natale, diciamocelo; ha il suo fascino, è il “momento magico dell’anno” per eccellenza e come accade tutti gli anni, ci regala spot “insulinoresistenti” che promuovono prodotti della tradizione dolciaria italiana, tipici di questo periodo.

Neve che fiocca, paesaggi incantati, bambini, musiche soavi scandite da rintocchi di campane, balugini che precedono o seguono il passaggio di prodotti dolciari (o il logo del brand) sulla volta celeste e tante, tante lucette che decorano le casine innevate.

Questo è il cliché, questo è ciò che ci si aspetta, più o meno, con qualche rivisitazione e adattamento per i vari prodotti commerciali; ma è questo ciò che “vogliamo”, almeno negli spot, vi prego…

Invece…

Natale 2014, lo spot del Panettone delle Tre Marie irrompe nelle nostre case sconvolgendo lo schema di cui sopra. Anzi, se ne appropria, lo rielabora e lo utilizza per aumentare il contrasto  tra la situazione descritta nello spot e l’atmosfera canonica del Natale.

Ma cosa accade in realtà in questa pubblicità?

Abbiamo la neve, una città, Milano, rappresentata dall’inconfondibile Duomo sullo sfondo, la musica natalizia ( white Christmas di Bing Crosby) e il panettone Tre Marie. Cosa manca?

Spot Tre Marie Natale 2014
Spot Tre Marie Natale 2014

Più che altro, cosa c’è di troppo?!

C’è che è arrivato l’ufficiale giudiziario, anche se non si vede in carne e ossa se ne percepiscono gli effetti della sua presenza.  Un Natale durante il quale vengono pignorati tutti i beni della famiglia benestante, almeno fino a quel momento, intenta a festeggiare nonostante quello che le sta accadendo attorno.

Pensiero positivo nonostante tutto? OK, ci può stare ma francamente lo trovo un po’ di cattivo gusto. Ironico, sì se lo vogliamo proprio vedere in quella direzione ma non bello e positivo.

Ma come, entri nelle case degli italiani per portare la tradizione, la festa, la gioia, il sorriso e il gusto del panettone italiano Tre Marie e lo fai all’insegna del fallimento e del pignoramento?

Vedendo lo spot, francamente, il primo pensiero che mi è balzato alla mente è stato: “Che bel Natale di merda!”, scusatemi per il francesismo. Fine dell’illusione, fine della magia, fine di una tradizione. Adesso il Natale è questo, un mucchio di ex ricchi che se ne fregano di tutto. Mi viene anche da pensare che magari hanno ben altri beni alle Isole Cayman o in qualche altro paradiso fiscale e che se ne sbattono se la loro “fabrichetta” ha chiuso mandando a casa i propri dipendenti.

“Ma sì, mangiamoci ‘sto panettone e chi si è visto si è visto, tanto poi…” Messaggio rimarcato dall’espressione del paffuto commensale che scrolla le spalle e accenna un’espressione di soddisfazione mista a menefreghismo.

Spot Tre Marie Natale 2014
Spot Tre Marie Natale 2014

“A Natale c’è un lusso che ti puoi sempre permettere…” recita il claim dello spot. Ora sì che sto più allegro.

Buon Natale!

Lo spot:

La scheda dello spot su YouMark

 

Sammontana e CocaCola e le pubblicità con effetto catapulta.

Sammontana a CocaCola cosa hanno in comune?

Freschezza, dolcezza e catapulte. Da una parte veniva pubblicizzato il Cono Cinque Stelle, (parliamo di circa 3 – 4 anni fa) attraverso una catapulta collocata sulla bicicletta del mastro gelataio Sammontana. La scia di luce che si veniva a creare era simile ad una cometa ma si apriva immediatamente divenendo una pioggia luminosa come fuochi d’artificio o meteore in caduta libera. La parabola luminosa terminava sotto forma di coni da gustare, appunto i Cinque Stelle. Con “I buoni non si fermano mai”, “Cinque Stelle rende speciale ogni momento… è Sammontana” si chiudeva lo spot.

Mi chiedo se dopo la costituzione del M5S di Grillo la Sammontana abbia pensato di “citare” il policomico per aver copiato il nome dei coni Cinque Stelle (nati negli anni ’90), uno dei prodotti di punta della nota azienda gelatiera di Empoli (FI).

Dall’altra, oggi, troviamo un Babbo Natale che col suo “lancio ad effetto”, sempre effettuato attraverso una catapulta, spedisce in cielo “qualcosa” che forma una scia di luce simile alla stella cometa. Una sorta di ponte tra “sacro e profano” o tra “cattolico e laico”. Il viaggio che la luce compie dona gioia e amore “agli uomini e donne di buona volontà”. Fa smettere di piangere ragazze tristi, fa abbracciare giovani coppie e illumina la notte per poi terminare il suo viaggio, e lo spot, mostrandoci la silhouette bianca su fondo rosso della classica bottiglia di CocaCola. Qui arriva il claim “Anch’io credo in voi”, firmato “Babbo Natale”. Un po’ stucchevole per i miei gusti, e non mi riferisco agli zuccheri contenuti nella nota bibita gassata.

In ogni caso le catapulte sono al centro dei due spot creando di fatto un messaggio associabile metaforicamente al lancio di un prodotto, di un’idea, di un concetto, ecc… Nella prima situazione la comunicazione è più semplice e meno faziosa che nella seconda. Entrambe, comunque, sono realizzate all’insegna della “magia” e dello stupore. La luce è gioia, speranza e felicità.

CocaCola avrà copiato Sammontana? Non credo, probabilmente è solo una coincidenza riconducibile ad una serie di ragionamenti che i creativi avranno fatto, ognuno per il proprio cliente, durante i rispettivi briefing.

Crediti:

Le immagini inserite in questo post sono tratte dai filmati qui inclusi e presenti su YouTube. Immagini e filmati appartengono alle rispettive aziende sopra citate.

Basta poco per vivere insieme il Natale. IKEA comunica in modo intelligente e positivo

IKEA segna un altro punto a suo favore con lo spot dedicato al Natale. Il “piccolo uomo di casa” ci racconta una nuova storia fatta di tradizione, semplicità, famiglia e buoni sentimenti.

Natale fa rima con commerciale e i pubblicitari da sempre lo sanno, almeno da quando CocaCola, negli anni ’30, rilanciò in modo globale l’immagine di Santa Claus. Da allora il Natale, lasciando perdere le questioni religiose, ha assunto un’iconografia ben precisa che nella tradizione americana e nord europea ha trovato terreno fertile per poter germogliare e svilupparsi  nel corso dei decenni.

Il Natale è una grande opportunità commerciale attorno alla quale ruotano prodotti e servizi che in un modo o nell’altro contribuiscono a rafforzare l’immagine stessa di questa festività, riuscendo a plasmarla, decennio dopo decennio, adattandola agli usi e costumi della gente in modo camaleontico, pur mantenendo fermi alcuni elementi che sono insiti nel DNA del Natale “laico”. Parlo delle luci, i colori e le musiche che immancabilmente troviamo nei film, che accompagnano le pubblicità televisive o che si diffondono attraverso i reparti dei centri commerciali.

Il Natale è il momento dell’anno che riesce in qualche modo ad evocare pensieri positivi e buoni propositi e IKEA, con lo spot televisivo realizzato per il Natale 2013, riesce a sintetizzare in pochi secondi quello che spesso non riescono a fare generazioni di registi cinematografici specializzati in film natalizi. Oserei dire neppure alcuni preti in mille oratori e dall’altare. Ebbene sì, l’ho detto. Non mescolo il sacro col profano ma analizzo e tendo a promuovere i media e i relativi contenuti capaci di diffondere sentimenti positivi e dare spazio agli affetti familiari. Oggi, arriva prima e in modo più incisivo “la parola” proferita da un pulpito di un altare o quella proveniente dai mezzi d’informazione digitale di cui siamo circondati? I nuovi profeti 2.0 lo sanno bene…

Che c’è di strano o di male se questi messaggi passano anche attraverso uno spot pubblicitario?

Credo che nella società in cui viviamo, nella quale siamo circondati da notizie negative che spesso sono caratterizzate da tragedie familiari, sia importantissimo trovare qualsiasi mezzo capace di contrapporsi al male attraverso messaggi positivi, o per chi vuol essere più critico, buonisti.

IKEA ha anticipato lo spot natalizio con uno precedente nel quale un bimbo trova nella propria famiglia il supporto necessario per poter raggiungere il proprio obiettivo (vedi post). Attraverso una sorta di metafora IKEA ci ha mostrato un quadro, pur contenente un messaggio pubblicitario, nel quale pochi secondi di televisione si trasformano in pillole di positività. Con “basta poco per crescere insieme” il precedente spot IKEA promuove i propri prodotti attraverso il  valore delle “piccole cose”, dei gesti che apparentemente possono sembrare insignificanti ma che di fatto hanno una grande importanza, magari non apparentemente per chi li compie ma, almeno in questo caso, per colui che li riceve.

Immagine tratta dallo spot natalizio 2013 dell'IKEA
Immagine tratta dallo spot natalizio 2013 dell’IKEA

Basta poco per vivere insieme il Natale“, ecco il messaggio che accompagna lo spot IKEA per il Natale 2013.

Solito ambiente familiare e solito bimbo attivo e pieno di energie, pronto a nuove sfide. Questa volta il piccolo uomo di casa si prepara per il grande evento: la notte di Natale. Come tutti i bimbi è emozionato e non sta nella pelle. Guarda dalla finestra, prepara il piatto di biscotti appena sfornati dalla mamma e li dispone accuratamente su un tavolo assieme ad un bicchiere di latte, come nella buona tradizione natalizia. Apre il divano letto e scrive un messaggio nel quale invita l’atteso ospite a “riposarsi qui”, indicandogli con un cartello il comodo divano letto, ovviamente IKEA, come tutto il resto degli arredi e complementi proposti nello spot, senza troppa ostentazione. Il nonno, come nel precedente episodio di quella che oramai possiamo definire la “sitcom Ikea”, osserva e poi aiuta il bimbo nei suoi propositi.

E’ tutto pronto, arriva la magica notte. Per un istante tutto si ferma, anche il brano musicale che accompagna lo spot. La nuova versione della famosa Deck the Halls realizzata appositamente per IKEA e cantata da Eleisha Eagle.

Il bimbo si alza dal letto, percorre gli ambienti della casa illuminati solo dal chiarore delle luci che provengono dalle finestre e dall’immancabile adorno, luccicante albero di Natale. L’ospite tanto atteso è finalmente arrivato e non è Babbo Natale, come si potrebbe pensare guardando per la prima volta lo spot. E’ il fratello più grande, altro punto di riferimento per il piccolo della famiglia. Con un caldo, emozionante, sussurrato “Ben tornato fratellone” il bimbo accoglie il proprio caro che rientrato nella notte, da chissà dove, giace dormiente sul divano letto. La lunga attesa è stata ampiamente ripagata e il piccolo protagonista torna contento verso la sua cameretta, o così si presume che faccia.

Immagine tratta dallo spot natalizio 2013 dell'IKEA
Immagine tratta dallo spot natalizio 2013 dell’IKEA

Ebbene, sì. La prima volta che ho visto questo spot mi sono emozionato e non mi vergogno a dirlo. Probabilmente è segno di senilità precoce o forse di un sana emozione che evidentemente può scaturire anche attraverso uno spot pubblicitario che i questo caso diventa un veicolo di positività. E’ quindi possibile comunicare sentimenti ed emozioni attraverso un messaggio breve e intenso, anche se creato per scopi commerciali.

E se purtroppo il Natale è diventato eccessivamente commerciale, ben vengano quegli spot in cui il Natale torna ad essere un momento speciale.

Brava IKEA e complimenti al team della AUGE, l’agenzia di comunicazione che ha creato questo spot.

Immagine tratta dallo spot natalizio 2013 dell'IKEA
Immagine tratta dallo spot natalizio 2013 dell’IKEA

Lo spot:

Crediti e approfondimenti:

Altri post su questo blog dedicati agli spot IKEA:

Stefano… la crema spalmabile che aspettavo.

Ho visto… creme spalmabili al cioccolato copiare bibite gassate al caramello nella disperata ricerca di un’idea pubblicitaria geniale.

Ho_Visto_CoseE pensare che entrambi i prodotti sono tra i più venduti al mondo e che registrano vendite da capogiro. C’era bisogno di “personalizzare” un’etichetta di un prodotto commerciale con il nome di una persona? Evidentemente “ai più” la cosa deve proprio piacere tanto.

Dedicato a chi da domani preferirà sentirsi chiamare: “Cioccolatino”.

Se non l’avete vista… ecco il frame in questione della pubblicità a cui mi riferisco:

stefano - su confezione Nutella
stefano – su confezione Nutella

…e questo è lo spot