Riflettere e valutare tutti i potenziali pericoli ma MAI diffondere panico scrivendo articoli sensazionalistici solo per catturare l’attenzione del pubblico. I droni civili sono una realtà e come tale va conosciuta e capita, analizzandone tutti i gli aspetti.
Di ritorno dal DronItaly, la manifestazione milanese dedicata ai SAPR e di cui parlerò presto in un post dedicato, stamani leggo in rete un articolo “copia e incolla”, che mi ha fatto piuttosto.. “alterare”, dal titolo: “Mentre cresce psicosi droni in Italia il dibattito è sulle norme”
Ogni dispositivo, soprattutto se intriso di elementi tecnologici, può essere utile o celare potenziali minacce per le persone. Non dobbiamo nasconderci dietro a un dito ma se invece di fare informazione e cultura verso qualcosa di nuovo, di parlare degli infiniti e utilissimi impieghi dei droni, si tende a diffondere la paura per i potenziali rischi che possono accompagnarsi all’uso sconsiderato di questi apparecchi, creiamo solo paura e terrore fomentando una caccia alle streghe senza senso e del tutto anacronistica.
I potenziali pericoli sono ovunque. Basta capire come evitarli o almeno limitare le possibili minacce legate all’abuso di certe tecnologie in mano a menti criminali e, aggiungo io, bacate.
Se la “PAURA” è quella di vedere arrivare un drone carico di antrace in uno stadio gremito di gente, occorrerà analizzare questo aspetto, magari predisponendo negli stadi, sistemi in grado di bloccare certe frequenze radio o di dotarli di altri dispositivi (sensori) in grado di intercettare apparecchi volanti di piccole dimensioni, capaci di distinguere i droni da semplici volatili. Non sta di certo a me suggerire certe soluzioni, ma la stessa tecnologia che per alcuni è considerata una mera minaccia, può essere utilizzata per difendere e proteggere.
Trovo lo scenario “drone + antrace” più legato all’immaginario dei film catastrofici o da spy-story hollywoodiani. Da che mondo è mondo il terrorismo ha impiegato di tutto per perseguire i propri scopi, con metodi talvolta anche semplici o facendo addirittura ricorso ai Kamikazee. Non credo che il drone, in quanto tale, possa essere l’oggetto chiave per la svolta decisiva dell’ISIS, o fanculisti simili, intenti a farsi seghe mentali per sconfiggere l’occidente e impossessarsi del mondo. Le cronache sono piene di esempi di metodi più semplici e meno spettacolari per fare danni di vario genere, anche senza l’uso di droni.
Quindi… ritengo che LA PSICOSI DA DRONI sia da ricercare solo in alcuni giornalisti che non conoscono i droni se non facendo qualche copia e incolla di notizie prese a giro sul web.
Non vedo alcuna PSICOSI per i droni. Vedo solo la necessità di fare informazione e soprattutto fare cultura su certe questioni. Saranno le autorità competenti ad analizzare tutti i potenziali rischi e a valutare le possibili soluzioni da impiegare per evitare certe potenziali minacce. Non è da ora che si stanno conducendo studi sull’uso di droni in ambito terroristico (vedi ad esempio il rapporto pubblicato dallo studio esplorativo condotto dall’Oxford Research Group e quello dal The Bureau of Investigative Journalism o The Report: The Security Impact of Drones: Challenges and Opportunities for the UK condotto dall’università di Birmingham) ma questo non toglie che “tutto” debba essere per forza una minaccia. La minaccia viene solo da ciò che non si conosce e quindi si teme a prescindere.
Titoli sensazionalistici apposti su articoli come questi non aiutano nessuno, vanno contro ogni logica del buon senso e non offrono una corretta informazione.
Ecco le fonti giornalistiche “copia e incolla” di cui parlavo: