DroneFly.Shop. L’Opportunità unica di possedere un e-commerce di successo!

Si cambia! E’ giunto il momento…

Era il 17 febbraio 2014 quando pubblicai su questo blog il primo articolo dedicato al tema droni, dal titolo: “Drone mania. 12 cose da sapere se vuoi diventare un dronista“. A rileggerlo a distanza di poco meno di dieci anni mi viene da sorridere. Pare sia passata un’era geologica.

Era già da circa un anno che mi interessavo al fenomeno meglio conosciuto oggi come il settore degli UAS, Unmanned Aircraft System. Quello che all’epoca veniva definito “degli APR”, Aeromobili a Pilotaggio Remoto, almeno secondo ENAC. Stante invece agli appassionati era il settore dei quadricotteri, esacotteri, ottocotteri o più comunemente detto dei droni.

Sì, come dicevo era da circa un anno che mi interessavo ai droni, riscontrando in me un sempre più crescente interesse per questi oggetti volanti che stavano entrando prepotentemente nell’immaginario collettivo di molti e nelle disponibilità ancora dei pochi.

Costavano! C’erano pochi modelli in commercio e per lo più si costruivano da soli; soprattutto gli irriducibili aeromodellisti che avevano alle spalle una lunga storia di esperienze di volo con aeromodelli.

La mia passione si tradusse, come spesso mi accade, in una sana ossessione che mi permise alla fine dello stesso anno di presentare al Roma Drone Conference le mie prime creazioni dedicate ai professionisti ed appassionati di droni.

Non vi tedio con tutta la dietrologia sui fatti che mi hanno portato a diventare, almeno all’epoca, uno dei riferimenti più letti del settore, ovviamente dopo le più blasonate riviste come DRONEZINE e QUADRICOTTERO NEWS. In questo blog troverete molte info sulla mia esperienza in questo ambito.

Nel 2015 decisi di aprire una sezione e-commerce sul mio sito achrom.it, dedicata alla vendita degli articoli che producevo per i “dronisti”. Visto il crescente interesse da parte del pubblico di appassionati e professionisti, poco tempo dopo decisi di realizzare un vero e proprio e-commerce dedicato esclusivamente a questo scopo e settore www.dronefly.shop .

Iniziai quasi per mera soddisfazione creativa. Volevo sperimentare, fare, provare, realizzare. Avevo trovato una palestra creativa che mi dava stimoli e voglia di mettermi alla prova. Mi piaceva, punto e basta.

Avevo il mio lavoro di grafico, mi occupavo di comunicazione visiva ma al contempo mi piaceva disegnare articoli e accessori pensati e realizzati per un settore che ancora, di fatto, non aveva nulla se non il drone in sé e qualche payload.

Passano gli anni, il sito cresce, crescono anche i “copioni” ma cresce anche la mia voglia di fare di più e meglio. La mia attività di grafico andava bene ma col lockdown tutto si fermò, inesorabilmente, inevitabilmente, soprattutto in quei settori dove il tuo lavoro si basa sul comunicare alle masse. Diciamo che “comunicare a chi stava in casa senza poter comprare nulla se non su Amazon” non era proprio semplice. Problema, trovare una soluzione: potenziare il sito DroneFly.Shop, dargli più impulso, sviluppare nuovi prodotti e individuare nuove strategie di marketing. Così feci e di lì a breve il sito divenne la mia fonte principale di reddito.

Questa è l’introduzione in pieno stile americano. Pensa… da quasi cinque anni lavoro in un garage; bello, attrezzato ma pur sempre un garage, proprio come Bill Gates, Steve Jobs o Jeff Bezos agli inizi della loro attività. Beh, io non sono loro, e nemmeno mi interessa esserlo, e non siamo nemmeno in America. Ciò che può interessarti, caro lettore, dronista, imprenditore, cittadino che ti stai guardando intorno per cercare un nuovo business o per ampliare il tuo in un’ottica di diversificazione o di allargamento trasversale dell’offerta per il settore droni è che oggi…

… DroneFly.Shop è in vendita!

Si hai letto bene. Dopo circa 10 anni dal primo vagito virtuale di quella idea che all’epoca poteva apparire come pioneristica o folle, oggi sono arrivato alla serena, consapevole, sentita decisione di passare il testimone per dedicarmi ad un altro capitolo della mia vita e, di conseguenza, il mio obiettivo è vendere la mia piattaforma web con tutto quello che la riguarda: marchi, loghi pittogrammi, esecutivi grafici, coni, cliché, licenze, domini, sito, elenco fornitori, etc… La lista è lunga e ben nutrita.

DroneFly.Shop è in attivo, non ha debiti e fattura tutti i giorni. Mentre scrivo questo post, domenica 3 settembre 2023, da venerdi sera ad ora ho già in pancia 6 ordini da evadere e, domattina, serafico e oramai rodatissimo nel farlo, mi metterò a gestire al meglio gli ordini, anzi, mi piace pensare che curerò al meglio i miei clienti.

A questo punto, curioso come sei, ti verrà naturale chiedere… MA ALLORA PERCHE’ CA.. VENDI?

Cercherò di restare sul semplice. Questione di priorità. Nella vita è importante fare delle scelte nel momento in cui ti senti di voltare pagina. Troppo semplice?

Vediamo se così ti riesco a darti una spiegazione più convincente.

Nel 2017 ho avuto una bella botta in termini di salute. Su questo blog trovi tutta la mia storia; sì lo so, sono uno che quando fa qualcosa non la nasconde, soprattutto se questa cosa la affronto, la risolvo e se può essere utile anche al mio prossimo. Detto questo, da lì ho intrapreso un percorso di consapevolezza, di valorizzazione del mio tempo, del dare delle priorità e, non ultimo, di ricerca di nuove esperienze. Per me la vita è come un contenitore. A me non piace riempirlo solo di una cosa e appiccicarci sopra l’etichetta “grafico” o “blogger” o “imprenditore”, etc… ma amo creare ricette che prevedono l’uso di molti ingredienti, compreso quelli più esotici, ricercati e rari.

Sulla mia lapide, spero più tardi possibile, voglio che vi sia riportato un epitaffio lungo, simile ai testi in prospettiva che introducono StarWars, per ricordare quando fossi innamorato della vita e di tutto ciò che essa mi ha offerto ed io ho saputo cogliere. Mi ritengo un esploratore attivo di questo grande dono e pertanto voglio essere per prima cosa IO, poi tutto il resto che mi avrà caratterizzato fino al momento della mia uscita di scena.

Ma torniamo con i piedi per terra. Oramai sono trascorsi più di 25 anni di onorata professione di grafico, dietro ad un computer… Camilleri scriverebbe che, arrivato a questo punto, “mi sono rotto i cabazisi”.

In altre parole da settembre 2022 ho iniziato a pensare a quale direzione volessi prendere, occupandomi già anche di un altro settore, completamente nuovo e che mi stava dando tantissime soddisfazioni. Da qualche mese ero già Trainer di Careisgold Spa, società italiana, operatore professionale in oro e banco metalli. Te l’ho detto che si trattava di tutt’altra cosa.

Ad inizio 2023 ho preso un nuovo codice ATECO per poter implementare la mia attività in Careisgold e dopo pochi mesi mi sono ritrovato ad essere un’Area Manager dell’azienda.

Tutto questo senza trascurare mai il mio shop online, anzi. Con l’obiettivo di iniziare a pensare di vendere il mio e-commerce decisi di dargli maggiore impulso per venderlo “in attivo”, nella migliore condizione possibile, per permettere a chi ha intenzione di rilevarlo di proseguire nella direzione di crescita e magari fare anche meglio di quanto abbia fatto io fino ad oggi. I margini di crescita sono ampissimi.

A fine 2022 ho deciso di sviluppare il sito anche in lingua inglese, tedesca, spagnola e francese. Ho iniziato ad investire qualche spicciolo in pubblicità su Facebook ed Instagram, ho sviluppato nuovi prodotti e così, ad oggi, mi ritrovo ad aver già evaso 720 spedizioni da inizio anno. Vi garantisco che da solo, facendo anche altro, è un bell’impegno. Bello, soddisfacente ma pur sempre un impegno rilevante.

Oramai, già dall’anno scorso, il mio fatturato nell’ambito grafico e commerciale deriva per lo più da DroneFly.Shop, fatta eccezione per qualche consulenza che ancora svolgo per qualche cliente storico e affezionato. Da quest’anno ho solo un cliente per il quale svolgo consulenza; tutto il resto viene dal lavoro svolto con DroneFly.Shop e dall’attività che svolgo con Careisgold.

Ora è il momento della scelta.

In veste di Area Manager, con delle responsabilità, e soprattutto con una visione del mio futuro ben chiara con Careisgold, voglio fare lo switch entro breve. Ovviamente la mia cifra stilistica che caratterizza DroneFly.Shop, la mia creatività, la mia capacità di realizzare e innovare sono sul mercato insieme alla vendita della piattaforma e-commerce.

Se vuoi numeri, dati, grafici, statistiche di vendita e tutte quelle cose che piacciono tanto agli amministratori di società, commercialisti e avvocati, possono essere richiesti scrivendo a [ordini @ dronefly.shop]. Dopo una prima chiacchierata ti metterò in contatto col consulente che ha ricevuto il mio incarico per curare la vendita della mia attività.

Ho imparato che i sogni sono solo i trailer di ciò che sei destinato a fare e che la vita è in cerca di sognatori coraggiosi capaci di realizzare la propria vita.

Sai qual è la migliore scommessa?

E’ facile scommettere su cavalli, auto o più in generale giocare d’azzardo. Punti, attendi e poi se ti va bene puoi anche vincere o nella maggior parte delle volte perdere ma… debiti a parte, finisce tutto lì. Si lo so, poi se il gioco diventa patologico si trasforma in ludopatia ma non è di questo che voglio parlarti; voglio solo capire se sei pronto/a alla più grande sfida della tua vita.

Su cosa puntiamo? Su di te!

Su l’unica variabile che si pone tra vincere o perdere, sulla quale puoi avere il pieno controllo e sulla quale, probabilmente, non hai mai provato a puntare veramente.

Attesa e casistica (dicesi anche “fortuna” o “botta di cu…” per chi crede nella sorte) sono le uniche tue due compagne di gioco?

Se vuoi veramente scommettere, capire cos’è una scommessa seria, punta più in alto. Punta su te stesso/a. Punta sulle tue capacità o su quelle che puoi acquisire investendo in formazione. Migliorati! Punta sulla tua determinazione (se ne hai poca si può allenare) nel voler riuscire a tutti i costi a fare qualcosa che altri non hanno fatto o che semplicemente TU non hai mai fatto. Come sei adesso lo sai, come potresti essere è tutto da scoprire.

Essere capaci di puntare su se stessi implica prima di tutto avere del coraggio e voler uscire dalla propria zona di confort. Sì, dai, da quell’area di parcheggio dove hai preso la residenza e nella quale ti stai crogiolando tra paure, scuse ed incertezze. Ti ci trovi relativamente bene perchè non sei stato abituato ad avere una visione o ti hanno limitato nel pensare di poterne avere una. Ecco! Mi riferisco a quella mancanza di visione che oggi è stata assorbita e sostituita dalla televisione. Sei lì, fai quello che hai sempre fatto pensando che sia quello che il DESTINO ha in serbo per te.

“Ti guardi a nastro” le serie televisive su Netflix, Amazon Video, Disney+, etc. (tanto per citare qualche brand). Al sabato o alla domenica riesci ad andare in pizzeria col partner, figli e/o amici (ancora per poco visto che i prezzi continuano ad aumentare). Ti alzi dal letto (mal volentieri), vai a lavorare; pensi alle prossime vacanze e lo fai soprattutto verso la fine delle uniche che stai facendo durante l’anno e poi, per provare il senso del rischio o mettere a “dura prova il tuo DESTINO”, ti fai un “gratta e vinci” o vai ad una VLT a smacchinare qualche euro o fai una capatina sul web a giocare su qualche sito di scommesse.

“Non ci posso fare nulla!”, o peggio, “Oramai a questa età chi me lo fa fare di cambiare?”

Ti faccio una domanda:

Sei felice?

Te lo chiedo perchè capita che il proprio livello di felicità si basi su dei parametri che derivano solo dalle proprie frequentazioni; spesso circoscritte o comunque limitate. Ti rapporti con chi vedi da decenni e questo ti dà l’unica dimensione del tuo mondo. Vivi in un microcosmo precario, spesso caratterizzato da una mancanza di confronto verso l’alto. Non hai altro metro di paragone se non guardare altri che più o meno vivono la tua stessa condizione. Se vedi qualcuno che è cambiato o che ha ottenuto successo (spesso le due cose coincidono), sei pronto/a ad additarlo come quello che ha fatto “qualcosa di strano” forse anche di “illecito” e che sicuramente “il suo successo non durerà” o che “i soldi non fanno la felicità” e che magari “prima o poi si troverà nei guai”. Ok… se parliamo di qualche personaggio noto alle forze dell’ordine ci può anche stare ma in linea di massima questi pregiudizi vengono cosparsi a pioggia, a prescindere dall’analisi dei fatti (e per “fatti” non mi riferisco ai clienti dei suddetti personaggi noti alle forze dell’ordine).

Ti hanno insegnato a soccombere ai “no” o ai “non fare”. Ti hanno detto che “chi lascia la via vecchia per la nuova sa quel che lascia e non sa quel che trova” e con questo ti hanno puntellato dove sei, infondendoti paure per tutto, condite da un’eccessiva razionalità che ti tiene lì a pensare strutturando i tuoi pensieri a suon di “E se poi?!?!” oppure “Gli altri cosa penseranno di me?” e mentre lo fai sei sempre lì.

Non ti preoccupare. Se stai leggendo questo post sei nella prima fase del cambiamento. Quella che ti spinge a guardarti attorno per vedere se sei solo tu fuori di testa o se a giro ce ne sono anche altri.

Benvenuto/a nel club. Sono tra quelli che nella vita ha sempre fatto qualcosa “contro corrente”. Ho sempre portato avanti le mie idee, a prescindere da ciò che la gente pensava o pensa di me. Una buona parte di questo blog ti può mostrare ciò che sono e ciò che ho fatto ma in sostanza non sono qui per incensarmi.

Sto solo dicendo che il primo passo inizia sempre mettendo un piede avanti. Non potrai mai sapere se la strada che stai prendendo ti porterà al raggiungimento del tuo obiettivo ma puoi esser certo/a che restando immobile le cose resteranno come sono adesso. Anzi, ti svelo un segreto; tendenzialmente se non fai nulla per scardinare lo status quo le cose possono solo peggiorare, se non altro perchè il fisico invecchia e avrai bisogno di più attenzioni, avendo progressivamente meno capacità di reagire agli “eventi avversi”.

In altre parole, lo sai che tutti i giorni hai una vita davanti che ti attende? Lo sai che ogni giorno puoi fare qualcosa per migliorare?

Dove sta la fregatura?

Beh… in effetti c’è e si vede.

Giocare d’azzardo comporta “solo” il rischio di perdere o di vincere e di conseguenza puoi darti del coglione o del vincitore. Se invece perdi con te stesso, nel tentativo di uscire dal sistema e di migliorarti, allora subentra quello che la società indica come “fallimento”. Riassumendo, se perdi una scommessa al gioco sei uno che ha avuto coraggio e può mitigare la debacle aggrappandosi ad un “ritenta e sarai più fortunato”, a beneficio del banco o del sistema che gestisce il gioco d’azzardo. Se perdi, nel tentativo di fare qualcosa per te, per la tua carriera, per migliorare la qualità della vita della tua famiglia e magari per qualche motivo non va come pensavi, allora prima di tutto sei un incosciente e subito dopo un perdente o un fallito. Questo nel nostro Paese e comunque non in quelli anglosassoni dove il fallimento “viene considerato come aspetto insito nel loro tipo di cultura, necessario nell’imprenditoria e nel mercato”; come riportato su Harward Business Review (MAGGIO 2021 – ll valore del fallimento di VALENTINA PELLICCIA).

Al netto di queste considerazioni ti posso dire una cosa molto semplice.

Adesso lo puoi fare; domani puoi provarci; dopodomani ci dovrai pensare e la prossima settimana non lo farai perchè la razionalità, inzuppata nel brodo dei “ma che cos’hai per la testa?” o “hai una famiglia ma non ci pensi a loro?” o anche “alla tua età cosa pensi di fare?” e… dulcis in fundo “cosa penseranno gli altri di te?” beh… stai tranquillo/a che ti porterà solo a “fare un bel nulla”.

Cetto La Qualunque si esprimerebbe in altro modo.

Cetto la Qualunque “na beata minchia” – dal canale YouTube: @GliSpezzoni

Ovvio che non devi buttarti nel fuoco o provare per forza sport estremi a tutti i costi. Sto parlando di cambiare strada per migliorare la qualità della tua vita. Di quella strada lungo la quale puoi trovare questo cartello:

Non importa se ha una confluenza a destra o a sinistra. E’ il concetto che ti invito a cogliere. La strada centrale è quella che stai percorrendo. Non sei al classico bivio destra o sinistra; quello ti impone una scelta obbligata. Sei invece in una situazione dove puoi proseguire come stai facendo da anni ma ad un certo punto ti capita una confluenza. Si palesa. Puoi semplicemente rallentare e poi, una volta superata, puoi nuovamente accelerare e continuare il percorso che stavi facendo.

Pensa se quella confluenza fosse in realtà una possibile scelta che può cambiarti la vita in meglio. Certo, come evidenzia la grafica del cartello, può implicare il dover tornare un po’ indietro o andare contro mano. In tal caso scendi dal mezzo e vai a piedi ma procedi ugualmente perchè è solo così che puoi vedere dove ti porta veramente quella strada.

Ci stiamo affidando sempre più ai controlli automatici, alla AI, ai sistemi di guida avanzati. Ci facciamo condurre e non siamo più conduttori delle nostre vite.

Sai come fare per uscire dalla zona di confort e fare la differenza? Ci cono solo due modi e sono gli stessi che adotti quando usi il navigatore:

  • Avere un obiettivo. Quindi sapere dove vuoi andare. Capire quale cambiamento vuoi fare e quando desideri che ciò avvenga.
  • Avere una vera motivazione in grado di farti alzare il sedere dal divano e farti andare da un punto A ad un punto B; altrimenti non sali nemmeno in auto. Per la nostra vita è la stessa cosa.

C’è la buona notizia?

Sì, ed è che la confluenza lungo la strada della tua vita puoi crearla tu. Si chiama visione e compare solo se prendi quei sogni che hai riposto nel cassetto, come ti è stato detto di fare fin da piccolo perchè “devi avere i piedi piantati per terra e non avere la testa tra le nuvole”, e decidi di cambiare direzione. I sogni restano tali se li lasci nel cassetto ma diventano obiettivi se li spolveri e li collochi come confluenze nella tua strada e decidi di dirigere le tue energie verso nuove direzioni.

Altra cosa fondamentale: datti un tempo, una scadenza entro la quale raggiungere l’obiettivo altrimenti procrastini all’infinito e l’obiettivo torna ad essere un sogno che riporrai nel cassetto e stavolta sarà pure un sogno stropicciato.

Non esiste che tu salga in auto, imposti il tuo navigatore e poi non sai quando arriverai a destinazione. E’ la prima cosa che controlli sul display del tuo dispositivo dopo aver impostato la direzione. Ovvio, poi possono esserci gli imprevisti come traffico, incidenti, lavori, deviazioni di percorso ma tu prosegui verso quella direzione. Ecco, questo accade perchè è lì vuoi andare. Allora fai lo stesso con quella “confluenza” che adesso hai capito che finalmente puoi creare autonomamente nella tua vita o cogliere quando si presenta.

Allora, se di scommessa parliamo, vogliamo farne una seria? Ti sfido ad affrontare una delle scommesse più affascinanti e rischiose che la vita ha da offrirti.

Scommetti su di te.

Scrivi qui nei commenti quale strada vuoi intraprendere, quale sogno dal cassetto hai finalmente deciso di trasformare in un tuo obiettivo. Non dimenticare di scrivere anche la data entro la quale lo vuoi raggiungere. Sii preciso/a nel descriverlo. Se hai deciso di guadagnare più soldi scrivi esattamente quanti, in che modo intendi farlo e in quanto tempo. Adesso prendi i tuoi freni inibitori e sbloccali. Alza le tue pretese. Punta dritto all’obiettivo tenendo sempre in mente cosa ti spinge a farlo. Fai in modo che sia una cosa che vuoi per te, anche se poi è legata al benessere della tua famiglia. Deve essere una cosa potente e che senti veramente.

Abituati a dividere in porzioni misurabili il tuo obiettivo e a collocare ogni porzione dentro un periodo temporale breve. Come diceva il grande Totò: “è la somma che fa il totale”. Se guardi subito al totale può spaventarti e scoraggiarti ma se invece lo dividi in passaggi intermedi vedrai che tutto risulterà più fattibile, semplice e misurabile.

Totò “è la somma che fa il totale” – dal canale YouTube @EnnaVivi

Se hai voglia di cambiare il tuo percorso e ancora non hai chiaro dove dirigerti, ti suggerisco una confluenza. Ti propongo quello che fu proposto a me ad ottobre del 2021 e che oggi mi ha permesso di diventare AreaManager di un’importante azienda italiana. Magari può essere anche per te un mezzo attraverso il quale raggiungere i tuoi obiettivi.

Pertanto: “Se ti proponessero un’attività legale, professionale, altamente formativa, che non richiede investimenti d’impresa, che puoi conciliare con il lavoro che già svolgi e che opera nel settore del bene rifugio per eccellenza (in altre parole: oro), la valuteresti seriamente?”

Se vuoi contattarmi per saperne di più puoi scrivermi attraverso i commenti o tramite i miei canali web/social:

Nel frattempo, parafrasando la nota frase del mitico maestro Yoda di Star Wars, ti lascio con un sentito: “Che la confluenza sia con te”.

Ctrl+Alt+Canc Riavviamo il sistema

Capita che i computer rallentino, che le applicazioni si chiudano improvvisamente o che si blocchino. Capita che sul bel mezzo di una lavoro ti venga in mente che non hai salvato e ciò accade quando tutto, improvvisamente e inesorabilmente, si è già piantato. Capita…

Allora cosa fai?

Beh, di solito, per chi usa Windows, sei costretto ad un bel Ctrl+Alt+Canc, potendo poi optare per aprire “Gestione attività” e poi “Termina Attività” o scegliere se cliccare su “Arresta” o “Riavvia il sistema”.

Ho preso in prestito questa analogia dal mondo informatico per sintetizzare ciò che in questo momento siamo chiamati a fare, in queste ore, in Italia.

In quell’Italia ricca di storia, di arte, di letteratura, di poeti e di musicisti. Quell’Italia che ci dona prodotti agroalimentari unici e meravigliosi. Quell’Italia che ha da offrirci luoghi suggestivi che meritano mille vite per essere visitati tutti e più volte…

Oggi, quell’Italia, è stata messa in una fase di lento riavvio del sistema. Non è quel riavvio che puoi fare agendo sui tre tasti sopra citati e poi decidere in pochi istanti quale percorso compiere per uscire dalle impasse. E’ un riavvio lungo, caratterizzato da incertezze e da errori di sistema a cascata. E’ un momento in cui le nostre certezze vacillano, anche quelle che diamo per scontate come il gesto naturale e affettuoso di dare un abbraccio al proprio partner, al figlio, ad un parente o ad un amico.

Siamo sul chi va là ma anche sul: “cosa devo fare?”

Le imprese guardano alle scadenze fiscali, agli stipendi, ai leasing, mutui e fornitori da pagare.

Le famiglie guardano i propri cari con angoscia e timore di poter nuocere a qualcuno, inconsapevolmente e inaspettatamente. Guardano al lavoro che è in pericolo, allo stipendio che forse potrebbe non arrivare se la ditta non riprende a lavorare.

Questo virus è là fuori, da tempo. Gira indisturbato nell’attesa di infettare un nuovo ospite. Non lo vedi ma c’è. Non lo senti ma avverti chiaramente la sua presenza. Te la fanno sentire.

Quindi che fare?

Beh… non entro in questioni che riguardano la politica o il Governo della nazione e quindi se sei qui per sapere se voglio sfanculare il Governo o elogiarlo, questo post non fa per te. Diversamente, se vogliamo riflettere e trovare il lato positivo di questo momento, ti invito a proseguire questa lettura.

Nonostante i divieti, le zone rosse allargate oramai a tutta la nazione, la percezione di un pericolo per qualcosa che non si può contrastare direttamente ma solo evitando gli altri, isolandoci e avendo attenzione alla propria igiene personale, nonostante tutto, possiamo e dobbiamo trovare o ritrovare quella che oramai definisco “la dimensione perduta”.

Quante volte ti sei detto, più di ogni altra cosa: “Non ho tempo per…” o “Se avessi tempo farei…”?

Ecco, lasciando perdere l’andare a sciare, al teatro, al cinema, al ristorante, in palestra… ci sono innumerevoli cose che potresti fare in questo momento e che hai sempre rimandato.

Una a caso, lanciata là?

Bricolage in casa, perché no? Adesso se hai più tempo è il momento giusto per cambiare qualche tenda, verniciare una stanza o una porta, sistemare quel battiscopa scollato che da tempo ti dava nell’occhio. Puoi dedicarti al giardinaggio…

Puoi cominciare a scrivere quel libro che da tanto tempo hai in mente e che senti di dover scrivere ma ancora non lo hai fatto. Adesso è il momento.

Ma non solo… puoi ritrovare te stesso/a attraverso la riflessione, la meditazione.

Siamo stati e siamo tutt’ora subissati da informazioni provenienti da ogni canale e mezzo. Non abbiamo nemmeno il tempo per processare tutte le parole che ci giungono e che si riversano come tsunami nelle nostre menti creando scompiglio, paura, panico, e tutte quelle sensazioni che conosci bene e che stai vivendo.

E’ arrivato il momento di riavviare il sistema.

La mente è satura, siamo stanchi e provati. Adesso siamo forzatamente messi in stand-by e se vogliamo vivere e continuare a farlo dobbiamo mettere in campo l’arma della resilienza. Essere reattivi ad ogni cambiamento riuscendo a cambiare atteggiamento verso se stessi e verso gli altri, in condizioni avverse o estreme, come quella in cui ci troviamo. La resilienza ci permette di evolverci, di rafforzarci e di portarci ad un livello di maggiore consapevolezza verso noi stessi.

Se posso darti un consiglio, limita l’esposizione ai media dedicando poco tempo al giorno all’ascolto della TV ma anche alla fruizione dei canali social. Datti un tempo e rispettalo e poi dedicati a riflettere, a capire, a elaborare un tuo pensiero in merito a ciò che ha sentito cercando di filtrare le ridondanze, ciò che viene ripetuto in continuazione e soprattutto il modo con cui viene detto, spesso i media esasperano i concetti rendendoli sempre più ansiogeni ad ogni lancio di notizia.

Il resto della giornata, se sei “agli arresti domiciliari” come molti di noi, prova a dedicarlo a te.

Nessuno ti vieta di uscire, ad esempio, basta che non frequenti luoghi ove si configura un assembramento di persone… Su questa definizione vorrei spenderci qualche parola ma rischierei di spenderne più di una, dato che l’assembramento non definisce un numero esatto di persone ma più una situazione che si viene a creare e il modo con cui si è venuta a creare. Va beh… qui, qualche giurista potrà esserci più utile nel darci una definizione più chiara di questo concetto ma purtroppo il virus, del giurista, e dell’assembramento, ha un interesse pari a quello che ha per un idraulico o per un pompiere purché possa infettare tutti ben bene.

Puoi imparare dalla rete.

Sì “internet non è tutto da buttare”. Ci sono migliaia, forse milioni di tutorial che ti permettono di imparare a fare praticamente tutto. Non è detto che tu impari o che tu sia portato ad imparare una determinata cosa ma stai pur certo  che qualsiasi cosa tu voglia imparare, trovi di sicuro un tutorial che fa al caso tuo.

A tal proposito ti invito a leggere il mio post “ESSERE O NON ESSERE CREATIVI. COME STIMOLARE LE IDEE E IL PROCESSO CREATIVO.

Mi capita di guardare tutorial per fare cose che non mi interessa imparare ma li guardo solo con l’intento di scoprire qualcosa di nuovo, di capirla e dire: “Caspita, c’è qualcuno che la sa fare, la fa bene e la insegna agli altri”. Esistono tutorial che ti incantano e se vuoi ti aprono a nuovi mondi, sconosciuti e affascinanti.

Puoi imparare una nuova lingua, sempre attraverso la rete e a costo zero. Puoi imparare a cucinare; non importa diventare i Bastianich della situazione ma magari impari a fare qualcosa in più di un uovo al tegamino – anche se parrebbe cosa semplice farlo ma in realtà ho scoperto che c’è un mondo anche dietro alla preparazione dell’uovo al tegamino – o puoi perfezionare o trovare una ricetta alternativa a ciò che fai da tempo e che vorresti migliorare. Puoi fare TU un tutorial e scoprire delle capacità che pensavi di non avere, delle competenze che hai acquisito e che non hai mai avuto il tempo né modo di trasferire ad altri. Magari sei un artigiano che sa fare delle cose meravigliose, adesso è il momento per mostrare al mondo come le fai.

Puoi dedicarti ad aree di ricerca e di sviluppo per migliorare la tua attività. Puoi investire in formazione, migliorare il tuo sito web, trovare nuovi fornitori e clienti o rivedere i rapporti commerciali con gli spedizionieri.

E’ il momento di fare, anche se apparentemente potrebbe sembrare il momento dell’immobilismo.

Sei in quell’attimo in cui “stavi facendo tutto”. Tutto ti pareva che dipendesse da te e che nessuno avrebbe mai potuto fare se non tu. E’ il momento in cui il mondo aveva bisogno di te e, per l’appunto, tutto si è bloccato e adesso “non puoi fare nulla”.

Mannaggia…

E’ qui, per caso, per sfiga, per volere di qualche divinità, che dovevamo arrivare. Di avvertimenti ne avevamo ricevuti tanti, da anni, da sempre. Ognuno poi ha ricevuto i propri, quelli più diretti, ad personam, magari attraverso qualche problema di lavoro, di salute, lutti, etc…. ma non sono bastati, doveva arrivare il COVID-19. OK, questa volta ha bloccato tutti. Adesso è il momento del Ctrl+Alt+Canc e di scegliere di riavviare il sistema.

Libera la menteNon guardare al problema ma guarda all’opportunità che ti si presenta proprio grazie a questo problema.

Prendi quella pennellessa e tinteggia quella stanza. Impugna quella penna e scrivi il primo capitolo di quel libro. Premi play su quel tutorial e impara o guarda soltanto, magari come costruire un tavolo con la resina epossidica.

Leggi, approfittane. Hai quel tomo che ti aspetta da mesi, forse anni, riposto nella libreria di casa. Sfoglialo, guardalo, rivoltalo, apprezzane la consistenza, l’odore e la sensazione che ti dà la carta al tatto e poi… comincia a leggerlo, magari ti piacerà o forse no, ora potrai saperlo.

Gioca! Impara un gioco; gioca con i tuoi figli. Gioca col LEGO o fai modellismo, apre la mente e rilassa.

Ascolta la musica e scopri nuovi generi.

Apri un blog, ci sono mille modi per farlo, impara. Rinnova il sito della tua azienda per renderlo più fruibile. Libera la memoria del tuo computer, del tuo smartphone, della tua testa…

Prendi fiato e ripensa a te stesso. Stai con chi hai accanto e ascolta i suoi pensieri. Stai da solo e ascolta i tuoi desideri.

Ora puoi, approfittane.

 

Essere o non essere creativi. Come stimolare le idee e il processo creativo.

Le idee… c’è un posto da qualche parte nel nostro subconscio, un luogo in cui convergono tutte le informazioni di una vita, un posto che è il contenitore di ciò che rilevano i nostri sensi. Una scatola di informazioni che si sommano, si miscelano, vengono continuamente elaborate e trasformate fino a quando, in un momento particolare, spesso quando non te lo aspetti, si trasformano in un “frutto” che matura nella tua mente.

E’ quello che comunemente chiamiamo l’IDEA.

In un attimo la scintilla ti incendia, pervade la tua mente e non ti molla. Subdolamente si palesa in una forma ancora embrionale, da plasmare. E’ il tuo subconscio che l’ha confezionata e tu devi elaborarla, farla tua, crearvi attorno quello che gli adulti definiscono PROGETTO e ai bambini piace chiamare SOGNO, anche quando sono svegli.

A me ancora oggi piace definire le mie idee dei sogni. Fanno parte di me, della mia dimensione di uomo ma soprattutto di creativo.

Talvolta mi trovo in uno status assimilabile al “trans” che si verifica per lo più quando sono in palestra e mi alleno. E’ il momento in cui, evidentemente, le endorfine, la sensazione di “pompa” dei muscoli, il sangue che affluisce con più potenza dal cuore verso tutte le mie membra, genera in me “lo status ideale” per generare il SOGNO o l’IDEA che di lì a breve si trasforma in “ossessione”.

Sì è un’ossessione che mi avvolge, mi conduce per mano, forzatamente, verso una direzione. Non mi molla, non c’è spazio per altro se non per quella “cosa” che è arrivata al cervello come una palla che colpisce una mazza da baseball. Fa un suono forte e secco: “snack”, ed è lì. Prima non c’era ora invece c’è.

Provo a distogliere l’attenzione cercando di guardare chi mi sta intorno o provo a pensare di eseguire la serie successiva di esercizi ma… la faccio, la eseguo, magari anche bene ma il pensiero è sempre lì e non mi lascia. Passa il tempo e non mi accorgo neppure di quanto; potrebbero essere secondi, minuti…

L’idea matura piano piano e inizia a materializzarsi nella mente. Cala la foschia, i raggi del sole penetrano la nebbia e intravedo la forma. Eccola, l’idea è lì davanti, ben illuminata. Adesso comincio a guardarla da altre angolazioni, ad essere padrone della scena permettendo alla mia mente di girare attorno all’idea, alla sua tridimensionalità. Posso spostarla, ruotarla, vederla da lontano e poi posso avvicinarmi, lentamente, cercando di coglierne tutti i dettagli.

Più mi avvicino e meglio comprendo la sua complessità e via, via che osservo riesco ad assimilare e a comprendere meglio fino a quando mi appare quasi semplice, scontata.

La posso toccare. Ora non resta che trasformare quell’energia in qualcosa di tangibile. Adesso comincia la vera sfida. Rendere quell’idea qualcosa di spendibile.

Questo è ciò che accade a me, ad un creativo che da sempre coltiva la propria creatività e che ad un certo punto è diventata un mestiere.

Ma chi non è, per “sua natura” o per definizione di qualcuno, un creativo?

Beh… caro lettore, sappi che TUTTI siamo creativi ma forse, se sei qui, ancora non sai di esserlo.

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Ti svelo un segreto: essere creativi dipende essenzialmente dall’ambiente in cui si vive e intendo sia il luogo che le persone che ti circondano. L’habitat ideale deve essere stimolante, deve dare spazio alle idee, deve alimentarle e soprattutto deve educare alla creatività. La creatività è un dono che riceviamo con la vita e non ne siamo coscienti fino al momento in cui iniziamo a sperimentarla attraverso gli strumenti che ci permettono di esprimerla. Disegnare, cantare, suonare, dipingere, costruire, inventare, sono tutte azioni che si possono compiere se stimolati a provare, a sperimentare e soprattutto a mettersi in gioco e a non aver paura di sbagliare.

La creatività si allena e allenandola si ottengono risultati incredibili.

Si riesce a vedere la vita con un occhio più sensibile al bello e alla positività. Non dico che tutto sia “rose e fiori”, mi darebbe anche fastidio se lo fosse, ma essere creativo ti permette di sviluppare attorno al “problema” una cintura di cose positive. Ti puoi costruire un mondo o più semplicemente un luogo dove rifugiarti quando sei triste, arrabbiato o spaventato. Un luogo reale, se coltivi le capacità che ti permettono di costruirlo materialmente, o un luogo mentale, che forse è la cosa più affascinante e potente che si possa realizzare. Occhio però a non rimanerci dentro ad oltranza, in tal caso si sconfina in un problema di carattere psicologico 🙂

La creatività non ha confini né limiti; è attorno a te. Leggi, ascolta, osserva, impara a capire cosa accende nel tuo io più profondo la scintilla della creatività. Ascolta il tuo io bambino/a che è sempre lì con te, magari assopito/a o relegato/a in un luogo buio e apparentemente dimenticato. Credimi, lui/ei è sempre lì. Abbi coraggio di ascoltarlo/a di capire cosa vuol fare. GIOCA! GIOCA con la tua voglia di fare cose. Al’inizio devi vivere il gioco della fantasia che non conosce né schemi né limiti. Successivamente passerai alla dimensione della creatività che tende a plasmare ciò che la fantasia suggerisce. Non limitare le tue possibilità; non confinare le tue capacità. Osa, vivi il momento e goditi le emozioni che ne derivano. Non esiste vergogna, non esiste imbarazzo, esiste la scintilla, quella che arriva nel momento che cominci a fare la prima cosa che non avresti mai osato fare perché tu… sei ADULTO/A, perché magari sei un ragioniere, un avvocato, un commercialista o un notaio. Sei una persona seria, talmente seria che “le fantasie” non sono cose per te. Hai ripudiato la tua creatività, l’hai invitata ad andarsene per lasciare spazio ai formalismi, ai preconcetti, ai modi di pensare che la società ti impone insieme a delle etichette. Oppure hai semplicemente vissuto in un ambiente in cui “essere creativo” non era una bella etichetta; si preferiva pensarti come ad un futuro professionista tutto di un pezzo. Ti hanno detto che tu non hai fantasia, che non sei creativo/a e alla fine ci hai creduto/a.

Ti svelo un secondo segreto: essere una persona che ha fantasia e creatività non vuol dire essere un idiota o una persona superficiale che non prende le cose sul serio… ma poi di quali cose stiamo parlando. La vita la stiamo prendendo TROPPO SUL SERIO e facendo così ci neghiamo tutte le gioie che essa può donarci.

Ecco che adesso è arrivato il momento del risveglio. Il momento in cui devi richiamare il bambino/a che è in te. Chiamalo/a ascolta e osserva.

Prova ad osservare un bambino intento a giocare. Guarda come si comporta. E’ lì, magari per terra, circondato da giochi. Ne ha uno in mano e lo sta semplicemente osservando o sbattendo da qualche parte oppure ha dei pennarelli o delle matite e sta scarabocchiando su un foglio. Non ha costrizioni. La mano va dove gli dice di andare, senza vincoli, senza sé e senza ma. Lo fa e basta. Non importa ciò che verrà fori da quel foglio. Non importa se lo strumento che sta suonando genera rumori al posto dei suoni o di melodie. Non importa se il canto che riempie la stanza non ha una forma o un’armonia, quantomeno a noi comprensibili. Non importa se i mattoncini che sta assemblando paiono un ammasso di angoli retti che poco hanno a che fare con il concetto di ordine, equilibrio e simmetria. Ciò che è importante è che quel bambino/a sta giocando, sperimentando, elaborando un pensiero, un’idea. Forse generata da istinto più che da ragione ma è in questo confine labile che si genera la creatività; è il luogo dove nascono le idee.

Allora, caro lettore o lettrice che tu sia… prenditi il tuo tempo, anche solo qualche minuto al giorno, solo per sperimentare cose che non avresti mai osato o pensato di fare. Sporcati le mani, usa i colori, impasta la creta o uova e farine, scrivi, butta giù dei pensieri. Viaggia, non importa quanto lontano andrai ma basta che tu veda un posto diverso rispetto a quelli che hai già visto fino ad un istante prima. Comprati uno strumento e prova suonarlo. Costruisci qualcosa col legno, il legno è bellissimo da lavorare. Prova a fare l’uncinetto o la maglia. Prendi lo smartphone e comincia a fotografare. Prova! Senza limiti, senza aver paura di sbagliare. E’ un esercizio che devi provare a fare. Ogni giorno, tutti i giorni e dopo un po’ vedrai le cose in modo diverso. Comincerai ad avere stimoli, idee, CREATIVITA’. Ti stupirai. Si instaurerà un circolo vizioso che si auto-alimenterà. Più sperimenterai e più ti verranno idee. Troverai un hobby, una passione, qualcosa di parallelo alla tua realtà lavorativa. Qualcosa di tuo in grado di darti soddisfazioni. Non è importante dove ti porterà questo cammino ma ciò che incontrerai lungo il percorso. Non devi essere creativo per mestiere, come me ma basta che tu applichi nel tuo mestiere un po’ di creatività e le cose che facevi fino a quel momento riuscirai a farle meglio o in modo completamente diverso, forse anche più divertente.

Hai a disposizione il resto della tua vita per sperimentare. Adesso tocca a te. Fai il primo passo e vedrai che il germe della creatività attecchirà dandoti frutti che non avesti mai immaginato. Adesso non dire che non hai fantasia. Non pensare che tu non abbia creatività. Devi solo provare a creare, abbattendo le tue barriere mentali.

Oggi è il tuo primo giorno del percorso che ti porterà a riscoprire cosa vuol dire FANTASIA, a trasformarla in CREATIVITA’ grazie alla quale potrai accendere le tue IDEE.

Invito alla lettura sul tema della creatività e della fantasia. Per la serie: puoi imparare ad allenare la tua creatività!

Fantasia. Invenzione, creatività e immaginazione nelle comunicazioni visive
di Bruno Munari (Autore)


Esercizi di creatività. 80 attività tratte dalle artiterapie per sviluppare le potenzialità creative
A cura di S. Pitruzzella e C. Bonanomi


Fotografia e Creatività: Come migliorare la propria creatività fotografica Copertina flessibile
di Roberto Barbieri (Autore)


Creatività e benessere emotivo. Giochi di gruppo per sviluppare la consapevolezza di sé e le capacità relazionali
di Vicky Barber (Autore), M. Vivaldi (Traduttore)


Intelligenza e creatività Copertina
di Ornella Andreani Dentici


365 cose da fare con i mattoncini Lego. Ediz. a colori Copertina
di Simon Hugo (Autore), A. Fontebuoni (Traduttore)

Droni marini e droni terrestri… Uffa!

Continuo a leggere o sentire indicare, “qualunque cosa” abbia un microchip e che si muove autonomamente, con i termini: DRONE MARINO o DRONE TERRESTRE.

Allora… NON esistono DRONI MARINI o DRONI TERRESTRI.

Eventualmente esistono: rover, robot, veicoli autonomi, USV: Unmanned Surface Vehicle, UTV: Unmanned Transport Vehicle, UUV: Unmanned Underwater Vehicles…

I DRONI volano e basta.

Se hanno microchip sono macchine volanti, quindi APR o UAS, UAV, DRONI, etc. Se non hanno microchip probabilmente sono insetti, più precisamente ci si riferisce al maschio dell’ape.

Pertanto, se senti qualcuno che dice: “drone marino” o “drone terrestre” dagli del “rinDRONATO” e spiegagli la differenza.

Non a caso sul mio blog DRONEVOLUTION ho realizzato un’apposita rubrica che si intitola “DRONI ma non proprio“, per raccogliere alcuni articoli, scritti da giornalisti, che indicano come DRONI della roba che fa di tutto meno che volare.

ape drone

“Campagna di promozione per la cultura in un settore emergente che ha infinitamente bisogno di informazioni chiare e certe.”

Grazie!

Sci e roba sospesa

Pare che il binomio “SCI e riprese aeree” abbia qualche difficoltà a trovare un equilibrio.

Poco più di un anno fa, durante i mondiali di sci a Madonna di Campiglio, si verificò uno degli incidenti più singolari e discussi degli ultimi anni, almeno in ambito sportivo. Un drone, col quale venivano effettuate delle video riprese aeree, cade rovinosamente a terra sfiorando per soli 3 centesimi di secondo lo sciatore Marcel Hirscher nel corso della sua manche. Una vera “tragedia mancata” ma di sicuro un buon motivo per dibattere in merito all’uso dei droni in ambito sportivo.

“Apriti cielo”, fu proprio il caso di dirlo. Di questo fatto se ne è parlato per giorni. Il pericolo, la sicurezza, chi avesse o meno autorizzato tale attività specializzata, con l’aggravante che era svolta di notte, etc. Un gran polverone che finì col portare la federazione di Sci, la FIS, a dichiarare che in futuro non si sarebbe più avvalsa di droni per effettuare riprese televisive, almeno “fino a quando non potesse essere garantito un funzionamento completamente sicuro”. Vedi notizia

Bene… si torna alle spidercam, quelle videocamere montate su carrelli che corrono lungo cavi sospesi sopra gli impianti sportivi, ampiamente utilizzate nel calcio ma anche durante gli eventi di particolare rilevanza e interesse per offrire immagini aeree a bassa quota.

Sicuri che in questo modo non si sarebbero più verificati incidenti, nel corso delle Olimpiadi di Rio 2016 una spidercam installata presso il Parco Olimpico, cade al suolo a causa della rottura di alcuni cavi che la sostenevano. Esito rovinoso per la spidercam, per l’emittente televisiva che gestisce le riprese video dei giochi olimpici (OBS – Olympic Broadcasting Services) e soprattutto per il danno provocato ad alcune persone che si trovavano sotto la perpendicolare di questo dispositivo di ripresa. Tutto viene rapidamente ridimensionato per non dare troppa eco alla notizia in favore della sempre magica atmosfera dei giochi olimpici. Vedi notizia

Ma torniamo allo sci col quale ho aperto questo post.

Notizia di oggi: a Saint Moriz, nel corso dell’ennesimo mondiale di sci, una spidercam cade al suolo a causa di un cavo tranciato da – pare una barzelletta – dal passaggio della pattuglia acrobatica svizzera. Vedi notizia

Ora mi chiedo… Vogliamo vietare il vietabile in nome della sicurezza o cominciamo ad utilizzare la testa? Che sicurezza sia ma, in questo caso, o la spidercam era stata montata ad un’altezza tale da diventare un pericolo per gli stessi aerei della pattuglia acrobatica svizzera o quest’ultimi volavano un “tantino” basso, tanto da creare un problema di turbolenze nei confronti della stabilità e della relativa sicurezza di questa camera su cavi.

Allora, sono i droni un pericolo? Le spidercam? Gli aerei? Missili, satelliti? O vogliamo tornare un attimo con “i piedi per terra”, concertare le iniziative, mettere a conoscenza tutte le parti interessate su ciò che è in corso e, soprattutto, utilizzare procedure condivise, sicure e testate?

Gli incidenti capitano ma spesso sono causati da incompetenze, negligenze e disattenzioni. Non è tanto il mezzo il pericolo ma quanto chi lo governa che spesso non è attento e sufficientemente competente.

Vogliamo parlarne?

Approfondimenti e crediti:

Droni e trapani sono solo tools per il lavoro

Ci siamo sbagliati? Non è come avevamo pensato? Il boom dei droni c’è stato, lo stiamo vivendo o deve ancora manifestarsi?

Toc! Toc! Qualcuno sa che fine hanno fatto i droni? 

Sono ovunque ma in nessun posto in particolare. Se ne continua a parlare ma in pochi li utilizzano; lasciando perdere i balocchi acquistabili nella grande distribuzione.

mini-droneNon parlo dei “dronelli” quasi “usa e getta” che riempiono gli scaffali dei negozi o le vetrine online dei siti web specializzati. Quelli destinati a finire in un cassetto o un ripostiglio dopo qualche “dronellata”. Lasciamo perdere quelli nati per farsi le selfie, che poi non puoi utilizzarli ovunque come vogliono farci credere. Lasciamo perdere anche tutti quelli che vengono acquistati all’estero, magari attraverso siti web che hanno la propria sede nei paradisi fiscali e quindi si permettono di vendere senza far pagare l’iva, o giù di lì. Lasciamo perdere, quindi, le migliaia di unità importate senza lasciar traccia, se non su qualche carta prepagata.

…e adesso di cosa parliamo?

Dove sono finiti quei droni che avrebbero dovuto rivoluzionare il modo di lavorare, di pensare al trasporto delle merci, alla sicurezza, al controllo del nostro territorio, etc? Parliamo quindi di quei droni che rientrano nella categoria degli APR o SAPR; quegli aeromobili a pilotaggio remoto, detti ad uso professionale, relegati ad effettuare operazioni specializzate e pilotati da personale qualificato che ha conseguito l’attestazione di PILOTA DI APR?

Parliamo quindi anche dei Piloti; quei pochi, irriducibili, coraggiosi, meravigliosi, affascinanti, forse anche un po’ “temerari delle macchine volanti”. Quelle persone che si creano il proprio futuro e che ragionano con lungimiranza, intercettando tendenze e opportunità, magari ricavandone un reddito…

Reddito e Profitto… termini quantomai abusati in questo settore.

Riavvolgiamo il nastro un attimo per capire meglio cosa sta accadendo in Italia in questo momento per uscire dalla fantascienza e immergerci in uno scenario più realistico, sicuramente meno affascinante ma forse più obiettivo e plausibile. Diciamo che con questo articolo il mio intento è demolire per ricostruire! E come dicono a Livorno… BOIA DE’!

Allora… nel “lontano” aprile 2014 entrò in vigore il Regolamento dei Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto, redatto da ENAC. Sì, lo so, molti di voi sanno già tutto; è la solita storia, le regole, gli abusivi… chissene…

No, non è la solita storia. Non voglio puntare il dito su nessuno. Non ho da “ridire qualcosa su ENAC” (anche perchè non so se mi basterebbero i Gb messi a disposizione da WordPress per potermi sfogare), ma voglio solo “tornare con i piedi per terra” e osservare il cosiddetto settore dei droni professionali da un altro punto di vista. Non quello che ci viene raccontato dei media, immerso in uno scenario fatto di “lustrini e pailettes”, nella migliore delle ipotesi, o adducibile ad appartenenti al sedicente califfato, nella peggiore, ma mettendomi più semplicemente e realisticamente dalla parte di chi deve confrontarsi quotidianamente col mondo del lavoro.

Quindi, dicevo… entrato in vigore il sopra citato regolamento, in Italia, ciò che era già una professione per qualcuno o una grande passione per altri e una possibile opportunità di lavoro per altri ancora, subì inevitabilmente una drastica “mutazione” o un “momentaneo arresto”. E’ un dato oggettivo: prima si volava, quasi a prescindere, dopo il 30 aprile 2014, chi credeva e crede tutt’ora che un Paese civile sia tale anche perchè si rispettano le regole, ha dovuto rivedere un po’ i propri piani, soprattutto quelli di volo. Diciamo che dalla logica del “fare” si è passati a quella del “si potrà fare?”, derivata soprattutto dalle continue modifiche al regolamento italiano che non permettono un reale sviluppo del settore.

Ma dicevo, bando alle polemiche e via alle riflessioni. Non rivanghiamo il passato e vediamo, oggi, cosa ci propone lo scenario italiano dei droni.

Organizzazioni di addestramento.

Detto così ha qualcosa di marziale, ma a parte la definizione di estrazione militare questo termine indica le scuole che formano i Piloti di APR all’uso dell’aeromobile e alla conoscenza delle regole necessarie per volare in sicurezza.

Erano più di 100, non ne restò nessuna, riapparvero in 7 e adesso sono qualche decina. Mah!

Non si è capito bene, o lo si è capito benissimo, lascio a voi la riflessione in merito, ma di fatto fino a un annetto fa c’erano più di 100 scuole che formavano con una certa regolarità i Piloti di APR, ci stavamo abituando ed erano diventate un punto di riferimento; poi, Ctrl+Alt+Canc e il sistema è stato riavviato. Fine delle scuole, tutti a casa, annessi e connessi (compreso personale, dipendenti, etc…) e dopo un lungo silenzio si è ripartiti con queste Organizzazioni di Addestramento. Almeno fino alla prossima puntata.

Incredibilmente, non so se è per una coincidenza ma le modifiche al regolamento dei mezzi aerei a pilotaggio remoto sono caratterizzate da una puntualità che ha dell’imbarazzante e che condiziona in modo significativo “la stagione lavorativa”. Quando si vola prevalentemente con i droni? In inverno sotto l’acqua? Con la neve? Se non ti chiami Croce Rossa Italiana o Vigili del Fuoco sarà difficile avere la necessità di volare con condizioni meteo non proprio invitanti. Questo anche perchè il payload del drone lavorerà al meglio se il tempo è favorevole, la visibilità è buona e il pilota non congela o non si inzuppa d’acqua. Insomma, si vola prevalentemente in primavera, estate e una parte dell’autunno (dipende dalle zone), diciamo che sono le stagioni più consone all’utilizzo degli APR eeeeeeeZac! esce il regolamento il 30 Aprile 2014, a primavera. Escono le bozze per le modifiche a luglio dell’anno dopo. Avrebbero dovuto rinascere le scuole, come la Fenice, dopo la loro chiusura, sempre ad aprile/maggio del 2016 ma fino a settembre non se ne è saputo nulla, quindi anche tutta la stagione 2016 è saltata, almeno per chi voleva diventare Pilota di APR.

Ma No dai, gli emendamenti seguono la tendenza moda autunno – inverno. E’ vero, dimenticavo… Dicembre 2015 e dicembre 2016…

Per non pensare male mi attendo verso aprile l’ennesima “circolarona” che rivoluzionerà ancora una volta questo “settore”. Ah! Dici che ci sarà? Quale? EASA? Il regolamento europeo? Si parla di una bozza del regolamento Europeo sui Droni entro Marzo 2017, quindi tenetevi pronti. Per come la vedo io il regolamento europeo entrerà in vigore, i paesi membri dovranno recepirlo, si elaboreranno le dovute modifiche / integrazioni ai regolamenti interni ad ogni paese e ci ritroveremo magicamente verso ottobre/novembre del 2017 a ipotizzare i nuovi scenari futuri o futuristici per il “sedicente settore” (non a caso questo termine abusatissimo va a braccetto col califfato). Nel frattempo, a giugno, scadranno gli attestati di Pilota di APR che avevano come termine ultimo il 31 dicembre 2016. In tutto questo trambusto avremo una categoria di droni “borderline” che per l’Italia è quella sotto i 300gr mentre per l’Europa e l’EASA, è quella sotto i 250gr. Categoria che “fa gola” a chi si occupa di journalism o giornalismo (ma fa più figo chiamarlo journalism) ma anche di monitoraggio e rilievi (video e foto) di strutture urbane all’interno delle cosiddette aree critiche. Insomma, se prima chi “non voleva troppi problemi” si dotava di un drone sotto i 300gr, quello che ironicamente ho sempre definito come “le tre fette di prosciutto con quattro eliche”, adesso dovrà vedersela con due fette e mezzo e quattro eliche purché siano rese inoffensive; forse grazie a qualche midolla di pane da utilizzare come para eliche, purché sia senza glutine.

OK, bel guazzabuglio di informazioni ma, a te che stai leggendo che te ne viene? Anche nulla, fino ad ora. Diciamo che questa analisi molto approssimativa, sommaria, estremamente superficiale si pone come “sintesi o chiacchiera da bar” rispetto ad una più ampia e seria analisi che dovrebbe essere condotta da eruditi addetti ai lavori in merito a questi argomenti. “Quindi è molto più interessante la mia, no?”

Ma torniamo a parlare di chi deve lavorare.

E’ questo il nodo cruciale del problema. Fino ad oggi chi voleva utilizzare un drone partiva dall’idea del drone, dal fascino che suscita questo oggetto volante, dall’immaginario che evoca l’appellativo di PILOTA e tutto ciò che ne deriva. Un’aura di magnificenza che ha saputo richiamare scenari alla TOP GUN o, se paragonata a qualcosa di reale e più nostrale, alle Frecce Tricolore. Poi, dopo tutta questa emanazione di ferormoni si torna alla lucidità e con freddezza ci si pone la classica domanda:

Col drone che ci faccio?

E’ qui che molti si sono resi conto per la prima volta che questo incredibile oggetto, ipertecnologico, che vola pure e che fa ZZZZzzzzz come un drone – che poi è il maschio dell’ape – che si chiama proprio drone, doveva servire a qualcosa, oltre che a volare e a consumare un sacco di energia.

Passati gli entusiasmi delle prime “dronate” ludico ricreative al limite dell’illecito forse sì o forse no (dipende se lo usi per lavoro o per gioco ma se lo usi per gioco con l’intento poi di lavorarci o ci giochi dopo il lavoro o …. lasciamo fare), dal mero TOOL si passa alla PROFESSIONE.

E’ un po’ come comprare un trapano, le punte, il carica batterie o le prolunghe, dischi per smerigliare, guanti, etc. e poi non si è né muratori, né carpentieri, bricoman, idraulici, aggiustatutto e, oltretutto, non si sa nemmeno cosa farci se non praticare qualche buco qua e là.

Ecco che da qui parte la mission.

Ho il drone, ho finalmente preso anche l’attestato di PILOTA DI APR e ora che professione mi invento? Escludendo da questo ragionamento i veri professionisti come i geologi, ingegneri, agronomi, veri fotografi, archeologi etc. che hanno finalmente capito che il drone è un ottimo tool per il proprio lavoro, ancora tanti si improvvisano dronisti senza sapere “cosa faranno da grandi”. E’ un po’ come definirsi “trapanatisti” o “scartatori” o “pennellanti”… va beh, lasciamo perdere tutti i commenti che possono derivare da queste definizioni.

drill-drone

A distanza di qualche anno da quando ho cominciato ad occuparmi di droni, mi rendo sempre più conto che presi dalla novità, dalla voglia di fare, dalla necessità di reinventarsi, abbiamo attribuito al drone un’eccessivo ruolo e un’altrettanta importanza nell’ambito della nostra vita e del nostro lavoro.

Se da una parte le regole ci insegnano qualcosa, una per tutte che il drone è potenzialmente un oggetto pericoloso che può cadere o entrare in collisione con un altro aeromobile e far danno, dall’altra non ci insegnano nulla in merito al suo uso nei vari ambiti professionali.

Il PILOTA DI APR ha un drone, che risente di un’obsolescenza tecnologica che si palpa mente si fa il corso. In pratica ti compri il drone, ti iscrivi al corso e quando sei pilota di APR il drone è già vetusto, e pensa: di media un corso dura solo due o tre weekend. Nel frattempo non si è capito ancora cosa ci si può fare e dove si può volare.

Non solo, compro tutti gli accessori perchè potrebbero servirmi. Quindi acquisto 28 batterie, 150 eliche, una decina di gilet ad alta visibilità (qui mi tiro la mazzata sui piedi da solo) e borse su borse. Tutto all’insegna dell’essere “professional”, “advanced”, “plus” e chi più ne ha più ne metta. Poi mi ricambiano le regole, oggi piove, domani nevica, fa freddo, dopodomani dovrò pur cercarmi un cliente per fare queste benedette foto all’agriturismo che tutti adesso fanno e soprattutto senza essere Piloti di APR, e… l’importante è essere convinti.

Quindi, ribadisco, a parte quei professionisti che prima sono tali e poi si sono accorti dell’utilità del drone, per tutti gli altri consiglio vivamente di:

Pensare al drone come ad un trapano.

E’ un tool per svolgere il proprio lavoro, punto e basta. Quindi, prima di tutto, che lavoro fai? Cosa devi fare col drone? e soprattutto, sai quali mercati aggredire per proporre il tuo / tuoi servizi?

Ho conosciuto persone che sono diventate Pilota di APR, hanno svolto una cifra mostruosa di ore di test col proprio drone, hanno apportato migliorie, modificato qualcosa e poi, non hanno ancora un cliente perchè “devono migliorarsi” o “hanno paura di sbagliare” o peggio ancora “non sanno a chi rivolgersi”.

Ridondare

quando hai pensato al drone come ad un trapano ti renderai conto di quanto possa essere utile ma ti accorgerai anche che dovrai ridondarlo. Se lavori non puoi permetterti di avere un solo trapano. Se non funziona? Se ti si rompe mentre fai il foro e ne devi fare altri 100 nella stessa giornata? Insomma, quando pensi al drone pensa al plurale, quindi ai droni e alle possibili conseguenze che potrebbero derivare dal non poter disporre del tuo drone durante un servizio pianificato da tempo e che non è possibile rimandare. Quindi dovrai possedere almeno una mini flotta di due droni con relativi payload.

Pilota full-time?

Tornando al nostro bel trapano, quante volte pensi di usarlo in una normale attività di carpenteria o se fai l’arredatore, il muratore, l’elettricista, etc? Alcune volte lo userai per diverse volte al giorno e altre anche nulla. Ecco… stessa cosa col drone. Devi pensare di inserire il drone nella tua attività o in quella che andrai a fare e non creare un’attività tutta incentrata solo e soltanto sul drone. Ripeto, è come se ti presentassi da un cliente per dire che hai il trapano e che fai dei bellissimi fori ma vorrai pur dare un servizio più completo e in grado di produrre un guadagno per la tua attività? Quindi… SI’ per pilotare un drone ad uso professionale devi seguire l’iter che ENAC richiede ma devi pensare che non puoi aspettare clienti tutto il giorno solo per far volare il tuo drone; a meno che tu non riesca a farti pagare per un solo volo diverse migliaia di euro.

Il mercato dei droni sei tu e non quello che “strombazzano” le riviste

Pensa che il mercato dei droni sei tu. Che vuol dire mercato? Rifletti su quali sono le tue competenze o quali potresti acquisire facendo dei corsi professionali e/o di specializzazione. Nel frattempo analizza il bacino d’utenza a cui puoi proporre determinati servizi. Fai un sondaggio e prendi contatti con le realtà che operano negli ambiti lavorativi di cui vuoi occuparti.

Non tutti possono fare gli operatori per la RAI, Mediaset o SKY e non tutti possono andare a lavorare a Melaverde o a fare le riprese col drone per Don Matteo. Dovrai pur capire che se vuoi usare il drone, ad esempio, in agricoltura, dovrai parlare la lingua degli agronomi, degli agricoltori, dei florovivaisti e probabilmente delle varie ConfQualcosa. Quindi, al di là di ciò che le riviste patinate “strillano”, il vero mercato dei droni NON E’ ANCORA DECOLLATO, fatta eccezione per alcuni ambiti particolari e altamente specialistici, quindi non è un mercato ma una nicchia di mercato. Inoltre, quando ci sarà il vero mercato dei droni, quello dei grandi numeri – attenzione a quello che ti dico – probabilmente tu non ne farai parte! I grandi numeri sono appannaggio delle grandi realtà. I grandi numeri sono fatti anche da tanti piccoli numeri ma sempre riconducibili e rappresentati da delle egide, delle associazioni, delle imprese, delle corporazioni, delle organizzazioni, delle industrie, delle major. Quindi, se di MERCATO DEI DRONI si vuol parlare, devi puntare in alto, alle grandi compagnie che “un domani” dovranno avvalersi di piloti di APR, sempre che poi non sia tutto demandato o demandabile a sistemi completamente autonomi.

Ecco che urge farsi il proprio mercato o mini mercato. Se non c’è domanda a cui offrire il proprio servizio, fai in modo che questa domanda scaturisca. Come?

Facendo cultura e promuovendo progetti attraverso sinergie

Caspita! Hai un amico professionista che potrebbe avvalersi dei tuoi servizi? Parlo dell’amico ingegnere o anche dell’antennista, dell’amministratore di condominio, del manutentore, di quello che installa pannelli fotovoltaici e termici, quello che ha le mucche in Maremma o quell’altro che ha una risaia nel Vercellese. Yes!! Lui/loro sono quelli a cui dovrai rivolgerti.

E’ tutto nuovo, tutto da disegnare.

Fai ricerca, sviluppa una soluzione e quindi un servizio allineato alle reali esigenze di chi opera in quel settore. Fai una chiacchierata con quell’amico che ha le mucche in Maremma. Cerca di capire cosa potrebbe essergli utile per il proprio lavoro. Magari, solo parlando e capendo come si sviluppa la sua attività, cercando di capire quali sono le sue problematiche, potresti individuare una soluzione al problema che, guarda tu che botta di cul…, potresti risolvere grazie al fatto che hai un drone o che potresti averlo. Ci pensi? Attacchi al drone un naso elettronico e sniffi le emanazioni di metano prodotte del letame delle mucche e ne determini la concentrazione dei vari elementi e quindi anche lo stato di salute della Carolina o il potenziale calorico ottenibile attraverso l’uso di quel gas in un contesto di produzione di energia (centrali a a biogas).

agricoltura-precisione-precision-farming-drone

Magari quel progetto non lo farai mai con quel tuo amico maremmano ma lui potrebbe farti conoscere un veterinario che a sua volta potrebbe manifestarti alcune considerazioni proprio sul tema del letame e della concentrazione di alcuni elementi chimici piuttosto di altri in relazione allo stato di salute delle mucche, dell’alimentazione, etc.

Magari quel veterinario ti farà conoscere un agronomo che ti parlerà di foraggio, di terreno coltivato, di allevamenti grass fed e ti parlerà di un progetto a cui pensava, finanziabile attraverso fondi europei ma che per intercettarli occorre costituire una start’up… Tutto questo utilizzando anche un drone che ancora NON hai comprato ma che potrai acquistare e finanziare con i suddetti fondi ma soprattutto avendo la consapevolezza di ciò che ti potrà servire per il tuo lavoro. Saprai che quel drone dovrà trasportare alcuni sensori, lo dovrà fare per un tot di tempo al giorno o alla settimana o magari solo una volta al mese e che lo dovrà fare per 10 minuti o per 1 ora o per tutta la giornata. Apri il web, cerchi tutti i riferimenti del caso, (case history) e ti studi la materia.

A proposito, ti ricordo che DRONEVOLUTION Blog è nato anche per assolvere a questo compito; provalo: digita per esempio AGRICOLTURA DI PRECISIONE sul motore di ricerca e vedrai quante risposte otterrai.

Torniamo alle mucche.

Allora… prendi il tuo amico maremmano, il suo veterinario e l’agronomo, ti metti con loro attorno ad un tavolo e cominci a tessere le basi per la tua start’up o per una collaborazione tra aziende e/o professionisti.

Potevo farti anche l’esempio dell’amico nella risaia nel vercellese ma per puro spirito campanilistico ho preferito fare quello dell’amico maremmano.

Tutto questo per dirti che non occorre che il veterinario o l’agronomo diventino dei PILOTI DI APR; il loro mestiere è un altro e fare il PILOTA non gli converrebbe o non gli interesserebbe ma a te forse SI’. L’esempio, sempre da bar, vuol farti capire che alle volte le opportunità sono attorno a noi e nemmeno ce ne accorgiamo. Da un incontro, da una conversazione puoi sviluppare un progetto dal quale far partire il TUO MERCATO DEI DRONI.

Dici che non posso paragonare il drone ad un trapano perchè per pilotare un drone occorrono autorizzazioni e un corso presso un’organizzazione di addestramento riconosciuta da ENAC mentre per utilizzare un trapano non occorre nulla?

“Probabilmente i governi e gli enti che legiferano in materia di armi non se ne sono ancora resi conto. Avevano in mano un’opportunità incredibile che si sono lasciati scappare. Sai quanti porto d’armi per trapani hanno perso?”

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Comunque, senza divagare troppo, ribadisco l’importanza della formazione, delle regole e della sicurezza ma sono anche un sostenitore della libera iniziativa, della voglia di fare e di promuovere idee, cosa che si è un po’ persa nella nostra bella Italia da un po’ di tempo a questa parte.

Droni made in Italy o Cina?

Pare che il mondo dei droni ruoti prevalentemente attorno a DJI. Per carità… ottimi prodotti, non c’è dubbio ma, vuoi lavorare in Italia? Vuoi sviluppare un business all’interno di un settore di nicchia altamente specializzato? Rivolgiti alle aziende italiane! Ci sono poche ma buonissime aziende che producono aeromobili a pilotaggio remoto studiati per assolvere a diversi compiti. Se vuoi sviluppare un business affidati a chi può ascoltarti, studiare la personalizzazione del drone e seguirti lungo tutto il tuo percorso di formazione e assistenza tecnica durante l’impiego del drone nell’ambito della tua attività.

Doppia F: Federazioni e Fiere

In varie occasioni ho detto e scritto che le varie federazioni/associazioni che rappresentano i Piloti di droni, dovrebbero essere loro stesse “portatrici sane di opportunità” per i propri associati. Creare incontro, stimolare la domanda, promuovere progetti, coinvolgere le associazioni professionali e quelle di categoria come le “ConfQualcosa” che accennavo sopra. I tavoli tecnici con ENAC sono importanti ma lo sono di più quelli con chi ha interesse ad utilizzare i droni nel proprio ambito lavorativo/professionale.

Stessa cosa per le fiere sui droni che fin dall’inizio hanno creduto in questo strumento di lavoro ma che fin dall’inizio hanno trovato difficoltà a ricondurre questo “oggetto” in un ambito più pratico e quotidiano. I primi progetti sui droni erano di derivazione militare o svolti in ambito di ricerca universitaria; roba da nerd o comunque poco apprezzabile o molto lontana da un impiego diffuso e dalle immediate ricadute. Oggi i tempi sono maturi. Non è più il caso di attendere che le regole cambino o che si “stabilizzino”; se attendiamo questo possiamo parcheggiare i nostri droni. Quindi, rilancio l’invito agli organizzatori delle fiere di settore per non fare solo “fiere di droni” (quindi di trapani) ma fiere di opportunità, invitando a partecipare attivamente amministratori di condominio, sindaci, assessori al turismo, allevatori, agronomi, fotografi, architetti, ingegneri, esperti nella sicurezza, impresari edili, trasportatori, etc. Promuovere progetti, invitare start’up, aziende, srl, reti di impresa che stanno svolgendo lavori o che sono in procinto di svolgerli. Molto si sta facendo in tal senso ma molto di più deve essere fatto.

E’ necessario essere camaleontici e cavalcare il cambiamento.

Essere mutevoli, reattivi, acquisendo nozioni, facendosi forti delle esperienze pregresse, delle regole che sono mutate, rimutate e che muteranno ulteriormente. L’importante è capire che questo drone è uno strumento che deve essere ben impiegato. O si capisce fin da subito come e dove impiegarlo o si è destinati all’oblio.

Finisci di comprare punte per il trapano! Stacca la prolunga, riponi i  tuoi tools e pensa a quale sarà il tuo prossimo obiettivo. Hai la fortuna incredibile che non esiste il settore dei droni ma c’è un mondo che ha bisogno di cose e di servizi. Se in questo contesto sei capace di inserire in modo puntuale, competente e soprattutto indispensabile il tuo drone, allora avrai le tue soddisfazioni.

Ah… dimenticavo, consegnare la pizza col drone o la posta o gli acquisti a domicilio, sono tutti bei progetti che rientrano in quella categoria di cose detta: “fare comunicazione”. Tu non sei Amazon, non sei Domino’s Pizza o Dpdgroup. Fatti il tuo progetto sulla base di reali esigenze che puoi intercettare sul territorio. Sviluppa il progetto coadiuvandoti di persone esperte negli ambiti dove andrai ad operare e sviluppa una soluzione. Poi penserai al resto.

W i trapani, W i droni e W chi ha voglia di fare!

Buon atterraggio!

5 motivi e oltre per andare a DRONITALY

DRONITALY 2016 – 30 settembre 1 ottobre. L’evento tanto atteso sta arrivando…

Un evento di grande importanza perchè riunirà a Modena, sotto un unico grande e prestigioso luogo, gli operatori e i principali protagonisti della filiera italiana dei droni.

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Perchè partecipare a DRONITALY?

Ci sono ottimi motivi per farlo se si ha un drone, se si è intenzionati ad acquistarlo o se più semplicemente si è sentito parlare di droni ma la propria curiosità è tale da dover essere appagata con un coinvolgimento ulteriore verso una direzione più interessante e qualificante.

Dato che DRONITALY è una manifestazione che ho vissuto da spettatore, da blogger e da espositore, come mi appresterò a fare anche nel corso di questa edizione, posso ritenermi un “esperto fruitore” di questo strumento di aggregazione culturale, sociale ed economica che svolge un ruolo importante e attivo all’interno del settore unmanned italiano.

Veniamo ai motivi per i quali dovreste partecipare a DRONITALY.

Motivo n. 1: Due percorsi distinti ma convergenti:

Nell’arco dei giorni di DRONITALY potrete scegliere il percorso più adatto alle vostre esigenze tra:

  • FUN, dedicato a chi ama i droni e li usa per diletto o per sport ed è in cerca di emozioni forti
  • PRO che è riservato ai professionisti, a coloro che sono già piloti o che vogliono diventarlo.

Nulla vieta, anzi, di poter percorrere entrambe le strade acquistando un biglietto che permetterà di vivere DRONITALY al 100% avendo l’opportunità di accedere liberamente ai due padiglioni che ospitano distintamente le due aree.

Motivo n. 2: A DRONITALY facciamo il “punto della situazione”

Come sta andando il mercato dei droni in Italia? Quali sono le prospettive future? Quale è la situazione normativa italiana e come si evolverà nei prossimi mesi? Queste ed altre questioni di carattere tecnico, economico e normativo saranno oggetto di discussione e di approfondimento durante i convegni e i workshop che si svolgeranno a DRONITALY. Sarà un’occasione per fare domande e ottenere delle risposte dai relatori ma anche da tutti gli operatori protagonisti presenti in fiera che espongono e si trovano a DRONITALY a presentare le proprie soluzioni, offrire servizi e coadiuvare il pubblico nel trovare le risposte che cerca.

Motivo n. 3 Eventi, convegni, espositori ma anche SHOP

Quest’anno, tra le novità presentate in questa terza edizione di DRONITALY, troviamo una delle più attese. Un’edizione non più solo rivolta esclusivamente al mercato B2B ma anche a quello B2C quindi a chi è intenzionato ad acquistare in fiera, dalla tshirt al drone passando per il prodotto assicurativo fino ad arrivare al sensore di precisione o alla videocamera. A DRONITALY gli espositori che vorranno rivolgersi al pubblico anche con vendita al minuto lo potranno fare dando la possibilità di acquistare in fiera a prezzi sicuramente vantaggiosi.

Motivo n. 04: La location raggiungibile e ben servita

DRONITALY nasce a Milano e le prime due edizioni hanno avuto luogo nel capoluogo lombardo. Quest’anno Mirumir, società organizzatrice dell’evento, ha puntato su una location che per sua mission svolge il ruolo di Ente Fieristico, con strutture e servizi adeguati allo scopo, inseriti all’interno di un sistema fieristico tra città che coinvolge oltre a Modena anche Bologna e Ferrara. ModenaFiere è facilmente raggiungibile in auto, in aereo e in treno e attraverso il sito DRONITALY viene offerta la possibilità di viaggiare con Trenitalia e Italo a prezzi scontatissimi, a partire da un giorno prima dell’inaugurazione della fiera fino al giorno dopo la chiusura.

Motivo n. 05: Dronitaly oltre al PRO e al FUN è anche un DRONE SHOW

L’FPV come non lo avete mai visto… Sfrecciano a oltre 130Km/h. Ronzano come insetti di grosse dimensioni (da qui il termine drone). Hanno le luci a led e sono manovrati da piloti di tutte le età equipaggiati ciascuno con un controller (radiocomando), un visore (monitor o appositi occhialoni) che ne permette il pilotaggio in FPV (First Person View) e soprattutto hanno riflessi da campioni. Tutto si svolge col massimo rigore e professionalità perchè solo “quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”…

Un commentatore professionista illustrerà le varie fasi delle corse coinvolgendo il pubblico descrivendo le manovre dei piloti e le caratteristiche dei droni che sfrecciano all’interno del circuito indoor. Le immagini acquisite dalla videocamere montate sulle prue dei droni vengono rilanciate sui visori dei piloti e in contemporanea sui grandi schermi a beneficio del pubblico. Tutto è completato da un impianto di gara attentamente studiato e completato da effetti speciali che rendono le evoluzioni più suggestive e impegnative per ogni partecipante. Il pubblico potrà assistere in sicurezza a momenti di grande divertimento, all’insegna del sano sport e dello spirito di squadra. Un appuntamento che non conosce età, piace ai piccoli ma anche, e in certi casi soprattutto, ai più grandi.

Quindi:

Per chi è interessato ad impiegare un drone per lavoro, o meglio, un APR Aeromobile a Pilotaggio Remoto; per chi vuole ampliare le proprie conoscenze in questo ambito ed è in cerca delle giuste informazioni per avere accesso ad una formazione adeguata e riconosciuta; per chi ritiene di avere delle idee e dei progetti che richiedono l’impiego di un SAPR ed è in cerca di operatori e piloti specializzati; per chi è interessato al settore droni in generale perchè incuriosito dalla tecnologia unmanned, per chi desidera conoscere le soluzioni payload più evolute; per chi vuole provare dei droni, parlare con gli addetti ai lavori, acquistare droni ma anche prodotti e accessori studiati per il settore; per chi desidera partecipare ai convegni e ai workshop in programma, DRONITALY è la manifestazione per voi.

Adesso… anche solo per curiosità, il 30 settembre e il 1 ottobre non prendere altri impegni, ti aspetto al DRONITALY e non dire che non lo sapevi!

PS. Mi trovi nell’area FUN, Stand A14 insieme alla ICT Cube. Fatti riconoscere 🙂

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Per tutte le informazioni consulta il Sito web ufficiale DRONITALY

 

DRONITALY atto terzo. 30 settembre e 1 ottobre 2016 si alza il sipario sull’evento italiano dedicato ai droni

Più che una terza edizione parliamo di un terzo atto. DRONITALY è un brand che fin dal suo esordio, nel “lontano” 2014, ha saputo proporsi sul mercato fieristico di settore come un evento di punta e di grande livello.

Un terzo atto perchè parlare di DRONITALY e di droni in particolare, dato il continuo mutare degli eventi, dovuto principalmente al dinamico sviluppo delle tecnologie e ai cambiamenti normativi del settore, non può definirsi un evento fine a se stesso che inizia e che termina ma è un compendio di eventi che non hanno soluzione di continuità e che accompagnano il professionista, e non solo, verso nuovi traguardi, offrendo stimoli concreti e un ventaglio di soluzioni di alto livello.

DRONITALY è un brand che si ramifica nel corso dell’anno attraverso varie iniziative che lo vedono protagonista in ambiti diversi ma complementari, sapendo anche sfruttare quelli non propriamente e immediatamente identificabili come eventi di settore. Uno su tutti, la partecipazione a FIERAGRICOLA 2016 che si è tenuta a febbraio alla Fiera di Verona. Una partecipazione che ha incuriosito o stupito i “non addetti ai lavori” ma che per coloro che già operano o si stanno avvicinando alle tecnologie UAV per la cosiddetta agricoltura di precisione o precision farming, è stato un momento di confronto e d’interesse che ha permesso di portare le tecnologie di punta più innovative, dedicate al settore in questione, in un contesto fieristico specialistico, dove gli operatori del settore agricolo hanno potuto vedere, discutere e comprendere quali vantaggi possono derivare dall’impiego dei droni in agricoltura.

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DRONITALY è un osservatorio permanente; quest’anno ha rilanciato e promosso il secondo studio nazionale “sullo stato di salute delle aziende operanti nel settore dei SAPR”. Condotto in collaborazione con Doxa Marketing Advice lo studio prende il nome di “Osservatorio Dronitaly-Doxa” e mira a raccogliere una serie di informazioni direttamente dagli operatori di settore e che di fatto creano il mercato italiano dei droni. Un’indagine accurata che ha come primario obiettivo: “capire e conoscere” il settore, comprenderne le criticità e, se possibile, promuovere iniziative tese a migliorare il mercato stesso. I risultati del nuovo studio saranno presentati commentati e discussi da DOXA – ENAC – ENAV durante la conferenza di apertura della terza edizione di DRONITALY che si terrà il giorno 30 settembre a ModenaFiere.

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DRONITALY è sinergia e scambio d’informazioni. L’esperienza di Dronitaly arriva negli Stati Uniti d’America portando con sé l’esperienza di due edizioni e un bagaglio d’informazioni raccolte dal primo studio Doxa i cui dati conclusivi furono presentati all’edizione DRONITALY del 2015. A luglio 2016 il team DRONITALY è stato inviato all’Ambasciata italiana a Washington a partecipare al “The Drones are Coming!”, una tavola rotonda organizzata dall’Institute for Education’s (IFE) impegnata nello sviluppo di iniziative che favoriscono scambi interculturali e coinvolgono diplomatici, politici, imprese, media, accademici e leader delle comunità ai più alti livelli. Un’importante occasione attraverso cui è stato possibile illustrate le potenzialità del mercato italiano dei droni ai 120 ospiti e relatori intervenuti all’incontro.  Nell’occasione Dronitaly, tramite il proprio referente tecnico, blogger e relatore Sergio A. Barlocchetti, ha illustrato i dati del primo “Osservatorio Dronitaly-Doxa”. Un chiaro esempio di come Dronitaly sia, anche negli Stati Uniti, un punto di riferimento per quanto concerne il settore italiano dei droni civili.

Foto tratta dal sito IFE
Foto tratta dal sito IFE

 

DRONITALY è fucina creativa. Tra le novità presenti nell’edizione 2016 spicca il “D CHALLENGE”, il primo contest italiano riservato agli studenti delle scuole secondarie. Fino al 15 settembre, studenti della scuola secondaria di secondo grado di età compresa tra i 14 e i 19 anni, guidati dai propri docenti, potranno presentare progetti e proposte di applicazioni pratiche per l’utilizzo di aeromobili a pilotaggio remoto. Un modo stimolante per mettere alla prova la fantasia, la creatività e la formazione ricevuta durante il proprio percorso scolastico, in relazione alla propria età e al livello di formazione ricevuto. Attraverso la competizione sarà possibile sottoporre i propri progetti all’attenzione di una giuria di esperti che in varie fasi e selezioni, proclamerà il team vincitore D CHALLENGE che sarà premiato nel corso dell’edizione 2016 di Dronitaly.

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DRONITALY 2016 The Pro&Fun Drone Show. In questo percorso legato dal medesimo filo conduttore, che parte dall’Italia, arriva negli USA per poi ritornare nel nostro bel Paese, ci apprestiamo a vivere l’attesissima due giorni dedicata al mondo dei droni.

Nuova location: ModenaFiere, facilmente raggiungibile un po’ da tutta Italia, soprattutto per chi viene dal centro-nord. Nuovo payoff The Pro&Fun Drone Show che riunisce sotto un unico brand ed evento i due macro settori che interessano il mercato dei droni: quello professionale e quello hobbystico o ludico.

DRONITALY 2016 manterrà in parte la formula già adottata nelle precedenti edizioni, quindi aree espositive, convegni e workshop a cui si affiancheranno a pieno titolo delle importanti novità come, appunto, la realizzazione di un’intera area, o in termini fieristici sarebbe più giusto dire “padiglione”, dedicata al settore consumer che si divide in un’infinità di sotto settori dei quali spesso si fa fatica a distinguere differenze e caratteristiche. Dronitaly cercherà di chiarire anche questo offrendo al pubblico la possibilità di visitare e partecipare agli eventi che si svilupperanno all’interno di due padiglioni. Due mondi a confronto, espositori qualificati con tante proposte dedicate ad entrambi i settori e, per dare modo a tutti gli utenti di testare dal vivo le tecnologie del momento, Dronitaly metterà a disposizione delle aree test per mostrare e provare i droni e un’intero circuito indoor per presentare i droni da gara o droni race.

E’ la grande novità di questa edizione e il termine “grande” non lo uso a caso. Ben 300 metri di tracciato al chiuso con reti di protezione per garantire la massima sicurezza del pubblico. Gate (porte o passaggi obbligatori) luminosi disposti su più livelli e curve a gomito. Effetti speciali, tra cui teste mobili, luci stroboscopiche e fumo. Tutto questo per rendere l’esperienza di pilotaggio ancora più emozionante e adrenalinica. Il circuito è stato realizzato seguendo le linee guida FAI, in collaborazione con WOOP Motion Store, A.S.D. FPVGP e il Gruppo Aeromodellistico Secchia.

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Ma non è tutto…

Le sfide tra droni spesso rischiano di essere divertenti solo per chi le vive in prima persona, per i piloti che con i loro occhiali o monitor per FPV (First Person View) riescono a pilotare i loro droni che scheggiano anche a 150Km/h; velocità che per il pubblico spesso rischia di diventare un limite più che un elemento che invoglia a seguire queste sfide. Ecco che per ovviare ad un’eventuale “distrazione”, dovuta all’eccessiva velocità dei piccoli droni che talvolta li rende difficili da seguire, o inseguire con gli occhi, saranno installati dei grandi schermi a beneficio del pubblico, attraverso i quali sarà possibile seguire la diretta delle varie corse tra droni, opportunamente gestita da una regia che puntualmente proporrà le immagini provenienti dalle videocamere installate su ciascun drone.

Non basta…

Tutto questo sarà commentato live da un professionista esperto che descriverà le manovre compiute dai vari piloti, il circuito e le difficoltà che esso pone a coloro che avranno il coraggio di affrontarlo. Inoltre, tra una sfida e l’altra, sarà possibile assistere anche alle interviste con i piloti che in qualche modo potranno offrire al pubblico un maggior ventaglio di esperienze.

E l’area dedicata ai professionisti?

Ovviamente è quella che ha permesso a Dronitaly di essere la fiera che è diventata. Il settore Pro è in lenta ma continua ascesa, caratterizzato da frequenti cambiamenti normativi che lasciano tracce indelebili all’interno di un mercato che probabilmente meriterebbe maggior respiro e al contempo stabilità. Quel tempo necessario e quella stabilità indispensabili per permettere di consolidare quelli che dovrebbero diventare i protocolli e gli standard di settore e attorno ai quali gli attori della filiera dovrebbero poter fare previsioni e investimenti.

Un mercato in fermento che avverte gli impulsi (tradotto: tendenze e regole) provenienti dagli altri paesi europei ma anche e soprattutto dagli USA laddove dal “non si può fare nulla con i droni” si è passati nel giro di un paio d’anni al “volare si può con regole chiare”.

Lo studio condotto dall’ “Osservatorio Dronitaly-Doxa” ci aiuterà a comprendere meglio quali sono le attuali richieste da parte degli operatori del settore e come sta andando il mercato professionale dei droni in Italia.

Al DRONITALY gli espositori professional presenteranno le novità tecnologiche tra cui gli APR di varia grandezza e peso con i relativi payload dedicati alle più disparate esigenze lavorative – cinema, televisione, pubblicità, agricoltura di precisione, monitoraggio, mappatura del territorio, archeologia aerea, etc. – o impiegabili nel settore della sicurezza, della protezione civile, della prevenzione e del controllo del territorio.

I convegni affronteranno tematiche che spazieranno dagli aspetti normativi legati alla privacy, al regolamento ENAC, ai centri di addestramento per piloti di droni. Attraverso i vari workshop sarà possibile apprezzare più da vicino e dalla viva voce delle stesse aziende, le soluzioni proposte da chi espone. Vi invito a consultare il programma dei convegni e dei workshop il cui link è presente in fondo a questa pagina.

Ancora pochi giorni e si aprirà il sipario per dare inizio al terzo atto di Dronitaly. Di fatto metterà una serie di punti, almeno per quanto riguarda il percorso fino ad oggi avviato, cercando di dare risposte ad operatori di settore e appassionati, offrendo, al contempo, una serie di spunti per tutto ciò che ancora deve venire in ambito droni sul territorio italiano e che verrà dal 2 ottobre in poi.

Se vuoi essere un professionista di questo settore, per lavoro o per gioco, ti aspetto a ModenaFiere il 30 settembre e il 1 ottobre a Dronitaly 2016. Troverai anche me al mio stand Achrom.

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Approfondimenti:

Riflessione sulle “Linee guida per stabilire le CARATTERISTICHE DI INOFFENSIVITÀ di un APR”

Credo che a breve verrà pubblicato un documento col quale si emenderà il regolamento che abrogherà tutti i divieti per poi riformulare delle eccezioni di cui all’articolo, del comma, del paragrafo, del capitolo, della “supercazzola prematurata” attraverso la quale potrai sempre far volare altissimo il tanto invocato, istigato, inevitabile MOCCOLO.

Non so se rispetterà tutti i criteri di inoffensività ma di sicuro volerà o sta già volando in varie parti d’Italia…

Cari amici “dronisti”, non spaventatevi di tutti questi regolamenti. Lavorate e non fatevi intimorire; studiate, preparatevi, siate prudenti ma non mollate l’osso.

Siamo solo agli inizi di un lungo e tortuoso cammino che non potrà essere fermato né da ENAC  né da nessun altro. Si chiama sviluppo tecnologico, evoluzione, progresso e, ci metto pure, conoscenza. Dalla conoscenza nascono belle cose, dall’ignoranza solo ignoranza.

Mi domando: “ENAC, come potrà ritenere “offensivo”, stando a quanto ha appena pubblicato, un drone per il quale si è presentata ad ENAC la dichiarazione di rispondenza?” Di fatto i multicotteri tra i 301gr e i 2Kg non hanno molte chance per rispondere alle “caratteristiche di inoffensività” richieste da ENAC ma, all’art. 12 del Regolamento Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto, paragrafo 1, si dice, riporto fedelmente: “Le operazioni specializzate condotte con SAPR di massa operativa al decollo minore o uguale a 2 kg sono considerate non critiche in tutti gli scenari operativi, a condizione che gli aspetti progettuali e le tecniche costruttive dell’APR abbiano caratteristiche di inoffensività, precedentemente accertate dall’ENAC o da soggetto da esso autorizzato“.

“Se hai accertato in precedenza che sono inoffensivi, adesso come puoi ritenere i medesimi droni “offensivi” o non rispondenti ai “criteri di inoffensività”?

Giriamo la domanda: “ENAC, come può stabilire dei “requisiti di inoffensività”, quando questi non trovano alcun riscontro nelle centinaia di quadricotteri già ritenuti inoffensivi dalla stessa ENAC?”

Vuoi vedere che adesso, per correre ai ripari, tireranno fuori qualcosa tipo la “classe ambientale” per le auto (i vari Euro 1, 2, 3, etc) per cui gli APR certificati fino ad una certa data potranno volare o non volare in virtù di tutta una serie di ulteriori paletti, giustificazioni, leggi e classificazioni “non-sense”?

Tipo: “Gli APR certificati da ENAC fino ad oggi potranno volare solo il sabato mattina dalle 10.45 alle 11.00 ma solo se capita il 29 febbraio mentre quelli che verranno certificati da domani in poi, se ritenuti inoffensivi grazie ai paraeliche in gommapiuma, meglio se fatte di aria ma non troppo compressa, eliche di brigidino e scocca realizzata col popcorn, potranno volare liberamente”.

Dovremmo ringraziare ENAC.

Grazie ai faldoni prodotti fino ad oggi è stata in grado di far spremere le meningi ai nostri bravi ingegneri, costruttori e tecnici nel tentativo di realizzare qualcosa che ancora non si è mai visto e che neppure ENAC, evidentemente, sa come deve essere fatto.

Che ENAC emendi pure, che riveda, abroghi, pubblichi circolari, faccia quello che gli pare (dopotutto come ha sempre fatto) ma ciò che è scritto resta e prima o poi, probabilmente, qualcuno che ha voglia di “perdere un po’ del proprio tempo” e che avrà titolo per farlo, impugnerà ogni rigo scritto da ENAC e dimostrerà che “chi di spada ferisce di spada perisce”.

Dall’aprile 2014, data in cui è entrato in vigore il primo Regolamento dei Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto, ad oggi, ENAC ha scritto fiumi di parole e ascoltato poco o nulla le aziende e le associazioni di settore coinvolte a vario titolo in materia di APR. Sento sempre un gran parlare di ENAC e dei suoi regolamenti; vedo un gran avvicendarsi di referenti ENAC, tutti contenti e ben disposti a partecipare a tavoli, conferenze, workshop. Pronti a fare roboanti annunci, a rendersi disponibili a rivedere in meglio le regole e… ZAC! Puntualmente, non solo tutto resta uguale, “magari”, ma spesso va a peggiorare.

Risultato?

Vedo aziende che chiudono, piloti che decidono di “far festa”, o peggio, decidono di lavorare “a prescindere” (leggi: abusivamente).

Tutto questo a chi giova o a chi gioverà? Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?

I nostri Piloti e gli Operatori saranno costantemente impegnati nel rivedere i propri protocolli di lavoro, le proprie filiere di costruzione degli APR perché le regole verranno continuamente cambiate?

Vogliamo farci passare avanti dal resto del mondo anche in questa magnifica sfida dove l’italia potrebbe eccellere, come in altri moltissimi campi, solo “limitandosi” a fare bene quello che sa fare?

Vogliamo emigrare tutti all’estero per “risolvere” il problema delle leggi che non permettono di lavorare in Italia?

Oppure…

Vogliamo veramente impegnarci per concertare delle strategie di “difesa” e di “contrattacco” per dimostrare, fattivamente, che stiamo parlando troppo e agendo pochissimo? I droni commerciali  sono oramai una realtà mondiale e noi, nel tentativo di districarci tra le regole sempre più ingarbugliate e commistionate tra loro, non rischiamo di scordarci questioni più pratiche che coinvolgono seriamente temi come “security” e “safety”?

Le regole sono alla base della nostra civiltà, servono, sono indispensabili ma devono essere giuste e pensate per tutelare e non per limitare l’operatività degli addetti ai lavori e delle persone interessate dall’uso diretto o indiretto di certi dispositivi, in questo caso degli APR.

Sappiate comunque che il nuovo documento ENAC si pone come una LINEA GUIDA che, come tale, (riporto dicitura presente in testa al suddetto documento): “Le Linee Guida contengono elementi di dettaglio di tipo interpretativo o procedurale per facilitare l’utente nella dimostrazione di rispondenza ai requisiti normativi. Sono generalmente associate a Circolari. Dato il loro carattere non regolamentare, i contenuti delle Linee Guida (LG) non possono essere ritenuti di per se obbligatori. Quando l’utente interessato sceglie di seguire le indicazioni fornite nelle LG, ne accetta esplicitamente le implicazioni sul proprio impianto organizzativo da esse come risultante ed esprime il proprio forte impegno a mantenersi aderente ad esse ai fini della continua rispondenza al requisito normativo interessato. I destinatari sono invitati ad assicurare che le presenti Linee Guida siano portate a conoscenza di tutto il personale interessato.”

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In altre parole… se non la seguite non succede nulla ma se la seguite.. Ooooh! dovete mantenervi aderenti a quanto riportato.

Detto ciò, siate professionisti, siate professionali, siate di larghe vedute e lungimiranti ma non abbrutitevi davanti alle decisioni del legislatore. Ricordiamoci che ogni “senso unico” è caratterizzato da un “divieto di accesso” da un lato e da un “senso consentito” dal lato opposto; talvolta basta fare il giro dell’isolato per arrivare all’obiettivo.

“…e se proprio vi scappa un take-off di un moccolo, cercate almeno di evitare assembramenti di persone” 🙂

Approfondimenti: