Volare con i droni è possibile ma rispettando tutte le regole

Tra regole, scuole di pilotaggio e polizze assicurative pare impossibile per un “dronista” comprendere come poter operare in modo corretto e nel pieno rispetto della legge, ma pare che si intraveda la “la luce in fondo al tunnel”. 

Negli ultimi due weekend mi sono fatto un full-immmersion tra i workshop italiani interamente dedicati ai droni civili.

dronexpoIl primo, DronExpo, si è svolto in Toscana in provincia di Lucca presso l’areoporto di Capannori nei giorni 16 e 17 maggio.  Nel corso della due giorni  si sono avvicendati numerosi tecnici e relatori che hanno parlato di droni, della sicurezza, delle tecnologie, delle assicurazioni e, non per ultimo, del regolamento ENAC.

La manifestazione ritengo sia stata un successo. Pur presentandosi come prima manifestazione del genere, quindi alla prima edizione, ha saputo condensare e trasferire numerose informazioni, utili a tutti coloro che si vogliono cimentare con le tecnologie dei droni per impieghi civili e diventare piloti professionisti.

Poiché l’argomento è piuttosto sentito e di un certo interesse, vado immediatamente a parlare delle cose più rilevanti che sono emerse nel corso della due giorni lucchese.

Ciò che è emerso fin da subito è il tema della sicurezza, intesa come il fulcro sul quale deve ruotare tutta l’attività di pilota di droni. Sicurezza intesa come gestione e conoscenza del proprio aeromobile, indipendentemente dalla grandezza e costo del drone, e sicurezza intesa come cultura, apprendimento e applicazione di tutte le regole di comportamento, in gran parte riportate nel regolamento dell’aria e, più recentemente, dal 30 aprile scorso, definite nello specifico per i droni attraverso il nuovo Regolamento dei Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto, redatto da ENAC.

DronExpo01Luca Mariotti, ingegnere e responsabile di Cam, coadiuvato da Valerio Badalassi, nel corso del proprio intervento, ha fatto un rapido excursus sulla storia dei droni, dai loro albori ad oggi. Inoltre ha simulato, per sommi capi, la costruzione di un drone open source del quale è possibile scaricare i progetti di costruzione direttamente dal sito della Zefiro Ricerca Innovazione dove possiamo vedere integralmente l’intervento di Mariotti durante la manifestazione. Per chi fosse interessato ecco il link.

Questo primo intervento è stato particolarmente utile per mostrare le componenti di un drone evidenziando fin da subito alcuni aspetti che ritengo siano ineludibili per chi opera con i droni, in particolare la scelta dei materiali e le tecniche di costruzione. Di fatto i droni sono equiparati ad aeromobili, a tutti gli effetti. Come tali, anche i materiali e le procedure di costruzione, devono rispettare gli standard aeronautici in modo da escludere criticità nei processi di costruzione e l’uso di materiali ed elettroniche di “dubbia provenienza” o comunque derivanti dall’aeromodellismo. E’ stato messo in luce che ad oggi, gran parte dei droni che sono in commercio, quelli acquistati online o assemblati, utilizza un’elettronica paragonabile a quella dei telecomandi e dei televisori di casa. Siamo decisamente lontani da ciò che viene richiesto in ambito di progettazione e costruzione nel settore aeronautico.

Emerge che i droni dovranno essere realizzati con ridondanze di sistemi (le parti elettroniche in particolare), dispositivi data link  (semplificando: radiocomando e ricevente) in grado di operare in qualsiasi condizione, sistemi di prossimità e dispositivi di “abbandono missione” (Sistema di terminazione del Volo in modo manuale), in grado di intervenire sui motori del drone per fermarlo e farlo precipitare. Perderete il drone ma magari eviterete di recare danni a cose o persone in caso di emergenze, avarie, ecc.

Quindi, già il primo punto sancisce di fatto l’esigenza di avvalersi di nozioni tecniche specialistiche come costruttore di droni o di avvalersi di una struttura specializzata in grado di fornire droni certificabili come aeromobili, non come aeromodelli, costruiti secondo i più rigorosi standard del settore.

Le assicurazioni. L’intervento di Alessandro Terzani, broker assicurativo, ha manifestato al pubblico l’esigenza da parte delle compagnie assicurative, di acquisire dati ed esperienze che gli stessi operatori del settore potranno e dovranno fornire, al fine di poter elaborare prodotti mirati e dai costi più contenuti possibile. Attualmente ci sono dei prodotti assicurativi derivanti da esperienze di altri paesi, come l’Inghilterra e la Francia, ma con polizze che tengono conto dei regolamenti in vigore nei Paesi in questione e con una casistica di rischio piuttosto esigua. Polizze che si aggirano dai 600 Euro ai 2000 a seconda del settore di impiego del drone e del relativo rischio da assicurare.

In sintesi, i prodotti assicurativi per i droni civili operanti in italia, sono attualmente in fase di definizione o saranno comunque oggetto di revisione e perfezionamento nel corso del tempo, proprio perchè il settore in particolare è praticamente agli albori e non ha ancora generato dati sufficienti su cui basare prodotti assicurativi adeguati.

Argomento sentitissimo e partecipato, è stata la Circolare ENAC Mezzi aerei a pilotaggio Remoto che ha visto come relatore l’Ing. Carmine Cifaldi, Direttore della Direzione Regolazione Certificazione Prodotti Aeronautici ENAC.

A mio modesto parere sono stati chiariti alcuni spetti emersi con la pubblicazione della Circolare e del Regolamento ad essa collegato. Purtroppo però, data la quantità di argomenti di cui discutere e la non facile comprensione di alcuni punti riportati nella suddetta documentazione, sono emerse ulteriori incertezze e dubbi tra i presenti.

Riassumendo:

il pilota di droni deve certificare il proprio operato attraverso un corso di apprendimento delle regole dell’aria, riconosciuto da ENAC. Questi corsi sono accessibili presso gli Aeroclub riconosciuti attraverso i quali è possibile iscriversi anche solo alla parte teorica del corso per diventare piloti di ultraleggeri o di volo a vela.

Da non dimenticare che un pilota di SAPR deve essere in possesso e in corso di validità del certificato medico di seconda classe in accordo al Regolamento ENAC. A tal proposito ecco l’Elenco Esaminatori Aeromedici (AME) presenti in Italia e in grado di rilasciare il certificato.

Un pilota di drone non opera mai da solo ma deve avvalersi di una struttura adeguata e preparata. Questo a partire dall’OPERATORE, figura enigmatica di dubbia collocazione in questo contesto che, da quel che ho capito e si legge dal Regolamento Enac, trattasi di una figura diversa dal pilota e che si assume tutte le responsabilità civili e penali derivanti dall’attività in questione. Inoltre esiste una terza figura che è l’OSSERVATORE SAPR che coadiuva il PILOTA REMOTO durante le operazioni di volo. In pratica, la propria organizzazione deve essere composta da almeno tre figure distinte.

Differenze sostanziali tra uso di droni in ambito sportivo/ricreativo e per uso professionale. In pratica, l’aeromodellista può volare con un drone, solo all’interno di spazi confinati, detti campi di volo autorizzati da ENAC, dove di solito operano le associazioni di aeromodellismo locali e nazionali. Il pilota aeromodellista deve comunque stipulare un’assicurazione che spesso è compresa all’interno della quota d’iscrizione all’associazione aeromodellistica. Comunque sia, anche il pilota aeromodellista deve possedere un’assicurazione di responsabilità civile. In tal caso si parla di poche decine d’euro.

Cambia la questione per coloro che operano in ambito professionale e che devono stipulare un’assicurazione adeguata alla propria attività.

Il drone deve essere certificato. Anche questo punto è ancora un po’ “nebuloso”. Se da una parte viene detto che l’operatore SAPR può avviare una procedura di certificazione del proprio mezzo, che poi sottoporrà all’attenzione dell’ENAC, dall’altra viene evidenziato che i droni dovrebbero essere costruiti secondo i criteri dettati dagli standard aeronautici. Oltretutto in questo momento chi costruisce e chi certifica può essere la medesima azienda o persona…

DronExpo02Altro punto fondamentale da sapersi, è la questione delle sanzioni per il mancato rispetto delle regole dell’aria in generale e più nello specifico del Regolamento dei mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto. Durante l’intervento del Dott. Francesco Trozzi, Vice Questore della Polizia di Stato, 8° Reparto volo Firenze, Questura di Firenze. sul tema “La compatibilità tra l’uso dei SAPR e le leggi di Pubblica Sicurezza” è emerso, tra l’altro, che l’inosservanza di quanto riportato nei suddetti Regolamenti è sanzionabile applicando l’Art. 650 del Codice Penaleche invito a leggere integralmente attraverso il link che ho riportato. Quindi, per coloro che fino ad ora pensavano che, se il Regolamento non riporta sanzioni “posso operare comunque tanto non mi fanno nulla”, è bene che comprenda anche questo punto, oltre a tutte le conseguenze possibili che possono verificarsi in materia di sicurezza derivanti dall’inosservanza del Regolamento ENAC.

La due giorni del DronExpo ha portato all’attenzione una serie di argomenti tutti molto interessanti e utili che richiedono ulteriori approfondimenti.

Merita una citazione la presentazione del progetto toscano IDINTOS, l’idrovolante biposto, progettato dall’Università di Pisa e finanziato dalla Regione Toscana per la promozione di un polo aeronautico in Toscana. Un progetto unico e avveniristico che pone l’eccellenza italiana, e soprattutto toscana, lasciatemelo dire con un po’ di sano campanilismo, a competere a pieno diritto con le più grandi realtà internazionali che operano nella costruzione di aeromobili per l’aviazione civile. Per coloro che fossero interessati ad approfondire l’argomento consiglio di visitare il sito IDINTOS.

Concludendo sulla DronExpo di Capannori. Un bel 10 e lode per gli argomenti trattati, per il livello e numero di relatori che sono intervenuti e per la location che non poteva essere più appropriata di quella offerta dall’Aeroporto di Capannori.

Mi scusino tutti gli altri relatori che non ho citato e che sono intervenuti alla manifestazione, contribuendo con la loro presenza a renderla ricca e di alto livello ma il mio scopo, attraverso questi post, è di dare delle puntuali e pratiche informazioni, cercando di essere il più esaustivo possibile, a coloro che, “adesso, devono prendere il loro drone e uscire di casa per andare a lavorare”.

Detto ciò, questo vale anche per gli argomenti che tratterò riferiti alla manifestazione romana dedicata ai droni. Quindi…

Roma Drone Expo & Show:

RomaDroneExpoShow

Come era immaginabile, la manifestazione ha destato un incredibile interesse palesato dall’elevatissima affluenza di visitatori. Posso raccontare della mia esperienza del sabato, non mi sono trattenuto oltre per motivi vari,  ma lascio volentieri spazio a tutti coloro che vogliono aggiungere qualcosa in merito a ciò che emerso durante gli interventi della domenica.

Location: Stadio Alfredo Berra messo a disposizione dall’Università Roma 3. Ottimo sotto il profilo delle aree verdi, per la grandezza della location che ha permesso di contenere i numerosi stand, le aree convegno e soprattutto il numero incredibile di visitatori. Pensate che per entrare sono rimasto in coda per circa quaranta minuti.

DronExpo03

Veniamo al dunque, come piace fare a me.

Nel corso dei workshop si è parlato a lungo del tema sicurezza. Come per l’evento di Capannori. La cosiddetta “Safety” è stato l’argomento più dibattuto e sentito. Da circa 5 anni la Commissione Europea si sta occupando dei droni civili, degli aspetti assicurativi e della sicurezza in generale. Entro il 2016 i cieli europei saranno solcati da droni civili con un peso superiore ai 150Kg e questo, come è immaginabile, comporta, da parte di tutti gli attori del comparto, un lavoro decisamente immane per poter operare tra un paio d’anni con questo tipo di aeromobili a controllo remoto, nel pieno rispetto delle regole e soprattutto per garantire la massima sicurezza dei cittadini e la salvaguardia dei beni pubblici e privati.

Anche a Roma è emerso che le compagnie assicurative al momento non sono preparate adeguatamente ad affrontare un mercato che sta avendo un’espansione incredibile e che conta ad oggi circa il 10% del fatturato generale derivante dal comparto aeronautico civile. Mancano dati attendibili e una casistica di incidenti (ahimè questo è un fatto) utili a determinare tutti i rischi possibili e a formulare i prodotti più adatti per il settore. Diciamo pure che le compagnie assicurative,  in attesa di comprendere meglio tutti i fattori di rischio, al momento mantengono una posizione conservativa offrendo premi assicurativi piuttosto elevati, soprattutto in rapporto a quelli che già esistono per gli aeromobili “tradizionali”.

Quindi, in materia di polizze per i droni, ci sono dei prodotti, esistono, variano a seconda dell’uso che viene fatto del drone e comunque, al momento, i costi sono piuttosto elevati.

Nel corso delle conferenze è stato ribadito che in caso di incidente col drone risponde l’operatore SAPR e che presto le polizze assicurative saranno basate anche e soprattutto sulle caratteristiche tecniche del drone stesso. Tra cui, come richiede l’Europa, la presenza a bordo di sistemi anti collisione e di un adeguato sistema di sicurezza delle comunicazioni (data-link).

Un occhio particolare sarà dedicato alla Privacy che a seconda dell’impiego che verrà fatto del drone avrà incidenze diverse e altrettante ripercussioni pratiche.

La presenza dell’Ing. Cifaldi dell’ENAC è stata motivo di un lungo alternarsi di domande e risposte che in linea di massima hanno dato sì soddisfazione al numeroso pubblico composto da operatori del settore e dai membri degli organi della stampa ma hanno anche suscitato altrettanti dubbi e domande le cui risposte si spera possano arrivare presto. Scenario simile a quello visto a Capannori.

Una notizia positiva e importante per tutti gli operatori SAPR arriva proprio dall’ENAC che con l’Università La Sapienza di Roma in “Gestione dell’Aviazione Civile”, in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma e l’Istituto Superiore Antincendi, organizza un ​Workshop di aggiornamento sul Regolamento “Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto” che si terrà a ROMA il 10 giugno. Sarà un appuntamento attraverso il quale il legislatore offrirà agli operatori del settore tutti i chiarimenti del caso, adoperandosi anche come ricettore di suggerimenti e di critiche costruttive tese a migliorare il Regolamento, oggetto del workshop. Pertanto, vi consiglio di mettere in agenda questo appuntamento e di visitare il sito ENAC dal quale potrete prendere gli aggiornamenti relativi agli orari e alla sede dove si svolgerà il workshop.

Molto interessante, a mio parere, è stato l’intervento del Comandante Arturo Radini responsabile della Task Force Tecnica della Fondazione 8 ottobre 2011 la cui significativa e competente presenza ha permesso di sollevare corrette osservazioni che ho colto come ulteriori spunti di riflessione, rivolti soprattutto all’attenzione dell’ENAC, oltre che a tutti i convenuti. In particolare è stato evidenziato che chi costruisce non dovrebbe essere anche il certificatore del mezzo costruito e che tutta la filiera di costruzione del drone dovrebbe ricalcare in qualche modo quella del settore aeronautico civile.

In altre parole, questo è come l’ho interpretata io: ad un operatore SAPR, non è possibile (e aggiungerei non è corretto) affidare la responsabilità tecnico costruttive di un apparato che di fatto è un aeromobile. Servono delle competenze e pur avendo queste competenze non si può essere certificatori di se stessi, occorre un certificatore esterno in grado di omologare i droni al volo e di affidare agli operatori SAPR prodotti sicuri. Da adesso in poi credo che le case costruttrici italiane, ma soprattutto quelle straniere che hanno imperversato sul web e che hanno venduto centinaia di droni “ad uso professionale” solo perché magari erano in grado di trasportare una reflex o perché avevano 6 – 8 rotori e un po’di carbonio, dovranno seriamente mettersi a lavorare per certificarsi come azienda di costruzioni aeronautiche civili e produrre droni di alto livello qualitativo. E’ ovvio che in tutto questo scenario, lo Stato italiano, attraverso l’ENAC e gli enti preposti al controllo e alla certificazione, dovrà munirsi di strutture e di un’organizzazione adeguata all’omologazione dei droni. “Troppo facile” addossare tutte le responsabilità al pilota o all’operatore SAPR che oggi si vede indicato anche come costruttore e certificatore del proprio mezzo. Perdonate la nota “leggermente polemica”.

La parte SHOP di questo evento è stata caratterizzata dalla nutrita presenza sia di costruttori di droni sia di operatori e tecnici che già lavorano nel settore. Ho percepito, dal livello degli espositori, una grande competenza e conoscenze tecniche che lasciano ben sperare in un imminente arrivo di droni omologati e pronti al volo, magari proprio made in Italy, me lo auguro vivamente.

Durante la manifestazione, nonostante le prime notizie che davano “droni tutti a terra”, ENAC ha autorizzato delle esibizioni di volo, in un’apposita area delimitata e controllata, ad una quota piuttosto bassa ampiamente al di sotto delle cime degli alberi. Ovviamente questo è andato a beneficio del pubblico che ha potuto assistere e gradire la dimostrazione di alcuni droni davvero particolari che vengono impiegati in vari ambiti.

DronExpo05Nel nutrito corollario di droni civili presenti all’Expo romano, spiccava tra tutti uno in particolare, ad ala fissa, ad uso militare appartenente all’Esercito Italiano. Orgoglio per il nostro Paese ed evidente testimonianza dell’alto livello tecnico, preparazione e di equipaggiamento delle nostre forze armate.

So che al termine di questo lungo e forse tedioso excursus sui due workshop dedicati ai droni, molti di voi avrebbero voluto risposte più precise. So anche che ad alcuni di voi verrebbe la voglia di dire “mollo tutto” ma, attraverso il mio modo appassionato, sicuramente non giornalistico (senza alcuna pretesa di esserlo) e talvolta ironico, cerco di dare anche un segnale positivo.

Nella quantità di informazioni e dati che stanno confluendo all’interno del settore dei droni, comincio a intravedere “qualche schiarita”.

La mia conclusione, al momento, resta quella che ho riportato in altri post dedicati all’argomento droni, ovvero, che l’attività del “dronista” non potrà essere appannaggio di un singolo ma sarà caratterizzata dalla presenza sul territorio di strutture specializzate e capaci di reggere investimenti. Non più droni derivanti da tecnologie aeromodellistiche ma droni costruiti secondo gli standard aeronautici, quindi altre caratteristiche e altri costi. A questo vanno aggiunte le assicurazioni, le certificazioni, la manutenzione della propria flotta e i costanti aggiornamenti. E’ comprensibile che il “piccolo imprenditore” non avrà molte possibilità di competere con le realtà più grandi a meno che non si prepari adeguatamente per essere capace di mettersi a disposizione del mercato per collaborare o “farsi assorbire” dalle realtà più grandi che saranno costantemente alla ricerca di operatori capaci e qualificati.

I want to believe…

Voglio crederci!
Voglio crederci!

Ovviamente resto disponibile per eventuali precisazioni, interventi, rettifiche e integrazioni da parte dei diretti interessati e di coloro che desiderano lasciare su questo post la propria testimonianza o commento.

Link utili:

Altri post su questo blog dedicati ai droni:

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DronExpo – Capannori (LU) il 16 e 17 maggio

Perdonate la fretta ma ci tenevo ugualmente a informare i miei amici dronisti, nonostante non riesca in questo post a parlare in modo esaustivo, come meriterebbe, di questo evento. Mi riprometto di farlo la settimana prossima riportando tra questa pagine ciò che emergerà nel corso della manifestazione a cui assisterò.

dronexpoSegnatevi questa data e luogo: 16 e 17 maggio, presso l’areoporto di Capannori, in provincia di Lucca (facilissimo da raggiungere dalla FI-Mare). La manifestazione si chiama DronExpo e, come si legge sul sito della Zefiro Ricerca & Innovazione Srl, l’evento ospiterà: “Workshop, Conferenze tecnico scientifiche e Dimostrazioni di Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto (SAPR) per applicazioni civili nell’industria, agricoltura, soccorso e sicurezza pubblica, monitoraggio e prevenzione ambientale, protezione civile, aerofotografia, aerofotogrammetria e telerilevamento”. Ma anche molto altro come si evince dal programma.

Credo sia un appuntamento importante per tutti gli operatori del settore. 

Cliccando qui potrete scaricare il programma dell’evento.

L’acccesso al DronExpo è libero, quindi niente biglietto d’ingresso e non occorre registrarsi per assistere ai workshop in programma.

Ci vediamo a Capannori venerdi mattina.

Siti di riferimento, per ulteriori informazioni:

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Tazze, mug, cup… stupire, comunicare, decorare e promuovere la propria immagine

Arriva dalla tradizione anglosassone ed è diventata un vero oggetto di culto, piacevole da utilizzare e bella da vedersi. Parliamo della tazzona in ceramica o per chi preferisce MUG all’americana.

Sono solitamente oggetti che hanno una storia a sé, non sono relegati in rigorosi set da 2, 4 o 6 come invece accade per le nostre tazzine da caffè. “Lei” è solitaria, unica, grande. Offre un’ampia area di personalizzazione, chimera di ogni creativo che abbia la voglia di cimentarsi per renderla davvero unica e speciale.

La tazza americana è un oggetto che evoca scenari lontani, film in cui si sorseggiano bevande calde e fumanti che corroborano il corpo mitigando il rigore dei freddi inverni. In ufficio o a casa la tazza mug è onnipresente nella vita degli anglosassoni a tal punto da essere stata prodotta anche nella versione in cartone usa e getta che permette di gustarsi un caffè anche passeggiando all’aperto. L’ho potuta sperimentare a Londra e vi garantisco, se uno non ha mai provato prima, che è roba da grandi ustioni.

Da qualche tempo la mug è diventata anche per noi un oggetto in uso presente nei nostri scaffali o credenze di casa. Magari noi ne facciamo un utilizzo più sporadico come tazza per il caffè usandola in alcuni casi come soprammobile, portapenne, porta matite o addirittura come porta spazzolini da denti. Questo uso differente è dovuto principalmente alla cultura del caffè all’italiana o alla napoletana che richiede un rituale tutto particolare che impone un rigoroso uso della tazzina classica.

Alberto Sordi
Alberto Sordi

Per chi invece come me preferisce “sciacquoni” lunghi “all’americana” la mug è l’ideale per sorseggiare con calma una bevanda calda e non è detto che debba essere per forza caffè; per il tè ad esempio è fantastica.

La tazza mug solitamente è bianca e il suo candore è stato fonte di ispirazione per molti grafici, artisti e designer che hanno deciso di adornarne la superficie con grafiche di ogni genere. Questo ha permesso alla tazza mug di diventare spesso un oggetto da collezione.

Nel settore della pubblicità e promozionale in genere, la tazzona da caffè ha trovato un’importante collocazione che le ha permesso di campeggiare all’interno di negozi di souvenirs oppure è stata ampiamente adottata come branding gadget per regalarla ai clienti e distribuirla all’interno del proprio team di lavoro.

Con l’avvento delle tecnologie digitali, in questo caso della sublimazione, è possibile oggi realizzare una produzione, anche limitata, di tazze personalizzate. Lavorando nel settore della pubblicità e comunicazione visiva ho potuto avvalermi di tali tecnologie e soluzioni potendo realizzare alcune serie limitate di mug con grafiche mie.

Questo è stato fattibile anche grazie alla preziosa collaborazione della Business Open di Lucca. E’ una realtà commerciale che fornisce servizi e prodotti B2B per la promozione in generale. Uno dei punti di forza della Business Open, oltre che offrire la possibilità di attingere ad un catalogo di prodotti promozionali personalizzabili praticamente infinito, è riscontrabile nella capacità di realizzare produzioni limitate. Dalla campionatura fino alla tiratura definitiva mantenendo i costi sotto controllo e producendo in base alle effettive esigenze del committente, senza dover fare magazzino.

La MUG della BusinessOpen è un prodotto interessante per chi opera nel promozionale, nel design, per chi fa branding, marketing, ecc. La stampa in sublimazione permette di riprodurre foto e disegni rispettando fedelmente i colori e mantenendoli inalterati nel tempo, anche se la mug viene sottoposta a lavaggi frequenti in lavastoviglie. Uso spesso le tazze che ho realizzato come campionatura per i miei lavori e a tutt’oggi le grafiche sono ancora perfette.

Data la possibilità di poter realizzare anche pochi pezzi la Business Open può essere un partner interessante per tutte quelle realtà che hanno l’esigenza di comunicare e  rinnovare spesso la propria immagine variando i messaggi pubblicitari. La tazza mug è un prodotto molto attrattivo in grado di suscitare interesse e di resistere nel tempo (fatta eccezione per rotture accidentali) divenendo un prodotto promozionale efficace, elegante e di design.

Se siete alla ricerca di un prodotto promozionale, che dia valore alla vostra immagine, a basso costo di produzione e che possa essere gradito ai vostri interlocutori, la tazza mug è sicuramente l’oggetto che può fare la differenza.

Link correlati:

Le bomboniere. Forma, materiali e contenuto sono importanti per potervi rappresentare.

La bomboniera… un argomento ostico ai più, se tra questi ci mettiamo esseri umani di sesso maschile coinvolti nell’organizzazione del proprio matrimonio.

E’ nella tradizione del matrimonio voler lasciare a parenti, amici e invitati, un ricordo, una piccola testimonianza di partecipazione e condivisione di un momento importante vissuto da una coppia. Ma nella scelta delle proprie bomboniere non è difficile precipitare nel kitch o nel banale.

Cosa fare allora per evitare di farsi tirar dietro qualcosa la cui scelta rischia di ricadere nella categoria “banalità”, “assurdità” o peggio “mostruosità”?

Le possibilità di scelta non mancano ma se si ripiega mestamente su ciò che spesso ci viene proposto dai negozi specializzati, il rischio è appunto di dover capitolare su qualcosa di molto simile a ciò che avete ricevuto ad un matrimonio di un vostro amico o conoscente. Insomma, se siete in cerca di originalità dovete pensare fuori dagli schemi.

Per aiutarvi in questa difficilissima scelta vi suggerisco di riflettere, se vi state per sposare e siete in cerca delle vostre bomboniere, su cosa vorreste trasmettere di voi stessi, cosa vi accomuna in termini di passioni, obiettivi e ricordi. Trovate delle cose che vi rappresentano e provate a renderle “qualcosa di concreto”. Partite dal contenitore. Qualcosa dovrete pur utilizzare per contenere i confetti. Già questo è un primo passo, poi ci aggiungerete tutti gli orpelli e accessori vari ma fermatevi solo un istante al contenitore. La forma e la materia sono importanti per potervi rappresentare.

Desidero aiutarvi in questo faticosissimo viaggio verso la “non rassegnazione”. Sì, perché può capitare che pur cercando di partecipare con tutte le buone intenzioni a questa tediosa scelta, voi (parlo agli uomini), vi troviate ad un certo punto ad arrendervi; stanchi, stremati, distrutti e totalmente saturi di tutte le proposte di bomboniere che avete vagliato nell’arco di settimane. Allora cari colleghi uomini, se volete fare una buona figura, non perdere il sonno, ore di vita e forse una futura moglie, cercate di pensare alla bomboniera come ad un piccolo testimone, un biglietto da visita del vostro amore e non ad un mero oggetto che “tanto va fatto”.

Antonella ed io condividiamo diverse passioni. Tra queste la fantascienza. Alla fine dello scorso anno ho scritto un libro di fanta-umorismo che si intitola GoodMooning! Questa premessa è importante, non solo per tentare di incrementare le mie entrate attraverso la vendita del mio libro ma anche per farvi capire quali sono le basi che ci hanno permesso di realizzare le nostre bomboniere e gran parte delle altre cose necessarie per il matrimonio.

Ma andiamo in ordine: Il contenitore. Volevamo qualcosa che rappresentasse il paese di origine di Antonella, Colle di Val d’Elsa (SI). La zona è famosa per la produzione di oggetti in cristallo. Occhio! La parola cristallo è pericolosissima. Si può andare dal “pezzo di vetro” allo Swarovski e nel mezzo troverete una galassia di possibilità e scelte. Girando un po’ abbiamo trovato dei piccoli contenitori in vetro, carini. Qualcosa di acquistabile nei negozi di bricolage, découpage, hobbies e, non ultimi, anche in quelli di articoli per cerimonie. Non certo degli Swarovski ma sicuramente oggettini gradevoli alla vista e al tatto.

Oltre a rappresentare la terra di Antonella il vetro rappresenta la “trasparenza”, intesa come valore, importante nel rapporto di coppia. Quindi, ok per il vetro, e ok per questi barattolini. Come chiuderli una volta riempiti di confetti? Semplice… guarda caso questi barattolini venivano forniti di apposito tappo in sughero. Altro elemento interessante, caratterizzante, caldo, naturale e in contrasto col vetro. Ci Piace!

Adesso cosa aggiungere? Ecco che arriviamo alla fantascienza. La nostra idea era di poter regalare qualcosa che fosse gradito e possibilmente apprezzabile anche a distanza di tempo. Nel mio lavoro di grafico spesso ricorro all’utilizzo di prodotti promozionali, di solito pensati per il B2B; quegli oggetti che vanno dal porta chiavi alla t-shirt, dalla borsa alla cover per gli smartphone. Questi oggetti sono studiati per essere personalizzati con il logo delle aziende o comunque con un’immagine di tipo pubblicitario/commerciale.

Tra i miei fornitori con cui lavoro da anni, ne ho uno in particolare, un mio caro amico che ha una ditta che fornisce questo genere di prodotti offrendo ai propri clienti la possibilità di personalizzarli in tirature limitate.

Pochi mesi prima del mio matrimonio, avevo realizzato con la BusinessOpen di Lucca, questo è il nome della ditta del mio amico Daniele, un lavoro per un mio cliente. Chiavette USB dalla forma particolare su cui avevamo stampato una grafica sui due lati. Forma circolare, poco più grande di una moneta da 2 Euro, totalmente personalizzabile su entrambi i lati con stampa a colori. In quel caso erano state prodotte per una convention aziendale.

L’oggetto in particolare mi era piaciuto subito. Molto hi-tech e sicuramente in linea con i nostri gusti “fantascientifici”… E adesso, via alla personalizzazione.

Ho adattato la grafica che illustra le pagine del mio libro il cui personaggio principale, John Doe, è un astronauta. Ho realizzato per l’occasione la versione femminile (Jessica Hill) e ho creato due sposini nello spazio in luna di miele. Eccovi la grafica del fronte e del retro che ho riprodotto sulla chiavetta USB.

Fronte e retro della chiavetta USB - Personalizzazione grafica
Fronte e retro della chiavetta USB – Personalizzazione grafica

Ma perchè proprio una chiavetta USB?

Perchè all’interno abbiamo deciso di inserirvi una foto  con tutti gli invitati, scattata subito dopo la cerimonia del matrimonio. Durante il pranzo, il nostro meraviglioso, bravissimo e super collaborativo fotografo Luigi Rinaldelli di Firenze e la sua collega collaboratrice Micaela Rostan, si sono messi pazientemente a masterizzare tutte le chiavette USB con la foto che avevamo scattato pochi minuti prima davanti al municipio di Colle di Val d’Elsa. Noi, gli invitati e la nostra compagna di viaggio per quel meraviglioso giorno, la spaziale ed ecologica Renault Twizy.

Questa è la foto che abbiamo consegnato a tutti gli invitati tramite la chiavetta USB.

Foto di gruppo del nostro matrimonio - 15 giugno 2013
Foto di gruppo del nostro matrimonio – 15 giugno 2013

Ecco quindi che la bomboniera prende forma. Abbiamo la bottiglietta di vetro, ci abbiamo legato con un cordoncino di colore bianco e nero la chiavetta USB personalizzata e, all’interno del contenitore, abbiamo inserito dei confetti dalla forma irregolare, tipo sassi di fiume, di colore bianco e altri di colore nero.

Non finisce qui… Sempre tramite la BusinessOpen di Lucca ho fatto realizzare dei piccoli adesivi sagomati in grado di aderire perfettamente alla superficie della bottiglietta e di rientrare all’interno della sagoma del suo profilo. Sull’adesivo ho riprodotto il mio John Doe e Jessica Hill con i nostri nomi. In questo modo, una volta separata la chiavetta USB dalla bottiglietta, su quest’ultima sarebbe rimasta una personalizzazione in grado di ricordare, anche a distanza di tempo, chi ha regalato la bomboniera.

Grafica stampata su adesivo in PVC applicato su un lato della bottiglietta di vetro
Grafica stampata su adesivo in PVC applicato su un lato della bottiglietta di vetro

La bomboniera è finita. Materia, simbolismi, passioni, ricordi e la consapevolezza che almeno la chiavetta USB resterà un oggetto carino, utile e duraturo nel tempo che sarà riutilizzata per tutti gli usi e scopi per cui è nata. La grafica della personalizzazione sopra riprodotta, ricorderà sempre questo momento speciale. Questo è il risultato finale:

bomboniera03 bomboniera02 bomboniera01 USB

Spero di esservi stato utile. Nessuno ci ha tirato dietro le nostre bomboniere, anzi, gli ospiti ci hanno ringraziato e dimostrato di aver gradito l’idea in generale e soprattutto della foto di gruppo nella chiavetta USB. Presumiamo quindi che il nostro obiettivo sia stato raggiunto.

Se volete ulteriori info su questo progetto creativo e su come realizzare qualcosa di simile, ma VOSTRO, contattatemi!

Link utili