Appello agli operatori del settore palestre

Conosco il settore da circa quarant’anni.

Ho frequentato molte strutture, ancor prima di immaginare parole come Wellness o Fitness Center. Mi sono allenato in spazi belli, ampi, luminosi e con attrezzature moderne ma anche in luoghi vetusti con attrezzi che presentavano segni di ossidazione, muffe alle pareti e odore di sudore.
Ho sempre notato, seppur con delle differenze dettate dalle mode del momento, tanta passione e coinvolgimento per ciò che veniva proposto e all’interno di questi luoghi; “belli” o “meno belli” ma mai brutti. Non esiste “brutto” in un luogo dove si insegna a stare bene con se stessi e con gli altri.

Ho visto persone migliorare e raggiungere i propri obiettivi. Ne ho viste altre accanirsi per uno scopo, magari senza raggiungerlo ma provandoci ad ogni costo. Ho visto istruttori dedicarsi con impegno alla preparazione dei propri clienti, qualsiasi fosse l’obiettivo. Certo… ho visto anche dei cretini, sia dalla parte degli istruttori che dei clienti, ma onestamente erano e sono comunque soggetti che tendenzialmente durano poco in certi ambienti. La palestra ha la capacità, come un grande organismo biologico, di eliminare chi è fonte di problemi.

La palestra è fatica. La palestra è adrenalina, coinvolgimento, passione, emozioni, salute. Forgia il carattere, educa, disciplina, crea persone più sane e consapevoli del proprio corpo e dalla propria salute e questo si riverbera sulle persone che poi gravitano accanto a chi frequenta una palestra, creando nella comunità un effetto domino di consapevolezza e di atteggiamenti positivi che portano a loro volta a frequentare palestre o a spingere le persone a svolgere un’attività fisica.

La palestra offre lavoro a migliaia di persone e muove un giro d’affari enorme che coinvolge settori apparentemente inimmaginabili, tutti interconnessi tra loro.
La palestra è comunità, aggregazione, è un luogo dove tutti sono accettati, dove nascono amori (ho conosciuto mia moglie in palestra), amicizie (ho decine di amici che ho conosciuto in palestra), opportunità di lavoro (ho lavorato come istruttore per molti anni e successivamente ho trovato clienti come grafico all’interno del settore fitness).

La palestra è un microcosmo nel quale tutti possono trovare uno spazio per sentirsi bene, migliorare il proprio fisico, il proprio sistema immunitario e l’autostima.

Non esiste che le palestre si pieghino ad un subdolo strumento di controllo teso a mettere distanze tra le persone. Non esiste che qualcuno possa essere discriminato in una palestra. Non esiste che chi è vaccinato, ed è comunque potenziale portatore sano, possa entrare e chi non lo è non possa farlo.
Non esiste che alla reception vi mettiate a fare da controllori per conto del “Ministero della Verità” per discriminare i vostri clienti che, oltretutto, non resteranno tali per molto tempo e vi chiederanno rimborsi. Non esiste che mettiate al bando le persone che vi hanno sostenuto economicamente, vi hanno dato fiducia per anni, vi hanno visto come un punto di riferimento che ha saputo cogliere il vuoto lasciato dalla politica e dalla religione, ciò che un tempo era rappresentato da Peppone e da Don Camillo e che nel corso degli ultimi cinquant’anni ha trovato modo di sostituirsi con la pochezza, col nulla più assoluto, fatta eccezione per gli spazi della salute, le palestre, che sono stati in grado di intercettare milioni di persone verso luoghi capaci di dare sostegno, conforto, confronto, dialogo e BENESSERE.

Mi rivolgo a tutti gli operatori del settore. Siate capaci di vedere davvero dove sta il bene e dove si cela il male sotto mentite spoglie. Qui non si tratta di presentare un certificato di sana e robusta costituzione ma di pretendere che i vostri clienti vi presentino un lasciapassare che con la salute non ha nulla a che fare. Viene premiato solo chi si fa inoculare qualcosa a scapito di chi ha deciso di non farlo, a prescindere dal proprio stato di salute e dai motivi presi da ciascuno nell’ambito di questa scelta.

Abbiate la forza, la capacità, la lungimiranza di opporvi a questo regime e, se non volete farlo per i vostri clienti, fatelo almeno per un “sano egoismo”. Avete accettato ogni sopruso, vi sono state imposte regole che vi hanno costretti a sostenere ingenti investimenti, a stravolgere il vostro menage quotidiano per poi costringervi a chiudere e a farvi riaprire a stagione conclusa, con la scusa che col caldo il virus sarebbe scomparso ma ben sapendo che le varianti avrebbero sostituito un “mero Covid19” a vantaggio di un rebranding fantapandemico che ad ogni lettera dell’alfabeto greco tende a rinnovare lo stato di emergenza.

NO AL GREENPASS o a qualsiasi altro sistema teso a discriminare le persone. La storia vi dovrebbe insegnare qualcosa…

Foto da https://www.nextquotidiano.it/antisemitismo-italia/

Cuffie e auricolari. Dopo oltre un secolo continuano a evolversi regalandoci sonore emozioni.

Per un orecchio o per due, grandissime o intrauricolari, mono o stereo, l’importante è che permettano di sentire in modo impeccabile. Parliamo delle cuffie auricolari che nell’era digitale sono oramai ovunque e alla portata di tutti, trovando largo impiego in ogni occasione e settore divenendo oggi anche un simpatico e utile oggetto promozionale a basso costo.

Nathaniel Baldwin
Nathaniel Baldwin

Ma quando e dove nascono le cuffie e chi le ha inventate? Dobbiamo fare qualche passo indietro e arrivare verso gli anni ’10 del secolo scorso. Il merito è da attribuire a un mormone americano di nome Nathaniel Baldwin. Tutto nasce da un’esigenza precisa: amplificare il suono laddove era necessario sentire perfettamente la voce dell’oratore, e dove se non durante le funzioni religiose dei mormoni?

Baldwin era un ingegnere e un insegnante di fisica e teologia. La sua ricerca lo portò a concepire un primo prototipo di amplificatore ad aria compressa che poi perfezionò facendolo diventare quello che oggi comunemente definiamo “cuffie”. Ma come spesso accade agli inventori, la sua creatura non suscitò particolari consensi tra il pubblico, fin tanto che, prossimi alla prima guerra mondiale, Nathaniel Baldwin presentò la sua invenzione alla Marina Militare statunitense, presso la quale ricevette tutti i consensi sperati, fornendo loro un cospicuo ordinativo di cuffie che trovarono impiego durante il primo conflitto bellico mondiale. Successivamente l’invenzione di Baldwin venne impiegata in ambito civile.

Fino a tutti gli anni ’50 le cuffie furono impiegate nel settore dei radioamatori, dai centralinisti e negli studi di registrazione musicale.

Negli anni ’60 divennero un oggetto ricercato e indispensabile, nella versione mono auricolare, quando cominciarono ad essere prodotti gli apparecchi radio a transistor “portatili”.

GE P-2710C Radio portatile a transistor (1960). Produzione GE (General Electric)
GE P-2710C Radio portatile a transistor (1960). Produzione GE (General Electric)

Edoardo Vianello durante la registrazione del brano "Il peperone" del 1965 - RCA
Edoardo Vianello durante la registrazione del brano “Il peperone” del 1965 – RCA

Video con Edoardo Vianello da cui è tratta l’immagine qui sopra

"Gli attrezzi del mestiere, anni ’50 -‘60" Le cuffie in dotazione alla SIP alla fine anni ‘60
“Gli attrezzi del mestiere, anni ’50 -‘60”
Le cuffie in dotazione alla SIP alla fine anni ‘60

Negli anni ’70 arriva la disco music e le cuffie si iniziano a vedere nelle discoteche indossate dai deejay più famosi. Il vero boom delle cuffie scoppia alla fine del decennio inaugurando di fatto l’inizio di un’era, quella dei Walkman. Negli anni ’80 il walkman ha caratterizzato il modo di sentire la musica e un’intera generazione. Con oltre 330 milioni di pezzi venduti, la Sony, oltre ad essere stata la prima azienda ad introdurre questo apparecchio sul mercato a livello mondiale, poi copiato da altre, è riuscita a mantenere la propria fetta di mercato per quasi un decennio, durante il quale, cuffie e walkman andavano a spasso insieme.

Walkman TPS-L2 (1979) - autore foto: joho345 - licenza pubblico dominio
Walkman TPS-L2 (1979) – autore foto: joho345 – licenza pubblico dominio

All’epoca le cuffie erano composte da quattro parti fondamentali:

  • I due speaker, di medie dimensioni, sufficienti a coprire quasi il padiglione auricolare, rivestiti da spugnette che permettevano di indossare le cuffie più comodamente
  • Un sottile sostegno a fascetta, in metallo flessibile, che veniva passato sopra la testa e che teneva insieme i due speaker
  • due braccetti in plastica che permettevano di regolare la posizione dei due speacker in rapporto tra la circonferenza della testa con le orecchie
  • un lungo cavo, per lo più nero, che terminava con un jack che veniva inserito nel Walkman

Dj Super X - da Superclassifica Show
Dj Super X – da Superclassifica Show

Qualcuno di voi, gli attuali ultra quarantenni come me, si ricorderanno del DJ Super X che a partire dal 1980, durante la trasmissione televisiva  Superclassifica Show, compariva in video dispensando le classifiche di vendita dei dischi. Misterioso, dalla pelle composta da tanti specchietti, che in realtà costituivano la nota “palla a specchi” da discoteca, un modo di parlare molto particolare e soprattutto le grandissime cuffie nere.

Con lo sviluppo delle tecnologie digitali e col passare delle mode, i walkman sono stati sostituiti dai più performanti e compatti lettori MP3 e Smartphone. Le cuffie si sono sempre più miniaturizzate divenendo oggetti estremamente piccoli e confortevoli, soprattutto per gli amanti del fitness. Il ridotto peso e la possibilità di inserire gli speaker direttamente nella cavità auricolare ha permesso di indossare le cuffie in qualsiasi momento e per parecchie ore, vista anche la durata delle batterie dei vari device da cui fruire la musica.

Corsi e ricorsi della storia arriviamo ad oggi, anni 10 del 2000 in cui le tendenze hanno fatto qualche passo indietro andando a ripescare stili e dimensioni delle cuffie per molti considerate desuete. Sono invece tornate di gran moda le linee dallo stile vintage, dalle dimensioni grandi e colorate in grado di esprimere carattere e, diciamolo, farsi notare.

C’è chi comunque preferisce quelle più piccole che, indossate durante le attività all’aria aperta, sono sicuramente più confortevoli e sicure.

Tra queste arrivano anche le cuffie che per il loro prezzo contenuto e la loro utilità si trasformano in un gadget promozionale molto apprezzato, soprattutto in ambiti come le palestre o centri fitness, nei centri di bellezza e abbronzatura, nei negozi di articoli da viaggio, nei musei, compagnie aeree e ferroviarie e in altri settori in cui piccole, discrete, pratiche e funzionali cuffie possono essere un oggetto indispensabile e quindi anche gradito.

Queste in particolare, trovate sul sito della BusinessOpen, sono cuffie intrauricolari essenziali. Hanno la caratteristica di essere fornite con una pratica confezione che permette, di riporre le cuffie, avvolgendo il cavo senza intrecciarlo e contenere i gommini di ricambio. Inoltre il pratico box che le contiene può essere facilmente personalizzabile col brand dell’azienda che le propone ai propri clienti.

Com meno di 2 Euro per 50 pezzi o addirittura poco più di 1 Euro per oltre i 200 pezzi, è possibile acquistare gli AURICOLARI CON JACK DA 3,5MM – CORT. Sono disponibili in 5 colori e possono essere acquistati anche in piccoli lotti divenendo un ottimo gadget per fidelizzare la propria clientela o un oggetto low cost da rivendere all’interno della propria attività commerciale. Il logo, brand, payoff o quant’altro si voglia riprodurre sulla confezione può essere stampato direttamente i serigrafia ad un colore o applicandovi un adesivo personalizzato a colori.

Se gestite un centro fitness sono il gadget ideale per offrire ai vostri soci un accessorio utile per i propri allenamenti cardiovascolari sul runner, la bike o altre macchine cardiofitness.

Se avete un centro estetico o di abbronzatura, immaginate di poter regalare o vendere queste cuffiette audio stereo all’interno del vostro esercizio commerciale. Non coprono il padiglione auricolare permettendo di lasciare scoperte le orecchie evitando i segni chiari di zone non abbronzate.

Al mare, in montagna, in viaggio sui mezzi pubblici, dovunque si voglia ascoltare musica senza disturbare gli altri e comodamente, gli AURICOLARI CORT sono l’oggetto ideale per comunicare e fidelizzare.

BusinessOpen, azienda leader nella fornitura di prodotti e soluzioni per la personalizzazione per il settore del promozionale, fornisce un servizio efficiente, una preventivazione rapida e una consulenza specifica in merito alla vostra personalizzazione, offrendo prodotti per ogni genere di esigenza e budget.

Per ulteriori info su questo prodotto potete consultare il sito della BusinessOpen www.businessopen.it andando direttamente alla scheda di presentazione degli AURICOLARI CON JACK DA 3,5MM – CORT

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