I Divinatori

Foto da PixaBay

Essi transitano all’interno di una buia valle. Il loro cammino è scandito dalle parole di un gruppo di neo profeti che professano la “vacciniade”; fonte di lunga vita, di progresso umano ed unica soluzione per uscire dalla “fantapandemia”.
I divinatori recitano a gran voce i loro rituali coinvolgendo milioni di persone. Con l’ipnosi collettiva hanno insinuato l’idea che “le persone moriranno” e che quindi il popolo debba difendersi dall’inevitabile (prima o poi dovrà pur accadere, n.d.r.), attraverso reiterati atti di purificazione definiti “cicli vaccinali”.

Promuovono una catarsi geno-chimica su persone sane, anche se sono consapevoli che su talune potrebbe produrre conseguenze nefaste. L’importante è recitare la formula purificatoria, includendo la frase, pronunciata tutta di seguito: “noncealcunacorrelazione”. A seguito del rituale le virtù del siero, decantate a gran voce dalle guide spirituali e secondo nuovi paradigmi, potranno superare i vantaggi offerti dalla vita stessa, dalla natura, dal buon senso e da quei principi che fino a pochi anni fa erano i capisaldi di quella che oggi possiamo definire una “scienza divenuta improvvisamente obsoleta”.

Ai lati della semovente massa antropomorfa si aprono continui spiragli di luce che filtrano dalla fitta vegetazione circostante. Ogni raggio è portatore di vita e di verità ma, nonostante questo, molti seguono in adorazione i divinatori che posti alla testa del gruppo continuano indefessamente a professare il nuovo verbo. Sanno di mentire e ancor più sono consapevoli di non conoscere e nemmeno poter vedere la direzione presa; i divinatori “navigano a vista”. Sono a loro volta condotti verso il baratro, illusi di poter asservire il potere maximum che li ha sapientemente manipolati e portati a “non pensare” ma solo ad agire, anzi, ad eseguire, secondo precise regole.

Il mondo è malato e deve essere purificato, ad ogni costo.

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Il nemico prende sempre più forma e da agente patogeno quale era, invisibile almeno ad occhio nudo, si materializza in qualcosa di concreto e di percepibile per i sensi, seppur assopiti o alterati. Diventa il feticcio sul quale riversare ogni paura, frustrazione, rabbia e vendetta. E’ il “novax”, la cui definizione viene imposta d’ufficio a quei parenti, amici, vicini di casa con i quali fino a poco tempo prima si è condiviso il piacere di stare insieme o, più semplicemente, con cui potevamo relazionarci attraverso una “tacita armonia di specie”. E’ così che il “non conformato” diventa “l’altro”, la minaccia.

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Il virus ha preso più strade, ragionevolmente tutte nella direzione opposta rispetto a quella intrapresa dalla “compagnia del siero”. Gli adepti proseguono il cammino, forti della protezione acquisita, almeno secondo le rassicurazioni verbali diffuse dei profeti e in contrapposizione alle evidenze che si palesano sotto gli occhi di tutti; almeno di chi vuol vedere. Lentamente ma inesorabilmente questa variegata moltitudine di individui sta perdendo ogni identità, senso civico, moralità, spiritualità, coscienza e caratteristica biologica afferente all’essere umano. L’omologazione porta alla creazione di un nuovo movimento di pensiero, quello del “non pensiero” e, perché no, del “togliamoci il pensiero”. Il vaccino diventa lo strumento attraverso il quale ottenere la libertà condizionata su cui si basa la nuova normalità che consta nell’esibizione di un qualche pass, solo per poter dire di “essere libero”.

Da una parte troviamo gli eletti, i purificati, quelli pronti ad una illusoria vita eterna o comunque sicuri di aver ricevuto un’immunizzazione all inclusive per ogni malattia, presente, futura e post mortem. Un’esistenza subordinata da continui richiami vaccinali, da passaporto sanitario elettronico e da “immunità di gregge”, pedissequamente decantata, promossa e promessa a gran voce come obiettivo di appartenenza di evocazione tribale, più che di capacità collettiva di raggiungere una reale immunità dal virus.

Dall’altra ci sono i rifiuti umani, le menti pericolose, quei soggetti ignoranti o poco istruiti; sempre stante alle logiche e ai dettami di coloro che hanno la capacità e la potenza di diffusione di un segnale di comunicazione crossmediale metamorfico. Un segnale che si adatta e si amplifica progressivamente in virtù delle necessità del potere maximum, dall’intento proselitistico e manipolatorio e che ha come obiettivo la vaccinazione e il tracciamento dell’individuo. Di fatto sono la medesima cosa, l’uno è il mezzo per raggiungere l’altro, a prescindere da reali motivi sanitario-epidemiologici. Il desiderio morboso di controllo su tutti, su tutto e a tutti i costi, oramai fa parte del nuovo ordinamento giuridico che a suon di DPCM, DL e poi Leggi, prende sempre più forma e potere.

Il mondo si piega al conformismo globalista che vanta le proprie origini ben prima della fantapandemia. Fonda le proprie radici qualche decennio fa quando, intenti a perseguire un’economia di crescita che paventava parità sociali-economiche tra popoli e culture, ci siamo improvvisamente piegati ad un’economia dei consumi; in barba alle varie Greta e a tutti i movimenti ecologisti che si nutrono di una ridondante retorica che genera profitti al di là dei successi; se visti unicamente in un’ottica di salvaguardia dell’ambiente.

Tonnellate di mascherine, kit tamponi, gel disinfettanti, guanti, camici, visiere, tutto il packaging in cui sono avvolti, protetti e veicolati, nonché le industrie specializzate che consumano energia ed inquinano per produrre questi dispositivi o per distruggerli una volta impiegati, la logistica per trasportare “prodotti creati per essere distrutti”, tutto questo si trasforma in una bomba ecologica della quale vedremo gli effetti tra non molto. Già è possibile assistere ai trailers.

Foto da PixaBay

Gli eletti, mondati, purificati da catarsi indotta, attraverso il rituale della pluri-inoculazione sierologica, si lasciano alle spalle una lunghissima scia di scarti, di ogni genere e natura, mentre proseguono il loro cammino allontanandosi sempre più dal senso critico, poiché foriero di ostacoli e di lunghe e tediose verifiche e confronti. Alcuni di questi adorano profondamente il suono della parola SCIENZA soprattutto se preceduta dalla frase “LO DICE”. La adorano a tal punto che nel momento in cui percepiscono una notizia o sentono dagli oracoli solo l’accenno della frase: “Secondo uno studio scientifico…” o, appunto: “Lo dice la scienza”, entrano in una sorta di trans, in alcuni casi raggiungono l’estasi e in situazioni ancora più estreme produce orgasmo collettivo. Questo accade a chi ascolta ma soprattutto tra i neo profeti, onanisti verbali innamorati della propria voce, soggetti in balia di continui amplessi, amplificati dai bonifici che ricevono ad ogni “teleprofezia” intrisa di quel rigoroso e fantascientifico catastrofismo che richiede un attento impiego di frasi introduttive, come: “Nuova ondata”, “Nuova variante”, “Terapie intensive al collasso…”, “Paziente zero” e le varie percentuali, fornite alla cazzum ma con immancabile, rigorosa autorevolezza. Di solito seguono le ingiurie verso coloro che non intendono rivolgersi ai “portatori di verità” per chiedere, oltre al perdono, di essere mondati attraverso il siero salvifico.

Come porsi al nuovo concetto di vita, secondo una “condicio sine qua non” imposta dalla maggior parte degli accoliti e dai neo profeti?

Attraverso un semplice ma potente antidoto che è secreto dal nostro organismo ma che deve essere stimolato attraverso un esercizio costante ed intenso. Il presupposto è che i suddetti profeti siano tali e che stiano dove sono solo per un semplice motivo: si alimentano, oltre che dei bonifici di cui sopra, dell’attenzione del pubblico. Non a caso ho indicato le persone col termine di pubblico perché oramai ciò a cui stiamo assistendo è assimilabile solo ad una farsa, ad una tragedia e in alcuni casi anche ad una commedia.

Cosa costringe un attore o una compagnia teatrale a sciogliersi, ad abbandonare le scene, a non proseguire la propria opera nel mondo dello spettacolo?

Il crollo degli ascolti. L’oblio. La mancanza di attenzione per coloro che stanno interpretando un ruolo.

Ecco il potente antidoto di cui tutti siamo dotati e che possiamo impiegare: l’INDIFFERENZA, in questo caso contro lo strapotere. E’ la stessa sostanza che questi figuri hanno adottato, e che da sempre esseri di siffatte caratteristiche adottano, nei confronti dei malati, degli anziani, dei bambini, delle aziende che hanno chiuso per mancanza di certezze, per le continue vessazioni, per gli obblighi, le limitazioni e le intimidazioni, oltre alla mancanza di veri sgravi economici in un clima di crisi politicamente imposta.

Paghiamo questi figuri con la medesima moneta, quella dell’INDIFFERENZA. Vedrete che la luce filtrerà anche dai rovi più fitti e intricati di questa buia valle.

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