Le idee sono nell’aria… o vengono dallo spazio?

Ci sono dei momenti in cui avverti un déjà vu.

Corsi e ricorsi della… mente ma anche della storia. E’ il caso dello spot dei Rotoloni Regina

Qualche sera fa ho visto lo spot dei Rotoloni Regina. Sul momento mi è venuto un “mancamento”, non tanto perché mi era balzato alla mente che avevo finito la carta igienica ma perché nel 2012 pubblicai un libro…

…no, non faceva proprio cag.. ma, hem… dire libro è una cosa grossa. Uff! Mi sono infilato in un casino. Anche dire “è una cosa grossa” in questo contesto è piuttosto equivocabile.

Diciamo che ho pubblicato un sogno, trasformato in carta stampata che ha preso la forma di un libro.

Quindi, dicevo, pubblicai questo “oggetto in carta, multipagina”, non igienica, attraverso il quale ho raccontato le avventure dell’astronauta John Doe, svolte prima delle missioni Apollo della NASA . Fu incaricato, in seno alla missione “GoodMooning!“, di preparare l’allunaggio per la missione ufficiale. Una sorta di “avanscoperta con possibilità di fallimento”, diversamente dalla missione Apollo 11.

logo GoodMooning!

Mi immaginai tutta una serie di situazioni ironiche, paradossali, immaginarie, fantastiche che ho riassunto in 24 brevi racconti illustrati.

A pagina 31 del mio libro è riportato un brevissimo racconto dal titolo “Priorità assolute” che descrive un “momento intimo” della missione vissuto dal mio astronauta durante il quale doveva confrontarsi con un rotolo di carta igienica. Suo malgrado, avrà qualche difficoltà ad impiegare questo “particolare dispositivo”.

John Doe alle prese col SESA, Sistema di Evacuazione delle Scorie Accumulate.
John Doe alle prese col SESA, Sistema di Evacuazione delle Scorie Accumulate.

L’associazione “astronauta” + “carta igienica” mi ha catapultato al mio libro, tanto è vero che mia moglie ed io, vedendo in TV lo spot Regina, ci siamo guardati e abbiamo esclamato all’unisono: “ma è GoodMooning!”.

Beh, le idee sono nell’aria, a portata di mano e di tutti, o per lo meno di chi sa coglierle… Diciamo che questa, forse, viene da più lontano, non di sicuro dal mio libro ma da una visione personale che attinge da quel contenitore infinito che si chiama “retaggio culturale”; in questo caso partorita dal team creativo della Saatchi & Saatchi che ha realizzato lo spot per i rotoli Regina e che trova “linfa vitale” nel contesto delle missioni spaziali e dei luoghi comuni ad essa associati.

“Houston, I have a problem”, frase tormentone del mio libro, pronunciata anche nello spot Regina, è probabilmente una delle più celebri ma anche meno esatta della storia, o per lo meno è una delle più rimaneggiate. Legata alla missione Apollo 13, che non riuscì a raggiungere il nostro satellite per un guasto tecnico, nella versione originale pronunciata dall’astronauta Jack Swigert risulta essere: “Okay, Houston, we’ve had a problem here” traducibile in: “OK, Houston, qui abbiamo avuto un problema” successivamente sintetizzata, enfatizzata e rielaborata dai media dell’epoca per poi arrivare alla versione che tutti noi conosciamo.

In realtà è come dire: “ACI, ho bucato una gomma” o “Caro, mi si è rotto il frullatore” ma detta da un’astronauta, in piena guerra fredda, durante la corsa alla conquista della Luna ha tutto un altro sapore. Qualsiasi frase pronunciata in un momento di crisi avrebbe avuto un effetto dirompente e sarebbe passata alla storia. Dobbiamo essere grati all’addestramento ricevuto dall’astronauta Swigert che gli permise in quel fatidico momento di non pronunciare: “stì gazzi”, altrimenti la storia ci avrebbe regalato ben altro.

Tornando brevemente allo spot della Saatchi & Saatchi  per i Rotoloni Regina, sono rimasto colpito anche dal livello delle immagini, gli FX digitali sono degni di un film di fantascienza, raramente apprezzabili in un spot televisivo, fatta eccezione per certe pubblicità realizzate per il comparto del lusso (gioielli, profumi e auto).

Per chi desidera ulteriori info sullo spot della Saatchi & Saatchi può far riferimento a YouMark! 

Per chi invece volesse ulteriori info sul mio progetto “GoodMooning!” può dare un’occhiata al mio “vecchio blog” o acquistare una copia “del libro” su uno dei tanti store online sotto riportati.

“GoodMooning! Andare sulla Luna è una cosa molto seria …o forse no? Il programma spaziale segreto che portò l’uomo sulla luna.” 24 racconti brevi – © 2012 Phasar Edizioni, Firenze – Copertina, testi e illustrazioni: Stefano Saldarelli – ISBN: 978-88-6358-167-6

 Ulteriori info sulla missione Apollo 13:

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John Doe fece l’albero di Natale, anche se era aprile.

Il programma spaziale segreto GoodMooning! non prevedeva l’allestimento di un albero di Natale ma John Doe, sapendo quando sarebbe partito ma non avendo la certezza di quando sarebbe tornato, decise di portarsene uno con sé…

…come si dice, non si sa mai. E se poi servisse?

Come è noto la Sparrow allunò il 1 aprile 1969 e ripartì dal nostro satellite il 9 di aprile dello stesso mese. Nonostante ciò, John Doe portò con sé un D.A.N. (Dispositivo di Addobbo Natalizio), ancora ad uno stadio sperimentale.

I tecnici a Terra avevano cominciato a testare i vari D.A.N. in vista di una possibile, prossima colonizzazione della Luna. Per fortuna la missione GoodMooning! ebbe successo ed oggi, dai diari di missione fino a poco tempo fa secretati, è emerso che John decise di testare un D.A.N. all’insaputa di Houston.

Oggi, in occasione delle festività natalizie 2013, sono state rese note le immagini esclusive di quel particolare evento. Come vedete le foto sono state restaurate rendendo apprezzabili i colori originali di quegli scatti.

Buone feste!

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Se volete conoscere i fatti che caratterizzarono la missione GoodMooning! potete trovare il diario di missione nei seguenti store online:

amazon

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in_mondadori

feltrinelliPer ulteriori info su GoodMooning! visita il blog

Houston… mi hanno copiato! Allora so’ famoso!!

“Houston We Have a Problem”. Così i media riportarono la frase pronunciata a bordo dell’Apollo 13 nel momento in cui gli astronauti si resero conto che effettivamente la loro situazione era grave.

“Houston I Have a Problem” è anche il tormentone che il mio personaggio John Doe, protagonista del libro “GoodMooning! Andare sulla Luna è una cosa molto seria! …o forse no? Il programma spaziale segreto che portò l’uomo sulla Luna“, pubblicato da Phasar Edizioni nel dicembre 2012, che pronuncia in ogni occasione durante la sua surreale e ironica missione sulla Luna.

Oggi, a distanza di quasi un anno dalla pubblicazione del libro, girando per Prato mi sono imbattuto in uno stendardo pubblicitario che promuove alcune iniziative commerciali proposte da I GIGLI, notissimo Centro Commerciale della piana di Firenze.

Cosa c’è di strano in questo poster? Bè, a parte alcune interpretazioni in chiave approssimativo-fantascientifica che lasciano un po’ il tempo che trovano, parlo degli “incontri ravvicinati con lo shopping” che dovrebbero far leva sui più noti ed affascinanti “incontri ravvicinati del terzo tipo” che comunque non c’incastrano nulla con l’astronauta rappresentato, ciò che mi ha fatto particolarmente incuriosire e porre maggiore attenzione sul messaggio visivo, sono state almeno tre cose che associate insieme creano “l’effetto copia” del mio personaggio. Mi riferisco in particolare ad un racconto breve riportato nel libro GoodMooning! Il racconto si intitola: “Inaspettata vita aliena sulla Luna? Possibili tracce…”

Sul manifesto de I GIGLI compare l’astronauta con un hamburger in primo piano e il claim “Incontri ravvicinati con lo shopping”. Gli incontri ravvicinati si ricollegano agli “alieni” dell’omonimo film di Spielberg, e l’astronauta che occupa gran parte dello spazio del layout si trova circondato di vari oggetti, tra cui, in primissimo piano, un hamburger ben farcito tenuto nella mano sinistra dell’astronauta, come nella mia illustrazione. Quindi, se prendi gli incontri ravvicinati, quindi vuoi evocare gli alieni, prendi un astronauta, gli fai afferrare un hamburger con la mano sinistra, non ti pare che sia qualcosa di più di una normale coincidenza?

Il mio astronauta John Doe si trova in missione sulla Luna, nella mano sinistra impugna un hamburger farcito e, alle sue spalle, c’è l’insegna dell’Alien‘s Burger, il “noto fast food lunare”.

Questa è l’immagine che è stata diffusa con la campagna pubblicitaria de I GIGLI nelle versioni verticale e orizzontale:

Queste invece è l’illustrazione del mio libro (a sinistra) e quella comparsa sulle t-shirt (a destra), quest’ultime realizzate a giugno del 2012 e pubblicate su Blomming.

Bè, sono contento. Alcuni amici mi hanno detto che questa copia non autorizzata dovrebbe essere segnalata e perseguita a norma di legge. Io dico… chi se ne frega! Sono stra contento. Se mi copiano vuol dire che evidentemente qualcosa di interessante e piacevole l’ho creata.

Magari avrei gradito un grazie da parte dell’agenzia di comunicazione che cura l’immagine a I GIGLI e poter mettere in vendita il mio “best seller” a I GIGLI, a titolo ovviamente gratuito, vita natural durante.

…ma sono un artista e purtroppo, vivo di gloria!

P.S. Comunque, caro Sig. I GIGLI, se la suddetta proposta la ritiene fattibile, potrei tralasciare per un momento “la gloria” e piegarmi volentieri al vile denaro. Parliamone.

Book trailer di GoodMooning! – realizzato da me

Promo pubblicitario del libro GoodMooning! – realizzato da TVPrato

Intervista a “Pomeriggio con te” – su TVPrato. Trasmesso in diretta il 19.12.2012

Le bomboniere. Forma, materiali e contenuto sono importanti per potervi rappresentare.

La bomboniera… un argomento ostico ai più, se tra questi ci mettiamo esseri umani di sesso maschile coinvolti nell’organizzazione del proprio matrimonio.

E’ nella tradizione del matrimonio voler lasciare a parenti, amici e invitati, un ricordo, una piccola testimonianza di partecipazione e condivisione di un momento importante vissuto da una coppia. Ma nella scelta delle proprie bomboniere non è difficile precipitare nel kitch o nel banale.

Cosa fare allora per evitare di farsi tirar dietro qualcosa la cui scelta rischia di ricadere nella categoria “banalità”, “assurdità” o peggio “mostruosità”?

Le possibilità di scelta non mancano ma se si ripiega mestamente su ciò che spesso ci viene proposto dai negozi specializzati, il rischio è appunto di dover capitolare su qualcosa di molto simile a ciò che avete ricevuto ad un matrimonio di un vostro amico o conoscente. Insomma, se siete in cerca di originalità dovete pensare fuori dagli schemi.

Per aiutarvi in questa difficilissima scelta vi suggerisco di riflettere, se vi state per sposare e siete in cerca delle vostre bomboniere, su cosa vorreste trasmettere di voi stessi, cosa vi accomuna in termini di passioni, obiettivi e ricordi. Trovate delle cose che vi rappresentano e provate a renderle “qualcosa di concreto”. Partite dal contenitore. Qualcosa dovrete pur utilizzare per contenere i confetti. Già questo è un primo passo, poi ci aggiungerete tutti gli orpelli e accessori vari ma fermatevi solo un istante al contenitore. La forma e la materia sono importanti per potervi rappresentare.

Desidero aiutarvi in questo faticosissimo viaggio verso la “non rassegnazione”. Sì, perché può capitare che pur cercando di partecipare con tutte le buone intenzioni a questa tediosa scelta, voi (parlo agli uomini), vi troviate ad un certo punto ad arrendervi; stanchi, stremati, distrutti e totalmente saturi di tutte le proposte di bomboniere che avete vagliato nell’arco di settimane. Allora cari colleghi uomini, se volete fare una buona figura, non perdere il sonno, ore di vita e forse una futura moglie, cercate di pensare alla bomboniera come ad un piccolo testimone, un biglietto da visita del vostro amore e non ad un mero oggetto che “tanto va fatto”.

Antonella ed io condividiamo diverse passioni. Tra queste la fantascienza. Alla fine dello scorso anno ho scritto un libro di fanta-umorismo che si intitola GoodMooning! Questa premessa è importante, non solo per tentare di incrementare le mie entrate attraverso la vendita del mio libro ma anche per farvi capire quali sono le basi che ci hanno permesso di realizzare le nostre bomboniere e gran parte delle altre cose necessarie per il matrimonio.

Ma andiamo in ordine: Il contenitore. Volevamo qualcosa che rappresentasse il paese di origine di Antonella, Colle di Val d’Elsa (SI). La zona è famosa per la produzione di oggetti in cristallo. Occhio! La parola cristallo è pericolosissima. Si può andare dal “pezzo di vetro” allo Swarovski e nel mezzo troverete una galassia di possibilità e scelte. Girando un po’ abbiamo trovato dei piccoli contenitori in vetro, carini. Qualcosa di acquistabile nei negozi di bricolage, découpage, hobbies e, non ultimi, anche in quelli di articoli per cerimonie. Non certo degli Swarovski ma sicuramente oggettini gradevoli alla vista e al tatto.

Oltre a rappresentare la terra di Antonella il vetro rappresenta la “trasparenza”, intesa come valore, importante nel rapporto di coppia. Quindi, ok per il vetro, e ok per questi barattolini. Come chiuderli una volta riempiti di confetti? Semplice… guarda caso questi barattolini venivano forniti di apposito tappo in sughero. Altro elemento interessante, caratterizzante, caldo, naturale e in contrasto col vetro. Ci Piace!

Adesso cosa aggiungere? Ecco che arriviamo alla fantascienza. La nostra idea era di poter regalare qualcosa che fosse gradito e possibilmente apprezzabile anche a distanza di tempo. Nel mio lavoro di grafico spesso ricorro all’utilizzo di prodotti promozionali, di solito pensati per il B2B; quegli oggetti che vanno dal porta chiavi alla t-shirt, dalla borsa alla cover per gli smartphone. Questi oggetti sono studiati per essere personalizzati con il logo delle aziende o comunque con un’immagine di tipo pubblicitario/commerciale.

Tra i miei fornitori con cui lavoro da anni, ne ho uno in particolare, un mio caro amico che ha una ditta che fornisce questo genere di prodotti offrendo ai propri clienti la possibilità di personalizzarli in tirature limitate.

Pochi mesi prima del mio matrimonio, avevo realizzato con la BusinessOpen di Lucca, questo è il nome della ditta del mio amico Daniele, un lavoro per un mio cliente. Chiavette USB dalla forma particolare su cui avevamo stampato una grafica sui due lati. Forma circolare, poco più grande di una moneta da 2 Euro, totalmente personalizzabile su entrambi i lati con stampa a colori. In quel caso erano state prodotte per una convention aziendale.

L’oggetto in particolare mi era piaciuto subito. Molto hi-tech e sicuramente in linea con i nostri gusti “fantascientifici”… E adesso, via alla personalizzazione.

Ho adattato la grafica che illustra le pagine del mio libro il cui personaggio principale, John Doe, è un astronauta. Ho realizzato per l’occasione la versione femminile (Jessica Hill) e ho creato due sposini nello spazio in luna di miele. Eccovi la grafica del fronte e del retro che ho riprodotto sulla chiavetta USB.

Fronte e retro della chiavetta USB - Personalizzazione grafica
Fronte e retro della chiavetta USB – Personalizzazione grafica

Ma perchè proprio una chiavetta USB?

Perchè all’interno abbiamo deciso di inserirvi una foto  con tutti gli invitati, scattata subito dopo la cerimonia del matrimonio. Durante il pranzo, il nostro meraviglioso, bravissimo e super collaborativo fotografo Luigi Rinaldelli di Firenze e la sua collega collaboratrice Micaela Rostan, si sono messi pazientemente a masterizzare tutte le chiavette USB con la foto che avevamo scattato pochi minuti prima davanti al municipio di Colle di Val d’Elsa. Noi, gli invitati e la nostra compagna di viaggio per quel meraviglioso giorno, la spaziale ed ecologica Renault Twizy.

Questa è la foto che abbiamo consegnato a tutti gli invitati tramite la chiavetta USB.

Foto di gruppo del nostro matrimonio - 15 giugno 2013
Foto di gruppo del nostro matrimonio – 15 giugno 2013

Ecco quindi che la bomboniera prende forma. Abbiamo la bottiglietta di vetro, ci abbiamo legato con un cordoncino di colore bianco e nero la chiavetta USB personalizzata e, all’interno del contenitore, abbiamo inserito dei confetti dalla forma irregolare, tipo sassi di fiume, di colore bianco e altri di colore nero.

Non finisce qui… Sempre tramite la BusinessOpen di Lucca ho fatto realizzare dei piccoli adesivi sagomati in grado di aderire perfettamente alla superficie della bottiglietta e di rientrare all’interno della sagoma del suo profilo. Sull’adesivo ho riprodotto il mio John Doe e Jessica Hill con i nostri nomi. In questo modo, una volta separata la chiavetta USB dalla bottiglietta, su quest’ultima sarebbe rimasta una personalizzazione in grado di ricordare, anche a distanza di tempo, chi ha regalato la bomboniera.

Grafica stampata su adesivo in PVC applicato su un lato della bottiglietta di vetro
Grafica stampata su adesivo in PVC applicato su un lato della bottiglietta di vetro

La bomboniera è finita. Materia, simbolismi, passioni, ricordi e la consapevolezza che almeno la chiavetta USB resterà un oggetto carino, utile e duraturo nel tempo che sarà riutilizzata per tutti gli usi e scopi per cui è nata. La grafica della personalizzazione sopra riprodotta, ricorderà sempre questo momento speciale. Questo è il risultato finale:

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Spero di esservi stato utile. Nessuno ci ha tirato dietro le nostre bomboniere, anzi, gli ospiti ci hanno ringraziato e dimostrato di aver gradito l’idea in generale e soprattutto della foto di gruppo nella chiavetta USB. Presumiamo quindi che il nostro obiettivo sia stato raggiunto.

Se volete ulteriori info su questo progetto creativo e su come realizzare qualcosa di simile, ma VOSTRO, contattatemi!

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