DRONITALY 2016 – 30 settembre 1 ottobre. L’evento tanto atteso sta arrivando…
Un evento di grande importanza perchè riunirà a Modena, sotto un unico grande e prestigioso luogo, gli operatori e i principali protagonisti della filiera italiana dei droni.
Perchè partecipare a DRONITALY?
Ci sono ottimi motivi per farlo se si ha un drone, se si è intenzionati ad acquistarlo o se più semplicemente si è sentito parlare di droni ma la propria curiosità è tale da dover essere appagata con un coinvolgimento ulteriore verso una direzione più interessante e qualificante.
Dato che DRONITALY è una manifestazione che ho vissuto da spettatore, da blogger e da espositore, come mi appresterò a fare anche nel corso di questa edizione, posso ritenermi un “esperto fruitore” di questo strumento di aggregazione culturale, sociale ed economica che svolge un ruolo importante e attivo all’interno del settore unmanned italiano.
Veniamo ai motivi per i quali dovreste partecipare a DRONITALY.
Motivo n. 1:Due percorsi distinti ma convergenti:
Nell’arco dei giorni di DRONITALY potrete scegliere il percorso più adatto alle vostre esigenze tra:
FUN, dedicato a chi ama i droni e li usa per diletto o per sport ed è in cerca di emozioni forti
PRO che è riservato ai professionisti, a coloro che sono già piloti o che vogliono diventarlo.
Nulla vieta, anzi, di poter percorrere entrambe le strade acquistando un biglietto che permetterà di vivere DRONITALY al 100% avendo l’opportunità di accedere liberamente ai due padiglioni che ospitano distintamente le due aree.
Motivo n. 2: A DRONITALY facciamo il “punto della situazione”
Come sta andando il mercato dei droni in Italia? Quali sono le prospettive future? Quale è la situazione normativa italiana e come si evolverà nei prossimi mesi? Queste ed altre questioni di carattere tecnico, economico e normativo saranno oggetto di discussione e di approfondimento durante i convegni e i workshop che si svolgeranno a DRONITALY. Sarà un’occasione per fare domande e ottenere delle risposte dai relatori ma anche da tutti gli operatori protagonisti presenti in fiera che espongono e si trovano a DRONITALY a presentare le proprie soluzioni, offrire servizi e coadiuvare il pubblico nel trovare le risposte che cerca.
Motivo n. 3 Eventi, convegni, espositori ma anche SHOP
Quest’anno, tra le novità presentate in questa terza edizione di DRONITALY, troviamo una delle più attese. Un’edizione non più solo rivolta esclusivamente al mercato B2B ma anche a quello B2C quindi a chi è intenzionato ad acquistare in fiera, dalla tshirt al drone passando per il prodotto assicurativo fino ad arrivare al sensore di precisione o alla videocamera. A DRONITALY gli espositori che vorranno rivolgersi al pubblico anche con vendita al minuto lo potranno fare dando la possibilità di acquistare in fiera a prezzi sicuramente vantaggiosi.
Motivo n. 04: La location raggiungibile e ben servita
DRONITALY nasce a Milano e le prime due edizioni hanno avuto luogo nel capoluogo lombardo. Quest’anno Mirumir, società organizzatrice dell’evento, ha puntato su una location che per sua mission svolge il ruolo di Ente Fieristico, con strutture e servizi adeguati allo scopo, inseriti all’interno di un sistema fieristico tra città che coinvolge oltre a Modena anche Bologna e Ferrara. ModenaFiere è facilmente raggiungibile in auto, in aereo e in treno e attraverso il sito DRONITALYviene offerta la possibilità di viaggiare con Trenitalia e Italo a prezzi scontatissimi, a partire da un giorno prima dell’inaugurazione della fiera fino al giorno dopo la chiusura.
Motivo n. 05: Dronitaly oltre al PRO e al FUN è anche un DRONE SHOW
L’FPV come non lo avete mai visto…Sfrecciano a oltre 130Km/h. Ronzano come insetti di grosse dimensioni (da qui il termine drone). Hanno le luci a led e sono manovrati da piloti di tutte le età equipaggiati ciascuno con un controller (radiocomando), un visore (monitor o appositi occhialoni) che ne permette il pilotaggio in FPV (First Person View) e soprattutto hanno riflessi da campioni. Tutto si svolge col massimo rigore e professionalità perchè solo “quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”…
Un commentatore professionista illustrerà le varie fasi delle corse coinvolgendo il pubblico descrivendo le manovre dei piloti e le caratteristiche dei droni che sfrecciano all’interno del circuito indoor. Le immagini acquisite dalla videocamere montate sulle prue dei droni vengono rilanciate sui visori dei piloti e in contemporanea sui grandi schermi a beneficio del pubblico. Tutto è completato da un impianto di gara attentamente studiato e completato da effetti speciali che rendono le evoluzioni più suggestive e impegnative per ogni partecipante. Il pubblico potrà assistere in sicurezza a momenti di grande divertimento, all’insegna del sano sport e dello spirito di squadra. Un appuntamento che non conosce età, piace ai piccoli ma anche, e in certi casi soprattutto, ai più grandi.
Quindi:
Per chi è interessato ad impiegare un drone per lavoro, o meglio, un APR Aeromobile a Pilotaggio Remoto; per chi vuole ampliare le proprie conoscenze in questo ambito ed è in cerca delle giuste informazioni per avere accesso ad una formazione adeguata e riconosciuta; per chi ritiene di avere delle idee e dei progetti che richiedono l’impiego di un SAPR ed è in cerca di operatori e piloti specializzati; per chi è interessato al settore droni in generale perchè incuriosito dalla tecnologia unmanned, per chi desidera conoscere le soluzioni payload più evolute; per chi vuole provare dei droni, parlare con gli addetti ai lavori, acquistare droni ma anche prodotti e accessori studiati per il settore; per chi desidera partecipare ai convegni e ai workshop in programma, DRONITALY è la manifestazione per voi.
Adesso… anche solo per curiosità, il 30 settembre e il 1 ottobre non prendere altri impegni, ti aspetto al DRONITALY e non dire che non lo sapevi!
Credo che a breve verrà pubblicato un documento col quale si emenderà il regolamento che abrogherà tutti i divieti per poi riformulare delle eccezioni di cui all’articolo, del comma, del paragrafo, del capitolo, della “supercazzola prematurata” attraverso la quale potrai sempre far volare altissimo il tanto invocato, istigato, inevitabile MOCCOLO.
Non so se rispetterà tutti i criteri di inoffensività ma di sicuro volerà o sta già volando in varie parti d’Italia…
Cari amici “dronisti”, non spaventatevi di tutti questi regolamenti. Lavorate e non fatevi intimorire; studiate, preparatevi, siate prudenti ma non mollate l’osso.
Siamo solo agli inizi di un lungo e tortuoso cammino che non potrà essere fermato né da ENAC né da nessun altro. Si chiama sviluppo tecnologico, evoluzione, progresso e, ci metto pure, conoscenza. Dalla conoscenza nascono belle cose, dall’ignoranza solo ignoranza.
Mi domando: “ENAC, come potrà ritenere “offensivo”, stando a quanto ha appena pubblicato, un drone per il quale si è presentata ad ENAC la dichiarazione di rispondenza?” Di fatto i multicotteri tra i 301gr e i 2Kg non hanno molte chance per rispondere alle “caratteristiche di inoffensività” richieste da ENAC ma, all’art. 12 del Regolamento Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto, paragrafo 1, si dice, riporto fedelmente: “Le operazioni specializzate condotte con SAPR di massa operativa al decollo minore o uguale a 2 kg sono considerate non critiche in tutti gli scenari operativi, a condizione che gli aspetti progettuali e le tecniche costruttive dell’APR abbiano caratteristiche di inoffensività, precedentemente accertate dall’ENAC o da soggetto da esso autorizzato“.
“Se hai accertato in precedenza che sono inoffensivi, adesso come puoi ritenere i medesimi droni “offensivi” o non rispondenti ai “criteri di inoffensività”?
Giriamo la domanda: “ENAC, come può stabilire dei “requisiti di inoffensività”, quando questi non trovano alcun riscontro nelle centinaia di quadricotteri già ritenuti inoffensivi dalla stessa ENAC?”
Vuoi vedere che adesso, per correre ai ripari, tireranno fuori qualcosa tipo la “classe ambientale” per le auto (i vari Euro 1, 2, 3, etc) per cui gli APR certificati fino ad una certa data potranno volare o non volare in virtù di tutta una serie di ulteriori paletti, giustificazioni, leggi e classificazioni “non-sense”?
Tipo: “Gli APR certificati da ENAC fino ad oggi potranno volare solo il sabato mattina dalle 10.45 alle 11.00 ma solo se capita il 29 febbraio mentre quelli che verranno certificati da domani in poi, se ritenuti inoffensivi grazie ai paraeliche in gommapiuma, meglio se fatte di aria ma non troppo compressa, eliche di brigidino e scocca realizzata col popcorn, potranno volare liberamente”.
Dovremmo ringraziare ENAC.
Grazie ai faldoni prodotti fino ad oggi è stata in grado di far spremere le meningi ai nostri bravi ingegneri, costruttori e tecnici nel tentativo di realizzare qualcosa che ancora non si è mai visto e che neppure ENAC, evidentemente, sa come deve essere fatto.
Che ENAC emendi pure, che riveda, abroghi, pubblichi circolari, faccia quello che gli pare (dopotutto come ha sempre fatto) ma ciò che è scritto resta e prima o poi, probabilmente, qualcuno che ha voglia di “perdere un po’ del proprio tempo” e che avrà titolo per farlo, impugnerà ogni rigo scritto da ENAC e dimostrerà che “chi di spada ferisce di spada perisce”.
Dall’aprile 2014, data in cui è entrato in vigore il primo Regolamento dei Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto, ad oggi, ENAC ha scritto fiumi di parole e ascoltato poco o nulla le aziende e le associazioni di settore coinvolte a vario titolo in materia di APR. Sento sempre un gran parlare di ENAC e dei suoi regolamenti; vedo un gran avvicendarsi di referenti ENAC, tutti contenti e ben disposti a partecipare a tavoli, conferenze, workshop. Pronti a fare roboanti annunci, a rendersi disponibili a rivedere in meglio le regole e… ZAC! Puntualmente, non solo tutto resta uguale, “magari”, ma spesso va a peggiorare.
Risultato?
Vedo aziende che chiudono, piloti che decidono di “far festa”, o peggio, decidono di lavorare “a prescindere” (leggi: abusivamente).
Tutto questo a chi giova o a chi gioverà? Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?
I nostri Piloti e gli Operatori saranno costantemente impegnati nel rivedere i propri protocolli di lavoro, le proprie filiere di costruzione degli APR perché le regole verranno continuamente cambiate?
Vogliamo farci passare avanti dal resto del mondo anche in questa magnifica sfida dove l’italia potrebbe eccellere, come in altri moltissimi campi, solo “limitandosi” a fare bene quello che sa fare?
Vogliamo emigrare tutti all’estero per “risolvere” il problema delle leggi che non permettono di lavorare in Italia?
Oppure…
Vogliamo veramente impegnarci per concertare delle strategie di “difesa” e di “contrattacco” per dimostrare, fattivamente, che stiamo parlando troppo e agendo pochissimo? I droni commerciali sono oramai una realtà mondiale e noi, nel tentativo di districarci tra le regole sempre più ingarbugliate e commistionate tra loro, non rischiamo di scordarci questioni più pratiche che coinvolgono seriamente temi come “security” e “safety”?
Le regole sono alla base della nostra civiltà, servono, sono indispensabili ma devono essere giuste e pensate per tutelare e non per limitare l’operatività degli addetti ai lavori e delle persone interessate dall’uso diretto o indiretto di certi dispositivi, in questo caso degli APR.
Sappiate comunque che il nuovo documento ENAC si pone come una LINEA GUIDA che, come tale, (riporto dicitura presente in testa al suddetto documento): “Le Linee Guida contengono elementi di dettaglio di tipo interpretativo o procedurale per facilitare l’utente nella dimostrazione di rispondenza ai requisiti normativi. Sono generalmente associate a Circolari. Dato il loro carattere non regolamentare, i contenuti delle Linee Guida (LG) non possono essere ritenuti di per se obbligatori. Quando l’utente interessato sceglie di seguire le indicazioni fornite nelle LG, ne accetta esplicitamente le implicazioni sul proprio impianto organizzativo da esse come risultante ed esprime il proprio forte impegno a mantenersi aderente ad esse ai fini della continua rispondenza al requisito normativo interessato. I destinatari sono invitati ad assicurare che le presenti Linee Guida siano portate a conoscenza di tutto il personale interessato.”
In altre parole… se non la seguite non succede nulla ma se la seguite.. Ooooh! dovete mantenervi aderenti a quanto riportato.
Detto ciò, siate professionisti, siate professionali, siate di larghe vedute e lungimiranti ma non abbrutitevi davanti alle decisioni del legislatore. Ricordiamoci che ogni “senso unico” è caratterizzato da un “divieto di accesso” da un lato e da un “senso consentito” dal lato opposto; talvolta basta fare il giro dell’isolato per arrivare all’obiettivo.
“…e se proprio vi scappa un take-off di un moccolo, cercate almeno di evitare assembramenti di persone” 🙂
“Eccolo, è arrivato lui. Ti pareva che Stefano non avesse le risposte per ogni cosa. Ora, stai a vedere… ci sono fior fiore di aziende, federazioni, tecnici a vario titolo che si impegnano ogni giorno per cercare di far decollare il mercato SAPR in Italia e adesso arriva lui con le sue soluzioni…”
Uellà… Nessuno qui ha la bacchetta magica ma posso dire di essere un buon osservatore e, nel caso specifico, al di là del significato che questo termine assume in ambito ENAC, mi posso autoproclamare a pieno titolo OSSERVATORE SAPR o meglio OSSERVATORE del fenomeno SAPR italiano.
Questo perchè guardo, leggo, ascolto e mi rendo sempre più conto che il mercato DRONI in Italia è ancora sulla linea di partenza. Alcuni hanno già abbandonato la gara prima di partire, altri sono già in affanno e alcuni cominciano a studiare le strategie da adottare per affrontare la lunga maratona.
Ebbene sì, il mercato DRONI in Italia è paragonabile ad una maratona dal percorso impervio, in salita e in buona parte ancora da tracciare.
E allora? Ci mancavi solo te Stefano a ciarlare su queste cose. Menagramo che non sei altro! Si sa, è un settore difficile ma che fare?
Partiamo col dire che ENAC fa il suo lavoro. Bene o male non sta a me dirlo; lo fa punto e basta. Lamentele a parte dobbiamo imparare a conviverci e capire che di fatto il mercato dei droni in Italia si è resettato il 30 aprile 2014 con l’entrata in vigore del Regolamento dei Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto; tutto quello che c’era prima è solo storia. In termini di regole, dopo la suddetta data, si è aperto un libro bianco. Sta a noi capire se lasciare scrivere tutti i contenuti “agli altri” o se essere NOI gli autori del nostro futuro.
Gli operatori e piloti cercano di adeguarsi ai cambiamenti normativi, o per lo meno cercano di farlo rincorrendo le varie “note esplicative” ed “emendamenti natalizi”, impegnandosi con costanza e determinazione per essere in regola, per operare in modo professionale rispettando le leggi.
Le federazioni. Ci sono, lavorano, organizzano tavoli, si adirano con ENAC, propongono soluzioni; Enac dice che prende nota e poi di fatto fa quello che ha sempre fatto, si ritenta col presentare proposte concrete per rendere il regolamento dei mezzi aerei a pilotaggio remoto qualcosa di più “fruibile”, diciamo così, si dibatte e si scrive… tanto, tanta carta, tante parole ma pochi volano.
Le fiere di settore si danno un gran da fare cercando di presentare soluzioni, mettendo in comunicazione i vari operatori, le aziende che lavorano nel comparto droni a vario titolo, coinvolgono qualche associazione di categoria, ecc. Sono vetrine importantissime ma ancora troppo specialistiche; ci arrivo più avanti su questo argomento.
Ma poi?
Poi che accade domani? Domani si cercano i clienti, ognuno fa come meglio crede e come può in base alle proprie competenze, tecnologie e al bacino di utenza che ha a disposizione ma poi, volendo applicare il regolamento alla lettera, lì non si può volare, là sì ma solo se hai un Transformer che di fatto è un terminatore di volo con paracadute sul quale sono state montate delle eliche, anche se sarebbe meglio che non ci fossero così potrebbe essere reso “inoffensivo”. Allora prendo un minidrone da 300gr con para eliche e volo anche in città ma che ci posso fare con tre etti di tecnologia che sta in aria per otto minuti? Tante cose se mi invento il lavoro impiegando queste tecnologie. Magari faccio ispezioni di facciate, grondaie, tetti, ecc… ma eventualmente c’è anche il dirigibile.
Cosa?
Si i “droni gonfiabili”. Quelli sì che sono una novità!
Urca, il conte Ferdinand von Zeppelin ci sta guardando da “lassù” un po’ basito, comunque i dirigibili di oggi non sono certo come gli Zeppelin dei primi del novecento. Oggi le tecnologie sono tali e tante che grazie ad esse è possibile realizzare dei “mini dirigibili” o “droni gonfiabili” capaci di avere un buon payload (carico trasportabile) ed essere sicuri. Un tempo veniva usato l’idrogeno come gas per far volare questi giganti dell’aria, oggi si usa l’elio, un gas inerte, non si incendia. Insomma, prendi un bel drone gonfiabile lo attacchi ad un filo e hai risolto tutti i problemi. O quasi… “Allarme elio, riserve agli sgoccioli”. Comunque, resta il fatto che i palloni o dirigibili o droni gonfiabili, se legati e assicurati a terra, al momento non sono assoggettati alle previsioni del Regolamento dei Mezzi Aerei a Pilotaggio remoto, Art. 2, comma 3, paragrafo (C)
t.hasa – airship – Licenza Creative Commons
E dei droni ad ala fissa?
Michael – wing tip – licenza Creative Commons
Se riesci ad utilizzarli all’interno di un raggio che ti permette di gestirli in VLOS puoi usarli in ambito di Operazione Specializzata NON critica ma così li sfrutti in minima parte rispetto al potenziale che hanno. Se vuoi sfruttarne tutte le capacità dovresti usare il pilotaggio in FPV, ma non è ammesso dal regolamento ENAC, o tramite programmazione del piano di volo con waypoint e pilotaggio automatico o attraverso il controllo dell’APR utilizzando una ground station. Comunque, in entrambi i casi il volo non rientrerebbe nel VLOS ma in BVLOS (Beyond Visual Line Of Sight) e quindi diventano operazioni critiche anche se sorvoli un campo di mais con il nulla attorno per chilometri.
Quindi?
Ci stiamo impallando su una serie di problemi che se affrontati singolarmente – oppure ognuno di noi per conto proprio – non ci permetteranno di andare molto lontano.
Ecco i miei 3 suggerimenti o spunti di riflessione:
1) Stiamo andando incontro a uno sbilanciamento tra domanda e offerta. Occorre impegnarsi per fare cultura nei confronti degli utenti finali che possono fruire dei servizi erogabili attraverso i droni altrimenti si verificherà un paradosso che è destinato a portare ad una crisi del settore prima che si possa definire tale: troppa offerta rispetto alla scarsa domanda.
Ecco che mi riallaccio al discorso delle “fiere di settore”. Fino ad oggi è stato svolto un lavoro egregio soprattutto dalle più “storiche del settore” come Roma Drone e Dronitaly,sotto il profilo dell’informazione tecnico-scientifica e delle proposte commerciali rivolte ad un’utenza di “addetti ai lavori”. Piloti, tecnici, costruttori, videomakers, ingegneri, geologi, referenti della protezione civile, scuole per Piloti di APR, assicuratori, forze dell’ordine…
Si può e si deve fare di più per mettere in contatto DOMANDA con OFFERTA.
L’interesse per le tecnologie droni arriva “dal basso”, da chi ha veramente la necessità di utilizzare i SAPR per migliorare processi di produzione, controllo, vigilanza, monitoraggio, ecc… Se incrementiamo questo interesse non saremo più quelle poche centinaia di persone del settore che cercano di farsi ascoltare da chi fa le leggi.
Se costruisco aerei e formo piloti ma non comunico alle persone che possono anche spostarsi volando – e dei vantaggi che ne derivano – posso tenere gli aerei negli hangar e i piloti a casa, tanto nessuno ne avrà bisogno.
E’ una questione di marketing che va vista anche in termini politici. Allora, propongo:
Lia Reich – Precision agricolture – Licenza Creative Commons
Vogliamo parlare di agricoltura di precisione? Creiamo momenti di incontro tra le associazioni di agricoltori, come Confagricoltura, Confederazione Italiana Agricoltori, Associazione Nazionale Giovani Agricoltori, Unione Provinciale Agricoltori, Coldiretti, Associazione Italiana Agricoltura Biologica, ecc… coinvolgiamo gli enologi, gli agronomi, i consorzi dei vini DOC, DOCG, IGT, ecc. il Ministro per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali,Maurizio Martina e gli attori della filiera droni che hanno sviluppato soluzioni ad hoc per il settore dell’agricoltura di precisione o precision farming. Presentiamo soluzioni tecnologiche impiegabili da domani, mostrando le possibilità che i droni possono offrire nel settore e chiediamo a gran voce un percorso di “facilitazione normativa” all’uso dei droni in ambito agricolo che preveda anche incentivi, detassazioni, recupero d’imposta, una serie di proposte per chi impiega i droni in agricoltura.
Poi…
Per lanciare davvero il settore dei mini droni sotto i 300 gr., occorre creare momenti di incontro con le associazioni di amministratori di immobili / condominiali come ANACI, ASSIAC, ANAPI, ANAMMI, UNAI, ALAC, ANAIP, GESTICOND, ecc…, coinvolgere i sindaci delle città italiane tramite la ANCI e gli attori della filiera dei minidroni o droni sotto i 300gr, per presentare soluzioni concrete per il monitoraggio/ispezione degli edifici privati e pubblici, dei monumenti, per la prevenzione dei reati, per il controllo ambientale, l’abusivismo edilizio, ecc. mostrando loro come in concreto possono essere affrontati e risolti piccoli e grandi problemi quotidiani, grazie all’impiego di SAPR, coinvolgendo all’incontro le imprese edili, i manutentori, gli ingegneri civili, gli architetti…
Un’altra ancora?
Promozione e tutela del territorio. Altro incontro con gli stessi sindaci italiani, quindi richiami l’ANCI e gli presenti una serie di soluzioni che gli attori della filiera droni possono mettere in campo, in poco tempo e in modo altamente professionale. In tempi di spending review riuscire a valorizzare il proprio territorio attraverso riprese aeree, che possono essere realizzate anche in luoghi non accessibili ad altri aeromobili e soprattutto a costi contenuti, diventa vincente e attrattivo per molti sindaci. Occorre creare un modello di “protocollo di impiego dei SAPR” in aree urbane per la tutela e promozione del territorio, concertato con i sindaci e le autorità di PS locali. Ciò che dico è: “che chiami a fare ENAC per dirle che oggi devi volare su una piazza per fare delle riprese foto / video per il Comune X o che devi perlustrare un’area dove si pensa che vi sia in atto un abuso edilizio o di tipo ambientale?” Deve essere il Comune con le autorità locali di PS a richiedere e autorizzare un intervento puntuale, gestito in piena autonomia e in sicurezza, attraverso operatori specializzati e autorizzati ad operare con regolare Attestato o Licenza di Pilota di APR.
Non solo, sempre nell’ambito della valorizzazione e promozione del territorio, dovrebbero essere coinvolti in particolare i comuni montani che possono mettere a disposizione aree come piste da sci, da motocross, mountain bike, nordic walking, in periodi non interessati alle suddette attività, per studiare, insieme agli attori della filiera degli aeromodelli quadricotteri, un protocollo di impiego dei quadricotteri drone race in FPV, per creare eventi e gare all’interno delle suddette aree. Molto semplicemente, non voli oltre le cime degli alberi e il gioco è fatto. A chi dai noia?! Porti turismo, aumenti l’interesse per i droni race (e i droni in generale), propedeutico anche allo sviluppo di attività professionali nell’ambito SAPR, valorizzi i territori, crei un indotto economico…
Ne vuoi ancora una?
Chiama a raccolta videomakers e weddingplanners. Proponi un “protocollo di impiego dei SAPR” in ambito matrimoni. Trovi delle soluzioni condivise e definisci metodi che permettano di fare le riprese con i droni anche ai matrimoni. Regole base, senza troppi fronzoli. Non voli sulla testa delle persone, devi usare droni con paraeliche e/o cavi per il volo vincolato, devi predisporre aree buffer riservate al volo dei droni e comunichi alle autorità di PS (tramite un contatto facilitato e non oneroso) che un operatore abilitato all’uso del SAPR opererà in una certa zona (giorno e ora) garantendo determinati requisiti di sicurezza.
Drone Journalism. Convoca l’ordine dei giornalisti e mostra cosa sono capaci di fare i droni in ambito giornalistico in situazioni particolari, educando gli operatori che utilizzeranno i droni per il giornalismo alle regole del settore.
John Mills – Flying drones at the Harris Flights – Licenza Creative Commons
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Vuoi usare i droni per il trasporto merci? Lascia perdere Amazon con Prime Air o Google con Project Wing, loro fanno già la loro corsa e a loro modo l’hanno già vinta. Crea soluzioni per la logistica dedicata al trasporto di merci di prima necessità come i farmaci, apparecchi medicali (es. defibrillatori) per portarli nelle aree più disagiate. In questo caso coinvolgi anche il Ministero della Salutee gli presenti un progetto ad hoc. Corridoi di volo, quote (altitudine di volo) stabilite, tratte concordate …
Ma tornando al Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Graziano Delrio promuovi un tavolo dove mostrare l’utilità dei droni per il monitoraggio delle infrastrutture: ponti, viadotti, strade, ferrovie, autostrade, pipeline, ecc. e visto che ci sei chiami anche la Protezione Civile proponendo un servizio mirato alla prevenzione (tramite monitoraggio periodico di aree a rischio franoso/sismico o soggette ad inondazioni) e all’intervento (in ambito di disastri per monitorare l’area interessata) attraverso squadre specializzate di operatori SAPR in grado di garantire un servizio immediato e specializzato nell’ambito della sicurezza del territorio.
Robert King – licenza Creative Commons
2)Organizzazione, nel vero senso del termine. Il concetto di Organizzazione tecnica ed operativa, previsto da ENAC, dovrebbe essere meglio inteso anche dagli stessi operatori di settore.
Occorre fare rete e unire le forze.
Non è un settore da “armata Brancaleone” dove ognuno parte e fa quello che gli pare, pur in buona fede e pur con tutte le preparazioni del caso ma, da soli si fa ben poco. Cento operatori indipendenti che operano nella stessa area sono cento concorrenti che fanno poco o nulla. Pur con tutte le eccezioni e rivisitazioni del caso, occorre pensare guardando alle compagnie aeree. In questo caso Compagnie Sapr; consorzio, rete imprese, società, cooperative, associazioni, chiamale come vuoi, basta che vi decidiate a collaborare. Una struttura, dei tecnici, dei consulenti, officine per l’assistenza tecnica, basi di appoggio, apr dedicati a specifiche operazioni e Piloti addestrati e muniti di Attestato o Licenza di Pilota di APR. Assunti, a partita iva, collaborazioni occasionali, fate quello che volete purchè lo facciate e in fretta. Se oggi vi organizzate ad operare in team, potrete presto competere anche con le organizzazioni europee che attendono a gloria che l’EASA si pronunci a livello europeo per cominciare a fare capolino anche in Italia. Se ci trovano preparati, avranno poche possibilità di competere con noi, diversamente, arriveranno con dei TIR, unità mobili, centri di controllo e assistenza tecnica e inizieranno a fornire servizi altamente professionali anche nel nostro territorio. Oltretutto pensate anche alla situazione inversa: potreste lavorare in tutta Europa, forti di un regolamento che ha messo a dura prova gli operatori italiani che però avranno unito le forze per collaborare insieme per realizzare delle Compagnie SAPR.
Pensate a tutti i vantaggi. Scuole di formazione interne o convenzionate, consulenti legali e tecnici per assolvere a tutte le pratiche necessarie al conseguimento delle autorizzazioni, acquisti di gruppo per gestire flotte di droni efficienti e in grado di non risentire della obsolescenza tecnologica che incombe in modo pesante sul singolo operatore, ridondanza degli APR, produzione di droni in serie attraverso la certificazione di progetto (Art. 13 del Reg. Mezzi APR) , possibilità di partecipare a gare di appalto pubbliche, definire listini dei servizi, fornire soluzioni personalizzate in tutti gli ambiti operativi, ecc.
Si tratta di trovare SINERGIE per creare un MERCATO a cui fornire SOLUZIONI grazie alle quali generare posti di LAVORO ed essere PROTAGONISTI di quello che sarà il prossimo FUTURO.
3) “Volare basso”. L’elevata altitudine crea confusione mentale. Da una parte siete PILOTI DI APR ma dall’altra cercate di restare con i piedi piantati a terra. Sento gente che si atteggia a Top Gun. Vanno bene le regole, va bene essere etichettati Piloti ma prima di tutto occorre molta umiltà, voglia di imparare, di capire e di mettersi in gioco in continuazione.
Il settore SAPR è in perenne evoluzione. Se penso a quando ho cominciato a interessarmi al settore (poco più di tre anni fa) e lo confronto a oggi, vedo che sono mutate tante cose. Sono cambiate le regole, sono cambiate le tecnologie o quantomeno si sono evolute e perfezionate, è cambiata la percezione del DRONE nell’opinione pubblica o, almeno una parte di essa vede il DRONE anche come una possibile minaccia per la propria privacy o sicurezza.
ENAC indica dei percorsi da seguire per mettersi in regola ed operare con gli APR ma questo non basta per definirsi un PILOTA DI APR.
Il DRONE è un mero mezzo di trasporto e come tale porta oggetti come sensori, fotocamere, videocamere, dispositivi vari. I droni possono essere impiegati in moltissimi settori e non basta dire “ho il drone” quindi faccio fotogrammetria, rilievi 3D, video pubblicitari, controllo del territorio, agricoltura di precisione, monitoraggio ambientale, ricerca dispersi, protezione civile e magari se ho tempo mi dedico al “drone journalism”. E’un po’ come se volessi usare un Canadair per irrorare i campi per debellare la piralide del mais e con lo stesso Canadair volessi fare delle riprese video per la promozione del territorio. Oppure è come se con la mia auto volessi fare servizio ambulanza o di TAXI.
JordiVS – Canadair Cl 215 T Ejercito del Aire Español – Licenza Creative Commons
Voglio dire che ogni settore richiede una grande competenza e la capacità di intercettare e comprendere le esigenze degli interlocutori a cui ci si rivolge, offrendo servizi puntuali di alto livello. Non si può far tutto, per questo ritorno sul concetto di fare rete. Dieci operatori, specializzati in dieci settori diversi, possono creare una Compagnia SAPR altamente competitiva e capace di intervenire in ogni ambito. Un solo operatore che si improvvisa professionista in vari settori, non potrà mai fare tutto e bene e resterà sempre uno dei “mille” che ENAC deve gestire…
Quindi, invito a riflettere.
Continuo, ancora oggi, a ricevere domande da parte di persone che vogliono avvicinarsi al settore dei droni che mi chiedono come prima cosa: “Stefano, che drone mi consigli? Sai, sono all’inizio”…
Mi abbrutisco ogni volta che mi viene rivolta questa domanda. NON TI CONSIGLIO UN BEL NULLA. CHIARISCITI LE IDEE, FREQUENTA QUALCHE CORSO, VAI ALLE FIERE e poi FAI A TE STESSO LA MEDESIMA DOMANDA. SOLO DOPO, FORSE, POTRAI TROVARE UNA RISPOSTA.
E’ come se ti rivolgessi ad un cuoco e gli chiedessi: “che pentole mi consigli di usare?” Senza sapere cosa vuoi cucinare, per quante persone devi cucinare e cosa devi cucinare e, magari, in realtà volevi solo un “tegamino” per cuocerti un uovo.
Chiudo, finalmente, con un invito a tutti, me compreso.
Facciamo in modo che i prossimi incontri, come le Fiere di settore o le conferenze, workshop, ecc, possano essere non solo momenti per mostrare i propri prodotti o parlare in generale su come siamo bravi, su come volano i droni o anche come siamo disperati perchè non riusciamo a volare per via delle regole troppo restrittive, ecc. Occorre scendere ad un livello più pratico, uscire dalla “progettazione”, dalle teorie, dalle giuste ma eccessive riflessioni e creare metodologie e protocolli di lavoro per offrire SOLUZIONI PRATICHE E ATTUABILI FIN DA SUBITO. Coinvolgere di più il mondo “extra-droni”, quindi meno “ce la cantiamo e ce la suoniamo” e più “tirare l’acqua al nostro mulino” attraendo il pubblico, creando interesse, cultura e bisogni.
Quando da poche centinaia passeremo a diverse migliaia di persone a chiedere che i DRONI entrino a far parte “del quotidiano”, state pur sicuri che non dovremo andare a bussare alle porte di nessuno per chiedere che le regole cambino o sperare di volare tranquilli (chi è in regola) senza incorrere in assurde sanzioni. Anche i clienti si rivolgeranno ad aziende, o Compagnie SAPR, autorizzate, competenti e professionali perché saranno clienti informati e consapevoli degli eventuali rischi a cui possono incorrere se ingaggiano personale non in regola; solo così l’abusivismo tenderà a diminuire progressivamente, solo così il mercato droni potrà decollare.
Detto ciò, tenendo un occhio all’EASA e uno all’ENAC, una mano al portafoglio e l’altra pronta a stringere la mano a chi vuole “fare rete”, invito chi ha capacità e voglia di CONDIVISIONE a scendere in campo e a fare il primo passo.
Lo dico ai costruttori di DRONI, alle grandi aziende italiane che hanno investito in ricerca e sviluppo, nella realizzazioni di soluzioni APR e dei relativi Sistemi payload. Vi invito a promuovere iniziative per fare rete cominciando dal coinvolgere i vostri stessi clienti.
Invito gli organizzatori delle Fiere di settore a creare spazi idonei allo scopo. Spazi per la condivisione, per il lancio di idee, per la promozione delle stesse. Coinvolgere il pubblico, non solo attraverso gli aspetti più ludici legati al mondo dei droni ma mostrando nella pratica le ricadute positive nell’utenza finale derivanti dall’impiego di un SAPR, simulando “situazioni tipo” mostrando anche i risultati in termini di risparmio rispetto ad un servizio simile erogato con metodologie tradizionali.
Sarebbe anche bello poter vedere una cooperazione tra le fiere di settore. Uno stand Dronitaly al Roma Drone e uno Roma Drone al Dronitaly. Insisto su queste due in particolare perché vi ho partecipato come espositore, posso dire di conoscerle e di conoscere anche le persone che le organizzano che ritengo, da entrambe le parti, competenti e lungimiranti. Va bene il libero mercato, va bene la sana concorrenza ma il settore in questo momento ha bisogno di CONDIVISIONE e non di DIVISIONE. Utopia? Non credo, si tratterebbe di collaborare per la crescita e consolidamento del settore, nell’interesse di tutti, anche dei singoli. Il mercato ha bisogno di creare opportunità, momenti di confronto, di scambio di idee e di soluzioni. Invito gli organizzatori delle fiere dedicate ai droni a pensare a delle aree espositori per i referenti delle varie regioni italiane o delle società di consulenza che si occupano di intercettare i fondi europei per presentare prodotti e servizi di consulenza e finanziamento. Cooperare con le fiere di altri settori per diffondere cultura, per informare e mettere in contatto l’offerta specializzata con una domanda, che deve essere informata e aumentare esponenzialmente per assorbire le proposte del settore SAPR.
Stessa cosa per le Federazioni di settore (FIAPR. ASSORPAS, AIDRONI, UASIT, EDPA). Vi invito a porvi come “facilitatori o aggregatori d’imprese”, come possibili Operatori con in seno i vostro soci Piloti di APR. Potreste essere le prime vere Compagnie SAPR. Ovviamente come eventuale soluzione da offrire agli affiliati, non certo come un obbligo.
Lavoriamo insieme affinché la parola ricorrente del 2016 nel settore droni non sia “boom” (ma in realtà solo di aeromodelli) o “terrorismo” (ipotizzando droni civili che si schiantano su obiettivi sensibili) oppure “mania” (per l’interesse che suscitano i droni ma poi in realtà quelli professionali restano a terra) ma deve essere: SINERGIA.
Blindato, terrorismo, ISIS, foreign fighters e droni.
Non necessariamente in questo ordine ma spesso, troppo spesso, queste parole vengono accostate tra loro.
Qualche anno fa mi avvicinai al settore dei droni con la convinzione che potesse offrire nuove opportunità di lavoro. Si diceva che le tecnologie dei droni civili erano state “sdoganate” (altro termine abusato) da quelle militari – quindi che erano molto efficienti – e che la ricerca e lo sviluppo delle tecnologie avrebbero portato nel corso degli anni al raggiungimento di incredibili risultati nelle performance degli aeromobili a controllo remoto, parallelamente all’implementazione delle applicazioni in cui impiegarli in ambito civile.
Io stesso avevo deciso di avvalermi di un SAPR per effettuare riprese, foto e video pubblicitari ma con le prime avvisaglie che preannunciavano l’entrata in vigore del Regolamento dei Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto capii che le cose si sarebbero decisamente complicate. In parole povere, come si dice a Prato: “ho ripreso ì mì balocchi e son tornato a giocare nì mì uscio”.
“Eppure avevamo detto che i droni sarebbero stati il futuro…”
A tutt’oggi ritengo che avviare in Italia un’attività che implichi l’impiego di APR sia da valutare con la massima attenzione; non solo per tutti gli aspetti burocratici, normativi, legali, sanzionatori, assicurativi, correlati e derivanti da ciò che è riportato su:
ma anche per tutto ciò che i media dispensano a loro uso e consumo ipotizzando molteplici utilizzi dei droni in ambito terroristico, talvolta sconfinando nella fantascienza o prospettando scenari apocalittici che paiono dei suggerimenti verso i neo-terroristi.
Posso usare un coltello da cucina per tagliare il pane o la carne ma non divento automaticamente un serial killer e dato che i serial killer e gli assassini utilizzano anche i coltelli per uccidere, non credo che vietandone l’uso si possano eliminare gli omicidi; di sicuro si manderebbero fallite le panetterie, le macellerie, ecc. che utilizzano quotidianamente i coltelli per svolgere il proprio, lecito lavoro.
Torniamo alle parole che in questo momento “vanno per la maggiore” e che i media utilizzano in ogni dove per caratterizzare i propri servizi giornalistici.
BLINDATO: a seguito dei fatti di cronaca accaduti a Parigi è il termine più utilizzato per definire una zona impenetrabile, chiusa, sigillata.
E’ quasi un termine onomatopeico che suona come: “forte”, “ferro”, “serratura”, “sicuro” e che trasposto in un contesto di cronaca dovrebbe darci la garanzia di estrema sicurezza e di massimo controllo laddove però, evidentemente, non si riesce a garantire né l’una e né l’altra cosa se non la limitazione della libertà alle persone comuni e non escludendo in assoluto la possibilità di agire a quelle più scellerate. Oltretutto si procede a “blindare” un’area o un’intera città solo dopo essersi verificato un fatto di estrema gravità che ha prodotto vittime civili. E’ un po’ come voler mettere i soldi in una cassaforte dopo essere stati rapinati.
Prima o poi il livello di attenzione cala inevitabilmente e ciò che si è fatto oggi, con estremo sacrificio, spendendo milioni di Euro in procedure di sicurezza, intelligence, armi e dispositivi vari, diventa praticamente inutile col passare del tempo. Cambiano le strategie dei terroristi, cambiano gli obiettivi, cala l’attenzione da parte delle forze dell’ordine e tutto torna ad assumere una condizione di “normalità”, fino al nuovo fatto di sangue.
Ma a parte questo, il termine BLINDATO piace, va parecchio. Se ci fosse una “borsa delle parole” oggi avrebbe una quotazione altissima.
A fianco o nelle vicinanze di blindato troviamo TERRORISMO, altro termine che evoca nelle menti di ognuno immagini cruente. Vorrei poter abusare del termine che indica l’esatto contrario ma di fatto, il SERENISMO o il FELICISMO o il CALMISMO ma non sono termini in uso; peccato, forse questo è sintomatico ed indica la vera natura dell’uomo.
Poi abbiamo ISIS che è l’acronimo di Islamic State of Iraq and Syria. Che dire in merito… anche nulla. Si è detto e ridetto di tutto e di più e francamente, io che sono un semplice cittadino che subisce come voi il peso delle parole e ancor di più della sostanza prodotta da questo clima di NON PACE, non voglio aggiungere nulla in merito a qualcosa che si autoproclama uno Stato e che di fatto esiste solo per uccidere le persone e annichilire il concetto stesso di cultura e di evoluzione umana.
Da ISIS il passo a FOREIGN FIGHTERS è breve. Altro termine abusato, diventato quasi un titolo altisonante che di fatto vuol dire: “combattente straniero”, anche se in modo più hollywoodiano, usato al posto di qualche appellativo più scurrile, meno giornalistico ma più consono e all’uopo per indicare quell’essere che si cimenta nel terrorismo. Secondo il mio modestissimo parere è un termine anche troppo lusinghiero, soprattutto la seconda parola: FIGHETER che dovrebbe essere associata ad un personaggio come Leonida o ad un Cesare o un lottatore di Wresling o ad uno di Boxe e non a dei fanatici il cui cervello ha pensato bene di dissociarsi e andarsene dal loro corpo da parecchio tempo.
Ma veniamo all’ultimo dei termini che ho elencato in apertura di questo post; quello che francamente riterrei il più innocuo tra questi: DRONI.
Oggi la parola DRONE è abusatissima. Viene indiscriminatamente utilizzata per indicare tutto ciò che è dotato di un’intelligenza artificiale, più o meno evoluta, e che si muove senza un pilota a bordo.
Ho sentito indicare drone:
Auto
barche
robot
sottomarini
e anche
aerei o elicotteri dal design innovativo ma che a bordo hanno comunque un pilota.
Mi manca solo di sentire qualche idraulico indicare “drone” una lavatrice di ultima generazione e siamo a posto.
Solo per fare chiarezza, un DRONE può essere solo due cose:
il maschio dell’ape
un’aeromobile a controllo remoto (il cui nome deriva proprio dalle caratteristiche fisiche, comportamentali e dal rumore prodotto durante il volo dal suddetto insetto).
Comunque, pare che se non utilizzi i DRONI per fare un po’ di tutto, meno che per quello che servirebbero (viste le restrizioni per l’utilizzo di questi aeromobili in ambito civile), non sei “alla moda”.
Detto ciò, oggi i DRONI pare che siano il pericolo numero uno per le intelligence di tutto il mondo, senza pensare che gli unici droni che fino ad oggi hanno fatto seri danni sono stati solo quelli militari, oltretutto impiegati proprio con l’intento di fare danno.
Comunque, l’associazione delle parole blindato, terrorismo, ISIS, foreign fighters e droni è diventata la miscela vincente per vendere giornali e realizzare talk show improntati esclusivamente su questi argomenti.
Considerando che un terrorista dell’ISIS ambisce per dottrina e lavaggio di cervello, quando non ci ripensa all’ultimo istante, a immolarsi per un distorto “credo religioso”, mi pare molto difficile che possa utilizzare un drone per compiere un attentato.
Comunque, anche se il “suo credo religioso”, edulcorato da fifa, gli suggerisse di mantenere la propria incolumità, non credo che l’interdizione di uno spazio aereo ai droni o agli ultraleggeri possa evitare l’utilizzo di questi aeromobili in ambito terroristico. Francamente non me lo vedo proprio il tizio dell’ISIS che si reca da ENAC per mettersi in regola con tanto di attestati, manuali di volo e documentazioni varie con l’obiettivo di compiere un attentato col proprio APR. Oltretutto in area critica soggetta ad assembramento di persone, su via, non si può proprio. O li usa, a prescindere, o continua ad utilizzare il suoi “bei” Kalashnikov, cinture esplosive e aggeggi vari di morte, acquistati presso i venditori di armi, degli stessi paesi dove poi i terroristi li impiegano; credo oltretutto che vedano questo processo come una sorta di nemesi perfetta.
Parlare delle possibili “strategie del terrore” in termini mediatici ha un maggiore effetto sull’opinione pubblica se vi si associa la parola DRONE.
Un oggetto che vola, pilotato in remoto da chissà chi e da chissà dove, magari carico di esplosivo o di un pericoloso virus letale. “Fa audience”, crea attenzione, si possono chiamare in causa esperti e sedicenti tali in varie trasmissioni televisive per parlare dell’argomento in modo quasi morboso. Le ipotesi si sprecano e gli ascolti salgono e l’opinione che si forma tra la gente in merito ai DRONI è sempre più DRONI = TERRORISMO.
Poi arrivano le contraddizioni.
Qualche giorno fa ho postato sulla mia pagina Facebook DRONEalcuni articoli che riportavano le parole del ministro Angelino Alfano il quale comunicava perentoriamente l’interdizione dello spazio aereo ai DRONI e agli ultraleggeri sulla capitale durante il Giubileo. Il giorno dopo si leggeva sui quotidiani online che le forze di polizia avrebbero utilizzato i DRONI per prevenire attentati. Il giorno dopo ancora il prefetto Gabrielli dichiarava che i droni “sospetti” sarebbero stati abbattuti; “credo che si riferisse a quelli con occhiali da sole e baffi finti”.
In fondo a questo post, se volete, potrete deliziarvi leggendo gli articoli di cui vi ho appena parlato.
Forse mi sono perso qualcosa… ma il volo degli APR sulla capitale o su qualsiasi altra città, prima dell’era ISIS, era possibile? …Mah!
Diciamo pure che se uno prende e vola con un APR in Piazza Navona, per dirne una, o a San Pietro, per dirne un’altra, viola la legge, a meno che non abbia ottenuto da ENAC un “permesso di volo in area critica in scenario misto” e che lo abbia condiviso con le autorità di PS del luogo che hanno l’ultima parola in merito; questo perchè se le autorità di PS, per esempio, avessero autorizzato per quel giorno, a quell’ora “un corteo con la Camusso“, che per l’appunto transita proprio nella zona di volo dell’APR, questo creerebbe non pochi problemi…
Ma tutto questo non fa figo e quindi i media non ne parlano. No, non della Camusso ma delle questioni burocratiche legate all’uso di un APR in città – e non mi riferisco a quelle tre fette di prosciutto con le ali definite DRONI sotto i 300gr. –
Alla fine di tutto questo delirio, chi già aveva difficoltà a lavorare con gli APR, pur con tutte le sue autorizzazioni, assicurazioni, certificazioni varie, oggi si trova ad essere paragonato alla stregua di un Hezbollah fondamentalista guerrafondaio.
Vorrei ricordare che nel mondo il business delle armi supera di gran lunga quello dei droni civili e che un drone civile può essere impiegato in moltissimi scenari per innumerevoli scopi di pace mentre un’arma può solo uccidere, anche se sono impiegate in quelle che definiamo missioni di pace o missioni umanitarie ma che di fatto, spesso, si trasformano in missioni “portatrici di morte”.
Quindi, che futuro potremmo sperare per i droni?
A mio avviso si è spostata la linea di arrivo e di ripartenza o quella che avrebbe dovuto sancire l’apertura di un vero e proprio mercato e del relativo business per il settore dei droni civili. Questo almeno in Italia.
Per quanto ci possiamo impegnare, investire e sperare, vedo che gli APR restano per il momento degli apparecchi in uso ad una nicchia di utenti, troppo pochi per essere definiti un “mercato di riferimento”, troppo pochi per essere ascoltati, troppo pochi per poter fare la differenza in un settore che ha un incredibile potenziale inespresso, sottomesso da regole che limitano chi lavora con coscienza e serietà e risultano poco efficaci per frenare il fenomeno dell’abusivismo.
Si dice che il settore sia ancora acerbo, che dovrà svilupparsi e che i risultati si vedranno nel tempo. A me pare che il settore abbia subito un evidente arresto. Sento parlare più o meno delle stesse cose da circa tre anni e non mi pare di vedere tutti questi droni in cielo o che il mercato dei droni sia effettivamente “decollato”.
Si sente parlare di un boom di vendite di droni e di un incremento di APR che volano in regola.
Nel primo caso il boom si riferisce a quelli venduti spesso dalla grande distribuzione e che oltretutto non dovrebbero essere considerati come dei droni ma degli aeromodelli impiegabili per scopi ludici; anche se qualcuno li usa in modo “promiscuo”, (non previsto dalla legge e quindi per impieghi non proprio regolari).
Nel secondo si parla di un normale incremento dovuto all’ammodernamento e allo sviluppo delle flotte in carico alle aziende produttrici degli stessi APR e di quelle che ne acquistano più di uno per garantire un livello di continuità di servizio nell’ambito della propria professione.
Se a questo ci aggiungiamo il TERRORISMO MEDIATICO unito ad una certa faciloneria nel modo di comunicare della nostra classe politica, penso che la ripartenza del settore sarà roba destinata ad un’élite di “soliti noti”, quelle aziende che potranno permettersi il lusso di gestire appalti pubblici, difesa, sicurezza, intelligence e che sapranno imporre APR ridondatissimi, censitissimi, scatolaneramuniti, transponderati, con sistemi anticollisione, paracadute, airbag, triccheballacche e soprattutto il teletrasporto, almeno se qualcosa deve accadere è meglio che accada lontano da casa nostra; l’importante è parlare, parlare, parlare e i droni civili, quelli che avrebbero potuto e dovuto creare migliaia di posti di lavoro, avranno sempre ampio risalto nelle cronache dei giornali, per il diletto di qualche giornalista o politico che si diverte a “fare la guerra” con le parole, preferendo parlare o straparlare di droni ad uso civile invece di affrontare seriamente il problema delle armi vere ad uso incivile.
Teschi, teschi dappertutto. Sulle borse, magliette, cover per telefoni e tablet, teschi ovunque.
Anche nel settore dei droni.
Il classico teschio pirata è comparso tra i SAPR, anche se caratterizzato dai quattro bracci del quadricottero anziché avere le due tibie incrociate, più fedeli al classico disegno del teschio pirata che tutti abbiamo in mente.
Allora?
Allora vediamo se si può fare qualcosa di diverso, pur sempre intrigante, enigmatico, misterioso, affascinante… o forse anche di più, dato che non dovrebbe essere il solito teschio visto e rivisto che oramai è inflazionato e che ha perso tutto il suo fascino.
Quindi che si fa?
Mah, intanto cominciamo a disegnare. Riparto dal mio drone quadricottero, quello che avevo già realizzato tempo fa per altre grafiche. Inspessisco alcuni elementi, aggiungo qualche particolare e al centro, al posto del solito teschio, ci inserisco il volto di un alieno che nasce dalle geometrie con cui ho realizzato il resto del disegno. Elementi paralleli, cerchi concentrici, incroci, sovrapposizioni, ed ecco che balza fuori il volto dell’alieno.
Testa ovoidale, mento allungato e sfuggente, grandi occhi, è lui, proprio quello che ho visto quella nott…
…lasciamo perdere.
Mi piace. Ora ho il mio alieno. Manca ancora qualcosa.
Beh… intanto diamogli un nome. Qualcosa di semplice, diretto, chiaro, inconfondibile: “ALIEN DRONE”.
Boia dé che fantasia.
E lo so ma è un nome che tutti possono ricordare.
Va beh ma facciamo di più…
Uff… sei sempre così pedante? Allora… le eliche ci sono, la testa dell’alieno pure, la dicitura Alien Drone l’abbiamo messa, cosa manca? Ah! Sì, intanto la “I” di ALIEN la caratterizziamo un po’. Ci metto al suo posto un’elica.
Ottimo. Poi?
Parlo con il mio amico Daniele, quello che stampa materialmente le mie grafiche sulle magliette. Ha un laboratorio artigiano a Lucca dove realizza prodotti promozionali, stampe, gadget, e tanto altro. BusinessOpen è il nome della sua attività. Parlo con lui, gli chiedo se ha qualcosa da consigliarmi per rendere ancor più intrigante la mia grafica.
Mi guarda, sorride e poi esclama: “Questo!” indicandomi un rotolo di materiale che a prima vista mi pareva un vinile adesivo comunissimo. Poi mi spiega che è una pellicola termosaldabile sensibile alla luce. Si carica di luce e la rilascia col buio; insomma è luminescente.
Figo! E’ quello che ci vuole per caratterizzare il mio alieno.
Stampiamo tutta la grafica in serigrafia e gli occhi dell’alieno, solo quelli, li realizziamo con questo materiale, almeno al buio si vedono gli occhioni illuminati, proprio come quelli dell’alieno che vidi quella nott…
Azz… ci sono ricascato.
Ma su quale maglietta realizziamo il tutto?
Sempre su consiglio di Daniele ci orientiamo verso una t-shirt JRC nera con effetto fiammato, insomma, con quello che i modaioli definiscono slubby. E’ un tipo di maglietta molto attuale, con vestibilità fashion, collo ampio, colletto basso, ottimo cotone, ecc, ecc.
Ecco il risultato alla luce.
ed ecco il risultato al buio:
Fatto! Ecco una nuova creazione, direttamente dalla fucina del creativo, che poi sono io, sotto “l’intrigante” nome di ACHROM. Come ogni eroe mascherato anche io ho il mio alias… Poi non guardare che faccio il grafico ma, sai com’è, già faccio un mestiere che viene identificato col nome di un qualcosa che a poco o nulla a che fare col mestiere stesso, fammi almeno un po’ giocare…
Dai che hai capito… l’orafo fa il gioiello, il mestiere non si chiama “gioiello”, il muratore non si chiama “mattone” o “calce”; il medico o dottore non si chiama “brufolo” o “appendicite”; insomma, io faccio il grafico e nella mia oramai quasi ventennale carriera avrò probabilmente disegnato uno o due grafici al massimo ma sono comunque un grafico.
E’ dura la vita caro mio lettore o lettrice.
Via, approfitto per ricordarti, dopo questo ultimo delirante passaggio, che la mia passione per i droni mi ha portato a realizzare una pagina Facebook nella quale posto quotidianamente la rassegna stampa che raccolgo dalla rete, ovviamente per quello che concerne l’argomento SAPR. Ti invito ad andare a visitare DRONE e a cliccare Mi Piace per restare aggiornato.
Su questo blog trovi la categoria DRONI E DRONISTIall’interno della quale ho postato diversi articoli sull’argomento.
Se questo post ti è piaciuto ti invito a condividerlo col mondo! Mille grazie e alla prossima.
PS: se vuoi comprare questa t-shirt, vai sul mio sito web nell’area Drone For Fundove troverai questa ed altre grafiche.
La passione per i droni riassunta in quattro fasi evolutive riprodotte su una t-shirt.
(GESTATION) La Gestazione: è il momento in cui la scintilla si accende nella tua mente, scatta l’idea anche se ancora è in una fase gestazionale. Da fuori appare solo come un involucro, un guscio, un “semplice uovo” ma che nasconde all’interno molto di più. Sai che sei interessato ai droni, non sai perché, boh! Forse sono solo “ganzi”; ancora non hai capito bene cosa sono, cosa ci puoi fare e soprattutto… ma di che idea stiamo parlando?
(JUMP OUT) Balza fuori: è la fase in cui capisci che l’idea c’è ed è interessante ma occorre perfezionarla. Tenti di reprimerla ma lei torna sempre alla mente, balza fuori continuamente. Capisci che devi realizzare un sogno, non puoi mentire a te stesso, è il momento in cui devi passare alla fase successiva.
(EMBRYONIC STAGE) Stadio embrionico: sta prendendo forma, ti ha avviluppato in pieno e non ti molla, adesso devi FARE qualcosa altrimenti non hai pace. Devi concretizzare un progetto, senti di essere sulla strada giusta; sei quasi allo stadio finale dell’evoluzione, ti manca davvero poco…
(SYMBIOSIS) Simbiosi: è giunto il momento, sei una cosa sola col tuo drone. Non c’è altro, niente che possa separarvi. Lo senti, avverti ogni vibrazione. Adesso gestisci gli stick del tuo radiocomando senza neanche pensarci. Istinto puro, collegamento mentale, potresti governarlo col pensiero. Il processo è completato, hai attraversato tutte le fasi della…
Da grafico e appassionato di fantascienza ho celebrato a modo mio uno dei film cult del genere attraverso la realizzazione di una grafica per una t-shirt che reinterpreta le fasi evolutive del famoso Alieno del cinema. Agli ingredienti “alieni” di base vi ho aggiunto “un pizzico di dronite”.
Parafrasando la celebre frase che accompagnava il film Alien, il claim di questa t-shirt potrebbe essere: “Nella Zona Franca nessuno può sentirti urlare”. Anche perché i droni saranno sempre più reattivi e veloci e se l’area da delimitare come zona franca deve essere proporzionalmente ampliata per poter operare col proprio SAPR in sicurezza, beh… alla fine sarai così distante dalla prima persona con cui potresti avere a che fare che anche se urlerai, nessuno potrà sentirti…
Questa è proprio da “dronisti” e “nerds”.
La grafica che ho realizzato è stampata ad un colore con la tecnica della serigrafia su una maglietta della JRC realizzata con un tessuto 100% cotone pettinato Slubby; che poi ‘sto slubby sarebbe l’effetto fiammato. Mi piaceva questo modello perché è molto attuale, ha un colletto basso e ampio. Il risvolto sulla manica è cucito in 4 punti e nel suo insieme questa t-shirt colpisce subito per lo stile moderno e per la qualità del prodotto.
Ho vissuto personalmente tutti gli step descritti nella grafica della mia maglietta. Era il lontano 2012 quando il primo stadio dell’evoluzione cominciò a germinare nella mia mente.
Oggi mi occupo di droni, o SAPR per i più avvezzi, in modo “teorico”; non ho più il mio drone da quando ENAC ha deciso di fare le cose in grande. Vedremo in seguito se acquistarne un altro ma solo se la normativa permetterà di operare in modo più agevole. Detto ciò, attualmente, mi trovo ad una “fase 5” della Dronevolution, non compresa in questa t-shirt ma palesata in un’altra che ho chiamato MI GIRANO e di cui tratto in un altro post, anche se già il titolo che le ho dato potrà darvi un’idea di come sia caratterizzata la “fase 5”.
Potrei definirla “Separazione”, una condizione “paragonabile” a quella che puoi provare quando il tuo partner ti dice: “è finita ma possiamo restare amici”… bella fregatura!
Un modo “mio” per vivere il contesto SAPR da grafico.
Teorizzando sulla questione droni mi sono aperto una pagina Facebook dedicata all’argomento che non poteva che chiamarsi DRONE, all’interno della quale puoi trovarci la rassegna stampa quotidiana dedicata al comparto UAV, UAS, SAPR, RPAS, ecc. Ti invito a visitarla e a cliccare Mi Piace per seguirla.
9 stagioni, quasi un decennio di intrattenimento nel nome del sano e ben fatto sci-fi in TV; almeno fino all’ottava stagione e lasciando perdere i film.
Si chiamavano X-Files e i protagonisti erano i due agenti FBI Mulder e Scully.
Sono passati diversi anni. Alcuni di voi “dronisti” erano appena nati, almeno quelli che oggi svolazzano in regola con un APR e che sono diventati maggiorenni da poco.
Lei, pragmatica, scettica, di formazione scientifica, riflessiva e indagatrice. Lui più aperto all’impossibile, colpito nel personale dalla scomparsa della sorella per mano degli alieni, o così si è pensato per molte stagioni.
Nell’ufficio federale dell’agente Fox Mulder era affisso alla parete un singolare manifesto; quasi un simbolo, un totem, qualcosa che serviva ad esorcizzare le paure e a rendere tangibile il credo in qualcosa di “superiore”. Era il mitico manifesto I WANT TO BELIEVE sul quale campeggiava un disco volante che stazionava sopra le cime degli alberi. Un “dogma” che come tale di scientifico aveva ben poco ma che riassumeva in toto lo spirito dell’agente Mulder, rimasto immutato per tutte le stagioni della serie X-Files.
Oggi, 2015, arrivano i droni. Sono gli UFO del tempo, quelli che in un recente passato facevano parlare di sé tra avvistamenti misteriosi, insabbiamenti, esperimenti militari condotti in gran segreto, Area 51 e tanto mistero e fascino.
Quegli UFO degli anni ’50, ’60 e vi a dicendo, sono diventati gli attuali UAV, RPAS e per noi italiani SAPR. Veri e propri sistemi aeromobili a pilotaggio remoto. Veri concentrati di tecnologia miniaturizzata in grado di sollevare sensori, videocamere e di riprendere porzioni di territorio mappandolo ad altissima definizione e in 3D o di inquadrare dei soggetti in movimento con videocamere in 4K da diverse decine di metri di altezza, tutto in modo automatico o comunque assistito.
Siamo nell’era dei droni e nel mio modo di essere il Mulder dei SAPR mi sono immaginato una grafica per una t-shirt che rappresenta un’ideale situazione, quella del voler credere che i droni possano volare.
Di fatto lo possono fare, tecnologicamente sono in grado di percorrere anche distanze notevoli ma le leggi in materia, almeno in Italia, limitano e condizionano l’uso di questi apparecchi. Probabilmente le generazioni future che si formeranno oggi, troveranno più facile assorbire e fare propri i regolamenti in vigore che disciplinano l’uso dei SAPR; diversamente da “noi più veterani” che da quasi artigiani del volo o “temerari delle macchine volanti a pilotaggio remoto” ci siamo cimentati in “imprese eroiche” fondate spesso sul puro empirismo, nel tentativo di migliorare i nostri apparecchi e le nostre performance, fino a quando poi, volenti o nolenti, abbiamo dovuto accettare – o cominciare a capire come farlo – le Regole dell’Aria, il Regolamento dei Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto e una serie di annessi e connessi vari.
Pertanto, ecco il mio I WANT TO… FLY.
La grafica omaggia quella serie TV che tanto mi ha fatto compagnia e tanto mi ha fatto sognare ma al tempo stesso è l’evoluzione naturale del messaggio che ci ha lasciato l’agente dell’FBI Fox Mulder, attualizzato al mondo che viviamo, in cui le macchine potenzialmente volanti sono normativamente “stanziali”. Circondati da tanta tecnologia contraddistinta da un’onnipresente e dilagante obsolescenza, spesso programmata, facciamo i conti con un potenziale inespresso, talvolta represso che nel tentativo di poter “spiccare il volo” ci imbriglia a terra in infiniti dibattiti, convegni, workshop su cui disquisiamo fino alla noia su calcoli balistici, formule matematiche ingegneristiche, terminatori di volo, paracadute, ridondanze avioniche, materiali compositi, interpretazioni normative e chi più ne ha più ne metta. In tutto questo scenario pochi volano e molti lo vorrebbero fare. Chi ci rimette è sempre il sistema Paese che “non decolla” restando invischiato nelle parole. Comunque… “dicono” che è solo una questione di tempo… Mah!
Detto ciò… I WANT TO… FLY!
Questa t-shirt è stampata in serigrafia su una maglietta JRC a manica corta, colore blue denim con effetto fiammato. Comoda, 100% cotone pettinato, colletto basso, leggermente ampio. Vestibilità fashion. Per ulteriori info su questa t-shirt puoi visitare la sezione Drone for Fun sul mio sito web.
Se ti interessa l’argomento DRONI -SAPR in generale, tra le tante cose che puoi trovare in rete esiste anche la mia pagina Facebook che ti invito a visitare. Se poi vi clicchi Mi Piace potrai essere costantemente aggiornato sul panorama DRONI attraverso la rassegna stampa quotidiana degli articoli che provengono dal web.
Su questo blog trovi la categoria DRONI E DRONISTI interamente dedicata all’argomento.
Se questo post ti è piaciuto condividilo sui tuoi canali web. Ti ringrazio fin d’ora 🙂
Giallo, come i cartelli che segnalano un pericolo letale. Una sola indicazione WARNING DRONEHAZARD.
Il destino dell’umanità è segnato.
Il futuro è oggi e le macchine volanti senza pilota solcano i nostri cieli. In un fanta-scenario che passa da Skynet fino ad arrivare ad Umbrella Corporation, le paure ataviche, come quella per l’ignoto, dilagano e si amplificano attraverso i media. Ovunque imperversano i droni killer gestiti da cyber sistemi senzienti che decidono autonomamente le sorti dell’umanità… Solo un inquietante ronzio anticipa il loro arrivo ma quando li senti… ormai è già tardi.
“Stefanoooo, non lasciare a giro i tuoi minidroni!!!”
Ecco, fine del gioco. Ero immerso nei miei pensieri, nel mio mondo immaginario creato dalla fantasia che si alimenta dalla volontà e dalla capacità di stupirsi per le cose, scoprirle con la meraviglia, la stessa che può manifestare un bambino; lo stesso che poi risiede in ognuno di noi e che ogni adulto dovrebbe riscoprire.
Il mio sta sempre con me 🙂
Disegna un drone, divertiti a duplicarlo e intrecciarlo con i suoi simili. Deformalo un po’, poi ti appare, è lì, o per lo meno gli assomiglia molto. E’ il pittogramma che hai sempre visto nei film, per fortuna solo lì, o al massimo in qualche ospedale ma a ragion veduta sul contenitore per la raccolta delle siringhe usate.
Il BIOHZARD
Al tuo disegno aggiungi una cornice triangolare, metti la scritta WARNING che è più figa di CAUTION e poi…
Poi fondi la parola DRONE con HAZARD, che vuol dire PERICOLO e non è la famosa contea della serie televisiva della prima metà degli anni ’80; quella era HAZZARD, con due “Z”.
Ecco il pittogramma DRONEHAZARD che ha preso forma.
…sotto al pittogramma ho aggiunto la dicitura WARNING DRONEHAZARD, ho reso il tutto più vintage, rovinato, aggiungendo alla grafica un effetto “sciupato” per rendere il tutto più decadente e “drammatico”.
Ecco il risultato finale.
La maglietta su cui ho riprodotto la grafica è rigorosamente gialla. E’ prodotta dalla Russel, realizzata in cotone ring spun da 145gr. La linea è slim ma non eccessivamente attillata. La tecnica di stampa utilizzata è la serigrafia che rimane pressoché inalterata anche dopo molti lavaggi mantenendo la stampa morbida e comoda da indossare.
La magliettaWARNING DRONEHAZARD rappresenta la “paura” per ciò che non si conosce. I droni, o meglio, i SAPR, sono una risorsa incredibile per l’umanità. Come per altre cose create e gestite dall’uomo, ognuna può essere fonte di utilità o artefice, sempre per mano dell’uomo, di incredibili crudeltà. Nel caso della mia t-shirt ho voluto enfatizzare il concetto di “pericolo” associato a quello della “paura” innescato dalla poca informazione e spesso da una visione molto soggettiva di certe questioni.
Bando alle filosofie e supercazzole da social media. “La mì maglietta”, come si dice da me, in Toscana, “l’è bellina” e se ti piace la puoiacquistare sul mio sito web dove potrai scoprire tutta la serie delle T-Shirt Drone.
Dimenticavo di dirti che se hai un’associazione, un club, una scuola o comunque qualcosa che rappresenta una passione, le mie t-shirt possono essere personalizzate col tuo logo. Contattamie ne parliamo.
La mia passione per i droni mi ha portato a realizzare una pagina Facebook nella quale, ogni giorno, pubblico la rassegna stampa del settore. Ti invito ad andare a visitarla e a cliccare Mi Piace per seguire tutte le news.
Su questo blog troverai diversi articoli dedicati al settore. Visita la categoria DRONI E DRONISTI.
O via, ti ho detto tutto. Grazie per la tua visita e se ti è piaciuto questo post ti chiedo cortesemente di condividerlo sui tuoi canali web.
Si può volare, non si può volare, qui sì, no, anzi, qui no perché sei ad un passo da un’area congestionata. No, no, aspetta, qui puoi ma solo andando verso destra perché se vai a sinistra ti trovi in prossimità del corridoio di atterraggio degli aerei.
Ma ce l’hai la patente?
Che patente?
Quella che rilascia l’ACI per volare con i droni.
No, non è l’ACI ma l’ENAC e non rilascia alcuna patente, casomai rilascia un’autorizzazione per volare con i SAPR.
O non avevi un drone?
Sì, il drone in realtà si chiama SAPR, Sistema Aeromobile a Pilotaggio Remoto che di fatto è equiparato ad un aeromobile ultraleggero.
Stiga! Allora sei un pilota e puoi pilotare gli ultraleggeri?
No, non è proprio così automatico. Insomma, per pilotare un Dro.., no scusa, un SAPR, devo seguire un iter particolare che mi porterà ad avere un’autorizzazione a volare con questi aeromobili.
Hummmm… ma poi voli anche con ultraleggero?
Ti ho detto di no, a malapena potrò volare con un APR sopra un campo di girasoli, dove vuoi che vada a volare con un ultraleggero?
O non era un SAPR?
Sì un SAPR, in realtà l’oggetto che vola è l’APR ma nel suo insieme diventa un SAPR perché è un “Sistema” che…
…lascia perdere.
Ma che te ne frega, dai, il drone è fighissimo, chissà quanto ci guadagni a fare le riprese video ai matrimoni, sulle piazze e a tutte le sagre, nella tua città e…
Fermo lì! Non continuare. No, non puoi fare tutto quello che hai detto. Non puoi volare sopra le persone, le case, insediamenti industriali, militari, in prossimità degli aeroporti, parchi pubblici, parchi nazionali soggetti a particolari restrizioni, spiagge…
La mia grafica MI GIRANO FORTE è una chiara rappresentazione ed espressione dello stato d’animo di molti, che come me, volendo fare le cose in regola si sono trovati arresi davanti alla potenza di fuoco che prende il nome di burocrazia e “legiferalopia”, un neologismo per definire coloro che hanno una necessità, quasi morbosa, di legiferare a prescindere; “poi si vedrà e si migliorerà ma intanto mi scappa un regolamento/legge e non ci posso fare nulla, la devo emanare”.
Pur condividendo in pieno la necessità di definire un quadro normativo capace di regolamentare il comparto droni in Italia, ritengo che le attuali regole per i SAPR siano tali e tante da non concedere molti spazi al piccolo imprenditore, creando di fatto la necessità, per coloro che vogliono lavorare con i “droni”, di strutturarsi in vere e proprie compagnie – simili per certi versi a quelle aeree – dotate di flotte di SAPR e di piloti qualificati. Il “piccolo” imprenditore potrà essere assorbito dalle suddette compagnie o non credo che avrà molte possibilità di sviluppare un business in proprio, considerando tutto e soprattutto il ROI (return on investment) con cui ogni buon imprenditore deve fare “i conti”.
Diciamo che ad oggi è come se volessi fare il tassista ma per svolgere la professione sia necessario, in un certo qual modo, dotarmi di una sorta di scuderia tipo quella Ferrari (mezzi e persone); per intenderci e per far capire meglio la situazione ai più che magari non conoscono il settore.
Polemica a parte, che ci voleva pure, il mio quadricottero riprodotto sulla maglietta MI GIRANO è un portatore sano di doppi sensi. Le eliche di un drone sono notoriamente composte da due pale e l’associazione tra “MI GIRANO FORTE” e le “pale” direi che pur se non riportata in chiaro trova il tempo per arrivare a tutti e far comprendere perfettamente cosa stiano girando.
T-shirt della JRC in cotone pettinato, effetto fiammato. Colletto basso, ampio, risvolto sulle maniche fermato con 4 cuciture e vestibilità fashion rendono questo prodotto interessante, attuale, originale e alla portata di tutti.
La grafica è realizzata con la tecnica della serigrafia per conferire al prodotto un alto livello qualitativo e di morbidezza anche dopo numerosi lavaggi.
Se vuoi altre info o se desideri acquistare questa t-shirt puoi andare sul mio sito nell’area Drone for Fun nella quale potrai vedere anche le altre t-shirt della linea DRONE.
Su questo blog trovi la categoria DRONI E DRONISTI dove puoi trovare molti articoli dedicati all’argomento.
Se ti è piaciuto questo post condividilo! Grazie 🙂
”… tra voli pindarici e regole campate in aria ora più che mai è indispensabile restare con i piedi per terra”.
Sei qui… stai cercando delle risposte, lo so. Cercherò di non deluderti anche se, ti avverto, l’argomento non è facile da metabolizzare e non esiste “la risposta assoluta”.
Qualche passo indietro nel tempo:
Prima del 30 aprile 2014 a.E. (avanti Enac – per quanto riguarda la normativa sui droni).
Siamo nell’era del “volo a coscienza”, una propulsione spontanea generata in modo del tutto differente in virtù dell’indole del conduttore, o genericamente e impropriamente detto: “PILOTA di drone”.
Siamo in un periodo pionieristico dove le uniche vere regole sono quelle riportate nel Regolamento dell’aria (ENAC) che i più – non piloti di linea o di ultraleggeri – non conoscono. Per tutti gli altri vige “il fare a prescindere”, animato da tante buone intenzioni, prendendo tutta una serie di precauzioni e accorgimenti mutuati da istinto o anche da pura logica “vulcaniana”. Tutto volto a garantire la sicurezza propria, dell’aeromobile e soprattutto di chi vi gravita attorno…
… o anche nulla di tutto questo.
Nell’aria, ed è proprio il caso di dirlo, c’è fermento. I droni volano alti, ovunque, e tutto pare apparentemente roseo e positivo.
C’è chi pensa di fare business, e lo fa anche.
C’è chi pensa di arrotondare uno stipendio affiancando l’attività di dronista alla principale per fornire alla propria clientela un ulteriore servizio a valore aggiunto.
C’è chi vola solo per diletto, spinto dalla moda del momento o da precedenti passioni come l’aeromodellismo che lo hanno portato ad ampliare la propria gamma di esperienze col volo in RC, sperimentando anche quella col drone.
Sono in pochi, ma qualcuno c’è; hanno un bagaglio formativo (ingegneristico, aerospaziale) che gli permette già di operare con i droni in seno a logiche aeronautiche. Merce rara…
Poi venne l’era s.E. (sotto Enac – per quanto riguarda la normativa sui droni – 30 aprile 2014)
I più pensavano che il famigerato Regolamento dei Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto fosse una sorta di leggenda, qualcosa che avrebbe coinvolto gli operatori di settore ma in un’altra vita o destinato alle generazioni future.
Si sono sbagliati… è toccato a noi!
Lo sconquasso fu notevole. Non mi dilungo su ciò che è accaduto e che per molti oggi è solo storia recente o un incubo da cui non riescono a svegliarsi oppure una realtà quotidiana con cui confrontarsi. Poi… ci sono quelli che vedono “quel regolamento” come un qualcosa da cui stare alla larga e di cui non preoccuparsi…
Sull’argomento in generale ho scritto diversi post che ti consiglio di leggere percorrendo a ritroso la categoria “Droni e dronisti”in questo blog.
Dopo questo video stai ancora pensando di diventare un dronista? 🙂
Bene… allora ciò che desidero offrirti, attraverso questo post, è un aiuto per fare delle scelte consapevoli attraverso dei suggerimenti; per aiutarti a trovare, “in fondo al tunnel” dell’incertezza e della confusione che è stato eretto in questo fantastico mondo dei DRONI, un po’ di luce e di speranza.
Fatta questa premessa, arriviamo al dunque.
Prima di tutto è importante capire chi sei, cosa fai e cosa vorresti fare all’interno del “comparto droni”.
La prima scelta importante da fare è tra:
Usare il drone per lavoro
Usare il drone per diletto
Analizziamo entrambe le scelte:
Usare il drone per lavoro
Bene, hai intrapreso la via più articolata. Sei il cosiddetto “temerario delle macchine volanti“. Sappi subito che c’è da confondersi un po’ e da “ciacciarsi” in tasca. Quindi non mi scrivere chiedendomi consigli su quale drone acquistare per fare riprese video spendendo meno di 500 Euro. Non si può! Non esiste… non solo per il mezzo in sé – difficilmente certificabile con questo budget – ma per tutto ciò che occorre fare/adempiere per essere in regola.
Entra nell’ordine d’idee che scegliere di svolgere un’attività professionale di pilota o operatore di droni richiede un atteggiamento mentale positivo e propositivo, molto aperto. Non solo, occorre anche molta umiltà, non avere fretta ed essere disposti ad apprendere una professione dall’alto contenuto tecnico. Se sei disposto ad affrontare tutto questo in modo serio e attento, molto attento, allora puoi continuare su questa strada. Altrimenti, consiglio: lascia perdere e se ti piacciono i droni, usali per diletto (quindi salta questo capitolo e vai al successivo che comunque non esclude che tu conosca le regole minime per l’uso dei droni).
ENAC indica un percorso per mettersi in regola e deve essere seguito scrupolosamente.
Questo per quanto concerne tutto ciò che è di competenza ENAC, ovvero, quello che si alza dal suolo e che è pilotabile, sia da un pilota sull’aeromobile che da un pilota remoto a terra, come nel nostro caso con un drone.
Ci tengo a ribadire che con l’introduzione del Regolamento dei Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto, le Regole dell’Aria non sono svanite, anzi, sono parte fondamentale su cui si poggia tutto l’impianto normativo che disciplina l’uso dei droni e che comprende entrambi i regolamenti. Non a caso i corsi teorici propedeutici per il conseguimento dell’autorizzazione ad operare come pilota di SAPR, sono sviluppati in gran parte sull’apprendimento delle Regole dell’Aria e le sanzioni introdotte anche per i droni si rifanno a quanto riportato nelle Regole dell’Aria.
Quindi, consiglio: i regolamenti non si sfogliano o si leggono ma si studiano e si imparano.
Detto ciò, devi formarti per diventare un pilota di drone e per farlo è necessario intraprendere un percorso caratterizzato da vari step che parte dal “corso teorico di 33 ore”, non obbligatorio ma per molti necessario.
Non obbligatorio perché se hai un’esperienza pregressa che ti ha portato ad acquisire le nozioni riportate nelle Regole dell’Aria, dovresti avere già un bagaglio formativo tale per cui puoi impegnare parte del tuo tempo altrove, quantomeno verso le altre fasi necessarie al conseguimento delle autorizzazioni per operare con i droni.
Anche in questo caso non mi dilungo più dello stretto necessario. Riporto solo una tabella in cui riassumo gli step più rilevanti da affrontare per essere autorizzato ad operare con i SAPR.
corso teorico di 33 ore
corso pratico presso il costruttore
attività sperimentale col SAPR
redigere il manuale tecnico e operativo
visita medica di II classe
adeguamento SAPR ai requisiti minimi di sicurezza richiesti da ENAC
presentazione ad ENAC di tutta la documentazione per essere annoverati tra gli Operatori SAPR Autorizzati
Il tuo drone deve rispondere a dei requisiti particolari.
Non puoi pensare di volare per lavoro con qualcosa che hai comprato a scatola chiusa in un centro commerciale o attraverso un sito di vendite online.
Prima di tutto il drone deve essere costruito con tecnologie di tipo aeronautico o deve essere modificato per garantire degli standard minimi di sicurezza. Deve avere un’avionica ridondata, sistemi di emergenza – come il paracadute e il terminatore di volo – e… se vuoi veramente lavorare e lavorare bene, dovrai dotarti di una piccola flotta composta da almeno un paio di droni.
Scusa, vuoi andare a fare un lavoro con un solo SAPR (Sistema Aeromobile a pilotaggio Remoto), questo è il suo vero nome, col rischio di non portare a casa nulla perché non riesci a decollare, hai un’avaria, un qualche malfunzionamento che ti impedisce di svolgere il tuo incarico? Non sempre puoi rimandare l’appuntamento al giorno dopo. Se devi effettuare un servizio legato al tempo (sia al clima che ad un calendario preciso) e non hai il SAPR funzionante, rischi di mandare a remare te, la tua attività e di creare un danno al tuo committente. Quindi “two is megl che one” come cita uno spot di un noto gelato.
Poi, cosa c’è da fare?
Devi assicurarti.
Adesso è un po’ più chiara la questione e non più onerosa come appariva fino a pochi mesi fa.
Ci sono compagnie assicurative che sono specializzate in questo ramo e forniscono dei prodotti modulabili sulla base del tipo di attività che andrai a svolgere, quindi con costi proporzionali al livello di rischio a cui ti esponi.
Di solito chi vende il SAPR ad uso professionale sa indicarti anche la compagnia assicurativa alla quale puoi rivolgerti.
OK, sei in regola tu, il drone, hai l’assicurazione, tutte le autorizzazioni ENAC e poi?
E poi dipende dal contesto in cui andrai a lavorare.
Spesso e volentieri devi entrare in contatto con il Prefetto o il Questore, comunque con un’autorità di PS su cui ricade la competenza territoriale.
Devi dichiarare l’apertura di un’aviosuperficie o elisuperficieoccasionale palesando le operazioni che effettuerai col SAPR. E’ una comunicazione diretta che non implica protocolli particolari se non rivolgersi, educatamente, ai suddetti funzionari o ai loro diretti referenti.
Ma se lavoro col drone in una vigna o in un campo privato?
Bravo, ottima scelta!
Questo è uno dei settori dove pare che i SAPR troveranno maggior impiego. Meno problemi, meno rischi.
Sei su un campo, voli, fai quello che devi fare e torni indietro, il massimo del danno che puoi arrecare è tritare un po’ di vigna ricavandone un po’ di succo d’uva o fare un po’ di pomarola schiantandoti su una piantagione di pomodori.
Quello dell’agricoltura di precisione è senza alcun dubbio un settore in cui nei prossimi anni ci sarà un importante sviluppo e impiego di droni.
Ovviamente questo non ti esonera da tutto il resto. Il Regolamento dei Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto ha effetto e validità anche sopra un campo di cipolle.
E se voglio fare riprese video col drone?
Bello, sì, mi piacciono un casino ma…
…qui devi aver a che fare anche con il Garante della Privacy. E sì caro mio, se fai video e/o foto a cose, persone, eventi, in cui avvengono dinamiche particolari devi seguire pedissequamente quanto riporta il Garante per la protezione dei dati personali. Comunque, se stai riprendendo qualcuno, dovrai prima essere in grado di farlo all’interno di una “zona franca” opportunamente predisposta, delimitata, segnalata ed entro la quale potrai volare col SAPR e comunque non sopra la testa di chi stai riprendendo.
Sì parlo anche a te “fotografo matrimonialista”, lo so che stai leggendo questo post e che stai storcendo il naso. Non puoi volare a meno di 50mt dalle persone, quindi scordati il primo piano della sposa arrivando col tuo drone a volo d’uccello dalla collina, passando sul tetto della chiesa fino a un metro dal naso della neo sposina.
Ironizzando sulla Zona Franca.
A proposito di “Scenario misto” e di “Zona Franca” ti consiglio di leggere la “Nota esplicativa n. 2” pubblicata da ENAC. Se vuoi puoi eventualmente leggere ciò che ho scritto in merito a questo argomento cliccando qui
Lo so, è tutto molto complesso, nebuloso e anche difficile, soprattutto per te che vuoi avvicinarti a questo settore e non sai da che parte rifarti. Le regole ci sono, non ne possiamo fare a meno e soprattutto non possono essere ignorate. Possono sembrarti“regole campate in aria” ma non ci crederai, hanno pure un senso.
Devi capire che sono scritte da ingegneri aeronautici, professionisti abituati ad avere a che fare con aerei che trasportano centinaia di persone, con regolamenti internazionali, con compagnie aeree, con aeroporti, personale di terra, di aria e con passeggeri.
Pensi che un drone possa spaventare queste persone?
No, di sicuro non le ha spaventate, anzi, forse ci hanno dato dentro un po’ troppo duro ma, ritonfo a dirti… questa è la situazione, adesso, che inevitabilmente è anche destinata a mutare nei prossimi mesi.
Ogni innovazione porta ad un cambiamento e ogni cambiamento porta ad un’ulteriore innovazione.
Fermo lì, non disperare. C’è tempo per buttarsi a terra, sporcarti tutto, piangere e chiedere aiuto.
Non fare troppi voli pindarici… un po’ va bene ma non troppo.
Fatti prima un piano che deve passare attraverso una ricognizione a tappeto del ventaglio di soluzioni che il mercato italiano offre in questo momento.
Non perderti guardando in rete i video realizzati con i droni, lasciandoti incantare da meravigliosi filmati girati su isole caraibiche, sulle pendici di vulcani più o meno attivi o inseguendo delle fantastiche muscle car super customizzate che sfrecciano e sgommano tra le strade di una metropoli americana.
Tutto molto bello, fighissimo, affascinante ma non in grado di poter essere replicato in Italia, almeno nell’immediato, e soprattutto va saputo gestire passando da una formazione, avvalendosi di consulenti capaci, seri e, ti prego, che siano ITALIANI!!!
Il settore è in fermento, complicato e altamente specialistico, vuoi metterci nel mezzo anche aziende straniere con le quali saresti obbligato a interagire e che magari sanno poco o nulla dei nostri regolamenti?
Attualmente in Italia ci sono decine se non centinaia di aziende che progettano e costruiscono SAPR fantastici, pensati esclusivamente per lavorare, realizzati da ingegneri italiani a cui puoi rivolgerti, fare domande e avere risposte certe che ti permetteranno di raggiungere i tuoi obiettivi.
Solo attraverso un contatto diretto con queste persone potrai capire come sviluppare il tuo business, in modo sicuro, senza perderti nelle carte e tra i meandri vari.
Cercando in rete, consultando i siti web italiani specializzati in droni (vedi elenco in fondo a questo post)
Sulla mia pagina DRONEdove pubblico la rassegna stampa quotidiana, compresi i comunicati stampa che arrivano dalle aziende di settore.
Attraverso gli eventi dedicati all’argomento di cui trovi informazioni sempre su DRONE nella sezione EVENTI IN PROGRAMMA o sempre attraverso le testate di settore.
Ma per la formazione?
Stesso discorso. Molte aziende che producono SAPR fanno anche formazione o si appoggiano a scuole autorizzate da ENAC in grado di offrire una formazione coerente con quanto richiesto dall’Ente.
Tutto è difficile quando non lo si conosce.
Quindi, caro lettore, se vuoi intraprendere la professione di DRONISTA (o come vuoi chiamarla tu), devi imparare. Per farlo, oggi, ci sono gli strumenti. Devi solo cominciare a fare il primo passo verso “la direzione giusta” scegliendo di partire:
A)dall’obiettivo finale che ti sei posto, quindi “cosa vorrai fare col drone una volta che avrai assolto tutto l’iter tecnico-burocratico necessario. Per esempio: “GeoMapping”, rivolgiti alle aziende che fanno questo tipo di attività, che forniscono SAPR costruiti per questo ambito e a quelle realtà che costruiscono i payload (materiale trasportabile sul drone) pensati per questo settore. Da qui parti e fai il processo inverso capendo cosa ti occorre per sviluppare un business attorno al rilevamento fotogrammetrico utilizzando i SAPR.
B)dalla base, formarti come Pilota SAPR. Per farlo ti occorre frequentare una scuola autorizzata ENAC, detta anche “Organizzazione di Addestramento”. Da qui apprenderai le basi e riceverai gli input che ti porteranno verso i successivi step che ti permetteranno di capire verso quale direzione puntare.
Ricorda anche che questo tipo di attività, qualsiasi svolta con i SAPR, NON PUOI FARLA DA SOLO. Quantomeno dovrai farti affiancare da un operatore o un’osservatore. Scordati di prendere il tuo radiocomando e il drone e di andare, “solo, soletto” a fare riprese video, rilevamenti, monitoraggio, ecc. Occorre un’organizzazione, una struttura che, come tale, necessita prima di tutto di capitale umano oltre che di capitale economico.
Operare con i SAPR non è un’attività da “libero professionista”.
E i soldi? Appunto…
Ma vuoi proprio tutte le risposte?
Lasciando perdere le banche… per dei finanziamenti puoi avere delle indicazioni attraverso le aziende di cui ti ho parlato. Quelle più strutturate e che sviluppano prodotti altamente performanti, sono in grado di fornire informazioni sui vari finanziamenti disponibili, sia a livello locale, regionale che nazionale.
Ti segnalo un paio di opportunità di finanziamento che però prevedono che i richiedenti rispondano a certi requisiti. L’ottenimento dei finanziamenti avviene attraverso un iter che spesso richiede un supporto (consulenza in Europrogettazione) per non farsi respingere le domande di finanziamento. Ci sono agenzie specializzate che possono essere rintracciate anche dagli uffici di promozione all’imprenditoria presenti nel proprio territorio o cercando in rete. Solitamente sono fondi che si rivolgono alle PMI o alle giovani Start’Up.
Per quanto riguarda il “settore droni” ci sono almeno un paio di opportunità di finanziamento europeo; non nascono per i SAPR ma si prestano a finanziare progetti in cui vengono impiegati:
Horizon 2020– Programma Quadro europeo per la Ricerca e l’Innovazione
Life – Programma per l’ambiente e l’azione per il clima
Per questo, nonostante tutto, adesso si può lavorare con i SAPR ma occorre più che mai restare con i piedi per terra.
Usare il drone per diletto:
Ed eccoci alla parte più “fancazzista” 🙂 quella in cui tu vuoi sapere se ti è permesso volare col tuo drone quadricottero classe 250 in FPV in un’area urbana, magari in un parco pubblico.
NO, non puoi.
Anche se potrebbe bastare una risposta così assoluta, lapidaria, è importante dare delle precise motivazioni.
Differenza tra aeromodello e aeromobile.
Per ENAC un AEROMOBILE è (cito dal Regolamento dei Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto):
“Per aeromobile si intende ogni macchina destinata al trasporto per aria di persone o cose.
Sono altresì considerati aeromobili i mezzi aerei a pilotaggio remoto, definiti come tali dalle
leggi speciali, dai regolamenti dell’ENAC e, per quelli militari, dai decreti del Ministero della
Difesa. Le distinzioni degli aeromobili, secondo le loro caratteristiche tecniche e secondo il
loro impiego, sono stabilite dall’ENAC con propri regolamenti e, comunque, dalla normativa
speciale in materia”.
Per ENAC un AEROMODELLO è (cito dal Regolamento dei Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto):
“dispositivo aereo a pilotaggio remoto, senza persone a bordo, impiegato esclusivamente per scopi ricreativi e sportivi,non dotato di equipaggiamenti che ne permettano un volo autonomo, e che vola sotto il controllo visivo diretto e costante dell’aeromodellista, senza l’ausilio di aiuti visivi.”
In pratica…
se quel drone, semplifichiamo al massimo, è solo “drone”, non ha altro che componenti essenziali che servono per farlo volare e vola mantenendo un controllo a vista, è un AEROMODELLO. In tal caso lo puoi usare in aree segregate come campi di volo per aeromodellisti o in luoghi privati presso i quali hai una qualche autorizzazione ad operare, purché il volo non contravvenga con quanto riportato nel regolamento ENAC (prima di tutto deve essere garantita la distanza minima di 8Km dagli aeroporti e dai corridoi di atterraggio e decollo e non puoi volare nelle aree congestionate/centri urbani).
Se invece, quel drone ha in più una videocamera, una macchina fotografica o altro dispositivo che ne finalizza l’impiego (in questo caso ripresa video o foto con drone), quello stesso oggetto di cui sopra diventa un SAPR per attività specializzate. Che poi sia un SAPR certificato o che non lo sia questo è un altro punto; resta pur sempre un Sistema Aeromobile a Pilotaggio Remoto, quindi, in quanto SISTEMA, è composto da varie parti assemblate e coesistenti per assolvere ad uno scopo.
Di sicuro se fai volare quel drone in un parco pubblico pilotandolo attraverso il tuo smartphone o comunque orientandoti guardando le immagini su un monitor (ripresa in soggettiva) e trasmesse al tuo ricevitore video, ti esponi a sanzioni (anche penali), oltre a mettere in pericolo le persone e le cose che stanno nei paraggi.
Riassumendo…
nel caso dell’esempio appena fatto, avresti un SAPR non certificato, non assicurato, privo di sistemi di sicurezza, pilotato da un sedicente pilota non autorizzato e che vola in un’area pubblica, oltretutto non a vista ma in FPV (First Person View).
Credo proprio che faresti meglio a pensare ad un altro hobby.
Ma in altri Paesi usano l’FPV e fanno le gare di droni.
Ganzissimo!
Lo so… in altri Paesi… e che ci vuoi fare caro mio, è dura la vita.
L’ideale sarebbe poter organizzare delle competizioni di Drone Racing indoor, quindi in aree come palazzetti dello sport o, meglio ancora, all’interno di padiglioni fieristici.
In Italia stenta ad attecchire questa passione, poiché la normativa non ne permette lo sviluppo, anche se eventi simili, da tempo, mietono ampi consensi in tutto il mondo trasformandosi in vere competizioni agguerritissime. I “cugini” francesi sono un esempio in questo settore.
Ma non solo i francesi.
Il prossimo autunno, in Olanda, presso l’Amsterdam Arena (Olanda) si terrà il primo grande evento spettacolo interamente costituito da droni AIR 2015
Quindi, prendi il tuo drone che hai acquistato su Amazon o presso il centro commerciale vicino a casa tua e…
…volaci solo in aree private, chiuse al pubblico o nei campi di volo per aeromodellisti. Qualsiasi altro luogo tu scelga ti espone a rischi!
Concludendo
Se cominci a pensare di avviare un’attività all’interno della quale l’uso del drone può fare la differenza, lasciati guidare dalle aziende italiane che sono nel settore, che offrono consulenza, che costruiscono droni e che possono anche adattarli alle tue particolari necessità, oltre a manutenerli, certificarli, garantirli, etc…
Ti sapranno aiutare a raggiungere i tuoi obiettivi, senza farti commettere passi falsi, visto che attualmente è anche facile farne.
Ti riporto un esempio rilevante sotto questo punto di vista dal magazine online “QuadricotteroNews“:
Se vuoi giocare con un drone, paragonalo ad una pistola o fucile a piombini ad aria compressa. Non puoi sparare dove ti pare ma solo in aree deputate a tale scopo chiamate poligoni e in assenza di persone “non autorizzate”.
Che tu voglia usare il drone per lavoro o per gioco, INFORMATI!
Ricorda che la legge non ammette ignoranza per quanto possa apparire farraginosa, assurda e anche iniqua.
Ricorda anche che gli incidenti, in quanto tali, non sono sempre prevedibili, per quanto uno stia accorto.
Se ti informi, segui corsi, seminari, convegni, vai a fiere di settore e fai tutto quello che occorre fare, puoi diventare un quotato e serio professionista o un impareggiabile, virtuoso aeromodellista, in entrambi i casi, sarai una persona cosciente e responsabile e soprattutto senza precedenti penali 🙂