Segnalibro – Fondazione Umberto Veronesi

Ringrazio la redazione del Magazine online della Fondazione Umberto Veronesi per aver presentato, all’interno della rubrica “Segnalibro”, il mio libro IL CANCRO AL SENO NON E’ SOLO ROBA DA FEMMINE. UNA CAREZZA PUO’ SALVARTI.

Un particolare ringraziamento va Caterina Fazion che mi ha contattato ed intervistato.

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Il Davide sconfitto da Golia

Ho aspettato un po’ prima di decidere di scrivere questo articolo ma non si può mantenere sempre l’atteggiamento del “non ti curar di loro ma guarda e passa”.

Stamani, mentre “spippolavo” su Facebook (è un vizziaccio, lo so), tramite il post di un amico è tornata alla mia attenzione la notizia di cui desideravo occuparmi da un paio di giorni, il Davide di Michelangelo coperto da un drappo nero “come gesto simbolico di lutto per ricordare le vittime di questa guerra e esprimere tutto il dolore di Firenze”

Nel virgolettato ho riportato le parole scritte dal sindaco del capoluogo toscano, Dario Nardella, sulla propria pagina Facebook.

Vorrei pensare che l’intento del sindaco di Firenze fosse mutuato da tutta una serie di ragionamenti e di stati d’animo che poi sono sfociati verso l’idea del “voglio fare qualcosa a tutti i costi per l’Ucraina”. Vorrei pensare che cercasse di interpretare le sensazioni che in questo momento pervadono le menti e i cuori di tutti, fiorentini in primis ma…

Vorrei ma non posso.

Non posso perchè certe cose lasciano il segno e se un sindaco si muove in una certa direzione si presume che lo faccia dopo aver riflettuto e ponderato le conseguenze di quel gesto, e questo non mi pare ben riuscito.

Mi viene da fare una prima riflessione, molto banale, forse puerile per alcuni ma come tale ritengo che sia portatrice di una “sana ingenuità” e spontaneità. Perchè fare un gesto simile, così plateale, per questa guerra, quando non lo si è fatto per l’Afghanistan o per la Siria o per tutte le guerre che hanno caratterizzato gli ultimi decenni delle noste vite? Perchè questa? Ci sono vittime più o meno degne di essere ricordate? Ci sono dittatori più o meno crudeli da condannare?

Oltre a questo, trovo il gesto veramente inopportuno e fuoriluogo proprio per il significato che esprime l’opera di Michelangelo e che anche il sindaco Nardella ha messo in evidenza in apertura del suo post, “Il Davide, emblema della libertà contro la tirannia”.

E lo copri?

E lo copri soprattutto con un drappo nero che di fatto trasforma la bianca, candida pietra marmorea, magistralmente plasmata dalle mani di Michelangelo (anche se quel Davide è una copia; quella esposta in Piazza della Signoria), in un tetro omaggio alla nera mietitrice? Di fatto diventa la celebrazione del trionfo del male sul bene. L’affermazione del maligno sulla fede e sulla pace. Davide fu colui che sconfisse Golia attraverso l’aiuto del divino, di Dio padre e il sindaco Nardella prende il Davide e lo impacchetta, avvolgendolo da capo a piedi, piedistallo compreso, in un telo nero.

Forse è un gesto poco riuscito (pessimamente riuscito) che intendeva ricalcare il messaggio artistico che ha caratterizzato il lavoro e lo stile dell’artista Christo?

Ph. Benjamin Loyseau – 2021 Christo and Jeanne-Claude Foundation – Da https://www.archiportale.com/

Non credo proprio.

Ditemi se coprire con un drappo nero il Davide di Michelangelo non sia il peggior messaggio che si possa offrire alla città e al mondo intero, per manifestare contro il male che si palesa attraverso l’atto più ignobile che vi sia, la guerra. Aver coperto il Davide con un drappo nero lo trascina a forza nelle tenebre e la sagoma che ne deriva e che si staglia dalle mura di Palazzo Vecchio diventa la figura del male che si impossessa di Firenze.

Se l’intento era listare a lutto il Davide sarebbe bastato mettere una fascia nera al braccio della statua; semmai. In tal caso sarebbe stato un messaggio chiaro, riconosciuto in tutto l’Occidente come un reale segno di lutto. Casomai lo avrei declinato in forma di omaggio e di rispetto verso tutti i caduti delle guerre, non solo per quella che si sta consumando in questo momento in Ucraina.

Questo invece è l’ennesimo segno di potere e di affermarazione che certi statisti, che evidentemente adorano i simbolismi e i rituali, atti a “riconoscersi tra simili”, intenti ad affermare il proprio potere, manifestano platealmente in barba ai cittadini e a tutta l’umanità. Sì, perchè il Davide di Michelangelo, anche se “ha la residenza a Firenze”, è comunque un’opera d’arte, un capolavoro, è patrimonio di tutta l’umanità e come tale deve essere valorizzato, rispettato e mantenuto intonso, soprattutto evitando di stuprarlo e trasformarlo in un totem eretto in onore del male.

Non mi piace!

Trovo questo gesto intriso di significati negativi, per non dire protesi alla celebrazione del “satanismo”, che si esprimono in modo diametralmente opposto rispetto al voler gridare un netto “no a tutte le guerre”, quindi anche ad un “no al signore del male”.

Ultimissima riflessione… pensate a quei quattro turisti che si aggirano a Firenze, assaliti dai negozianti che si contendono gli avventori in un clima generale di profonda crisi, che trova origine già da prima del Covid19, figuriamoci adesso, in questo contesto caratterizzato da scenari di guerra. Ecco, immaginate quelle persone che arrivano per la prima volta in Piazza della Signoria e si trovano “questo coso”. Pensate che sensazione di “bellezza” e di “rinascimento” percepiranno nel vedere il cupo mietitore.

Welcome to Florence…

I Divinatori

Foto da PixaBay

Essi transitano all’interno di una buia valle. Il loro cammino è scandito dalle parole di un gruppo di neo profeti che professano la “vacciniade”; fonte di lunga vita, di progresso umano ed unica soluzione per uscire dalla “fantapandemia”.
I divinatori recitano a gran voce i loro rituali coinvolgendo milioni di persone. Con l’ipnosi collettiva hanno insinuato l’idea che “le persone moriranno” e che quindi il popolo debba difendersi dall’inevitabile (prima o poi dovrà pur accadere, n.d.r.), attraverso reiterati atti di purificazione definiti “cicli vaccinali”.

Promuovono una catarsi geno-chimica su persone sane, anche se sono consapevoli che su talune potrebbe produrre conseguenze nefaste. L’importante è recitare la formula purificatoria, includendo la frase, pronunciata tutta di seguito: “noncealcunacorrelazione”. A seguito del rituale le virtù del siero, decantate a gran voce dalle guide spirituali e secondo nuovi paradigmi, potranno superare i vantaggi offerti dalla vita stessa, dalla natura, dal buon senso e da quei principi che fino a pochi anni fa erano i capisaldi di quella che oggi possiamo definire una “scienza divenuta improvvisamente obsoleta”.

Ai lati della semovente massa antropomorfa si aprono continui spiragli di luce che filtrano dalla fitta vegetazione circostante. Ogni raggio è portatore di vita e di verità ma, nonostante questo, molti seguono in adorazione i divinatori che posti alla testa del gruppo continuano indefessamente a professare il nuovo verbo. Sanno di mentire e ancor più sono consapevoli di non conoscere e nemmeno poter vedere la direzione presa; i divinatori “navigano a vista”. Sono a loro volta condotti verso il baratro, illusi di poter asservire il potere maximum che li ha sapientemente manipolati e portati a “non pensare” ma solo ad agire, anzi, ad eseguire, secondo precise regole.

Il mondo è malato e deve essere purificato, ad ogni costo.

Foto da PixaBay

Il nemico prende sempre più forma e da agente patogeno quale era, invisibile almeno ad occhio nudo, si materializza in qualcosa di concreto e di percepibile per i sensi, seppur assopiti o alterati. Diventa il feticcio sul quale riversare ogni paura, frustrazione, rabbia e vendetta. E’ il “novax”, la cui definizione viene imposta d’ufficio a quei parenti, amici, vicini di casa con i quali fino a poco tempo prima si è condiviso il piacere di stare insieme o, più semplicemente, con cui potevamo relazionarci attraverso una “tacita armonia di specie”. E’ così che il “non conformato” diventa “l’altro”, la minaccia.

Foto da PixaBay

Il virus ha preso più strade, ragionevolmente tutte nella direzione opposta rispetto a quella intrapresa dalla “compagnia del siero”. Gli adepti proseguono il cammino, forti della protezione acquisita, almeno secondo le rassicurazioni verbali diffuse dei profeti e in contrapposizione alle evidenze che si palesano sotto gli occhi di tutti; almeno di chi vuol vedere. Lentamente ma inesorabilmente questa variegata moltitudine di individui sta perdendo ogni identità, senso civico, moralità, spiritualità, coscienza e caratteristica biologica afferente all’essere umano. L’omologazione porta alla creazione di un nuovo movimento di pensiero, quello del “non pensiero” e, perché no, del “togliamoci il pensiero”. Il vaccino diventa lo strumento attraverso il quale ottenere la libertà condizionata su cui si basa la nuova normalità che consta nell’esibizione di un qualche pass, solo per poter dire di “essere libero”.

Da una parte troviamo gli eletti, i purificati, quelli pronti ad una illusoria vita eterna o comunque sicuri di aver ricevuto un’immunizzazione all inclusive per ogni malattia, presente, futura e post mortem. Un’esistenza subordinata da continui richiami vaccinali, da passaporto sanitario elettronico e da “immunità di gregge”, pedissequamente decantata, promossa e promessa a gran voce come obiettivo di appartenenza di evocazione tribale, più che di capacità collettiva di raggiungere una reale immunità dal virus.

Dall’altra ci sono i rifiuti umani, le menti pericolose, quei soggetti ignoranti o poco istruiti; sempre stante alle logiche e ai dettami di coloro che hanno la capacità e la potenza di diffusione di un segnale di comunicazione crossmediale metamorfico. Un segnale che si adatta e si amplifica progressivamente in virtù delle necessità del potere maximum, dall’intento proselitistico e manipolatorio e che ha come obiettivo la vaccinazione e il tracciamento dell’individuo. Di fatto sono la medesima cosa, l’uno è il mezzo per raggiungere l’altro, a prescindere da reali motivi sanitario-epidemiologici. Il desiderio morboso di controllo su tutti, su tutto e a tutti i costi, oramai fa parte del nuovo ordinamento giuridico che a suon di DPCM, DL e poi Leggi, prende sempre più forma e potere.

Il mondo si piega al conformismo globalista che vanta le proprie origini ben prima della fantapandemia. Fonda le proprie radici qualche decennio fa quando, intenti a perseguire un’economia di crescita che paventava parità sociali-economiche tra popoli e culture, ci siamo improvvisamente piegati ad un’economia dei consumi; in barba alle varie Greta e a tutti i movimenti ecologisti che si nutrono di una ridondante retorica che genera profitti al di là dei successi; se visti unicamente in un’ottica di salvaguardia dell’ambiente.

Tonnellate di mascherine, kit tamponi, gel disinfettanti, guanti, camici, visiere, tutto il packaging in cui sono avvolti, protetti e veicolati, nonché le industrie specializzate che consumano energia ed inquinano per produrre questi dispositivi o per distruggerli una volta impiegati, la logistica per trasportare “prodotti creati per essere distrutti”, tutto questo si trasforma in una bomba ecologica della quale vedremo gli effetti tra non molto. Già è possibile assistere ai trailers.

Foto da PixaBay

Gli eletti, mondati, purificati da catarsi indotta, attraverso il rituale della pluri-inoculazione sierologica, si lasciano alle spalle una lunghissima scia di scarti, di ogni genere e natura, mentre proseguono il loro cammino allontanandosi sempre più dal senso critico, poiché foriero di ostacoli e di lunghe e tediose verifiche e confronti. Alcuni di questi adorano profondamente il suono della parola SCIENZA soprattutto se preceduta dalla frase “LO DICE”. La adorano a tal punto che nel momento in cui percepiscono una notizia o sentono dagli oracoli solo l’accenno della frase: “Secondo uno studio scientifico…” o, appunto: “Lo dice la scienza”, entrano in una sorta di trans, in alcuni casi raggiungono l’estasi e in situazioni ancora più estreme produce orgasmo collettivo. Questo accade a chi ascolta ma soprattutto tra i neo profeti, onanisti verbali innamorati della propria voce, soggetti in balia di continui amplessi, amplificati dai bonifici che ricevono ad ogni “teleprofezia” intrisa di quel rigoroso e fantascientifico catastrofismo che richiede un attento impiego di frasi introduttive, come: “Nuova ondata”, “Nuova variante”, “Terapie intensive al collasso…”, “Paziente zero” e le varie percentuali, fornite alla cazzum ma con immancabile, rigorosa autorevolezza. Di solito seguono le ingiurie verso coloro che non intendono rivolgersi ai “portatori di verità” per chiedere, oltre al perdono, di essere mondati attraverso il siero salvifico.

Come porsi al nuovo concetto di vita, secondo una “condicio sine qua non” imposta dalla maggior parte degli accoliti e dai neo profeti?

Attraverso un semplice ma potente antidoto che è secreto dal nostro organismo ma che deve essere stimolato attraverso un esercizio costante ed intenso. Il presupposto è che i suddetti profeti siano tali e che stiano dove sono solo per un semplice motivo: si alimentano, oltre che dei bonifici di cui sopra, dell’attenzione del pubblico. Non a caso ho indicato le persone col termine di pubblico perché oramai ciò a cui stiamo assistendo è assimilabile solo ad una farsa, ad una tragedia e in alcuni casi anche ad una commedia.

Cosa costringe un attore o una compagnia teatrale a sciogliersi, ad abbandonare le scene, a non proseguire la propria opera nel mondo dello spettacolo?

Il crollo degli ascolti. L’oblio. La mancanza di attenzione per coloro che stanno interpretando un ruolo.

Ecco il potente antidoto di cui tutti siamo dotati e che possiamo impiegare: l’INDIFFERENZA, in questo caso contro lo strapotere. E’ la stessa sostanza che questi figuri hanno adottato, e che da sempre esseri di siffatte caratteristiche adottano, nei confronti dei malati, degli anziani, dei bambini, delle aziende che hanno chiuso per mancanza di certezze, per le continue vessazioni, per gli obblighi, le limitazioni e le intimidazioni, oltre alla mancanza di veri sgravi economici in un clima di crisi politicamente imposta.

Paghiamo questi figuri con la medesima moneta, quella dell’INDIFFERENZA. Vedrete che la luce filtrerà anche dai rovi più fitti e intricati di questa buia valle.

Medicina33 – Cancro al seno maschile

Ringrazio RAI2, in particolare la redazione di Medicina33, e la Dott.ssa Laura Biganzoli, specialista oncologa dell’Ospedale Santo Stefano di Prato, rispettivamente per la produzione dell’eccellente servizio televisivo e per aver offerto il proprio contributo professionale.

Medicina33 – Servizio RAI 2 del 05.01.2022

Il Cancro al seno non è solo roba da femmine

Venerdì 7 gennaio, alle ore 18.00 presso il Kelturni Center Lojze Bratuž di Gorizia, si terrà la presentazione del libro autobiografico di Stefano Saldarelli, colpito nel 2018 da cancro al seno.
Il 40% del ricavato dalla vendita del libro, nel corso della serata, verrà devoluto all’associazione Volendo Continuare, ODV a sostegno dei malati oncologici fondata da Nicole Primozic.

Gorizia 3 gennaio 2022 – Il cancro al seno visto dal punto di vista maschile è una realtà poco nota, che richiede divulgazione perchè la prevenzione non sia solo “roba da femmine”, e diventi una sana abitudine anche per l’uomo. Si stima infatti, che ogni anno, oltre 500 maschi siano colpiti da carcinoma mammario solo in Italia.

Venerdì 7 gennaio alle ore 18.00, Stefano Saldarelli, 52enne pratese colpito tre anni fa dalla malattia, presenterà in un incontro aperto al pubblico, la sua storia autobiografica “IL CANCRO AL SENO NON È SOLO ROBA DA FEMMINE. UNA CAREZZA PUO’ SALVARTI”, Phasar Edizioni.

Il libro racconta con toni lievi ma dettagliati il percorso terapeutico e soprattutto interiore ed emotivo che Stefano, affiancato dalla moglie Antonella che scoprì per prima il nodulo sospetto del marito, ha dovuto affrontare facendo i conti con le sue paure, con l’iniziale incredulità e la poca conoscenza della malattia.

“Ho scritto questo libro – spiega Stefano, di mestiere grafico freelance, – nella speranza che conoscenza e comunicazione inducano gli uomini a informarsi, e a tante altre mogli, mamme, sorelle a coinvolgere i loro uomini in questo percorso, per non trascurare sintomi e rischi”.

L’incontro sarà moderato dalla giornalista Patrizia Artico. Oltre all’Autore, interverranno la Dott.ssa Marta Prestin, oncologa presso l’ospedale di Gorizia, il Dottor Giuseppe Stacul, chirurgo senologo.

L’evento si terrà al Kelturni Center Lojze Bratuž, viale XX Settembre 50 – Gorizia, in ottemperanza alle misure anti covid in vigore.

L’obiettivo dell’appuntamento è aprire un’importante finestra su questa patologia, osservata, per una volta, dal punto di vista maschile e per ricordare quanto la prevenzione con la diagnosi precoce siano le più importanti armi a disposizione oggi per sconfiggere il cancro in ogni sua forma.

Stefano e il tumore al seno: “L’ho scoperto grazie a mia moglie”

Intervista a Medora Magazine, a cura di Angelica Giambelluca

Anche gli uomini possono sviluppare un tumore al seno. Parliamo di 800 diagnosi all’anno, non moltissime, ma nemmeno poche. E anche se fosse solo una, varrebbe la pena fare informazione.

Pagina Facebook Medora Magazine

“Il cantiere delle donne” intervista Stefano Saldarelli

Il 27 ottobre è uscito il libro “Il cancro al seno non è solo roba da femmine. Una carezza può salvarti” scritto da Stefano Saldarelli. Il libro, uscito per Phasar Edizioni, è un’autobiografia che racconta l’esperienza dell’autore che ha vissuto sulla propria pelle, anche lui come moltissime donne, il dramma del tumore al seno. È un tema importante, che dev’essere portato all’attenzione della popolazione maschile e femminile, per informare, soprattutto i più giovani, affinché sappiano che, oggi, il tumore al seno, che in Italia colpisce ogni anno circa 500 uomini, non è più, appunto, solo roba da femmine. Con l’autore dialogano Lisa De Rossi e Silvia Pittarello.

2 dicembre 2021 LILT Prato – Presentazione del libro “Il cancro al seno non è solo roba da femmine. Una carezza può salvarti”

Alle ore 16.30 presso la sala convegni della LILT di Prato, via Giuseppe Cartani 26/1, si terrà la presentazione del mio libro.

Intervengono:

Dott. Roberto Benelli, Presidente LILT Prato
Saluti e introduzione

Vezio Trifoni, giornalista
Moderatore e intervistatore

Dott. Alessandro Battaglia
Chirurgo senologo

Francesco Bolognini
Fotografo

Stefano Saldarelli
Autore del libro, paziente operato di cancro al seno

Antonella Manganelli
Moglie di Stefano

IL 40% DEL RICAVATO OTTENUTO DALLA VENDITA DEI LIBRI EFFETTUATA NEL CORSO DELLA SERATA SARÀ DEVOLUTO ALLA LILT DI PRATO

IN OTTEMPERANZA ALLE MISURE ANTI COVID19 L’ACCESSO ALLA SALA E’ CONSENTITO
ESIBENDO IL GREEN PASS E INDOSSANDO LA MASCHERINA. È AMMESSO UN NUMERO MASSIMO DI 40 OSPITI.


INGRESSO GRATUITO

Fatti e Storie da Raccontare – “Il cancro al seno non è solo roba da femmine” su WellTV SKY

Ringrazio Francesca Ghezzani, giornalista attenta e sensibile, conduttrice della trasmissione Fatti e Storie da Raccontare andata in onda martedì 9 novembre 2021. Ringrazio anche tutta la redazione di WellTV SKY, Canale 810 per avermi dato la possibilità di parlare di cancro al seno maschile, fare informazione sull’argomento e presentare il mio libro.

La puntata integrale è fruibile attraverso questo link

Rassegna stampa – Pubblicazione: “IL CANCRO AL SENO NON E’ SOLO ROBA DA FEMMINE. UNA CAREZZA PUO’ SALVARTI”

Ringrazio la mia agenzia stampa Mediamover che si sta occupando della promozione del libro attraverso i media nazionali.

(Pagina in aggiornamento)



Disponibile nelle maggiori piattaforme di vendite online: